Cyberpunk 2.2 "Trans Europe Express" | Cyberpunk | Forum

Ambito del forum


Confronta



Opzioni del forum



Lunghezza min ricerca: 3 caratteri - Lunghezza max ricerca: 84 caratteri
Password persa?
sp_TopicIcon
Cyberpunk 2.2 "Trans Europe Express"
RSS
452 Messaggi
(Offline)
1
Gennaio 14, 2007 - 1:19 pm

Questo spazio è dedicato all'avventura europea del nostro gruppo, successivo agli eventi di "Lutto e vendetta"

452 Messaggi
(Offline)
2
Gennaio 14, 2007 - 1:23 pm

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Greta uscì dalla doccia con un'espressione soddisfatta. Guardò con attenzione la propiria immagine riflessa nello specchio del bagno, poi si diresse verso la camera da letto dopo essersi avvolta in un asciugamano bianco.
"E' ora di rifarsi il trucco, Greta." Pensò.
Si sedette sul letto, raccolse i capelli dietro la testa e prese dal cassetto un astuccio di media grandezza.
Lo aprì, verificò che ci fosse tutto quello che le serviva e rivolse poi al sua attenzione al braccio.
C'era una lunga escoriazione all'interno del bicipite, frutto del corpo a corpo durante i combattimenti presso il covo del vescovo.
Alcuni temdini artificiali e giunti di titanio erano visibili, "ma non danneggiati" constatò con piacere.
Con la mano dell'altro braccio prese il bisturi laser, lo accese e lo avvicinò ai margini della lacerazione.
Con calma iniziò a regolare i bordi frastagliati della "ferita"; l'odore di bruciato un tempo la infastidiva, ma ci si era abituata.
"Chi bella vuole apparire..." si disse con un mezzo sorriso.
Dopo una decina di minuti ripose il bisturi nella confezione e prese al suo posto l'applicatore di sinthoderm.
Lo accese e iniziò a passarlo sulla zona di cromatura scoperta tracciando dei lenti cerchi concentrici. Una volta coperta completamente la zona prese un cerotto compressivo con cui coprì le ultime traccie di irregolarità.
"perfetto"
Si alzò dal letto, lfettendo i muscoli del braccio per verificare che tutto fosse a posto e gustandosi la particolare vibrazione che i tiranti sintetici trasmettevano alla spalla attraverso l'ancoraggio in ceramica.
Poi si diresse con un passo elegante e tranquillo all'altra estremità del loft, dove aveva la sua moto.
Il terminale aveva fatto un check diagnostco completo a tutta la cpu della motocicletta. Tutto era a posto, quella Consuelo aveva fatto un buon lavoro.
Mentre stava esaminando i tracciati il suo videoterminale emise il segnale di chiamata in arrivo.
"Chissà chi è..."
Tornò verso il letto, si sedette di fronte al video, e dopo aver letto l'origine della chiamata sorrise.
Sfiorò lo schermo e un volto di si materializzò sul video.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

"Ciao sorellina,!" disse Greta.
"Ciao sorellona" rispose la donna del video.
" che si dice nel vecchio continente?"
" Si dice che sono nei guai"

Greta sorrise " ancora? te llo avevo detto io che dovevi msetterla con le tue bravate e trovarti un lavoro serio"
"come te? no, grazie, non mi va di diventare un free lance della guerra"
"che genere di aiuto ti serve?"
"Una squadra tattica, gente esperta, ma che non si sia vista in giro nell'Euroteatro."
"Ma scusa, e la mia vechia squadra?"
"Lascia perdere Greta, qualcuno li ha comprati e sono proprio loro a starmi col fiato sul collo."

Greta rimase un attimo assorta.
"gente non conosciuta ma esperta... forse ho le persone adatte..!"

452 Messaggi
(Offline)
3
Gennaio 17, 2007 - 11:31 am

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Greta entrò con la consueta andatura tranquilla all’interno della caffetteria e si diede un occhiata intorno. La vista dall’ultimo piano della torre che ospitava il MOMA di S. Francisco era decisamente molto bella: un colpo d’occhio sulla città e la baia che si stendeva un po’ più in la, il tutto nella cornice di una bella giornata di sole.
Volse il suo sguardo all’interno della sala, cercando in mezzo ai tavoli…
”eccolo li…”Si diresse verso un tavolo al margine della sala, vicino all’ampia vetrata. Un uomo dai lineamenti fini e un po’ esotici la vide, poggiò il suo caffè, e si alzò educatamente.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

“Buongiorno Greta, sei sempre splendida”
“Grazie Anthony, anche tu sei in splendida forma”

Si sedettero e l’uomo fece un cenno al cameriere, ma prima che potesse parlare lei disse:
“Un espresso europeo, grazie”
“Subito signorina”
“Quanto tempo, Anthony”
“Tre anni e mezzo…”
“Si, è vero…”

Il cameriere arrivò e i due si interruppero con un sorriso di circostanza.
“Mi ha fatto molto piacere sentirti.” Disse Anthony “Il tuo amico è una persona simpatica, con lui si fanno buoni affari.”
“Si, è una buona persona, ma non ti ho chiesto un incontro per parlare di questo”

Greta non sorrideva e sedeva con le braccia incrociate.
“Ti deve essere costato chiamarmi” Disse lui guardando il panorama alla sua sinistra.
Lei gli rivolse uno sguardo gelido e poggiò con un gesto trattenuto la tazzina.
“No… in fin dei conti sei solo il mio ex marito e anche quello a cui ho raccontato di un lavoro che dovevo fare e che ha ben pensato di vendere ai servizi segreti sua moglie….non mi ha disturbato scappare dall’Europa perché l’Interpol aveva emesso un mandato di cattura nei miei confronti..cosa ho mai lasciato in Europa se non la mia famiglia, la mia casa…”
Prese fiato, poi aggiunse.
“Di certo non mi è dispiaciuto lasciare te….”
Bevve un sorso di caffè.
“Lo sai che lavoro faccio” Disse lui.
“Al suo tempo no, hai ben pensato di non dirmelo…ma veniamo al dunque”

“Immagino che tu abbia sentito tua sorella”
“Si”
“Non è un buon momento e non ha operativi disponibili. Per questo si è rivolta a te.”
“Esatto”
“Glieli hai già trovati?”
“Si, ma quello che non sai è che voglio andare con loro”
“Troppo pericoloso…per te; non passeresti la frontiera.”
“Sarà perché io ho questo vizio di non pensare a i rischi se c’è di mezzo una persona a cui tengo”

Anthony incassò in silenzio.
“Non credo che ti potrò garantire più di 72 ore…”
“Me le farò bastare”

Rimasero per almeno un paio di minuti senza parlare. Fu lui a parlare per primo.
“Vedi qualcuno?”
“Si”
“Un lui o una lei?”
“Questa te la potevi risparmiare”

Disse Greta; si alzò e se ne andò.

452 Messaggi
(Offline)
4
Aprile 11, 2007 - 11:56 am

Glasgow ...pomeriggio autunnale

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Olga entrò nel piccolo caffè di Royal Exchange Square che aveva preso l'abitudine di ffrequentare, si sedette ad un tavolo e ordinò una cioccolata amara al cameriere che ra giunto prontamente. Guardò fuori dalle vetrate, la visuale sull'ambassciata Europea era ottima... e tutto sembrava così tranquillo.
La tentazione sarebbe stata quella di entrare, prendere la valigetta e andarsene placidamente via, in quel grigio e calmo pomeriggio autunnale....ma non era così facile.
La zona era sicuramente sorvegliata e le sarebbero stati addosso quasi subito, oltretutto appena fuori dall'ambasciata avrebbe perso qualunque beneficio diplomatico e il consolato avrebbe negato qualsiasi collegamento fra loro e la valigetta.
Era sola....e finchè aspettava le cose non si sarebbero mosse di una virgola, ma tra poco avrebbe l'avuto aiuto richiesto.
Greta sarebbe arrivata approfittando di una finestra di 72 ore. portando l'aiuto richiesto...rischiando generosamente per aiutare la sorella minore.
Aiuto....ancora una volta era sua sorella Greta a tirarla fuori dai guai, come spesso era gia accduto peraltro....
Non lo sopportava.

452 Messaggi
(Offline)
5
Aprile 11, 2007 - 12:21 pm

Nessun movimento.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Charlie stava monitorando la situazione da un po'
tutto era tranquillo e Olga non sembrava proprio in procinto di organizzare alcun tipo di azione. Probabilmente dei contatti ne aveva avuti ma era impossibile intercettare le sue comunicazioni....troppo ben criptate. La si poteva soloseguire.
Così appena Avesse anche solo messo il naso fuori dall'ambasciata con la valigetta le sarebbero piombati addosso.
Si mosse appena sulla poltrona...un riflesso istintivo derivato dall'impulso ad alzarsi in volo che aveva trasmesso al suo Blackie.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

In quel mentre un corvo stava volando inosservato da un lato all'altro di Royal Exchange Square, ...ma chi mai bada ai corvi?

452 Messaggi
(Offline)
6
Aprile 12, 2007 - 3:04 pm

Era un piccolo appartamento preso in affitto a ospitare le loro attrezzature. Arredamento scarno, giusto un divano , una poltrona alcune sedie e un paio di tavoli ricopoerti di attrezzature elettroniche , monitor e contenitori di cibo take-away vuoti.
"Allora" Disse Sonja.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

"Cerchiamo di fare un po' il punto della situazione."
"Abbiamo ridotto la possibilità di Olga di reclutare una squadra in tempi brevi a zero e stiamo monitorando l'ambasciata Europea e Olga stessa da almeno due settimane.
Fece due passi verso la finestra e lasciò filtrare un po' di luce del mattino scostando appena una tenda.
"Sappiamo che la valigetta può uscire dall'ambasciata solo se la porta lei, ma lei no azzarderà mai nulla senza una squadra di supporto adeguata....non arriverebbe mai a più di cento metri dall'ambasciata, figuriamoci a Ginevra...."
"Charlie, la sorveglianza elettronica ha rivelao qualcosa di recente?"
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Un tipo tarchiato, chino su di un tavolo scosse la testa senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
"No....è molto prudente, cripta ogni singola sillaba, si tutela molto bene dalle intercettazioni."
Di fronte a lui, sul tavolo un corvo disteso e col ventre aperto rivelava un groviglio di fili e unità di memoria ai movimentin attenti di di una micropinza.
"E tu, Barbara...che mi dici?"
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Una bionda dall'aria annoiata agitò pigramente il contenuto residuo di un bicchiere da caffè.
"Niente...nessun movimento significativo. Non ha mai messo piede nell'ambasciata e continua a fare vita da turista. Inizio ad annoiarmi, seguirla mentre fa shopping o visita musei non è molto interessante."
"Robert, almeno tu, dimmi che hai scoperto qualcosa."
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

L'interpellato sorrise con aria soddisfatta.
Per un attimo si distrasse cercando accanto a se un posacenere per la sigaretta, ormai finita, che teneva fra le dita poi, con aria rassegnata la spense sul palmo della mano.
"In effetti, come diceva Charlie, è molto acorta, ma questo non mi ha impedito di fare una piccola incursione su alcuni snodi minori attraverso cui comunque è possibile raccogliere qualche indicazione.
La nostra comune amica Olga ha chiamato San Francisco ieri, e noi tutti sappiamo che in quella città può aver chiamato solo due persone: o il buon Tony Yaa o...."
"...Greta."
concluse Sonja con un sorriso assorto.

154 Messaggi
(Offline)
7
Aprile 19, 2007 - 12:40 am

Vedremo

452 Messaggi
(Offline)
8
Aprile 19, 2007 - 4:58 pm

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Chiuse la comunizazione e tornò a riconcentrarsi sulla scacchiera.
Gli piaceva il contatto delle dita con i pezzi di pietra lavica.
Non sopportava l'intangibile.
"Capablanca Alkhine, finale mondiale del 1927, prima partita...."
Per un' attimo guardò i fascicoli ordinatamente dispoosti sulla scrivania, poi tornò a fissare la partita di scacchi che stava studiando.
"Il mio alfiere ha portato una minaccia alla torre bianca...."
Sorrise appena.
"Potrei chiamarlo gambetto veneziano...."

106 Messaggi
(Offline)
9
Aprile 20, 2007 - 6:54 pm

Li si assicurò di avere a disposizione una linea protetta e poi compose il numero di telefono che T. K. Lorenz aveva lasciato loro poche settimane prima. Rispose quasi subito.
Quando gli chiese di incontrarlo non fece domande e ascoltò in silenzio le semplici istruzioni che gli diede. Era piacevole avere a che fare con persone intelligenti.

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Lei e Greta erano salite nell’appartamento di Frank da una ventina di minuti quando le telecamere dell’Old Style inquadrarono il mezzo di Lorenz. Le misure di sicurezza che si erano portate appresso erano già state installate. Tutto era pronto.

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Lorenz lasciò la propria guardia del corpo all’ingresso, ad aspettarlo. Frank lo accolse come se si trattasse di uno dei suoi clienti e poi, una volta uscito dal raggio visivo del gorilla, lo fece salire al piano superiore.
“Buongiorno” lo salutò Li, andandogli incontro
“Buongiorno a voi” L’espressione del volto era un po’ triste e indecifrabile come al solito, e di certo i suoi soliti tic non erano d’aiuto in questo senso, ma a modo suo sembrava contento di vederle.
Greta lo salutò a sua volta, dopodiché rimase seduta silenziosamente sulla sedia di Frank, tenendo d’occhio i monitor che indicavano varie zone tutt’intorno all’Old style.
“Come va?” continuò l’orientale, che faceva gli onori di casa.
“Abbastanza bene, grazie. E con voi?”
“Uhm... diciamo che potrebbe andare meglio” rispose Li con voce rassegnata “Le chiedo sinceramente scusa per aver dovuto ricorrere a tutto questo, ma... temo ci sia qualcosa di cui dobbiamo proprio parlare...”
Il matematico rimase in silenzio, gli occhi puntati sulla sua interlocutrice
“Si è forse sottoposto a esami clinici dopo il nostro ultimo incontro?” buttò lì la rigger, che non sapeva bene da che parte cominciare a dipanare quella complicata matassa.
“Sì…” rispose Lorenz con un filo di voce e con un espressione strana in volto “…li avete anche voi, vero?” aggiunse infine, con tono sconfitto “Speravo di no… Speravo che la vostra esposizione all’ultima generazione fosse stata minima…”
Li rimase di sasso. Questa non se l’era certo aspettata.
Neanche Greta se la stava cavando molto bene. Sembrava davvero a terra.
“No, ne siamo tutti pieni” trovò la forza di rispondere la cinese “…può raccontarci qualcosa in più su questi sgraditi ospiti?”
Lorenz stava palesemente cercando da che parte cominciare
“Anzitutto” gli corse in aiuto Li “può dirci come avviene il contagio?” dovevano ancora capire come si erano beccati quella rogna e onestamente le premeva non poco capire se la loro presenza metteva a rischio quelli che avevano vicino.
“Ne bastano tre di ciascun tipo” cominciò Lorenz “batteri produttori, assemblatori e macchine finali. Dopodiché si iniziano a riprodurre”.
A Li si gelò il sangue nelle vene “Come a dire che a quest’ora potremmo aver infettato mezza città?” l’orrore le si leggeva chiaro in faccia “Che periodo di incubazione hanno questi cosi?!”
“Non si comportano come un virus” cercò di spiegarle lo studioso “Almeno non in questo stadio. Sono in una fase di quiescenza non dannosa… ma sicuramente esiste qualcosa per far scattare di nuovo il processo evolutivo nel loro comportamento. Per il momento si comportano come un simbionte non aggressivo: non toccano nulla e non alterano le funzioni fisiologiche né quelle neuromeccaniche del cyberware… Tanto che allo stato attuale in Arasaka non hanno ancora scoperto che sono infetto. Il fatto che io agisca a loro insaputa, tuttavia, significa che le mie ricerche procedono moto a rilento… Ora come ora posso solo ipotizzare quale sarà il prossimo scalino evolutivo. Se il livello precedente comportava il controllo cognitivo con un atteggiamento distruttivo nei confronti del corpo… e quello attuale il mantenimento delle funzioni fisiologiche intatte senza controllo cognitivo… per logica il prossimo passaggio dovrebbe portare al pieno controllo cognitivo senza alcun danno per il corpo ospite” concluse tristemente l’uomo.
Greta era impallidita.
Li faticava a deglutire. “Fantastico…” controllo cognitivo dell’ospite… la realtà sembrava superare ogni sua più fervida immaginazione “Riassumendo: ipotesi a parte, mi sta dicendo che per il momento non ha ancora scoperto come debellare queste nano macchine, né ha capito quando potranno essere nuovamente contagiose. E’ corretto?”
“Esatto…” annuì tristemente Lorenz “Oltretutto adesso hanno sviluppato persino la raffinatezza di non pescare nutrimento direttamente nel corpo, bensì fuori di esso… almeno con me è così, ma credo che per voi la situazione sia identica…”
Le due donne restarono in silenzio, assolutamente incapaci di ribattere alcunché.
Lorenz distolse lo sguardo, imbarazzato “Accidenti… se almeno avessi i dati della fabbrica…”
Li, che fino a quel momento si era sentita dannatamente impotente, senti ravvivarsi la fiamma della speranza. Fanc… la prudenza: erano tutti nella m… fino al collo e quest’uomo poteva aiutarli “Dati? Forse ho qualcosa che può aiutarla…” gli passò il datapad che aveva caricato per l’occasione, con i file che avevano recuperato giù in Messico e anche con quelli che Doc le aveva spedito dall’Europa. “Naturalmente lei si rende conto di quanto sia pericoloso avere certe informazioni…” concluse Li, più a tutela della sua coscienza che altro… In fin dei conti, continuava a ripetere a se stessa, erano tutti sulla stessa barca e quell’uomo era il solo ad aver idea di come si reggesse un timone.
Lorenz prese in mano il datapad e si mise a scorrere velocemente la varia documentazione. Quando aprì i file relativi alla scansione di Miguel Sastre sussultò “Da dove vengono questi dati?” chiese, sollevando finalmente lo sguardo dallo schermo e con la sorpresa stampata sul volto
“Da qualcuno che non era in Messico, ma che abbiamo scoperto essere infetto con la nostra stessa roba” tagliò corto Li “Siamo rimasti stupiti quanto lei”
“No… non è proprio la stessa…”
A Li si rizzarono improvvisamente le antenne “Si spieghi…”
Lorenz riprese a leggere febbrilmente i dati che aveva sotto gli occhi “Questa roba non proviene dalla fabbrica giù in Messico. Qualcuno deve aver lavorato su un progetto simile…”
“Fantastico…” commentò sarcastica Li.
“Questa è una generazione successiva…”
Le cose stavano prendendo una brutta piega. E più andavano avanti più la piega sembrava peggiorare.
“…tuttavia” continuò Lorenz incurante dei suoi commenti “…questi dati mi confermano che hanno anche il modo di controllarli”
Questa sì che era una novità! Li si spostò istintivamente alle spalle dello studioso, quasi a voler trovare di persona la conferma a quella promessa di salvezza che le stava sventolando sotto gli occhi
“Vede le curve e gli algoritmi di espansione?” le indicò Lorenz, in preda all’emozione “Dimostrano chiaramente che quest’uomo subisce innesti e estrazioni pressoché giornaliere”
E bravo l’amichetto di Cons…
“…e l’aspetto che ci interessa, naturalmente, è l’estrazione” continuò intanto l’uomo “Oltretutto quest’uomo ha del cyberware, perciò è chiaro che non usano violente scariche magnetiche per farlo” concluse sorridendo. Sembrava un bambino che qualcuno avesse appena fatto entrare in un negozio di giocattoli “Questo è un progetto in fase decisamente avanzata… qualcuno padroneggia molto bene questa tecnologia”.
Li non osava cantare vittoria “Ma per scoprire come fanno, dovremo ricontattare quest’uomo... è questo che vuol dire?”
“Beh, se non lui, i responsabili del progetto…”.
“Fantastico…”
Li stava già pensando a come Consuelo avrebbe potuto ricontattare il suo amico senza sollevare un vespaio quando Lorenz, che continuava a divorare dati a una velocità disumana se ne uscì con “Uhm… credo anche di sapere dove stiano”.
Se voleva ottenere l’attenzione incondizionata di Li ci era riuscito.
“Questo acronimo…” le disse, indicando una serie di dati che comparivano in vari documenti che provenivano dal raid di Crudelia “appare su una serie di dati che sicuramente non facevano parte delle trascrizioni degli studi della fabbrica”
Oh! Quella era decisamente la giornata delle sorprese…
“Vengono da qualche altra parte, da un laboratorio curato da altri…” evidentemente si trattava di dati rubati, registrò automaticamente Li “Questi sono dati del dottor Linz, un capo progetto del CERN!”
“Un suo collega?” la speranza illuminò gli occhi della cinese “Vi conoscete?”
“Solo di fama” la demolì subito l’altro “O per meglio dire: io di fama conosco lui, ma sicuramente lui non conosce me. Comunque questi dati hanno come naturale sviluppo quelli della scansione che abbiamo visto prima. La tecnologia necessaria a estrarre le nano macchine di cui siamo infetti sta sicuramente nei laboratori europei del CERN di Ginevra”.
Ginevra? Bene bene… Che simpatica coincidenza… “E mi dica” chiese Li “Dobbiamo proprio incontrare quest’uomo per risolvere il nostro problema? Con i dati che le ho appena mostrato non è in grado di giungere alle stesse conclusioni in modo autonomo?”
“No, dovete proprio incontrarlo… o quantomeno mettere le mani su dati più recenti”.
“Geniale…” L’umore di Li era sempre più alto “Considerato che non sanno neanche di averci dato quelli che lei ha appena visionato, figuriamoci quanto felici saranno di darcene di più aggiornati…”
“Da quello che vedo posso intuire la direzione del progetto” le spiegò pazientemente Lorenz “ma non dove è arrivato. Io sono un matematico, qua stiamo parlando di fisica e di nano ingegneria”.
“Ma quante buone notizie…” il sarcasmo dell’orientale era ormai irrefrenabile
“Questo è tutto quello che vi so dire” si scusò l’uomo “mi spiace di non potervi aiutare”.
“No, no, si figuri, lei è già stato preziosissimo. Davvero…” si affrettò a dire Li, improvvisamente rendendosi conto della sua apparente ingratitudine verso quell’uomo che comunque, nonostante tutto, aveva fornito loro informazioni a dir poco vitali “Lei pensa di poterci essere ancora di qualche aiuto… in qualche modo… anche in altre fasi della ricerca? Chessò, se le dessimo altre informazioni?”
“Beh, sì. Sicuramente”.
“Bene. Non serve che le dica quanto stiamo rischiando tutti anche solo a parlare di tutto questo, vero?”
Lo sguardo triste di Lorenz incrociò il suo da dietro gli occhiali “L’ha vista la bambinaia Arasaka qui fuori?”
“Sì, naturalmente” lo stomaco di Li si sentì traversare da un vago senso di colpa.
“E’ nell’interesse di tutti noi che questa storia circoli il meno possibile. Preferisco rimanere ricercatore per l’Arasaka che non diventare una loro cavia”.
“Vedo che condividiamo molti punti di vista, dottor Lorenz…” approvò Li.
Il sorriso amaro di Lorenz non necessitava di altre parole
“Sinceramente, lei mi sta davvero simpatico. Mi rincresce aver fatto la sua conoscenza… e dover continuare a vederla… sotto auspici così nefasti e sotto costanti minacce”
“Il piacere-dispiacere è reciproco, signorina Li”.
“Senta… posso farle un’altra domanda, di tutt’altra natura?”
Tranquillo silenzio.
“Come sta suo fratello? E’ riuscito a rivederlo?” L’ultima volta che avevano visto Rankor lo avevano consegnato nelle mani del padre… un padre che aveva deciso di disconoscere questo secondo figlio, fatto che scatenava un inevitabile simpatia nella cinese “Suo padre le ha permesso di fare almeno questo?” Lo aveva chiesto abbastanza esplicitamente al vecchio al momento della consegna. Non che fosse stata una vera e propria condizione per la resa del corpo inerme che dovevano consegnare, questo no, ma era stata una richiesta abbastanza chiara.
“Sì, ogni tanto lo vedo… E’ uscito dal coma una settimana fa”.
Accidenti… era messo proprio male… e pensare che erano stati loro a metterlo in quelle condizioni…
“Spero possa ricominciare a muoversi…”
“Glielo auguro. Ad ogni modo sono lieta di apprendere che almeno le sono state concesse delle… visite”
Lorenz sorrise tristemente.

Li gli indicò brevemente cosa avrebbe dovuto dire se qualcuno avesse voluto sapere cos’aveva fatto esattamente assieme a Frank nel tempo che avevano trascorso insieme e poi si salutarono.
“Grazie ancora per la... consulenza”
“Grazie a voi”
“Ci risentiamo… spero a breve”
Lorenz fece un cenno di assenso e fece per aprire la porta.
“Ah, dottore… se dovesse avere urgenza di contattarci… Vada a bersi una birra allo Shamrock e cerchi il barista”.
“Sì…?”
“Gli dica semplicemente che ha un messaggio per me”.
“Sarà fatto”
“Buon lavoro e grazie ancora”
“A voi” disse mentre già stava scendendo le scale.

Li chiuse la porta e premette un pulsante che avrebbe avvertito Frank dell’arrivo del matematico ai piani bassi.
Lei e Greta osservarono in silenzio l’uomo uscire, parlare brevemente con il gorilla che lo aveva aspettato e poi andarsene assieme a lui.
Greta era uno straccio e Li non era certo in stati migliori. Sorseggiarono piano delle bibite osando a malapena dar voce alle loro paure e non appena ritennero che non correvano più rischi di imbattersi in altre bambinaie, come le aveva chiamate Lorenz, scesero di sotto. Li ringraziò Frank per il favore e riaccompagnò a casa l’amica. Dovevano riunire al più presto gli altri.

452 Messaggi
(Offline)
10
Aprile 21, 2007 - 2:09 pm

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Una chiamata.
"Ecomi."disse al volto fastidiosamente iperturbabile che appariva sul display.
L'auricolare nascose la risposta agli astanti, che sentirono distrttamente solo le parole diSonja.
"Si, qui tutto procede come previsto."
Pausa assorta.
Stupore.
"Cosa vuol dire fuga di informazioni?!?"
Fastidio.
"Il file Venezia...si..."
Rabbia.
"COPIATO?"
Silenzio teso.
"Lo sai cosa vuol dire questo.. no? Diventa tutto più rischioso."Pensieri disordinati.
"Lo sai che era fodamentale che non sapessero."
Riflessione.
"Chi si porterà dietro?"
Occhi al cielo.
"Proprio loro...Non dirmi che non lo sapevi."
Tensione.
"Ora è tutto molto più difficile. Era molto meglio che non sapessero. Ora hanno molte più possibilità."
Rassegnazione.
"ci inventremo qualcosa ....alla prossima.!"

153 Messaggi
(Offline)
11
Maggio 17, 2007 - 8:14 pm

Contatto.
Sono queste le regole in battaglia, in guerra.
Il contatto è necessario per stabilire una qualsiasi strategia... e qui qualcuno voleva salvarsi la vita. Qui qualcuno voleva solo giocare, qui qualcuno pensava che cambiare aria avrebbe fatto bene. Qui qualcuno a Glasgow pensava che sarebbe stato diverso, una vacanza, un diversivo.
Ramirez[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Pensava che andarsene un po' avrebbe fatto bene... pensava.
Ramirez.
Poi per strada era saltato nelle regole, era corso per la strada, dritto verso la guerra, era corso verso il nemico.
Un nemico in capo, un generale, non se l'aspettava, né lui/lei né Edgar Ramirez se l'aspettava. Salta sullo scooter elettrico, lo rovescia, la schiena contro un parabrezza. Sa che si chiama Sonja, non è importante, è armata con delle lame nelle nocche, non è importante ora, la strategia prosegue nella battaglia: la immobilizza e la sbatte di forza nell'auto noleggiata.
Le regole proseguono. I rinforzi arrivano, ma sono più veloci quelli avversari e le regole che si inseguono nella testa di Edgar Ramirez sono troppe e sbaglia.
Il generale gli stacca un occhio, ma lo lascia vivo. A lui: un nemico. Qualcuno vuole restare vivo in questa faccenda. Vuole cambiare una regola, non è guerra questa, è lavoro.
Quando Ramirez si sveglia vivo lo capisce, comprende che deve uscire dalle regole della guerra: quale poi? La sua! Certo.
Un alto livello.
Un altro livello.
Un contatto.
Il primo. Stabilisce le regole.
Sono stabilite.
Ora la viene la strategia.
Ora viene il Lavoro. Con la Elle maiuscola.
Quello duro.
Jagger l'aveva avvisato.
Ramirez[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Pensava che non doveva pensare alla guerra alla vacanza, ma al lavoro.

452 Messaggi
(Offline)
12
Maggio 21, 2007 - 10:36 am

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Aveva appena congedato il facchino dell' albergo che subito aveva sentito la necessità di farsi una doccia.
Aveva scelto un cinque stelle solo per la soddisfazione dell'acqua corrente non razionata.
Si fece la barba col suo vecchio rasoio, abitudine di chi era abituato a dover gestire la cura di sé al fronte, in una costante situazione di scomodità e precarietà. Ma non era più al fronte.
Mentre si radeva gli cadde per un'attimo lo sguardo sul tatuaggio che aveva sul petto. Una scritta.
"Legio Patria Nostra".
In quell'istante il display dello specchio gli restituì una breaking new di Scotland Channel Four.
Parlavano di una rissa tra malavitosi con inseguimento .
Si sciacquò il viso, poi andò in camera e si sedette sul letto.
iniziò a tirare fuori dalla valigia alcuni vestiti. Poi premette alcuni ben occultati tasti sul fondo della valigia e staccò la copertura del doppio fondo.
Iniziò a tirar fuori tutta una serie di parti di plastica e ceramica assemblandole mano a mano.
Non appena ebbe inserito il caricatore con i proiettili calibro 357 di vetroceramica poggiò la sua pistola davanti a sè.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Sistemò i vestiti nell'armadio e ripose la valigia vuota con essì.
prese i vestiti che aveva accomodato sul letto ordinatamente e si vestì con cura.
La giacca di sinthcuoio aveva una fondina nascosta, che accolse la pistola rendendola invisibile anche al più attento osservatore.
Si sentiva finalmente pronto per la caccia.
"Consuelo....."Pensò.
Si mise gli occhiali da sole e uscì.

452 Messaggi
(Offline)
13
Maggio 24, 2007 - 10:05 am

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Era stata costretta a portare la base operativa altrove, troppi rischi.
Non molta fatica, ma una seccatura comunque, una seccatora causata dalla squadra di Greta.
Si toccò il collo dolorante.
Quel Ramirez avrebbe ricevuto un trattamento speciale, non fosse altro per l'umiliazione di essere stata colta di sorpresa.
Si sfilò la maglia e rimase a torso nudo di fronte allo specchio. Sembrava tutto a posto, a parte il livido bluastro sul collo, ma per quello bastava un po' di dermospray.
Barbara si accese una sigaretta.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

"Perchè non li abbiamo attaccati subito? Erano un bersaglio facile, li potevamo cancellare senza problemi."
"Perchè la nostra priorità è che la valigetta esca dall'ambasciata, e se li colpiamo prima siamo punto a capo, e il tempo passa."

Si rimise la maglia e risistemò la fondina.
"Ma appena avranno la valigetta li annienteremo."Barbara sorrise aspirando una voluta di fumo.!

452 Messaggi
(Offline)
14
Maggio 25, 2007 - 10:05 am

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

"Mi sono mosso tardi"
Diede gas appena giunto sulla superstrada.Non era soddisfatto della macchiana che aveva trovato, ma il tempo era davvero poco.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Alzò il volume del telegiornale che veniva riprodotto a lato del lunotto, in trasparenza.
"Ultime notizie dal congresso dei rappresentanti delle colonie orbitali."
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

"Suscitano preoccupazione le dichiarazioni fatte da Leon Jesper, presidente dell'assemblea, che ha chiesto a gran voce, con il plauso unanime degli altri delegati, maggiore possibilità di autodeterrminazione delle stazioni orbitali, parlando anche della possibilità che le colonie si possano federare in un'unica entità politica, in grado di discutere questo argomento con un peso ben diverso da quello attuale......"
Stuart accelerò.
" Si, il tempo è davvero sempre meno."

289 Messaggi
(Offline)
15
Maggio 25, 2007 - 11:50 am

Carlos è morto.

Questa frase continuò a rimbalzare nella testa di Jagger, e Betty non stava meglio ma forse se la sarebbe cavata.

Buffo

Di Lui si ricordava solo che alla sera dell'inaugurazione di quella nuova discoteca che si era presentato jeans e maglietta con una bottiglia in mano
e dirigersi verso il tavolo di Betty.
Due giorni dopo avevano assaltato il covo del Vescovo,e nessuno si era fatto un graffio e adesso era morto in un incidente.

NO

Era stato ucciso e i suoi assassini pagheranno(in una maniera spiacevolmente lenta)

153 Messaggi
(Offline)
16
Maggio 30, 2007 - 9:57 pm

Secondo Contatto.
Accade.
Il secondo contatto stabilisce l'esecutivo, la pratica.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Le regole del primo (contatto) sono regole arbitrarie da seguire per preparare la strategia.
La strategia impone nessun altro modo.
Cosa? Fermare il treno per la Svizzera. Smembrare il TransEuropeExpress.
Dove? dopo il confine sulla M6 verso Carlise.
Come? affiancarsi con la blu e colpire. Bisogna iniziare.
Chi? uno dei vagoni d'appoggio. Betty "Macho" Gardner guidatore. Carlos "Pablo lui dei Ratos" passeggero anteriore.
Quando? qualche attimo fa al Km 194 verso Carlise. Gli ultimi di Carlos.
Foratura nella fibra sintoplastica del pneumatico anteriore, sbandamento del mezzo, torsione, sollevamento del baricentro, rotazione in centrifuga, capottamento a 180 orari, una, due volte, tre, cinque... sono otto quando arriva al guard rail centrale dove scivola a tetto in giù per ancora una dozzina di metri.
Nessuna voce nell'intercom.
Il silenzio.
Un silenzio che non piace.
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Le regole della strategia sono banalità, il lavoro ora è banalità. L'antico istinto ha la meglio. C'è scappato il morto. Era laggiù.
Ancora una volta Ramirez si rendeva conto che non era nella giungla in guerra, e che era al lavoro, ma dannazione era molto simile alla sua guerra dove c'erano i vivi e dove c'erano i morti.
Tanti morti.
I morti non hanno nome.
I morti sono morti.
Hanno il rispetto, hanno il potere, ma... a volte sono croci su un campo santo o cenere nel vento, a volte sono una medaglia altre volte invece sono solo tacche sul calcio di un fucile.
I morti sono fortunati.
Sono morti ormai.
Era laggiù.
Non si chiamava "Pablo".
Ma ora non contava più, non aveva importanza.
I morti non hanno nome.
I morti sono morti.

63 Messaggi
(Offline)
17
Maggio 31, 2007 - 12:26 pm

La cosa più brutta nel suo lavoro era dover vedere i suoi amici morire, a cosa era servito studiare tanto cercare di essere il migliore quando il destino deve metterci il suo zampino quando non puoi fare altro che constatare che non c è più niente da fare, che anche se ti accanisci non puoi più riportarli tra noi, la prima volta aveva dovuto fare un’autopsia ha un’amica invece adesso aveva tirato fuori dei rottami della macchina, Carlos per il quale non cera più nulla da fare, Betty invece per fortuna era riuscito a salvarla 50% vita e morte, morte e vita quale beffa ci gioca il destino ma ancora una volta bisogna mantenere il sangue freddo ci sono sempre gli altri a cui badare, Edgar 2 giorni prima aveva rischiato grosso adesso la cosa era decisamente molto pericolosa bisognava fare qualcosa, bisogna proteggere gli altri evitare che altri si facciano del male. Si ma come?

452 Messaggi
(Offline)
18
Maggio 31, 2007 - 4:51 pm

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Un senso di pesantezza agli occhi….a tutto il corpo…
“Si calmi signorina, è tutto a posto”
L’ultima cosa che si ricordava era la macchina che si ribellava al suo controllo e Carlos che lanciava invettive in portoghese.
E poi il buio.
Aprì completamente gli occhi. Fili, terminali e elettrodi che confluivano come un ragno su di lei.
Un ospedale.
Fece per alzarsi ma una fitta dolorosissima all’addome la costrinse a rimanere distesa.
“ Le fa male?”
Che domanda stupida.
“Si”
“Adesso regolo il flusso dell’antidolorifico”
Era un dottore con un forte accento europeo, dallo sguardo professionalmente amichevole, che armeggiava attorno algi strumenti con un datapad in mano.
“C’era un uomo con me in macchina, come sta?”
Faccia di circostanza….no, la prego non me lo dica.
“Mi dispiace. Il suo amico non ce l’ha fatta.”
Strinse i denti.
Il logo sulla tasca del camice le era familiare.
“Dove siamo, dottore?”
“Al Trauma Team center di Edimburgo. La abbiamo operata qui e ora stiamo pianificando il trasporto a San Francisco.”
“Io vorrei uscire subito dall’ospedale.”
“Mi dispiace ma abbiamo ricevuto istruzioni precise da chi ha richiesto l’intervento.”
“ Capisco….”
“ Ora la lascio, cerchi di riposare”
“Certo dottore.”

Rimase distesa per qualche secondo a guardare il soffitto, poi, faticosamente si alzò seduta.
Stabilì che il dolore era sopportabile.
Si guardò attorno cercando il filo giusto e si ridiscese, dopodiché se lo stacco.
Subito iniziò a lampeggiare quello che sapeva essere un,allarme muto e , come previsto, in meno di un minuto arrivò un infermiere in camera.
Con fare professionale questi si chinò su di lei per controllare quel che non andava,e Betty lo colpì al collo, facendolo stramazzare su di lei svenuto.
Toglierselo di dosso, spogliarlo e metterlo al suo posto collegando tutti gli apparati su di lui fu una fatica immane, ma mai quanto il doversi infilare quella orrenda divisa grigio topo da infermiere.
Controllò dentro una tasca.
Un pass.
Bene, doveva fare un salto alla farmacia e rifornirsi di antidolorifici, ne avrebbe avuto bisogno, e la mascherina avrebbe nascosto l’ematoma del naso spaccato… forse questo poveraccio aveva una macchina…..aveva tante cose da fare.
Si guardò allo specchio.
Era uno straccio.
Ma non c’era tempo per queste cose, aveva degli amici da aiutare, e uno da vendicare.

106 Messaggi
(Offline)
19
Giugno 1, 2007 - 9:56 am

Cribbio. Per un attimo aveva perso il controllo del mezzo. Per un attimo aveva rischiato di mandare all’aria tutto quanto. Comprese le loro vite. Per un attimo…
Quel Griffith si era dimostrato un avversario in gamba. Era da parecchio che non si confrontava con qualcuno in grado di tenerle davvero testa al volante… da quando aveva perso il controllo del mezzo per l’ultima volta. E aveva abbandonato un certo stile di vita.
Era bastato poco perché le rientrasse in circolo l’adrenalina, proprio come ai vecchi tempi. Poteva scegliere di non stimolare il suo istinto per la sfida e il suo amore per le corse, ma non poteva eliminarlo. E non c’era niente di meglio di un buon avversario per far riaffiorare certe emozioni. Un buon avversario. Era così che lei lo aveva visto. Un avversario, non un nemico. Una sfida, non una minaccia.
Peccato che la sua squadra fosse stata d’altra opinione. Indubbiamente la loro non era una gitarella di piacere e la pietà era una merce che si pagava cara. La ricomparsa di Zenden ne era una tipica dimostrazione. Ciò nondimeno…
Vedere i suoi compagni prendere così di mira il suo omologo le aveva fatto venire i brividi. Voleva quasi gridare loro “Basta! Smettetela! Mirate alle gomme, mirate a chi spara, ma lasciate stare quell’uomo! E’ solo un rigger…” Solo un uomo inerme, inerte… un uomo afflosciato sul sedile con cavi che gli entrano nel corpo. Solo un rigger… come lei.
Poi la macchina alla sua destra aveva cominciato a sbandare, dando chiari segni che il ferreo controllo di Griffith era venuto meno. Doveva aver perso i sensi. O forse ben di più.
Nel realizzare quell’agghiacciante realtà Li era rimasta così scioccata che per un attimo aveva perso il suo ferreo controllo sul mezzo. E avevano rischiato di farsi male tutti quanti. Per fortuna il loro veicolo aveva cercato di virare verso destra, dove il mezzo di Griffith li aveva protetti, permettendole di recuperare le briglie della situazione.
Lo shock che aveva provato in quell’attimo in cui il furgone aveva cominciato ad andare per conto proprio era stato ancor più forte di quello in cui si era resa conto della fine che aveva fatto il rigger della squadra avversaria… Un’ondata di spiacevoli ricordi l’aveva assalita. Tanto che non appena era stato possibile aveva lasciato il volante a Edgard. Aveva bisogno di recuperare il suo freddo autocontrollo.

289 Messaggi
(Offline)
20
Giugno 1, 2007 - 3:13 pm

"Questo è per Carlos",pensò Jagger quando sparò gli ultimi due colpi sull'autista,"ma è solo l'inizio,una morte veloce non è quello che si meritano.Quattro stanno accompagnando Carlos nell'aldilà,ma sono stati fortunati,quelli che restano soffrirànno di mille morti",accarezzando quel chip"speciale"che non vedeva l'ora di mettere in opera.

Timezone del forum:Europe/Rome
Tutti i Feed RSS Visualizza Statistiche
Moderatori:
Tuija
Top Poster:
Buzz: 289
Rinil: 63
Reds74: 38
corian: 34
Nuovi Iscritti:
Statistiche Forum:
Gruppi:9
Forum:49
Discussioni:1138
Messaggi:5709

 

Statistiche utente:
Ospiti: 1
Utenti: 128
Moderatori: 1
Amministratori: 5
Numero più alto di Utenti Collegati: 81
Attualmente Online:
Ospite(i) 6
Attualmente su questa Pagina:
1 Ospite(i)
TRIESTE.news @ direttore responsabile e giornalista
Vai alla barra degli strumenti