Interludio: a migliaia, da nord (mar 75QE, Ostelor) | Terra Di Mezzo | Forum

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Interludio: a migliaia, da nord (mar 75QE, Ostelor)
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1
Aprile 30, 2007 - 12:20 am

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Aidea

“Ah! Il povero signore è morto!” , singhiozzò Aidea. “Ha mangiato troppo ieri, ed ha goduto degli spiriti, come il signore Phedon: è impazzito e si è tagliato la gola. Non posso sopportarlo, non posso sopportarlo, io me ne torno in cucina! Oh, oh!”
“Dammi prima la tua chiave” , ruggì Tanadas. Aprendo la porta con il braccio, le diede un calcio ben bilanciato nel sedere facendola volare a gambe all'aria, e continuò a voce alta: “Alzarsi, muoversi, in piedi, in piedi!”

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Tanadas

Non ottenendo nessuna reazione, afferrò il dormiente e lo scosse con forza. Creone aprì gli occhi cerchiati di rosso, lottò per liberarsi dalla nebbia del vino e rivolse al soldato uno sguardo di puro odio: Tanadas lo aveva strappato a un sogno vividissimo nel quale la giovane Paraphion provava un ardore pari al suo. Si tolse i tappi di cera dalle orecchie e con voce spessa, istupidita, bofonchiò: “E’ già finito il vino? Il sole è alto?”
“E’ l’ora terza, passata da poco, e la notte è gelida e piovosa” , rispose Tanadas, tirando le tende e spalancando le imposte per lasciar entrare un sole abbagliante. “In piedi! Così non va, non va!”

“Che succede, signore?” domandò l’oplita Achate dalla soglia. Era accorso con altri armati dalla cucina quando Aidea era entrata farneticando di sangue che scorreva sotto la porta, proprio uguale e preciso a quella volta a Parga, la testa del povero signore quasi staccata dal corpo, tanta forza doveva aver usato, disperato com’era, senza dubbio, e chissà che fatica per ripulire tutto quanto.

“Il vostro signore Creone deve essere in piedi, lucido, lavato, in un batter d’ali. Sono arrivate missive da Tul Harar.”

Per la delegazione di Hathor

I pericoli crescono per gli Hathoriani e per i Valdacli. Le voci sono vere e si prospettano anni difficili. A nord da voi si muoveno e calano dalle pericolose cime a migliaia. Presto sarà necessario fronteggiarle.

I miei ossequi
Arakhon Eshe di Ostelor

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2
Aprile 30, 2007 - 12:06 pm

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Creone

"Che cosa dice?" , chiese, nella penombra del cortile.
"Non potreste leggerla, né vederla. E' indirizzata ad Artagora, direttamente. Una lettera personale. Non avete questo privilegio, è riservato solo a me."
"Lo so molto bene. In queste circostanze, d'altro canto, mi sembrerebbe sciocco da parte tua tenermi segreto il contenuto. Ar-Venie m'interrogherà in merito ad esso, e se non sapessi rispondere, s'insospettirebbe."
"La ragione è dalla vostra parte, e considerata la povertà del contenuto stesso, avevo già deciso di leggervela. Dice soltanto:"

Per Artagora

Caro amico. Come immagini il nostro viaggio è stato difficile. Mutamin è morto. Tarim ucciso. E la cerca dell'uomo e delle notizie è andata a buon fine.
Sono a Tartaust e mi dirigo verso Tul Harar e da li verso nuove trattative. Veglia sulla mia famiglia Artagora e stai attento a tutti. Te ne sarò riconoscente.

Tuo amico Arakhon

"E' una scrittura ferma e chiara, ma lo stile è da illetterato. Sono molto brevi, ma composte laboriosamente. Le due lettere, quella per la legazione e quella per Artagora, sono state scritte dalla stessa mano."
"Non dubito della tua esperienza su questo genere di cose. Forse Arakhon ha scritto contro la sua volontà, forse sotto dettatura?"
"No."
"O non è stato affatto lui a scriverle?"
"Direi questo. Da ciò che ci hanno riferito i nostri messaggeri e da quello che avete potuto verificare voi parlando con la sorella, Arakhon è ignorante, rozzo, ma non illetterato."
"Se l'hanno ucciso dopo averlo torturato, la vita di sua sorella non vale un soldo, e anche tutto il nostro gioco sarà in pericolo."

"Dobbiamo stare attenti a non essere indotti in errori stranissimi. Arakhon, di nobili origini per così dire, avrebbe potuto chiedere a un suo servo di scrivere per lui e tutto si spiegherebbe."
"Oh" , esclamò Creone. Capì che aveva intuito la correttezza essenziale delle sue parole.

"Tuttavia, dobbiamo far giungere questa missiva ad Artagora. C'è qualcosa di così amabile nella preoccupazione di quella donna per i suoi familiari che ci darà il mezzo che ci serve. Andrete da lei, e gli presenterete il documento frutto del nostro lavoro al posto di questa."

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3
Giugno 8, 2007 - 10:39 pm

Al Legato Artagora

La presente quale richiesta di invio da parte vostra di spartiti musicali tipicamente Numénoreani risalenti alla metà della Seconda Era. Urgente.

Vostro Arakhon

L'espressione a metà fra il divertito e l'incredulo, Creone riarrotolò la breve missiva e la chiuse con il nastro degli Eshe, del quale, poco prima, Aidea aveva aperto il sigillo. Aidea se ne stava in silenzio, senza trovare le parole.

"E che cosa significa, questa?" chiese Creone. "Sono forse ammattiti, colpiti al capo dai pesanti raggi del sole di Tul Harar?"
"E' arrivata oggi, indirizzata ad Artagora. E non è la stessa mano che ha mandato le altre, come immaginavamo" , rispose Aidea.

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Aidea

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