Cyberpunk 2.1 "Lutto e vendetta" | Cyberpunk | Forum

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Cyberpunk 2.1 "Lutto e vendetta"
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1
Gennaio 14, 2007 - 1:16 pm

Ecco lo spazio dedicato agli eventi legati al misterioso omicidio di Crudelia.
Buon lavoro PuNkZ 8)

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2
Gennaio 14, 2007 - 1:33 pm

Honeypot dixit

Quando rientrò all'Old Style Custom Service, Frank e gli altri erano già al lavoro.
Frank si era infilato sotto una Buick da museo e Pablo gli stava dando una mano. Ivan, nel frattempo stava imprecando attorno a una Harley.
Portò dentro la moto, spense il motore e scese, mentre gli altri si erano fermati a guardarla. Non erano abituati a vederla vestita così. Non erano abituati neppure a vederla come donna.
Pablo fischiò. "Ehi, Li, serata brava, eh? Rimorchiato qualcuno?"
Li non lo degnò di uno sguardo, né di una risposta. Andò dritta al pannello in fondo all'officina per appendervi le chiavi della moto. Tra i loro clienti ce n'erano molti che le utilizzavano ancora.
Frank uscì da sotto il motore della Buick e la guardò.
"Tutto a posto?"
"Assolutamente."
"..."
"Va che è un gioiellino. La forcella mi pare perfettamente dritta, adesso; il motore fa le fusa come un gatto e i freni sono a posto. Dopo il trattamento che le ha fatto Ivan inchioderebbe anche andando a tavoletta. Spero solo che chi la guiderà sappia il fatto suo. Comunque ho provato tutto quel che c'era da provare. Puoi chiamarli e dirgli di venirsela a riprendere.
Novità?"
"E' passato Roosevelt a mollarci la sua carretta"
"Theo?!"
"No, Franklin. Gli serve per stasera. Jordan gli sta già dando un'occhiata. Vedi se gli serve una mano. E' di sotto."
Li sorrise. Il piano di sotto era quello dove si facevano i lavori più interessanti. E poi si stava molto più tranquilli. Il vecchio Frank non si era fatto ingannare.
"Bene. Mi cambio e poi scendo".

La mattina passò tranquillamente. Jordan era uno molto silenzioso, ma davvero in gamba. Lavorare con lui era sempre piacevole: metteva sempre le cose in chiaro, onde evitare di pestarsi i piedi a vicenda e si poteva star certi che il lavoro fatto era perfetto.
Le uniche battute che si erano scambiati avevano riguardato la suddivisione dei lavori: Jordy avrebbe controllato la parte meccanica e lei quella elettronica. La messa a punto dei mezzi prima di una gara era fondamentale.

All'ora di pranzo salì al piano superiore. Pablo e Ivan erano andati a mangiare qualcosa assieme. Frank le allungò un sandwich e si misero a mangiare seduti su un gradino della scala che portava di sopra.
Frank la guardò per un attimo e rimase zitto. Poi riprese a mangiare il suo panino.
Dopo qualche minuto Li ruppe il silenzio
"Ieri sera sono andata all'Inferno"
"..."
"Ho visto Joy"
"..."
"Ci sono andata a letto"
Frank smise di masticare e si voltò a guardarla.
"L'ho sempre detto che sei una masochista."
"..."
"Certo che anche lui non scherza. Almeno uno di voi due avrebbe potuto dimostrare un poco di buon senso, una volta tanto."
"Non ho potuto farne a meno, Frank."
Frank alzò un sopracciglio, ma rimase in silenzio.
"L'amo ancora".
"..."
"Credo che anche lui provi ancora qualcosa per me, ma... per il momento non è semplicemente possibile: lui non è ponto ad accettare la vita che faccio e io non sono pronta a rinunciarci".
"..."
"..."
"Sai già come la penso. Sarebbe ora che vi lasciaste in pace e che proseguiste ciascuno per la propria strada. Tormentarvi così non serve a nessuno. E' finita, Li, e sarebbe ora che lo capiste. Tutti e due" dopo di che si alzò, si passò le mani sui pantaloni, e tornò a lavorare. Senza dire un'altra parola.
Li si alzò a sua volta e tornò di sotto. Forse Frank aveva ragione. Ma era dura. Faceva male.

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3
Gennaio 14, 2007 - 1:37 pm

C'erano tutti nello studio del notaio: Fixit e Jugger, con l'aria un po' spaesata, Ramirez con la testa china e le braccia conserte, Consuelo intenta a tormentarsi una ciocca di capelli, Doc impassibile ma con un piede che batteva nervosamente sotto la sedia, Li mimetizzata dietro un paio di occhialoni scuri, Kane dietro a tutti con la solita aria annoiata.
Davanti a tutti, vestita di nero Betty.
Il notaio per un istante guardò tutti come se li contasse e, con tono formale, parlò.
"Buongiorno signori, ci troviamo tutti qui per prendere visione del testamento della signorina Crudelia Gardner."
" Non ci credo...."
disse Lucas " si chiamava davvero Crudelia?"Betty rispose senza neanche voltarsi " avevamo dei genitori particolarmente originali."Il notaio continuò.
" La registrazione che sto per mostrarvi è l'ultima versione delle volontà testamentarie della signorina Gardner."
Accese un videoproiettore e , dopo un istante la figura di Crudelia apparve, sorridente e tranquilla, perfettamente padrona della situazione.
"Ciao amici...se ci fossi direi che è un piacere vedervi, ma se voi vedete me ora, beh...non è un buon segno.
Dovete sapere che, più per scaramanzia che altro, prima di andare in missione io cambio qualche dettaglio del mio testamento; evidentemente però questa volta non ha funzionato."

Accavallò le gambe e continuò.
"Betty, casa mia è tua e anche il mio conto in banca, così forse ti fermerai almeno per un po'.
Fixie, la mia parte di locale è tua, ora sei il titolare unico, penso che te lo meriti.
Per tutti gli altri, il notaio Sallinger vi fornirà chiavi e indirizzo di un magazzino dove tenevo da parte qualcosa per i tempi bui.
L'agenda è per Lucas, la scatola con la rosa dorata è per jugger, il contenuto dell'armadio è di Edgar, l'auto è per Doc, la moto per Lì, o viceversa, fate voi... Il mio computer di riserva è per Consuelo."

Tutti per un'istante ebbero l'impressione di che Crudelia guardasse esattamente la dove erano seduti ogni volta che li nominava...ma non era possibile, chiaramente.
L'immaginine di Crudelia sorrise.
" E per tutti un consiglio, godetevi amici e affetti, facciamo un mestiere che non aiuta i progetti a lunga scadenza...vivete un po' di più, amici. "
Per un'attimo si fece seria, poi sorrise tranquilla.
"Devo andare ora, devo lavorare con un gruppo di simpaticoni."

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4
Gennaio 14, 2007 - 1:40 pm

Qualcuno si rilassa leggendo, qualcun altro con la collezione di francobolli, Li trovava spazio per i suoi pensieri nella regolazione di un'iniettore di protossido d'azoto.
In un'angolo dell'officina di Frank era ormai due ore che si dedicava a questa operazione con la serena ripetitività di un mantra.
"Ciao Li, ho saputo che ci cercavi"
Si girò per vedere chi era che la traeva fuori dal suo "esercizio spirituale" e per un'istante gli parve che qualcunogli avesse aperto un libro di storia di fronte alla faccia. Poi sorrise.
"Ciao Bill"
L'uomo di fronte a lei, la precisa immagine di uno dei presidenti USA del '900, fece una espressione di rimprovero.
Li lo guardò con una divertita espressione di scusa e disse.
"Mi scusi, presidente Roosvelt!"
Poi si abbracciarono ridendo.
Cinque minuti dopo erano seduti nel retrobottega di fronte ad una tazza di caffè fumante. Roosvelt aveva poggiato due MiniUzi sul tavolo e aveva un'espressione rilassata.
"I predicatori? Brutta gente..."
"perchè?" Gli chiese Li.
"Mettiamola così...noi presidenti siamo pittoreschi, loro sono dei fanatici. Comunque credo abbiano una base presso una chiesetta abbandonata alla periferia sud. In ogni caso non sono un gruppo solidissimo e unito, anzi, pare che un piccolo gruppo faccia delle azioni autonome."
"E del Vescovo cosa mi sai dire?"
"Pare che sia proprio lui che controlli questo gruppo di una quindicina di persone che si sono staccate. Se gli altri predicatori sono fanatici, questi ultimi invece sono addirittura votati al martirio. Questi in realtà non so dove si possano rintracciare. Ma so che un paio di loro piazzano scommesse nel giro dei combattimenti clandestini proprio per il vescovo."

Li iniziò a pensare...
"Li"
"Eh?"
"Sta fuori dai guai"
"Vedrò...ma sai, è una questione personale"

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5
Gennaio 14, 2007 - 1:42 pm

Erano tutti di fronte al magazzino, con l'aria incerta e poco convinta.
Consuelo, incerta sul da farsi, stava palleggiando fra le mani una grossa ed elaborata chiave a codici frattali.
Lucas guardò nervosamente l'orologio e fece un paio di passi decisi in avanti.
"Star qui a cincischiarci non serve a nessuno e Crudelia per prima non lo avrebbe fatto."
Prese dalle mani di Consuelo la chiave, andò verso la porta e inserì la chiave nella toppa. La serratura identificò la sincronia tra il generatore dsi codici della chiave e il suo, fece una serie di rumorosi scatti.
La maniglia della porta accanto alla saracinesca si sbloccò e Kane la aprì.
"Accomodatevi signori!"Disse facendo inchinandosi come un usciere del Ritz, ma con la sua solita espressione sardonica.
Uno ad uno entrarono tutti.
Ramirez passando lo urtò con una spalla.
"Scusa..." Disse con lo stesso tono dei bulli a scuola.
Doc, una volta che tutti furono entrati accese la luce.
Al centro dell'ampio spazio c'erano l'auto e la moto, coperti da un telo, sul fondo una parete intera occupata da alcuni armadi metallici.
Li prese il lembo di entrambi i teli, li tenne ,uno per mano, per alcuni secondi con la testa leggermente reclinata, poi diede uno strattone deciso.
Le cromature della Audi e della Cheeroke erano scintillanti alla luce dei neon.
Doc poggiò una mano sul cofano della macchina con delicatezza.
Ramirez tirò un respiro e aprì lentamente lgi armadi.
Dietro di lui Consuelo, Jagger e Lucas, guardavano in piedi, silenziosi il contenuto.
Su di una lunga rastrelliera delle armi, lucide e disposte ordinatamente, facevano bella mostra di loro.
Edgar prese lo Stenmeyer inserì un caricatore e lo imbracciò.
Lucas, che si stava avvicinando all'armadio si ritrovò il fucile d'assalto puntato addosso.
"Non facciamo scherzi"
"Non sto mirando a te, sei solo incidentalmente finito sulla mia linea di tiro."

Cunsuelo rise, e fu come passare una mano su di una vetrata portando via un velo di brina, per far passare un po' di luce. Poi si chinò e prese il combat deck e iniziò a d esaminarlo.
"Un lavoro di upgrade artigianale, memoria raddoppiata, velocità portata al massimo... protezione a livello dieci.....e brava Crudy"
Jagger prese piccola scatola e un datapad, che passò a Kane.
"Credo sia per te..."
Lucas lo accese, era una lista di nomi, nomi noti, con un link ad un file video ciascuno. Ne aprì uno, sorrise.
Jagger aprì la preziosa scatolina di legno e prese fra le dita il suo contenuto.
Era un generatore di codici, completamente colorato di nero.
Consuelo con la testa china ad esaminare i pezzi di ricambio del deck, disse:
"Adesso devi solo capire a che dati da accesso..."
Ramirez poggiò il fucile; la sua attenzione era stata attratta da una foto appesa accanto ai due miniUzi...era una foto di famiglia: c'era Crudelia, con il suo solito sorriso tranquillo e sicuro ma senza impianti e con bellissimi occhi chiari, accanto a lei quelli che potevvano essere sua madre e suo padre e altri tre che parevano essere fratelli.
Uno di questi gli ricordava qualcuno.

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6
Gennaio 14, 2007 - 1:45 pm

aveva iniziato a cercare informazioni su di lui e i predicatori, non era una buona cosa….
“Perché….”
Pensò senza distogliere lo sguardo dalla pistola, completamente smontata di fronte a sé.
“Forse uno degli ultimi contratti…”
La centralina di rilevamento ambientale della casa rilevò una variazione del suo umore, cambiò leggermente il livello di illuminazione diffusa e la musica di Sibelius sostituì quella di Bach.
Iniziò la metodica operazione di pulizia di ogni singolo componente di una delle sue pistole.
“forse dovrei muovermi un po’…non è bene che queste voci circolino troppo….magari l’ultimo committente non era troppo affidabile…forse dovrei eliminarlo per cancellare le tracce…ci penserò.”
Rimise al suo posto l’ultimo pezzo, inserì il caricatore e ripose l’arma nella fondina.
Si alzò in piedi e andò verso l’armadio.
Prese una giacca e la indossò, aggiustandosela con calma di fronte allo specchio.
“Si…forse è stato a causa dell’ultimo contratto…beh, staremo a vedere.”
Si avviò verso l’uscita inforcando i suoi occhiali neri.
“D’altra parte l’opportunità di punire una simile peccatrice era troppo allettante.. peccato però, aveva delle splendide gambe.”

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Gennaio 14, 2007 - 1:51 pm

Edgar aveva dormito male...Vecchi sogni con personaggi nuovi.
Si alzò dal letto e mosse un paio di passi verso il tavolo in quel bugigattolo che la signora Fritzwalter, la sua padrona di casa, eufemisticamente chiamava "angolo cottura".
"Caffè, dov'è il caffè..." prese un bricco "due giorni, sarà buono?" Lo annusò "male non farà..." Lo bevvè avidamente.
Asciugandosi il mento tornò verso il letto, si sedette sulla sponda e prese il suo comlink.
"...messaggio..."
Premette un tasto e attivò il viva voce.
"Ciao, sono io, purtroppo devo declinare al tuo invito a cena ma voglio recuperare al più presto.
Comunque un paio di informazioni te le ho trovate.
Il tipo che cerchi è un ex-poliziotto, e pure bravo. Risultati eccezionali al poligono. Circa tre anni e mezzo fa la disciplinare ha aperto un'inchiesta su di lui per corruzione, pare che avesse rapporti non troppo leciti con una gang, i "preachers".
Ad un certo punto ha fatto perdere le sue tracce e l'inchiesta è finita nel dimenticatoio, anche perchè alla municipalità non faceva molto comodo pubblicizzare che un ex agente aveva aperto una redditizia attività come killer a pagamento.
Ora pare che sia addirittura il capo di questa gang, o almeno di una parte di essa, di un gruppo di shcegge impazzite, ma questo non è chiaro.
Non si sa nulla di lui, dove sta, dove gira, come contattarlo. L'unica cosa certa è che ama scommettere sui combattimenti clandestini.
Questo è tutto quello che sò. Chiamami se ti serve qualcosa. Mi devi una cena. Baci. "

Ramirez aveva lo sguardo assorto...prese l'accendino e iniziò ad accenderlo e spegnerlo....e intanto pensava.

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Gennaio 14, 2007 - 1:53 pm

Honeypot dixit

Era sera. Tutti se n'erano andati da un pezzo e non c'erano lavori extra da finire. Frank si stava godendo quell'insolito momento di riposo standosene sdraiato sul divano a bere birra e con lo sguardo incollato sullo schermo quando quasi al limite del suo raggio visivo una spia del sistema di sicurezza prese a segnalargli che qualcuno stava entrando in officina.
L'allarme, però, non era scattato. O si trattava di un hacker davvero in gamba... e davvero coraggioso, pensò Frank con un ghigno non proprio rassicurante... oppure l'unica altra persona oltre a lui ad avere codici accesso e impronte delle retine depositate nel sistema di sicurezza era appena tornata a casa.
Un paio di rapidi comandi al terminale fecero apparire sullo schermo alcune immagini dell'esterno dell'edificio mentre la sagoma di un autoambulanza entrava nell'officina e la porta basculante si richiudeva alle sue spalle.
Con un rapido tocco cambiò inquadratura e seguì i movimenti del veicolo fino al montacarichi. Mmh.. se Li scendeva al piano di sotto voleva dire che c'era qualcosa di interessante. Con fare divertito cambiò ancora inquadratura e si mise più comodo.
Li spense il motore, scese e andò al suo armadietto per infilarsi la tuta da lavoro. Poi si diresse verso il retro del mezzo, aprì entrambi gli sportelli, tirò giù lo scivolo e saltò su. Nessuna telecamera dava una visuale abbastanza chiara degli interni del veicolo, ma la curiosità di Frank venne presto saziata, perché poco dopo Li uscì dall'ambulanza a cavallo di una moto a dir poco pazzesca.

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

Li spense il motore e la sistemò sul cavalletto, poi scese e si mise ad armeggiarle attorno.
"Frank, smettila di fare il guardone e piuttosto vieni a darmi una mano. Sono passata al tailandese qui all'angolo. Se ti sbrighi potrebbe esserci ancora qualcosa di commestibile"
Frank scoppiò a ridere. Si tirò su, spense lo schermo, recuperò un'altra birra nel frigo e scese in quello che considerava il cuore del suo piccolo regno.

"avrei anche potuto non essere in casa" disse ridacchiando. Lì si girò a guardarlo con un mezzo sorriso.
"sì, come no...!"
"E questa" disse indicando la moto "dove l'hai pescata?"
"Impressionante, vero?" e si rinfilò nell'ambulanza a recuperare il cibo
"E' il regalo di... un'amica" concluse, passando una delle due buste termiche a Frank.
"Accidenti... devi presentarmela! La voglio anch'io un amica così" disse aprendo la busta ed esaminando il contenuto.
Lo sguardo di Li si fece buio.
"Temo sia troppo tardi per presentartela, Frank"
Frank la guardò, senza dire nulla, ma Li tenne gli occhi incollati sulla moto.

Finirono di mangiare in silenzio, appoggiati al bancone da lavoro e guardando la carrozzeria scintillante davanti a loro.
"L'hai già provata?"
"No. Non l'avevo mai neanche vista".
Silenzio.
Li si staccò dal bancone, buttò nel bidone per il recupero dei rifiuti quel che restava della busta e dei contenitori della cena e si accomodò per terra a fianco della moto
"E ora, bellezza, è il caso che io e te facciamo conoscenza!"

Presero a smontarla ed analizzarla pezzo per pezzo. Proseguirono così, in silenzio, per ore, commentando di quando in quando qualcuno dei dettagli tecnici.
Quando Frank decise che era ora di andare a dormire, prima di affrontare un'altra dura giornata di lavoro, il telaio era praticamente nudo e tutt'intorno a loro, sul pavimento e sul bancone, giacevano i vari resti di quella che era stata la moto di Crudelia.
Li, lo sapeva perfettamente, avrebbe continuato da sola. Per tutta la notte. E per il giorno successivo, se ce ne fosse stato bisogno. Qualcun altro avrebbe potuto non capire, ma quello era il modo che Li preferiva per conoscere a fondo un nuovo mezzo, per sentirlo davvero suo. E poi c'era dell'altro. Smontare e rimontare quella moto l'avrebbe aiutata a mettere ordine dentro di sé, a riprendere il controllo delle sue emozioni e dei suoi pensieri.
Le diede un bacio sulla nuca e tornò di sopra.

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9
Gennaio 14, 2007 - 1:56 pm

PLAYMO DIXIT

Lucas riprese il telefono, accese il video e aspettò.
Dopo un periodo che parve un'eternità la donna rispose, Lucas cercò di apparire il più distaccato possibile in modo da non far trasparire il ribrezzo che provava per lei.
"Pronto" disse la cinese
"Ciao Li, scusa il disturbo"
"Kane, che vuoi a quest'ora?"
"Avrei una proposta da farti, hai tempo di vedermi?"
"Adesso su due piedi non saprei, è importante?"
"Non voglio parlarne per telefono, che ne dici di vederci nel mio ufficio alle 11.00?"
"Se non avrò altri impegni può darsi che venga."
click
Il chiudergli il telefono in faccia fu un gesto che fece tornare Lucas di buon umore, non aveva voglia di sprecare altro fiato.

Le Rizoma stavano scendendo, poteva essere l'inizio di una crisi oppure il lavoro certosino di qualche speculatore, uno strano andamento comunque perchè dagli ultimi dati la società sembrava in piena salute ... l'interfono squillò e una voce metallica avvertì Lucas dell'arrivo di Li.
"Grazie Miranda falla entrare"
La porta si aprì e Li fece il suo ingresso con aria confusa:
"Chi è Miranda? non ho visto nessuno fuori ..."
"Sai a me piacciono molto le antichità, voglio pensare che fuori ci sia una vecchia e fedele segretaria che si adopera per soddisfare tutte le mie necessità lavorative al posto di freddi circuiti senz'anima."
"Mi fa piacere vederti in piena forma"
mentì l'uomo
"Ma se sono uno schifo ... Lucas che ha bisogno di me, non la dovevo perdere questa."
"La realtà è un po' diversa, comunque diciamo che potremo ricavarci qualcosa, sai la mia mentalità fatta di indici, prestiti, azioni ..."
"Vieni al dunque Kane"
le piaceva dirlo in quel modo, aveva un suono primitivo, forte e in più le faceva riversare il ribrezzo che provava per quell'uomo in un'unica parola.
"Con Gallego ho utilizzato risorse che non dovevo, ora sono chiuso tra due fuochi coi quali devo destreggiarmi." Si mise a guardare il panorama di San Francisco dall'unico vetro che faceva da parete esterna.
"E questo dovrebbe interessarmi?"
"Io credo di si, visto che a causa di questi problemi, le prossime volte non potrò essere dei vostri."

Un sorriso spuntò sul viso di Li.
"In compenso posso darti un'opportunità di ... ehm ... reinverdire il tuo conto in banca ... devi sapere, anzi lo sai, che certe persone pagano bene i lavori fatti col cesello."
Attese per vedere le reazioni della donna ...
Poi esordì: "Li vorresti lavorare per me?"

_________________
Le emozioni hanno il vantaggio di condurci fuori strada, mentre il vantaggio della scienza è quello di essere priva di emozioni.

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10
Gennaio 14, 2007 - 1:58 pm

Honeypot dixit

Il sorriso di Li si fece ancora più ampio e beffardo.

"Bene, bene... Considerato che la beneficienza non è di certo il tuo settore, se ti sei rivolto a me vuol dire che sei messo piuttosto male...
Ti dirò, trovo la cosa piuttosto divertente. Non foss'altro che per questo credo che valga la pena di ascoltare la tua proposta...

Quanto all'accettarla, spero ti sia ovvio che non ti garantisco nulla: non compro a scatola a chiusa, men che meno da te.
Sentiamo che cosa hai da proporre e se l'affare è veramente interessante per entrambi come sostieni, potrei anche pensarci su. Non sono disperata come pensi.

Ah, un altro inciso, tanto per mettere le cose in chiaro da subito, visto che ci conosciamo da un po' di tempo , ma in realtà non ci conosciamo affatto: se ti sta venendo il sospetto che io possa andare in giro a spifferare gli affari tuoi, a lavoro accettato oppure no, stai pure tranquillo. Non sono il tipo e onestamente non me ne frega nulla.

Di etica professionale è inutile che ti parli, perché qualunque cosa abbia a che fare con la morale ti è chiaramente sconosciuta fin dalla nascita. Ergo spara o lasciami tornare al mio lavoro"

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11
Gennaio 14, 2007 - 1:59 pm

Playmo dixit

Lucas parlava con espressione distratta.
"Oltre oceano e la posta in gioco è molto alta; infatti le tue azioni influiranno sulla vita di una persona vicina a qualcuno che conosci ... molto bene."Poi, con una espressione che sembrava tirata fuori dal codice comportamentale dell'azienda, aggiunse.
"Do una festa domani ci vieni?"

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12
Gennaio 14, 2007 - 2:00 pm

BuzzWinny dixit

La moto rossa che Jagger ben conosceva entrò lentamente nel magazzino con unn rombo sordo e basso, si fermò poco oltre la soglia d'ingresso e, dopo un'ultimo nervoso urlo delle turbine, si fermò.
Il conducente smontò con calma e si avvicinò all'uomo, il quale sorrise:
"Benvenuta Greta, posso offrirti un caffè?"
"La donna si tolse il casco e sorrise"
"Grazie Jagger, ne ho rporpio bisogno"

Lui prese delle cassette vuote e le dispose, due a mo di sedie e una in mezzo, come tavolino; poi prese un bollitore e due tazze grandi.
Fece accomodare Greta dopo averle spolverato il posto con uno straccio, verso nelle tazze il caffè fumante e porse alla donna una tazza, quella con Topolino, tenedo per se quella "Cthulhu 4 president".
"Sta venendo bene questo posto."disse Greta guardandosi intorno.
"Grazie"
Jagger si rigirò la tazza fra le mani, poi parlò.
"Greta, avrei qualcosa da chiederti"
"Un caffè e qualcosa da chidedrmi...troppe emozioni per un solo giorno, sputa fuori, ho un appuntamento tra non molto."
"Conosci qualcuno all'Arasaka che non sia l'amichetto del cuore di Lucas, uncorporativo, magari di livello superiore a lui?"

Greta alzò silenziosamente un sopracciglio in silenzio.
"Allora, Greta? anch'io ho i miei impegni"
Lei si tolse il giaccone e rimase con una maglietta di Hello Kitty e sopra due fondine che evidenziavano gli smg.
Jagger notò quella inquietante espressione pacata che la contraddistingueva, la stessa che aveva sul viso quando aveva decapitato qurl tizio in Messico; Greta invece non vide altro che la sua immagine riflessa nei mirrorshades di cui lui non si privava mai.
"Allora..."

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13
Gennaio 14, 2007 - 2:02 pm

Honeypot dixit

"Kane, smettila con i tuoi giochini, le allusioni e le frasi lasciate a metà. Ti ho già detto che non ho tempo da perdere e credevo che anche per te fosse merce preziosa: se vuoi una risposta di qualche tipo da me, parla chiaro, altrimenti vattene al diavolo.

Quanto alla tua festa... ti ringrazio per lo sforzo, ma se non ci aggiungi un più che buon motivo credo proprio che rsparmierò ai tuoi ospiti e anche a me stessa un inutile fastidio.

So che ti sembra incredibile, ma c'è anche a chi il tuo mondo non è che sia inaccessible, semplicemente, non interessa"

E si voltò, dirigendosi verso la porta.

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14
Gennaio 14, 2007 - 2:05 pm

Playmo dixit

"20.000 per i dati contenuti in una valigetta, e la promessa di trovare chi ha ucciso Crudelia."

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15
Gennaio 14, 2007 - 2:06 pm

Honeypot dixit

Li si girò.

"Non l'esecutore materiale, ovviamente... il mandante. voglio sapere chi è il mandante"

tornò a sedersi.

"Parlami di questa valigetta"

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Gennaio 14, 2007 - 2:07 pm

Honeypot dixit

Erano quasi le 5 del pomeriggio quando Li arrivò all'Old Style. L'umore era ancora piuttosto funereo.
"Ciao" disse senza rivolgersi a qualcuno in particolare "a qualcuno possono far comodo due mani in più? Ho qualche oretta di tempo...". Non c'era niente di meglio di un po' di sano lavoro fisico per rilassarsi un attimo.

Il lavoro manuale, specie quello più meticoloso, aveva il grande vantaggio di lasciare libera parte della mente, contribuendo allo stesso tempo a raggiungere lo stato di calma necessario a mettere ordine nei propri pensieri ed affrontare le decisioni con lucidità.

Captain Crunch. Doveva assolutamente contattarlo. Per due ottimi motivi. Ma trovarlo di persona era assolutamente impossibile. E tutto sommato forse inutile, disse tra sé e sé, ricordando con un moto di fastidio l’episodio di quella mattina. Ripensare a sé stessa totalmente inerme mentre quell’imbecille di Ed giocava con il suo corpo le faceva ancora ribollire il sangue. Forse lui non se ne era neanche reso conto, magari l’avrà considerato uno scherzo leggero e persino divertente, ma lei si era sentita decisamente… violata. Avrebbe dovuto guardarle le spalle e invece… Basta, non doveva neanche pensarci.

Quando si era sottoposta all’operazione che l’aveva dotata di interfaccia, qualche anno prima, non aveva ancora idea di quanto assoluta fosse l’invulnerabilità cui si sarebbe condannata ogni qualvolta si sarebbe connessa a una macchina… Nessuno lo capiva davvero…se non chi ci si era condannato a sua volta. Eppure non si era mai pentita di quella scelta. Mai, neanche quando aveva mandato Joy su tutte le furie, neanche quando ci aveva quasi rimesso la vita.

Aveva deciso di operarsi per sfida, per curiosità e forse un poco anche per gioco, ma quel gesto un po’ incosciente le aveva cambiato la vita. Ricordava ancora la prima volta che si era connessa ad una macchina… la sorpresa, l’eccitazione… il piacere, quasi. Il suo era “un talento naturale”, le avevano detto. Forse era vero. Di certo a lei era sembrato di recuperare un senso che aveva sempre saputo di avere e che per qualche strano motivo era lì sopito, da qualche parte. E recuperarlo l’aveva finalmente resa libera… di nuovo completa.

Fino ad allora però, si era limitata a connettersi a delle macchine, o a dei droni… si trattava di un aprirsi totalmente, sì, ma a un mondo circoscritto… era un rapporto così ristretto… così intimo che ci si poteva abbandonare completamente, senza timori.
La rete era diversa. Era aperta. A tutto e tutti. Si rischiava di venire violati nel corpo, se qualcuno ti trovava incustodita, e anche nella mente. Eppure c’era chi ci si muoveva tranquillamente, chi ci sguazzava, anche. Chi quella sfida continua la trovava divertente… come Crudelia. Forse la moto che le aveva lasciato era un messaggio: immettersi nella rete non era poi così diverso dall’andare a tavoletta, era rischioso e da pazzi incoscienti, ma chi lo faceva, infondo, lo faceva proprio per questo.

Forse, invece, era stato soltanto un regalo, ma la pulce all’orecchio gliel’aveva lo stesso. E lei aveva preso una decisione. Quella sera avrebbe chiesto l’aiuto di Doc.

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Gennaio 16, 2007 - 12:01 pm

Pioveva.
Una pioggia fine e fastidiosa, che rendeva ancora più pesante la giornata.
Le macchine avevano cominciato ad arrivare di fronte al piccolo edificio di pietra bianca.
Una Audi scivolò silenziosa nel parcheggio, ne scese un polinesiano dai lineamenti fini che corse subito sotto la veranda d'ingresso e, aggiustandosi la giacca nera, diede uno sguardo triste alla sua macchina.
Doc, dopo lunghe insistenze, era riuscito a esaminare il corpo di Crudelia prima che venisse consegnato alle pompe funebri. Aveva rimosso personalmente i cyberimpianti, sostiduendoli con protesi un po' più estetiche, e soprattutto in grado di bruciare nel forno crematorio.
Un cadavere non era una novità per lui, ma era la prima volta che gli capitava un'amica sul tavolo. Tutto quello che aveva potuto fare era trattarla con cura e rispetto.
"Ciao Doc"
"Ciao."

Jagger era evidentemente sofferente del colletto, ma era inevitabile considerate le dimensioni del suo girocollo da sollevatore di pesi.
Non poterono fare a meno di squadrarsi a vicenda, il completo nero era una novità per entrambi, i funerali no.
Edgar era appoggiato ad una colonna con una sigaretta che gli penzolava dalle labbra. Aveva anche lui un vestito nero, evidentemente noleggiato, ma che su di lui acquistava un aria vissuta. Palleggiava nella mano un accendino.
Accanto C'era Consuelo, anche lei vestita in nero e triste. Ma anche così non ce la faceva a non essere solare, neanche apposta.
Arrivò con un rombo pesante una vecchia ambulanza. Ne scesero due donne in completo nero.
Una si girò verso l'altra sorridendo incoraggiante.
"Crudelia ti avrebbe particolarmente apprezzato in nero." Disse Greta mentre lisciava il vestito di Li su di una spalla con un gesto affettuoso.
Nelle disposozioni per il suo funerale Crudelia aveva specificato testualmente "vestitevi bene e state su";
"una su due..."pensò Li, che la sera prima, al termine di un lungo girovagare in moto era arrivata quasi come una sonnambula, fradicia di pioggia, a casa di Greta; questa le aveva offerto un whisky, un aiuto per vestirsi adeguatamente e un divano per dormire.
Dietro di loro, arrivò una fiammante Mercedes nera.
Ne scese un'inappuntabile Lucas Kane, che si avviò verso l'ingresso controllando il suo Rolex, come a sottointendere che non aveva molto tempo.
"In quel momento sbucò dall'interno dell'edificio Betty.
"Possiamo incominciare"
La cerimonia laica richiesta da Crudelia fu breve. C'era molta gente, di cui tutto un gruppo era composto da hackers, tutta gente che non avevano mai visto, e c'erano moltissimi fiori.
Alla fine la bara scomparve in una parete sopra un nastro trasportatore, verso il forno crematorio. La parete si richiuse e su di un grande monitor apparve una riproduzione virtuale della tomba; in realtà tutti sapevano che l'urna sarebbe stata immagazzinata in una colossale struttura sotterranea, ma piaceva pensarla in un posto un po' più bella di un magazzino.
Lentamente uscirono tutti.
Aveva smesso di piovere. Verso il gruppo, accompagnato da due uomini in doppio petto nero, si avvicinò Thomas Lorenz, che salutò tutti diede delle imbarazzate condoglianze a Betty.
Kane in disparte si tastò le tasche, poi tirò fuori un portasigarette d'argento.
Prese una sigaretta e se la mise fra le labbra.
"Fuoco?"Ramirez gli porse il suo accendino.
"Grazie..."
Avvicinò l'estremità della sigaretta chinando un po' la testa, pronto ad aspirare la prima voluta di fumo.
Fiamma.
Lucas si girò di scatto, in tempo per vedere la sua macchina divorata da una vampata fiammeggiante e scagliata con un boato un paio di metri più in là.
"Seminiamo consensi, eh?"
Disse Edgar con una stupita espressione sulle labbra.
Lucas si girò di nuovo verso Ramirez e soffiò fuori una voluta della sua Davidoff.
"L'assicurazione paga tutto ed era in effetti ora di cambiare...magari una Bentley..."
E intanto guardava le fiamme che consumavano la sua Macchina riflesse negli occhiali scuri di Edgar.

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18
Gennaio 18, 2007 - 1:04 pm

Erano tutti da Fixit, nel suo ufficio sul retro.
Attorno ad un tavolo Consuelo, Li ed Edgar. Jagger camminava avanti e indietro sotto gli occhi di Fixit e Doc, appoggiati al mobile bar.
Un paio di videoterminali ronzavano e qua e là cartine, fotografie e stampate di Quotifax.
Li era nervosa, il primo incontro con i veri Preachers non era stato all'insegna della tranquillità, ma era anche vero che Edgar aveva gestito la situazione splendidamente, a modo suo, ma splendidamente.
Fixie ad un tratto guardò verso la porta.
"Scusate ragazzi, vado a vedere chi vuole entrare di la"

Nesuno aveva sentito alcun campanello, ma probabilmente aveva un impianto audutivo collegato o forse uno oculare.
Dopo neanche un minuto rientrò con due grosse valige e con lui, portandone altrettante, Greta.
Con Fixit poggiò le valige sul grande tavolo nel silenzio un po' stupito si tolse il giubbotto in kevlar, poggio sulla spalliera della sedia le due fondine degli smg e si sedette.
"...." Tutti la guardavano e nessuno sapeva cosa dire, ma lei li precedette:
"Non sperate di fare senza di me, mi tengo libera da qualsiasi impego, per Crudelia qualche testa la taglio volentieri."
"Cose c'è li dentro?"
disse Doc indicando le valige.
"Tutte cose che una sigora che si rispetti deve avere con sè quando esce."
Dicendo questo fece scattare tutte le chiusure e le aperse una dopo ol'atra.
"Gesù...un arsenale!" Disse Doc.

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19
Gennaio 21, 2007 - 7:45 pm

“Mi raccomando” aveva detto Doc con la solita voce rassicurante due giorni prima.
“L’impianto è stato collocato perfettamente e non dovrebbero esserci problemi di rigetto, ma se dovessi avvertire dei fastidi maggiori di un rossore chiamami.”Aveva anche raccomandato di non connettersi subito, ma la data incombeva e non c’era altro modo di contattare Capitan Crunch.
E così era pronta.
Consuelo stava monitorando il download dei programmi di supporto sul deck, intanto Li guardava i suoi gesti e tamburellava nervosamente le dita.
“Bene, è tutto pronto, il software gira perfettamente e io monitorerò tutto istante dopo istante.”
“Ok, possiamo andare.”
Disse Li alzandosi.
Si sedette su di una poltroncina e tolse la copertura di sinthderma dall'ingresso dello spinotto e sfiorò con le dita il nuovo coprocessore. Prese l’estremità del cavo di connessione, sospirò profondamente, si mise comoda e si collegò.
Per un istante non successe nulla, e la cosa fu un po’ deludente.
Poi si sentì precipitare in un vorticoso torrente di luce. Istintivamente trattenne il fiato e si protese verso l’alto, come se stesse affogando e cercasse di raggiungere la superficie dell’acqua, poi vide che stava volando.
Era sospesa sopra San Francisco, fluttuava sospesa nell'aria immobile della notte.
"....volo...."
Scaglie traslucide,un blalenio cangiante di rosso e giallo, artigli, coda lunga e flessuosa, un drago, la sua nuova identità in un mondo assolutamente nuovo.
Un senso di incredibile esaltazione la colse, poi si ricordò perché era li. Richiamò in memoria le coordinate e fissò una traiettoria attraverso un po’ di snodi, buona prassi per non farsi tracciare e partì.
Iniziò a volare talmente veloce che lo spazio della città si curvava attorno a sé, e quando tutti i dettagli divennero indistinti tutto si fermò.
Era in un grande prato, solo verde e cielo azzurro, era un luogo di pace incredibile, era li per Crudelia, e in qualche modo , era li con Crudelia.

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20
Gennaio 23, 2007 - 10:48 am

Il sole è andato a dormire da tempo oramai, la terra è zuppa del piangere del cielo.
Attorno al cimitero si può udire solo il silenzio dell’eterno riposo, un silenzio però interrotto dall’arrivo del rombo di una moto, che si ferma davanti a quei cancelli incustoditi. Una figura scura scende dalla moto ed oltrepassato i cancelli cammina lungo i sentieri del cimitero, accompagnata dallo scrosciare dell’acqua, la sua andatura e lenta e rispettosa, percorre molti viali prima di arrivare davanti ad un muro pieno di nicchie sigillate, la sua testa si muove molto lentamente a cercare una targa.
Finalmente la ricerca ha termine, la figura si toglie il casco da motociclista rivelando una capigliatura lunga e scura, il casco scivola via dalle sue mani rimbalzando sul suolo e fermandosi al fianco del suo piede, a mano aperta la donna colpisce la parete accanto ad una delle targhe e sussurrando …

Io non posso più credere, perché ho perso la luce
Io non posso più destarmi , perché sono gia sveglia
Io non posso più piangere, perché non ho più lacrime per farlo
Io non posso cambiare il fato, perché esso è gia stato scritto
Il mio cuore pieno di rabbia brucia di vivide fiamme
Il mio cuore pieno d’amarezza si cruccia per la tua mancanza
Il mio cuore pieno di speranza si illude nella tua salvezza
Il mio cuore ardente di vendetta è solo il riflesso di questa era
I miei occhi sono stanchi
Le mie labbra sono arse
Le mie guance sono scarne
Le mie mani sono secche
Le mani si contraggono e dolgono
Il tempo di disperarsi oramai e passato
Le lacrime che ho versato per te sono gia asciutte
Che la mia vendetta non disturbi la tua pace

… estrae un chip dalla tasca e lo depone in quel piccolo vaso che normalmente serve a lasciare i fiori, la donna rimane ferma lì qualche minuto a capo chino.
Poi inginocchiatasi, riprende il casco e ripercorre il percorso all’incontrario. Giunta alla moto sta per mettersi il casco, ma poi passa la mano tra i capelli oramai fradici e alzando le spalle lega il casco alla fusoliera della moto prima di rimettersi in groppa e interrompere quel silenzio così solenne.

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