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Accadde a New Orleans
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1
Febbraio 4, 2008 - 5:09 pm

“Ancora polemiche sui ritardi nella ricostruzione della città dopo i danni dell’uragano Katrina…”
“Ancora attacchi personali fra Obama e la Clinton…”
“Ancora problemi a Wall Street a causa delle insolvenze dei mutui subprime…”

Marie Balaguère, 28 anni, detective in servizio alla polizia di New Orleans stava attendendo il suo padrino, Olivier Jacque o, come lo definiva affettouosamente “Zio Olivier”, seduta ad un tavolo del “Cafè de la Paix” nel quartiere francese, leggendo distrattamente il giornale.
L’uomo non tardò molto ad arrivare e lei gli fece un cenno per farsi notare. Vide subito che lo zio aveva con sé una gabbietta, entro la quale il gatto Seti dormiva tranquillamente…
“Ciao Marie” la salutò lui “Ti trovo bene!
Grazie zio” rispose lei “Anche tu non sei male”, ricambiò cortesemente. “Come mai questa chiamata improvvisa? Qualcosa non va?”
“No, no, che diamine! E’solo che volevo avvisarti che, dopo il mio ritorno da Chicago e Haumpton Country ho avuto un’offerta da un mio vecchio amico per finire un’importante ricerca in Medio Oriente che avevamo dovuto interrompere anni fa, solo che… non ho trovato nessuno che si prendesse cura della mia attività, così ho deciso di cederla ad un “collega” che mi stava tampinando da un po’ di tempo. Ho pensato anche alla mamma e a te!” Così dicendo, le passò due ricevute di altrettanti bonifici bancari favore suo e della madre. La cifra la fece trasalire…
“Ma… zio…” disse lei quasi senza fiato “Sono tanti soldi! Io non… non posso accettare!”
“Certo che puoi!” Ribattè Olivier “Non sono né rubati né frutto di attività illecite, e non li sto usando per corromperti! Se vuoi puoi controllare con il mio legale, l’avvocato Nicolas Charleroi… E non c’è nulla che mi può impedire di fare un regalo alle uniche persone care che ho al mondo!”
Gli occhi di Marie si riempirono di lacrime “Non tornerai questa volta, vero?” disse lei quasi singhiozzando. Pur non parlandone mai apertamente, Marie aveva imparato, nel corso degli anni, che il suo padrino era un tipo bizzarro e misterioso, il cui negozio era sempre stato pieno di cose bizzarre e misteriose. Fin da quando era bambina, spariva all’improvviso, salvo poi tornare settimane o mesi dopo, portandole sempre qualche giocattolo esotico proveniente da qualche parte del mondo. Pur senza essere fisicamente molto presente, negli anni le era stato sempre vicino… Lei lo aveva sempre trovato simpatico e gli voleva bene. E non poteva dimenticare che erano state le sue braccia a tirare lei e sua madre fuori dal fango della distruzione di Katrina, (ma per suo padre erano arrivati troppo tardi). Ma ora il suo intuito le diceva che, durante quel viaggio a Chicago prima ed Haumpton Country poi era successo qualcosa, qualcosa che lui non le avrebbe confidato. Quel qualcosa che ora lo costringeva ad andarsene…
“Non lo so, quella ricerca è molto… molto pericolosa”
“Posso venire anch’io, allora!” Esordì d’impulso la giovane “Se mettiamo assieme le finanze, prendendomi come tua socia in affari, avremo maggiori probabilità di successo, ti pare?”
Olivier Jacque riflettè per alcuni istanti “No!” disse alla fine “Tu hai una tua vita qui, degli amici, e poi, con questo gruzzoletto, potrai spassartela per un bel po’ di tempo, o rifarti una vita prima di andare a sbattere contro qualche pallottola. Non voglio che tu diventi una vagabonda, sempre in giro per il mondo, sempre a chiederti dove sarai domani… Queste… Per queste cose ci vuole un genere di.. follia che tu non hai, ed io non voglio permetterti di buttare via la tua vita seguendo i miei sogni. E poi, a tua madre si spezzerebbe il cuore, lo sai”
Marie adesso piangeva, ma c’era qualcosa nel tono usato dallo zio alla fine del suo discorso, che le fece capire che non era il caso di ribattere.
Olivier si alzò e l’abbracciò cercando di consolarla poi, ricordandosi all’improvviso di una cosa esordì “Oh! Ancora una cosa…” le mise in mano la gabbietta con il gatto “Ti prego, prenditi cura di Seti! Là dove vado, lui non mi può seguire!”
Marie annuì e strinse a sé la gabbietta ed il gatto dentro si mise a fare le fusa, poi Olivier fece un gesto e la ragazza si sedette, aprendo la gabbietta e cominciando a giochicchiare con il piccolo felino…
Olivier si diresse al banco, pagò il conto e, dopo aver dato un ultimo sguardo alla ragazza la quale, sotto l’influenza del suo incantesimo, continuava a giocare con Seti, se ne andò.
Dopo un quarto d’ora, anche Marie, rimesso Seti nella gabbietta, ritornò a casa.

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2
Febbraio 5, 2008 - 8:07 am

Olivier Jacque uscì dal Cafè de la Paix reprimendo un forte impulso a tornare indietro, a tornare da sua figlia Marie…
Non poteva, non poteva metterla in pericolo, e non poteva permettere che i suoi nemici arrivassero a lei.
Già, sua figlia. Ricordava come fosse ieri il giorno in cui, tornato da uno dei suoi viaggi, il suo amico Pierre Balaguère gli presentò la sua ragazza, Simone. Ricordava di come si fosse invaghito di quella bella donna e di come, in un momento di solitudine e follia, avesse usato le sue arti per sedurla e per cancellare poi dalla memoria di lei quanto accaduto….
Pensò di averla fatta franca ma, pentitosi del gesto, decise di non insidiare più la bella Simone, lasciando che lei e Pierre convolassero a giuste nozze. Il destino però gli rivelò una amara sorpresa quando Pierre, felice, gli confidò che stava per diventare padre; roso da un dubbio, Olivier fece fare in segreto dei controlli che rivelarono l’inconfutabile verità: era lui il padre, non Pierre! Otto mesi dopo, nacque Marie.
Olivier accettò di buon grado la proposta di Pierre e Simone di diventare il padrino della piccola, ma mai, negli anni, si fece sfuggire il segreto della sua vera paternità, limitandosi ad osservare da vicino i progressi della bimba, fino a vederla diventare adulta, recitando alla perfezione il suo ruolo, senza creare turbative nella vita dei suoi amici. Il tormento di Olivier fu enorme, più e più volte fu tentato di liberarsi del suo fardello e raccontare tutta la verità. Ma il timore di perdere Marie fu troppo forte e questo lo aiutò a mantenere la promessa che si era autoimposto, ma Olivier non rinunciò mai a tenere d’occhio la figlia, grazie anche, in certi momenti, alle sue capacità.
Fu grazie ad esse che, all’inizio di settembre del 2005, riuscì a ritrovare Marie e Simone in mezzo alla devastazione lasciata dall’uragano Katrina, e a trarle in salvo prima che fosse troppo tardi. Il suo amico Pierre non ebbe la stessa fortuna…
Ma ora il tempo stringeva. Olivier era braccato dai suoi avversari i quali, prima o poi avrebbero avuto ragione di lui. Già si era sbarazzato di due sicari, ma questi erano stati imprudenti…
Olivier pregava fra sé e sé di aver avuto il tempo di sistemare Marie e Simone in modo che non avessero più problemi, anche senza di lui; non aveva tempo di fare altro per loro e lo sapeva. Poteva solo allontanarsi da loro in modo che il suo nemico non scoprisse il legame fra lui e la famiglia Balaguère…

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3
Febbraio 6, 2008 - 12:06 pm

Mancavano pochi minuti alla mezzanotte…
Olivier Jacque camminava tranquillamente lungo i moli sul fiume Mississippi…
Non c’era nessuno, dalla città provenivano gli echi delle macchine lungo le strade e i suoni di un’orchestrina jazz non molto lontana, che preannunciava l’inizio imminente del Mardi Gras, il famoso Carnevale di New Orleans.
Olivier aveva tagliato tutti i ponti col suo passato, aveva venduto le sue proprietà dividendone il ricavato fra sua figlia Marie e la madre di lei, aveva smantellato il complesso sistema a scatole cinesi di connivenze, favori crediti e debiti che gli avevano permesso di dissimulare la sua vera identità nel corso della sua più che centenaria vita. Rimaneva solo una copia dei suoi documenti, in mano al suo legale di fiducia, Nicolas Charleroi, ma sarebbero stati distrutti anche quelli se Olivier non avesse dato notizie di sé entro sei mesi, dopodichè sarebbe stato impossibile dimostrare che lui e un tale Olivier Jacque, nato a New Orleans il 28 settembre del 1901, erano la stessa persona…
Si fermò in cima ad un molo ed estrasse dalla tasca interna del suo cappotto un suo caro ricordo: era un vecchio biglietto originale, risalente agli anni venti del secolo scorso, del famoso treno Orient Express, in servizio da Londra ad Istambul, rivestito e sigillato in una pellicola trasparente per evitare che l’usura lo rovinasse.
Guardandolo, Olivier sorrise, ripensando a quel gruppo di estranei, divenuti amici, che avevano cercato, fallendo, di combattere una battaglia più grande di loro, contro una occulta minaccia, e dei quali lui era il solo sopravvissuto…
Olivier non vide il killer che lo teneva d’occhio da parecchi minuti, non potè sentire il rumore dello sparo attutito dal silenziatore, ebbe solo il tempo di pensare “Amici” guardando il biglietto, prima che il proiettile dell’assassino gli si piantasse in testa ed il suo corpo, sbilanciato dall’impatto, cadesse in acqua, venendo poi trascinato via dalla corrente del grande fiume.

Lontano, a casa di Marie, Seti saltò su di una finestra che dava sul fiume ed emise un lungo, triste miagolio…

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