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GW in perdita: e non poteva essere diverso...
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1
Maggio 16, 2007 - 2:08 pm

Ne parlavamo da tempo nella nostra associazione e di conseguenza cominciano a emergere articoli specifici da parte dei professionisti del settore, sulla politica di mercato suicida della GW.

Dal sito Dungeons.it

WARHAMMER IN RITIRATA - La Games Workshop, il più grande produttore mondiale di giochi di miniature non collezionabili. sembra vivere un brutto momento e ha annunciato l'intenzione di chiudere 35 negozi in perdita e ridurre la forza lavoro del 10%. Secondo l'annuncio della GW (che potete leggere qui, ovviamente in inglese), mentre si nota una leggera crescita nel mercato statunitense (dove ha piazzato una nuova dirigenza che, a detta di vari distributori, "è molto meglio della precedente") e vendite stabili nel Regno Unito, l'Europa continentale sembra presentare il probema maggiore, specialmente in Francia e Germania in cui la dirigenza è stata a sua volta sostituita. La GW afferma esplicitamente che le vendite sono "in declino", fatto non sorprendente se consideriamo: la concorrenza della Rackham e della Privateer con Confrontation e Warmachine, il prezzo sempre più elevato dei prodotti GW (con un nuovo aumento a giugno...), il rifiuto di lavorare (ma solo in Europa!) con i distributori in modo decente e la riluttanza di molti negozianti a spingere un prodotto che la ditta vende tramite negozi propri - specie posti nelle città più importanti come vendite - e un sempre più aggressivo servizio VPC (Vendita Per Corrispondenza). In attesa di vedere se questi tagli riguarderanno anche l'Italia, Paese in cui la dirigenza nominata un paio d'anni fa ha portato avanti un aggressivo programma di aperture di negozi che ha scatenato ovviamente l'ira dei negozianti vicini, si notano già mutamenti significativi. Ad esempio, il minimo di ordine è stato abolito, nella speranza di dare ossigeno alle vendite grazie ai negozianti indipendenti (che comunque segnalano un netto calo di vendite).

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2
Agosto 14, 2007 - 2:02 pm

Dal sito Dungeons.it

Per il terzo anno di fila la GW registra un calo di vendite e il suo bilancio segnala una perdita di 2,1 milioni di sterline (oltre 3 milioni di euro), pur segnalando che tale perdita è dovuta al fatto che la GW ha accantonato 4 milioni di sterline per un programma di riduzioni di costi e chiusura di negozi in perdita. Le origini delle difficoltà del colosso britannico sono il mercato nordamericano (USA e Canada) dove registra un calo di 1,6 milioni di sterline e soprattutto quello europeo con un calo di quasi 3 milioni di sterline. La ditta comunque segnala che il mercato italiano (probabilmente drogato dagli ultimi aumenti di prezzi...) ha registrato una leggera crescita, la cui entità non è specificata. Tra i punti positivi, la GW segnala il momento di svolta della Sabertooth Games che ha più che raddoppiato il suo fatturato (oltre 2 milioni di dollari) e la Black Library che resta una divisione di "nicchia" ma redditizia. Nella sua dichiarazione di apertura il presidente e AD Tom Kirby (uno dei veterani dell'industria ludica e certo uno dei meglio pagati, con 350mila sterline all'anno senza contare bonus e benefici...) afferma di continuare a credere nel modello di impresa della GW e che la colpa delle difficoltà va cercata solo nella stessa GW. Il colosso di Nottingham non sembra insomma dare peso al fatto che i suoi due cavalli di battaglia (Warhammer e Warhammer 40.000) siano diventati ormai prodotti più che maturi e che la società non sia riuscita a lanciare nuovi prodotti di successo a parte Il Signore degli Anelli il cui successo però è tramontato in parallelo con la fine dell'aura della trilogia cinematografica. Comunque, potete leggere l'intero rapporto agli azionisti (datato 31 luglio e ovviamente in inglese).
[Permesso negato per la visualizzazione di questo supporto multimediale]

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3
Agosto 14, 2007 - 4:42 pm

Prodotti molto belli ma troppo cari in un momento non più di boom e mancanza di novità (non nelle miniature, ma nelle proposte). Concorrenti agguerriti, con miniature altrettanto belle e regolamenti che, per quanto non mi convincano (ma non li conosco sufficientemente bene), riscuotono successo.

"Warhammer" più che maturo è vecchio, come tipo di gioco - bello ma ha fatto il suo tempo sul mercato, e il background era perfetto per metà degli anni '90 ma non per metà degli anni 2000. "40.000" ancora peggio. La versione storica non ha avuto molto successo. "Il Signore degli Anelli" è vero, è un po' tramontato dopo l'euforia della Trilogia, ma è stato un errore fare una linea di prodotto completamente separata da quella di "Warhammer" con concetti da Skirmish.

Ragionando sul medio termine avrebbero dovuto fare una campagna prezzi molto aggressiva in coincidenza con il rinnovo (perlomeno parziale) del prodotto, invece forse hanno puntato sull' "arraffo quello che posso prima del crack". Non è inconsueto. Magari cambiano il boss (non è inconsueto) e cambiano strategia.

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4
Agosto 14, 2007 - 5:01 pm

Sono d'accordo su più fronti. E' indiscutibile (come già discusso, eh, eh.. ) che i prezzi, in generale nel mercato ludico, oggi siano estrememamente alti. La GW, in barba a qualsiasi regola di mercato e morale (dato che un kilo di pane costa 2 euro), vende un soldatino di plastica - visto che di questo si tratta - a più di 3 euro. E' fisiologico che la cosa diventi sempre più di nicchia, per non dire d'elite. Contenti loro.
E' anche assodato che abbiano fatto nel corso degli anni diversi errori di design production con giochi quali Battlefleet Gothic ed Inquisitor, insuccessi economici al pari delle produzioni cinematografiche del buon Ed Wood!
Con la linea del Signore degli Anelli si è voluto spremere il sangue dalle rape, cercando sull'onda del supersuccesso, in tutto e per tutto, di vendere un prodotto a sè stante, quando una linea in scala con Warhammer che potesse utilizzare le stesse regole di battaglia avrebbe portato meno investimenti e più compatibilità e quindi potenziale vendita.
Vedremo come proseguirà e quando anche gli ultimi accaniti fans si stuferanno di questa condotta irrispettosa (per clienti e denaro).

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