Cyberpunk 2.1 "Lutto e vendetta" | Pagina 2 | Cyberpunk | Forum

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Cyberpunk 2.1 "Lutto e vendetta"
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21
Febbraio 4, 2007 - 3:57 pm

Post scritto da Manu-doc...con ultime due righe del Master 😈

L'uomo distolse l'attenzione dal suo computer per rivolgerla al videoterminale.
rispose allal chiamata dpo avr verificato l'origine della chiamata.
"Ciao Jeson"
"Ciao Lester, ti disturbo?"
"No, no, dimmi pure"
"Penso di doverti delle spiegazioni"

Lester Salgado si protese interessato verso il terminale, verso il volto un po' teso del su vecchio amico.
"Dimmi tutto"
"Spero tu non abbia avuto noie a causa mia a causa dello spicevole incidente della cafeteria."
"Siacevole incidente è un eufemismo, amico mio. La testa di un nostro dipendente è esplosa colpita da un cecchino mentre era a collocquio con te...."
"non so cosa dirti....ma forse è meglio che ti dica tutto dall'inizio"
Doc fece un respiro profondo, poi continuò.
"Ho chiesto un appuntamento con James Rockwell perchè è stato coinvolto suo malfrado nell'omicidio di una mia amica. Da quel che mi ha detto, ha chiesto un'appuntamento alla mia amica, ma invece poi di presentarsi lui sono arrivati due killer che l'hanno uccisa a sangue freddo...
Io e un gruppo di suoi amici stiamo indagando; siamo riusciti a capire solo chi è il killer assoldato, ma quello che tiamo cercando di capire è l'identità del mandante.....
Rockwell asseriva di essere stato costretto a fare quella chiamata, da qualcuno al telefono che gli aveva fatto capire attraversouna foro dei figli a scuola, che poteva colpire la sua famiglia in quaòsiasi momento.
prima che potesse dirci altro la sua testa era sparsa sul tavolino.
Credo che quelli che hanno ucciso Rockwell siano gli stessi che hanno ucciso la mia amica, e che lo abbiano freddato prima che potesse dirci altro."
Lester stava tamburellando nervosamente le dita sul tavolo.
Doc prese fiato e continuò.
"Quel che ti chiedo è di tenermi informato sulle indagini che sicuramente Orbital Air farà su quest'omicidio, ma sta attento.....sembra che questi sivari siano personaggi molto pericolosi. Sepoi tu mi dessi anche altre informazioni su Rockwell....tabulati....nome della moglie...tutto sul rpivato di quest'uomo...sarebe molto utile..."
Lester incrociò le bracce e assunse una espressione grave."Certo Jeson....sono tutte cose che posso fare...ma anche tu mi devi dare qualche dettaglio...."

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22
Febbraio 4, 2007 - 5:49 pm

Buzz dixit:

Ingrati,pensò Jagger.
Si era fatto un mazzo così per cercare info sull'assassino di Crudy,forse aveva buttato via l'unico asso che la vita gli avrebbe concesso,e in cambio neanche un ringraziamento per tutta la fatica che aveva fatto.
E poi cosa fanno,vanno a rompere i coglioni ai Preachers!
E Ramirez si considera un professionista?Bah

(Pensieri di 45 giorni fa)

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23
Febbraio 4, 2007 - 6:12 pm

Inutile,tutto inutile.
Nessuno voleva spendere quei 30000 fottuti crediti per contattare il Vescovo(e pensare che lui aveva praticamente regalato a Ja almeno 100 volte tanto)e cosa gli viene in mente!!!
Andiamo dai Preachers per farci dire dove si trova.
Come se fosse l'ufficio informazioni,soffoco una risata sul nascere e ripenso a quei 4 esaltati che 2 giorni prima avevano cercato di farci saltare per aria che tutti sembrano aver dimenticati,poi sento Ramizez dire:

Ci vado io a parlare con loro!

Già mi immagino la scena:

Ramirez)D....

Preachers)Bang,Bang,Bang ecc

Non posso lasciare che il bambinone schiatti,è ora che se ne occupi papà

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24
Febbraio 14, 2007 - 8:35 pm

(Pensieri fugaci)

M....M....M....ma nn è possibile,si fa passare per superfigo e cosa combina? mi va a schiattare dopo 10 secondi(l'unica cosa positiva e che quel tizio ha puntato su di lui invece che su di noi,evitando una strage).Adesso come ne esco,come faccio a spiegare a 60(-7)preachers potenzialmente incazzati che il capo è morto.

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25
Febbraio 15, 2007 - 10:46 am

Fixit era sul tetto di una palazzina abbandonata un centinaio di metri dietro; aveva una posizione elevata e garantiva una ottima copertura.
Greta trasse un respiro profondo.
"Via"
Scattò in avanti attraversando il vicolo con una falcata velocissima, raggiungendo il lato coperto del magazzino. Iniziò ad arramnpicarsi lungo la parete. Parecchi appigli le rendevano più facile del previsto la salita, e giunse rapidamente in prossimità del tetto. Si sporse appena oltre il ciglio per verificare che fosse etutto libero.
Problema.
C'era un Preacher sul tetto. In piedi e intento a sorvegliare le strade sottostanti.
Lei rimase immobile. Anche se la sua tuta di fibre ottiche e polimeri le garantiva un mascheramento perfetto non era completamente invisibile; un occhio attento poteva comunque riuscire a distinguerla.
Ma l'attenzione di quell'uomo era attratta da altro giu in strada....molto probabilmente un 'hovercraft.
Greta scattò bassa come un'animale da preda e gli fu addosso mentre stava per imbracciare il fucile, su cui faceva bella mostra di se un lanciagranate.
Gli prese il mento con una mano tirando su la testa e poggiò l'indice dell'altra mano sul collo scoperto. La siringa a pressione nascosta nel dito entrò in azione con una contrazione del palmo, iniettando un veleno nel collo del Preacher.
Si afflosciò come un sacco vuoto con un debole sospiro....una morte talmente veloce da non lasciargli nemmeno un'espressione di sorpresa sul viso.
Senza perdere altro tempo aprì lo zaino e iniziò a montare il fucile.
Calcio, canna, mirino, appoggio.
Si sdraiò e inquadrò l'area.
"Due torrette con mitragliatrice robotizzate, 76 metri tra l'una e l'altra."
Armò il proiettile e svuotò i polmoni.
un boato sordo e uno scossone piacevole alla spalla, un istante lunghissimo con l'impressione di poter sentire il sibilo del grosso proiettile che fendeva l'aria e via verso il nuovo bersaglio.
Armò un nuovo proiettile in completa apnea e sparò sulla seconda torretta, proprio mentre la prima andava in pezzi colpita dal pesante proiettile da 22.
Un istante dopo che la seconda torretta era sstata disabilitata l'hovercraft sfondò il cancello e iniziò un viloento scontro a fuoco.
I preacher sembravano sorpresi della entità dell'attacco, sorpresi dall'uso di quello che Betty chiamava "Styledozer".
Greta continuò sparare su tutti i Preacher che vedeva.
Sagome....solo sagome nel mirino.
una, due, tre...
I pesanti bossoli si accumulavano al suo fianco tintinnando.
Fu tutto finito rapidamente....I pochi sopravvissuti fuggivano.
Ancora uno... il resto fu schiacciato dall'hovercraft.
Controllò sul suo pad le frequenze della poilizia...c'era una segnalazione.
Tempo di reazione stimato 4 minuti e 35 secondi.
Doveva avvertirli.

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26
Febbraio 17, 2007 - 12:33 pm

Stavano tutti sparando in ogni direzione. alcuni corpi erano già crollati a terra immobili, altri maledivano questa giornata dimenandosi per il dolore, da qualche parte puzza di carne bruciata, e Pablo non aveva fatto ciò che gli era stato detto.
l'Hover corazzato era stata una fortuna, ma il dubbio era rimasto.
Lui, il Vescovo, l'avremmo trovato? Li sbandò e spalancando il portello blindato saltai giù. Ero pronto. Pronto a morire. Come una volta, come anni fa, come in un tempo lontano, ma per una ragione diversa. Una ragione nuova.

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27
Febbraio 21, 2007 - 1:32 pm

Avevamo accettato, e Locatero diceva di mettere ai voti la partecipazione di Crudelia alla missione.
Eravamo scesi verso sud, verso i deserti, in cerca della miniera.
Li ogni tanto mi lasciava guidare la sua home-ambulance e saliva sulla moto di Greta.
Poi chi si allungava dietro a riposare oppure chi sfrecciava un po' più veloce in avanti per poi aspettare quelli più lenti ed accoglierli con un semplice sorriso ed un'occhiata sottecchi. Ci conoscevamo da poco ed alcuni da ancora meno, e nonostante la situazione, un po' assurda ci stavamo comportando come se andassimo a fare un pic-nic.
Certo non mancava qualche frecciatina verso Lucas, oppure qulcuna verso il Li, o Beguna.
Jagger scendeva un po' irrigidito per esser stato seduto troppo a lungo e Crudelia gli ancheggiava vicino offrendogli un massaggio lombare ed allora sì che Jagger si irrigidiva veramente.
sembrava che tutti volessero fare a botte ed invece a guardare bene erano tutti intenti a prendersi in giro, cercando di scovare le debolezze altrui per riderci sopra senza tanta malizia, e nessuno riusciva a passare all'irritato o peggio. era come se tutti fossero stanchi di stare sulla difensiva e di conseguenza pronti a scattare con l'aggressività.
Il ritorno fu ancor meglio; la spedizione era andata bene, quasi un happy-end che pareva inpossibile.
Il dottor Horiuki guardava le varie ragazze salire e scendere come se fosse passato di la per caso: Greta, aveva osservato, era molto ermetica, Li, invece, molto diretta e stringata, mentre Consuelo, molto spigliata ed al contempo sbadata, Crudelia, molto ammiccante e sicuramente una pervertita perversa. Dunque il dottor Horiuki sorrideva e dentro di sè sentiva quel languore, quella acquolina sciocca e dolce che lo stimolava come una delle sue endorfine sintetiche.
Quella più appariscente era sicuramente, Beguna. Aveva delle uscite fuori luogo che a malapena perfino Jagger ed io facevamo fatica a sopportare. ci scambiavamo di quelle occhiate così piene di comprensione telepatica, ma Beguna era così: una forza della "natura". Mentre si parlava lei tirava fuori uno dei suoi aggeggi, e cominciava a dar fastidio a qualcuno parlando di un prodotto di grido alla moda Cyber-Ware di qualche firma italiana, e concludeva con una spiegazione sorridente lasciandoti a bocca aperta e sbaslordito. Qualcuno disse che alla bellezza si perdona tutto. sicuramente era il caso di Beguna, una bellissima e perdonabilissima forma umana.
Greta aveva un che di Chic ed elegante, un po' sofisticata dava a vedere, come se molte cose non la sorprendessero più. Osservava bene i presenti e poi senza curanza estrasse il suo mazzo di carte. Pensai ecco una passione, il gioco! Invece erano dei tarocchi e cominciò a girarli parlando di qualcuno che non era ciò che diceva e di alcune persone che si sarebbero rilevate infide, ed altre amichevoli, e qualcuno appeso!C'erano dei presagi.
Crudelia si sizziva davanti ad ogni stuida provocazione che le veniva fatta; molto probabilmente altre volte si era ritrovata ad essere stuzzicata come se avesse un vizio indicibile, ma con grande non-chalange stoppava la battuta e la ritorceva verso l'importunatore impotunandolo.
Tutto era andato bene e Kenji san pareva contento. Greta aveva deciso di restare nei paraggi, il dottore esaminò psicologicamente eventuali flirt, Consuelo ci aveva invitato a casa sua, io avevo invitato Li nella mia, Jagger aveva fatto due telefonate e Lucas aveva fatto un investimento.
Crudelia morì il giorno dopo.
Entro il mese morirà anche lui.
So chi sei!
Uomo morto che cammina.
Occhi aperti. 😯

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28
Febbraio 23, 2007 - 6:33 pm

Miss Consuelo Beguna Locatero!
La voce di Jagger era gelida come Permafrost quando pronunciò il suo nome.Soffocando un tremito si girò a guardarlo.
Si?-disse.
Tenga,questo è tutto quello che rimane nella cassa visto che nn si fida di me-disse buttandole ai piedi un credichip.
Ah per quanto mi riguarda da adesso in poi nn ci metterò più un centesimo,e,se le servirà qualcosa pagherà il giusto prezzo!
Mi sembrava di averlo sempre fatto-disse.
No,pagherà il prezzo come un qualsiasi cliente,non il prezzo di favore che ho chiesto finora.
si voltò e cominciò ad allontanarsi,poi si fermò di nuovo e disse:
A proposito di quel sistema di sicurezza,si dimentichi che glielo abbia mai chiesto,ho deciso di rivolgermi a un professionista.

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29
Febbraio 23, 2007 - 6:42 pm

Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind

La missione sembrava conclusa con la morte del Vescovo,ma c'era come una nota stonata nella sinfonia,c'èra qualcosa che nn quadrava.
Perchè si era fatto ammazzare così?Più guardava la registrazione dello scontro e più il dubbio cresceva.
Nelle settimane passate aveva avuto modo di studiarlo,e quel comportamento suicida nn si accordava con quello che aveva appreso.Le voci su di lui erano tante ma tutti erano concordi su una cosa.

Il Vescovo ha sempre pronto un piano di fuga.

Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind-Play-Stop-Rewind

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Marzo 4, 2007 - 7:45 pm

Che serata disastrosa era stata, avevano attaccato il covo del vescovo, ma non avevano concluso niente tranne aver vendicato Crudelia, ma del mandante, del suo assassino non avevano scoperto niente il vescovo era morto con i suoi segreti. Seduto sul sedile posteriore della sua automobile stava controllando le ferite di Betty, tutte superficiali per fortuna, aveva una tempra superiore a quello che si poteva sospettare in una giovane donna. Quello che doveva verificare adesso era quanto forte potesse essere emotivamente, il dolore e il senso di fallimento della missione avrebbero potuto schiacciarla, quando aveva caricato in macchina Consuelo aveva visto Li preoccupata per l’amica e gli aveva detto solo due parole- Non lasciarla sola. Cosi non sapendo bene che fare aveva chiesto a Consuelo di guidare la macchina, e si era dedicato ad esaminare Betty dando nello stesso tempo istruzione che la portasse a casa sua. Una volta giunto a casa aveva sistemato Betty nella camera degli ospiti tirando fuori dal armadio alle sue spalle un ricambio di abiti da donna puliti porgendoli a Consuelo e chiedendole di lavare il sangue che Betty aveva ancora addosso, prima di lasciare le due donne da sole somministrò a Betty un leggero sonnifero che l’avrebbe fatta dormire per un paio d’ore quindi usci dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e si diresse al suo computer medico, tiro fuori dalla tasca dove aveva riposto un campione di sangue e prese ad esaminarlo, dopo alcuni minuti il computer gli diede la risposta, la persona che gli era morta tra le mani era senza alcun’ombra di dubbio il vescovo, l’esame del DNA corrispondeva, si lascio andare contro la spalliera della sedia avevano fallito, lui aveva fallito non era riuscito a salvarlo e neanche a fargli riprendere conoscenza, la cosa lo lasciava alquanto frustrato sapeva perfettamente che non sempre era possibile salvare la vita ad un uomo ma fallire con il vescovo era una cosa completamente diversa, significava non essere stato all’altezza della situazione ora le cose si sarebbero fatte molto complicate!

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Marzo 5, 2007 - 8:47 pm

Tutto stava procedendo per il meglio,entro una settimana avrebbe inaugurato il centro.
-Una casa finalmente-pronunciò,i ragazzi che gli davano una mano non ci badarono,negli ultimi tempi gli affari erano migliorati,e ciò a loro bastava,se al capo piaceva parlare da solo non era un problema,basta che pagasse.
Il poligono,la sala d'allenamento,la mensa e il garage erano pronte,mancava solo qualche ritocco alle stanze.
Aveva deciso di farle tutte insonorizzate,era sicuro che i "clienti"avrebbero apprezzato la privacy,non vedeva l'ora di vedere la faccia di Ed e Ly quando gli avrebbe detto che due stanze del centro erano esclusivamente x loro.
Aveva già preparato tutto,era stufo di immaginare Ed dentro un fottuto Cubed e Ly che dormiva nella sua ambulanza.
-Ehi capo qui abbiamo finito-disse uno dei ragazzi distogliendolo dai suoi pensieri.
-Bene-disse-ecco un extra per voi-allungando a ciascuno quello che guadagnavano in un mese,sapendo che entro due o tre ore li avrebbero spesi tutti in Dermadrug o OloBeach.

E poi chissà cosa potrebbe riservare il futuro.

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Marzo 13, 2007 - 5:12 pm

Silenzi.

Possono passare alcuni giorni, alcune notti, in cui tutto va bene. E possono passarne di altri e di altre, alternate eppure inscindibili.
Scese dalla moto e la invitò.

In megalopoli come SAN FRANCISCO si incontra un sacco di gente che poi non rivedrai mai, per cui non ti poni neppure il problema di mostrare te stesso e ciò che sei, perché domani altri individui ti appariranno e perché allora perdere tempo a parlare di sé. Bastava che passasse la serata e l'indomani di nuovo. Altre facce. Di nuovo.

Queste due facce sofferenti però si erano riviste e si erano toccate con le labbra.
Le parlò, le disse qualcosa di sé. Aveva poco da dire di sé.
Della sua famiglia nessun acenno, dei suoi amici nessun riferimento.
Lei gli disse del suo ex-marito.
Le porse una gassosa sgasata e le passò una sint-sigaretta drogata.
-Me l'ha data Fixit!- le disse serio.
La accese ed aspirò tre volte.
Gliela restituì.
Non la finirono di assaporare perché la baciò e scomodi si avvinghiarono sul divano due posti a fare l'amore, a fare sesso.

Nessuna voce ruppè l'intimità mentre la piccola stanza si riempì di fumo aromatico e di profondi silenzi.

Era tutto vero.

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Marzo 18, 2007 - 5:08 pm

Jagger provò a chiamare ancora una volta,ma di nuovo il telefono risultò spento.
[size=3][/size]Si accese una sigaretta appoggiando lo schienale della sedia al muro cercò di ripensare e di fare ordine in tutto quello che era avvenuto recentemente,dall'ultimo "contratto"stranamente attorno nel gruppo c'era qualcosa che nn andava,la morte di Crudelia lo aveva colpito più di quanto avesse mai ritenuto possibile,e poi il fatto di essere incluso nel testamento lo aveva sconcertato per il fatto che mai qualcuno gli aveva donato qualcosa.
Quel chip contenuto in quella scatola di legno (che lui ancora conservava)gli avrebbe dato la possibilità di fare il grande salto,niente + Sprawl ma bensì un lussuoso ufficio,rendite sicure e sopratutto niente rischio di ricevere una pallottola come pagamento.
E lui (idiota) cosa fa!
Si mette in contatto tramite Greta per richiedere info sul Vescovo offrendo le chiavi del mainframe dell'Arasaka come pagamento.
Devo essere impazzito-pensò soffiando fumo nella rimessa.Poi come se nn fosse sufficiente si fa mettere addosso 5 k di esplosivo e entra nel covo dei Preachers,affronta Rasputin(che il diavolo lo mandi nel più profondo inferno)e un paio di giorni dopo assaltano il covo del Vescovo(ottenendo solo cadaveri e nessuna risposta).
E poi Li.......
Doveva ammettere di averla giudicata male la prima volta che la incontrò,FixIt gliela fece conoscere dopo una gara,sembrava una bambolina che avrebbe potuto rompersi solo a guardarla,e pian piano invece senza che se ne accorgesse gli stava entrando nel sangue,cercando con ogni modo di restare da solo con lei,e quando questo succedeva non riusciva a dirle quello che provava,come se fosse uno alla sua prima cotta,e così immancabilmente portava il discorso su argomenti futili.Poi il chiodo finale alla bara dei suoi sentimenti l'aveva messo il suo rimettersi con Joy,Li sembrava così felice che ancora una volta Jagger rinunciò a esporre i suoi pensieri.
La sigaretta lo scottò quando la brace raggiunse il filtro riscuotendolo dai suoi pensieri,gettò quel che ne restava e si alzò.
Joy-disse,era lui il problema doveva screditarlo ai suoi occhi nn con menzogne però ma con la verità,tutti hanno qualcosa da nascondere e lui nn fa eccezione.

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34
Marzo 25, 2007 - 12:18 pm

Fuoco e Sangue.

Avevo deciso tempo fa.
Ma come sempre non era una decisione definitiva.
Credevo che lasciare alle spalle tutto era facile.
Niente più casini.
Niente morti.
Niente.

Ma gli spettri non sono morti.

Ti seguono ogni giorno e ti parlano; ti dicono cosa è successo e tu lo sai già, lo sai benissimo eppure continuano a ripetersi.
A volte ti inseguono, altre sono già lì ad aspettarti sopra la tacca del mirino e tu vuoi cancellarli, estirparli dalla faccia della terra.
In un attimo sono già dietro, alle tue spalle, e ti soffiano sul collo.
A volte arrivano la notte e più non dormi ed allora...
Cosa faccio?
Spiego a me stesso che sono fatto così, che non ho colpa della mia vita; sono nato ed mi sono trovato in situazioni difficili, mi dico, mi scuso.
Cambiare? certo che si cambia. si cambia il mondo, si cambiano gli amici, la città, si dimenticano i familiari, gli amici, le piastrine raccolte, ci si lava il sangue e le vecchie ferite cicatrizzano dentro e bruciano.
Ogni tanto fanno male.
Tutto fa un po' male.

Io anche! 😈

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35
Marzo 25, 2007 - 4:55 pm

Cane mangia cane.
Uomo mangia uomo.

Quella sera nel locale c'era una ressa non indifferente ed era giovedì. Greta non s'era fatta sentire e lui non l'aveva chiamata. Nella terza fila davanti al banco Lola comunque lo notò e gli allungò un Vodka Tonic mentre alcuni avventori meglio piazzati di lui lo squadrarono in malo modo.
La ringraziò sollevando un po' il bicchiere e lei gli sorrise sminuendo il gesto dicendo che aveva capito male un ordinazione.
Riuscì addirittura a sorriderle.
Lei nemmeno ci provò a ricambiare come se fosse un gesto casuale disse soltanto di tenersela per sé occhieggiando il grosso tatuato che stava laddietro con lei e si volto verso la macchinetta del ghiaccio. Gli scomparve alla vista: gli avventori non volevano che si ripetesse un'altra volta. Non l'avrebbero gradito. Non sarebbe successo non era qui per ubriacarsi.

Voleva parlare con FixIt [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
ma evidentemente non era la serata giusta. Troppo lavoro, per una volta, anche se capitava sempre più spesso.
In un angolo, tranquillamente, se ne stava un Dj che selezionava pezzi che andavano tra il Jazz e l'elettronico.
Svelato il primo mistero del giovedì sera.

Greta[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
era l'altro mistero oppure era Lola. Allora i misteri erano Tre o quattro? Gli pareva di averlo chiesto solo a Jagger[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
un Vodka Tonic in occasione del concerto che Li [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
al quale aveva voluto che l'accompagnassimo. S'era messa in gingheri quella sera. Nessun mistero. Piccola Li.

Bevve.
Ricordò la cantante [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Midori si chiamava e si chiama ancora grazie a Horiuky[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
. Se non fosse stato per lui ora non esisterebbro più gli Streophonics Godz. Synaptyc Godz; e così la serata non era andata bene, non tanto bene. Bene.
Ballare; quanto tempo non ballava pensò.
Poi senti parlare di motori ed ascoltò.
Capelli castani, altezza nella media:-... bisogna avere l'auto, una macchina da far paura.-
Capelli corti e neri: -Idiota!-
Capelli castani:- Se vinci sono un sacco di soldi-
Capeeli corti e saggio:- Ma puoi anche finire al creatore ad ogni incrocio!-
Capelli castani:- Beh! allora niente macchina! e tanti debiti! è l'unico modo! siamo qua per quello!-
Capelli corti che si guarda in giro:- Aspetta!-
Capelli corti dice:- Vediamo di trovare prima una macchina! Fino ad allora resto in sospeso!-
Ragazza nel mezzo!
Scostamento! Rotazione idiota e capito davanti a capelli castani che mi tocca appena il braccio. Si volta e mi nascondo dietro la frangia il bicchiere e la mano ruotandomi ancora di 90 gradi.
Capelli castani:- L'hai fatta tu la proposta ed ora ti tiri indietro.-
Spostamento, non li sente più.
Sono lontani.
Quinto mistero?
Lo ha visto e un ragazzo che ha già visto.
Lola gli passò vicino e fece finta di non vederlo, guarda dappertutto tranne verso la sua faccia. Lola è una ragazza che aiuta FixIt quando c'è tanto lavoro nel locale. Aveva forse vent'anni forse meno. Studia per quel che ne sa.
Qualcuno balla.
Ballare.
"Quanto tempo che non ballo."
Rimase rigido a bersi il Vodka-Tonica. Ed i due non c'erano più.

"Abbiamo bisogno degli altri a tal punto che per essere qualcosa siamo anche disposti a snaturare la nostra stupida essenza: il nostro Io.
Mi trasformerei nel ballerino più bravo di questo mondo con uno stupido chip nel collo e prenderei Lola per il polso, la farei ballare solamente per far colpo su di lei.
Ma la verità?
La piccola verità e che vorrei solo tirarla a me e baciarla.
Ecco la verità.
Ecco perche la verità è DISUMANA!!!"

Lasciò cadere il bicchiere che si ruppe e si diresse verso l'uscita.
Spinse un tizio che stava nel mezzo e non lo faceva passare. Fu fuori. Cercava le sigarette nella tasca. Voleva un auto.
"Ho bisogno d'aiuto!" si disse per tranquillizzarsi.
L'accendino funzionò anche questa volta.
Respirò tre volte con forza ed attraversò la strada.
Un auto suonò.
E lui le diede un pugno sul cofano.
-VAFFANCULO!- urlò e la sigaretta gli caddè di bocca.
Erano in quattro con lo stereo al massimo.
-Vaffanculo.- bisbigliò.
Lo insultarono, ma nessuno scese per suonagliele.
Allora picchiò ancora sulla macchina che accelerò rovesciandolo sul lato fino a terra.
Un'altra auto gli strombazzò dietro superandolo. Vide un dito medio fuori dal finestrino.
-Ubriacone di merda!- sentì gridare.
Si rialzò, ma si tratenne dall'inseguire le auto in allontanamento. Raccolse da terra la sigaretta ed aspirò.
Mise le mani nelle tasche del giubotto quando fu oltre la strada.
"Sto cadendo dal filo del rasoio!"
Andò sul Boulevard.

Uomo mangia uomo.
Cannibale mangia cannibale.
Cane mangia cane.

106 Messaggi
(Offline)
36
Marzo 25, 2007 - 7:15 pm

Dopo tre giorni di manicaretti preparati dall’amorevole signora Ratzwerger, Greta sembrava aver sviluppato un improvviso bisogno di cambiare cucina. Così, quando raggiunse la cinese del gruppo in officina da Frank, la sera dopo l’incursione, le propose di andare a mangiare qualcosa di alternativo “Ti va di andare a mangiare thailandese?”
“Sicuro!”
Greta le lanciò le chiavi della Lexus “Guida tu, mi diverto troppo”.
“Non dirlo due volte” ribatté l’altra intercettando le chiavi e avviandosi felice al posto di guida “o potresti pentirtene…” la minacciò ridendo
Greta rispose con uno dei suoi soliti sorrisi.
“A provocarmi così potrei trascinarti in qualche gara, ma non so se ti divertiresti altrettanto…” continuò Li “Anzi, a essere del tutto onesta, non so se lo farei. Non ora e sicuramente non con un passeggero… però qualche giretto di prova con un mezzo serio potrei fartelo fare…”
L’espressione di Greta era una chiara sfida “Con te al volante mi sento tranquilla”
“In effetti mi diverto parecchio anch’io in tua compagnia” rispose Li sorridendo di rimando.
“Allora… ti va se scelgo io dove andare a mangiare?”
“Hmmm.. ci sto! Fammi da secondo pilota”.
Greta selezionò sul GPS un indirizzo sulla costa est – si trattava di un quartiere abitato in gran parte da minoranze del sudest asiatico – e attivò lo jammer sulle frequenze della polizia, in modo da evitare le eventuali pattuglie.
Li colse il messaggio “Ok, allora, divertiamoci!”
L’adrenalina sembrava piacere parecchio al suo passeggero e Li si divertì a farle provare i limiti di quella bellissima macchina. Il motore cantava piuttosto bene, anche se secondo il suo orecchio allenato avrebbe avuto bisogno di una leggera registrata…
“Bel mezzo davvero! Ma se no ti spiace, quando arriviamo a casa ricordami di dargli una regolatina… soffro a sentire motori stonati”.
“Orecchio musicale, eh?” rispose Greta ridendo “Figurati se mi dispiace! Anzi, se vieni su ti offro un digestivo. Oppure un te”.
“Questa sì che è una scelta difficile” Li ridendo e pensando al fornitissimo bar di Greta.
Il GPS segnalava che erano arrivate a destinazione. Nell’area del porto vecchio c’erano un sacco di chiatte e caratteristiche case-giunche.
“Ecco, il posto che ti dicevo è quello” disse Greta indicando una serie di chiatte unite e illuminate da lanterne di carta. Era un posticino carino, non sfarzoso, ma dall’atmosfera piacevole. Dalla cucina provenivano odori molto invitanti…
“Accidenti, questi odorini mi stanno facendo venire una fame...!”
Greta venne accolta come una cliente nota, ma di riguardo
“Vedo che sei nuova del posto, eh?” scherzò Li.
“Mi piace mangiare etnico... ovvero tutto quello che non è svizzero”
Al commento sulla Svizzera a Li venne in mente Ed e la sua buffa padrona di casa e rise di gusto. Intanto il cameriere le aveva accompagnate a un tavolo vista baia.
“Chiariamo subito che sei mia ospite” disse Greta.
“Accidenti... dovevi dirmelo prima...” rispose l’altra con espressione seria e corrucciata “Avrei scelto un altro posto…” ma poi, nel vedere l’espressione dell’amica si affrettò ad aggiungere “Naturalmente scherzo, ma accetto solo se mi lascerai ricambiare”.
“Mmmh…” valutò Greta con aria dubbiosa “…va bene!”
Li rise “Allora, qual è la specialità del posto?”
Greta propose un piatto misto per due persone pieno di carni, verdure e salsine saporitissime che ottenne immediata approvazione.
“Allora” chiede Li dopo l’arrivo di aperitivi ed antipasti “che ne pensi di quest’ultimo colpo di scena?”
“Sono perplessa… Mi sento parecchio osservata, il che mi fa pensare due cose: primo, ci stiamo muovendo in acque pericolosamente affollate; secondo, ci valutano come elementi importanti di un disegno… elemento da non sottovalutare, ma se possibile da utilizzare. La cosa che mi incuriosisce è come mai il Vescovo non avesse una via di fuga… Si comportava come se fosse… imbottigliato”.
“Spiegati”.
“Quell’uomo non era uno sciocco… Le difese erano piazzate bene e chi è ben addestrato un covo lo struttura in modo che non diventi una trappola. Lui stava lì a combattere quando sapeva benissimo che c’era uno squilibrio di forze in suo sfavore… è un suicidio!”
“Jag è convinto che non fosse davvero lui”.
“No, quello non può essere… Doc ha fatto un riscontro del DNA”.
“E i conti tornano?”
“Tornano. Dubito che il Vescovo avesse i mezzi per un clone e comunque Doc è abbastanza esperto per distinguere la differenza…”
“E allora perché offrirsi con tanto di fiocchetto?
“Appunto. Ce lo hanno offerto. Per me qualcuno ha osservato tutta l’azione…”
“D’accordo, ma sembra che lui sia stato complice dell’offerta... è questo che non torna!”
“Se aveva le spalle chiuse non aveva altra alternativa che forzare la posizione. Sapeva che non avevamo intenzione di essere gentili con lui”.
“In realtà è stato stupido, anche se comprensibilmente orgoglioso… Io non volevo la sua di testa. E poi perché sarebbe rimasto lì sapendo di avere le spalle chiuse?”
“Sai… un killer che rivela i propri mandanti è professionalmente, e spesso non solo, morto…”
“Non capisco... Tra il dubbio e la certezza avrebbe potuto scegliere diversamente…”
“Oddio… un po’ esaltato lo era… comunque ci fa comodo che si pensi che con lui siano morti tutti gli indizi e i sospetti”.
“Assolutamente”.
“E poi c’era quella bomba… pronta, ma non innescata…”
“Mmmh… a tuo avviso perché non è scattata? Abilità nostra o scelta deliberata di qualcuno?”
“La seconda. Mi sa che quella bomba era lì per noi”.
“Resta la solita domanda… perché? E per volere di chi?
“Me lo domando anch’io”.

“Greta?”
“Mh?”
“Sono dannatamente nervosa per tutta questa storia”
“Andrà tutto bene, vedrai”.
“Non so se sarò in grado di tenere questa situazione a lungo… Non è una cosa che mi piaccia. Cozza con i miei principi…”
“Fino ad’ ora sei stata dritta come una spada. E’ per questo mi dai fiducia e sono sicura che non ti comporterai mai diversamente”.
“Certe cose sono dure a morire. Chissà... Forse se mio padre lo sapesse ne sarebbe un po’ fiero... o forse no. No, non basterebbe. Forse non basterà mai”.
“Intanto sii fiera di te stessa” disse Greta alzando il bicchiere per un brindisi.
“Mi riesce difficile. Vedo troppo palesemente le mie debolezze… E le mie bassezze” rispose l’altra alzando a sua volta il bicchiere “Cin”.
“Non sei così tappa” ribatté scherzosamente l’altra “Cin”.
Li scoppiò a ridere e Greta le fece eco. Era insolito vederla ridere, anche se sorrideva spesso. “Beh” commentò Li “se il cibo thai ti fa questo effetto, dovremo venire qui più spesso! Anzi, dovremmo venirci tutti. Non si può vivere di solo lavoro”.
“Si sta bene con voi. Era da molto che non mi sentivo così” lo sguardo di Greta era rivolto al mare, ma pare va perso nel vuoto.
“Non è male, in effetti. Siamo fortunati”.
“Veramente”
“Su questo concordo con Ed. Quello che ha fatto quel verme è orribile due volte: per la povera Crudelia e perché rischia di minare il gruppo”.
“Mi pare, conoscendovi, che ci siano poche speranze di minare il gruppo. Kane a parte, naturalmente. Già dall’inizio si capiva che non lui c’entrava nulla”
“Vero, cionondimeno Ed ritiene sia importante che chiunque colpisca il gruppo paghi, in modo da far sentire il resto del gruppo tranquillo. E io concordo, però in questo caso bisogna stare attenti. Le ragioni di Betty potrebbero essere più valide delle nostre e io intendo lasciare a lei l’onore di farlo fuori o di decidere altrimenti sulla sua sorte”.
“Betty è solo la prima di una lunga fila…”.
“Vero” concordò Li ridendo.
Quando portarono in tavola il dolce Greta era già un po’ alticcia. Sembrava avere ancora tutto sotto controllo, ma evidentemente non era una forte bevitrice. Forse era per questa ragione che stava ridendo più di quanto Li l’avesse mai vista fare. Non era una cosa spiacevole, ma cercò di tenere a mente quel particolare per il futuro.
Il dolce non era ancora terminato quando il cameriere si presentò al loro tavolo con una bottiglia di vino che nessuno aveva ordinato. Greta cambiò espressione di colpo e a quella reazione il sangue si gelò anche nelle vene dell’orientale.
“E questa?” chiese Greta al cameriere, con fare quasi aggressivo.
“I signori a quel tavolo vogliono sapere se possono unirsi a voi” rispose quello, indicando due arabi cinquantenni seduti poco lontano, che con l’occasione fecero un cenno di saluto con la mano ridacchiando tra loro con fare complice.
Li restò semplicemente esterrefatta, mentre Greta, con maggiore prontezza di spirito, prese in mano la situazione. Tolse dalla fondina la pistola che teneva con sé, estrasse il caricatore, ne tirò fuori un proiettile e lo mise sul vassoio “Restituisca pure la bottiglia ai signori” disse angelicamente allo sbalordito cameriere “e dica loro che si sono sbagliati”.
Il cameriere rimase lì impalato senza trovare il coraggio di dire o fare alcunché
“Ho detto: riporti pure il vino ai signori e dica loro no, grazie” la voce di Greta era ancora estremamente affabile, ma l’espressione degli occhi fece aggiungere all’altrettanto sbalordita Li “Faccia in fretta, per favore!”.
Il cameriere, ancora evidentemente scioccato dal gesto, fece come ordinato e al ricevere il palese gesto di diniego i due arabi impallidirono di colpo e presero a guardare ostinatamente altrove.
Greta si girò verso l’amica come se nulla fosse accaduto e chiese, sorridente “Finiamo il dolce?”
Li era basita “Ehm… ti capita spesso?!”
Greta: “Solo quando sono con una bella ragazza a cena. Generalmente io non attraggo molto gli uomini”.
“Scema” disse scherzosamente Li, cercando di rompere la tensione che aveva provato “Non direi proprio… a meno che siano tutti ciechi…”
Greta rise.
“Certo che se li blocchi tutti così” proseguì l’altra indicando il tavolo che i due arabi avevano prontamente abbandonato “non mi stupisce che si facciano timidi!”
“Forse sono io che non ci faccio caso” ammise Greta con un sorriso “Sai, non ho avuto proprio un’infanzia normale… Io, mia sorella e mio fratello siamo cresciuti in un ambiente un po’ particolare. I miei erano militari. Ho imparato a sparare a sei anni… e a truccarmi a ventitré. Questo la dice lunga… Diciamo che ho invertito l’ordine delle cose, ma tutto sommato va bene così…
“Beh, direi che il risultato non è male… anzi!”
“Grazie” rispose Greta semplicemente. Non sembrava avvezza a complimenti o ad attenzioni particolari.
“I tuoi fratelli sono ancora vivi?”
“Sì, mia sorella è un po’ che non la sento… mio fratello una vita”.
“E non ti mancano?”
“Sì... ma io in Europa rischio a rientrare…”
“In Europa?”
“Sì, c’è un mandato di cattura su di me…”
Lo stupore sul viso di lì era evidente come se avesse parlato.
“Spionaggio e omicidio” specificò Greta, interpretando l’espressione dell’altra come un invito a continuare “fortunatamente non c’è estradizione negli USA…” lo sguardo di Greta era perso nel nulla e a Li non era chiaro se l’amica stesse parlando con lei o se oramai stesse semplicemente dando voce ai propri pensieri “Comunque era un porco…”.
“Di cosa stai parlando, scusa?”
“Un magnaccia russo. Mi hanno pagato per farlo fuori… ma lo avrei fatto gratis. Purtroppo era anche un politico… ma lo avrei ammazzato comunque: vendeva bambine” Sembrò rabbuiarsi per un istante “La cosa brutta a incastrarmi è stato mio marito… ora il mio ex marito, naturalmente… io pensavo che lui fosse un free-lance come me, invece era col controspionaggio… Così ho venduto tutto alla svelta e sono venuta qui. Ho lavorato un po’ in giro e adesso… eccomi qui a S. Francisco”.
Li non sapeva che dire “Non sapevo neanche che fossi europea!”
“Sì, sono nata in Svizzera”
“In Svizzera?!” Li scoppiò a ridere “ah, ma allora per una volta Ed ci ha azzeccato!”
Greta sorrise “Sono di origini slovacche in realtà…”
“Ahia... se continui così devo rispolverare i miei libri di geografia…”
“Scusami, ti ho annoiata abbastanza… Che dici, bicchiere della staffa e officina?”
“Non dire sciocchezze. Non mi hai annoiata affatto. Non lo fai mai. Comunque sia ci sto, ma sia chiaro” aggiunse poi con tono di finto rimprovero indicando il bicchiere vuoto di Greta “guido io!”.
Greta rise. Andò a pagare e poi entrambe si diressero verso la Lexus.
Lo stile di guida che Li adottò al ritorno era decisamente più tranquillo e una volta a destinazione Li entrò con la macchina direttamente nel montacarichi in modo da portare il mezzo fin dentro casa.
“Cosa ti offro?” chiese Greta dopo essersi tolta la giacca ed essersi infilata nei panni della perfetta padrona di casa
“Qualcosa di freddo… e qualche attrezzo” ribatté l’altra spogliandosi a sua volta e rifacendosi la coda per togliersi i capelli dal viso
“Alcolico o analcolico?” chiese ancora, passandole una borsa di attrezzi particolarmente ben fornita.
“Meglio ch’io resti lucida se ci tieni alla tua auto” disse Li prendendo in mano i primi attrezzi e avvicinandosi al cofano della Lexus
“Ok, allora, tè freddo per tutti”
Il tè, aromatizzato al cinnamomo, era decisamente buono. Greta guardava con interesse ogni sua mossa, facendo domande mirate e stimolando la loquacità di Li, la quale era ben lieta di poter scendere in dettagli tecnici, una volta tanto “E’ bello trovare qualcuno che non si addormenta sul divano quando parlo di motori…”
“Con me vai sul sicuro… E’ una cosa che mi piace ma non ho mai avuto modo di approfondire”
“Beh, facciamo così” propose allora Li “Io ti insegno qualcosa sui motori. In cambio tu mi alleni un po’ con le armi… Frankie mi ha insegnato le basi, giusto per evitare problemi nel quartiere, ma non sono un granché”.
“Affare fatto. Diventerai un cecchino!”
Quando finirono di sistemare la macchina, Li si lavò le mani e si sistemò sul divano, poggiandosi sullo schienale a braccia distese. Greta le si sedette accanto “Grazie dell’aiuto”
“Figurati… fosse tutto così semplice o così piacevole!”
“Sei stanca?”
“Un po’ disorientata, forse… sta succedendo tutto così in fretta!”
“A volte la vita accelera, ma poi rallenta. Succede sempre”.
“Speriamo… E’ che la velocità mi innervosisce…”
“A te?!”
“Sì, se non so chi c’è al volante. Domani vorrei riunire tutti quanti, per fare il punto della situazione.
“Potremmo fare qui da me…”
“Magari! Sarebbe proprio una buona idea. Come ti dicevo vorrei lasciare Betty fuori dalla questione, almeno per ora, perciò casa sua è esclusa”.
“Allora è deciso: domani pomeriggio qui da me”
Li: “Bene. Lo comunico agli altri. Grazie per la cena… e per la compagnia”.
“Grazie a te della compagnia… e della riparazione!”

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Marzo 25, 2007 - 7:18 pm

Cercare Cap. Crunch non era impresa facile, ma Li sperava che lasciandogli qualche briciola lungo la strada lui si sarebbe lasciata trovare.
Ci mise più di 24 ore per riuscire ad ottenere un contatto. Evidentemente le misure di sicurezza cominciavano a chiedere più tempo del previsto… Certo, ad ogni modo che non si sarebbe aspettata che il Capitano le mandasse un’altra volta quella Ada.
Usare dei tramiti l’innervosiva parecchio… meno persone conoscevano dettagli di tutta quella storia, meglio era. Non che non si fidasse dell’hacker, anzi, era certa che non fosse uno stupido – ma certa gente non aveva scrupoli a torturare chicchessia per ottenere certe informazioni e forse era più salutare per tutti limitare il numero di persone a conoscenza di certi dati…
Il Capitano però sembrava deciso: incontrarsi fisicamente con Ada era l’unico modo. Aveva cercato di fargli capire che non poteva essere certa che qualcuno non la seguisse, ma lui non sembrò prestare particolare importanza alla cosa. L’appuntamento era in una biblioteca, sezione audiovisivi. Le era stato detto che attraverso Ada sarebbe stata fisicamente in contatto con Cap. Crunch.
Stando alle indicazioni ricevute, avrebbe dovuto occupare una postazione alla destra dell’inviata dell’hacker. Li prese varie precauzioni anticimici per evitare interferenze esterne , poi si accomodò alla postazione alla destra di Ada, che non la degnò ti uno sguardo. Infilò le cuffie e subito dopo sentì una voce digitalizzata, totalmente asessuata, dirle “Buongiorno. Per parlarmi scriva sulla tastiera”.
“Buongiorno”
Con la coda dell’occhio notò che Ada sembrava digitare a sua volta per dar vita a quella voce “Non si preoccupi, la conversazione è assolutamente protetta”.
“Bene, perché potrebbe essere rischioso per tutti. La pista battuta in precedenza è finita in un vicolo chiuso, ma ne ho un’altra che devo ancora verificare...”.
“Mi dica pure, signorina”

[...]

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Luglio 6, 2007 - 12:29 am

Dopo la presentazione il nervosismo non era scomparso. Ora toccava a lui.
Dottore. Paziente.
Sedia. Divano.
Ambedue seduti.
-Sono nel mio corpo, ci sono, nel mio corpo, alcuni apparati cyber.-
Lei, il dottore, non commentò.
-So che in certi casi l'utilizzò di certi innesti, può portare alla cosidetta Cyberpsicosi... ho visto qualcosa recentemente.-
Nevrosi.
-Li ha da molto?- domandò la psicologa.
-Qualche anno.-
Silenzio. Dottore. Paziente. Silenzio.
-Di recente sono successe alcune cose.-
La guardò e s'immaginò la croce di San Giovanni da verde diventare rossa sulla sua guancia destra.
Si girò a guardare le finestre.
-Sono stato un soldato. Ho questi amici, un gruppo; più che amici, un gruppo.-
Esitò.
-Abbiamo una vita difficile. Piena di scelte difficili. Deleterie delle volte. Ci troviamo in situazioni difficili e recentemente abbiamo incontrato un tizio.-
La guardò.
-Vive…va; viveva in una chiesa.-
Era bella.
-E’ morto. Lo chiamavano Rasputin.-
Ben vestita.
-Poi c’era un altro tizio. Il vescovo. E’ morto anche lui.-
Con la mente tornò alla chiesa sconsacrata.
-Mi sono ricordato di conoscere un pezzo della bibbia.-
Ricordò il cimitero.
-Anzi, non è della bibbia.-
-L’ha detto qualcuno che ha ritrovato dei vangeli, decenni fa.-
Si schiarì la gola.
-Diceva che il Cristo, questo Gesù, morto sulla croce per noi. Aveva detto insomma in questo vangelo scritto da qualcuno che non era comunque uno degli apostoli, anche se si pensò che i vangeli dovevano essere dodici, perché sempre il Cristo aveva detto ai suoi discepoli di predicare la buona nuova e si desumeva che avrebbero potuto essere dodici i vangeli e non quattro.-
Si sistemò meglio sul divano.
-Insomma la frase, che diede un colpo anche alla chiesa romana, diceva che Gesù disse ai suoi discepoli "che la mia chiesa non sarà fatta di legno e pietra. Alza una pietra ed io ci sarò, spezza una trave e mi troverai."-
La guardò.
La donna sbatté le ciglia.
Era venuto disarmato.
-Allora mi sono sentito diverso, al ricordo di queste parole, ma…-
-Perché diverso?- gli chiese interrompendolo.
Non apprezzò. Ricrescita del nervosismo.
-Perché mi sentii diverso.-
Poco chiaro certo.
Proviamo meglio.
-Ecco se dunque Cristo, Dio è in i ogni dove non ha certo bisogno delle sue chiese.-
-Ma...- Fece lei in sospensione.
Le avrebbe sparato? se fosse stato armato ? le avrebbe sparato? si interrogò.
-Ma, niente!- le disse.
Lei lo guardò; lui sperò che non incrociasse le dita delle mani. Lo fece.
-Lei, m'ha detto che queste parole l'hanno fatta sentire diverso.-
-Sì! è vero.-
La poteva sempre ammazzare con un calcio.
Si guardarono ancora.
Lui sospirò.
-Dicendo queste parole a Rasputin mi sono sentito un predicatore. I preachers, animali con due zampe, sono morti anche loro.- poggiò gomiti su ginocchia e la guardò meglio.
-Mi sono sentito come se fossi l’uomo sull’altana di guardia, sulla torre, con la lancia in mano, pronto a scagliarla contro il suo cuore. Mi sono sentito nelle mani un bruciore come se brandissi una spada d’acciaio e fiamme. Ho visto la mia croce disegnarsi nella mia retina artificiale come ora la immagino disegnarsi di verde sulla sua guancia, sulla sua fronte.-
Si bloccò un attimo.
-Mi sono sentito alto e leggero, come se fossi un angelo della morte, mi sono sentito come se tutti i demoni della terra che ancora vagano per essa si fossero girati verso me , speranzosi di trovare un rivale con una fede vera. Mi sono sentito la terra sotto i piedi farsi distante, lontana, come se dovessi precipitare negli inferi infuocati perché io non posso essere l’angelo.-
-Perché sarei una bestemmia, ed i demoni non mi consentono di esserlo. Sono i miei incubi, i miei fantasmi, i miei spettri.-
Si toccò il mento e continuò.
-L’angelo che vuol essere demone, ed al contempo il demone che vuol essere angelo, ed erano laggiù a guardarmi, quei demoni, i miei spettri, i miei morti, le mie decine e centinaia di morti. Vorrei che fossero migliaia. Così quel giorno quando scenderò tra loro potranno distruggermi anche da morto. Perché pensare, vivo o morto, fa male.-
Si bloccò.
Si alzò.
-Credo di essere prossimo alla cyberpsicosi.- le disse cercando di calmarsi.
-Non può darmi delle pillole?- ondeggiò da un piede all’altro.
-No! Non credo servano.-
Non le credeva.
-E troppo presto per poterlo dire.- gli spiegò.
-Si segga.- gli ingiunse.
Crollò sul divano.
Lei attese qualche attimo.
-Abbiamo fatto molto oggi. Non me l’aspettavo. Potremmo fissare un altro incontro, che ne dice?-
-Bueno!-
-Allora la prossima settimana, giovedì alle sedici che ne dice?-
Lui annui. Lei prese l’agenda elettronica ed annottò un promemoria.
-Allora arrivederci signor Ramirez!- e lo accompagnò alla porta.
-Non si preoccupi risolveremo tutto!-
-Arrivederci!-
-Adios!- le disse e non si fece vivo mai più.

Ramirez arrivò a casa e prese la pistola. La croce di San Giovanni si accese verde. Puntò l’arma verso il muro. Rotazione. Puntò verso il centro della croce.

Alla sera raggiunse Fixit.
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Luglio 11, 2007 - 11:10 am

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Una volta che Ramirez ebbe lasciato lo studio, rimase per un paio di minuti a fissare un punto imprecisato della riproduzione della “Tempesta” che campeggiava sulla parete.

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Respirò profondamente e spense il generatore di rumore bianco.
Sfiorò un punto della lucidissima superbie della scrivania e accese il registratore.
“Referto della seduta numero uno col signor Edgar Ramirez.”Si sciolse i capelli e iniziò a massaggiarsi il collo.
“L’uso dello pseudonimo anche nello spazio terapeutico è emblematico di una condizione di profondo disorientamento e di un approccio decisamente poco convinto alla pratica del trattamento psicoanalitico.
Il signor Ramirez manifesta la preoccupazione di un rischio tangibile di ingresso in una condizione di Cyberpsicosi. In realtà presenta i tipici sintomi di una persona che inizi a presentare tratti dello stress postraumatico.
L’uso di un alter ego, il tentativo di attribuire una propria condizione di disordine emotivo alle componenti artificiali ed ai propri innesti sono palesi rimozioni di eventi precedenti. Il passaggio dalla vita militare, che con il suo rigido inquadramento garantisce un contenimento alle situazioni di stress, ad uno stile di vita in cui gli interrogativi di ordine etico e morale trovano uno spazio maggiore, ha provocato un profondo stato di instabilità.
Il ricorrere a citazioni bibliche è emblematico della necessità di darsi una scala di valori etici propri, che permettano di regolare e contenere il carico emozionale generato dallo stile di vita borderliner del paziente.”

Per un attimo fissò il modulo di denuncia per cyberprsicotici. Non aveva mai gradito questa definizione.
Premette “canc” sulla tastiera a infrarossi della scrivania.
“Prospettive che il paziente si ripresenti, basse ma auspicabili.
Promemoria: agenda: tenere liberi tutti gli spazi 16-17 del giovedì di tutto il mese.”

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