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Febbraio 10, 2010 - 11:56 am

Crimini truccati

GIOCHIAMO ALL'AUTOPSIA ? di Maurizio Di Lucchio su iO 7 dicembre 2009

Due ore immobili, i piedi nell'acqua gelata. Intorno indagano i "medici legali". Va in scena il CSI formato Padania: un delitto immaginario, con attori senza pubblico. Obiettivo? Divertirsi. "Ma anche scoprire un po' di sé".

Torna a colpire il serial killer che insanguina la provincia di Cremona. Ieri sera una studentessa universitaria è stata trovata morta nel magazzino abbandonato di una scuola di Montodine, nel Cremonese, con i piedi immersi in una pozza di sangue Dai rilievi del medico legale, si è scoperto che è stata colpita con tre coltellate al petto. Secondo il capitano cieli Interpol Morfeo Legrenzi, responsabile delle indagini, si tratta di un caso complicato, anche perché non si capisce come mais sul luogo del delitto, sia apparsa una bambina di 8 anni morta anni fa. Un uomo della squadra assicura di averle sparato, in preda al panico, diversi colpi di pistola senza riuscire a ucciderla. Il paese è sotto shock: ormai c'è già chi parla di fantasmi.

Noi di Io donna siamo lì, a due passi dalla vittima e dal medico legale. Ma non c'è niente di cui aver paura. Il delitto non è mai avvenuto e il racconto è semplicemente la cronaca di un gioco di ruolo dal vivo, un “live”; può durare un giorno come alcuni mesi, e ogni sessione è lunga circa tre ore. I protagonisti di questo spettacolo sono una decina di amici tra i 20 e i 27 anni (fantasma compreso) che una volta a settimana passano le proprie serate giocando a mettere in scena storie di poliziotti, elfi, pirati e vampiri. L'obiettivo? Rendere le simulazioni realistiche. E divertirsi da matti.
I giocatori vengono da Montodine e da altri paesi vicino a Crema e Cremona. La loro avventura comincia nel 2003, quando a uno di loro regalano per il compleanno l'iscrizione a un "live" nei dintorni di Milano. Detto fatto, gli amici si aggregano e decidono di partecipare tutti: è una folgorazione. L'anno dopo, fondano un gruppo vero e proprio e iniziano a organizzare i primi "live" nel Cremasco. Da allora, non hanno più smesso. Fino a quando, qualche settimana fa, allestiscono con l'aiuto del sindaco e dell'intero paese una "puntata speciale" di CSI tra le strade di Montodine.

I "Live” funzionano così: un narratore (il master) inventa il plot di una storia, fa il “casting" dei giocatori e tratteggia insieme a loro le caratteristiche e le biografie dei "pg", i personaggi giocanti, e dei “png", i personaggi non in gioco che però possono interagire con i pg e con la storia. Per scrivere le trame i master attingono, oltre che alla propria creatività, a film, serie tv, romanzi, fumetti e altri giochi di ruolo. I giocatori si autofinanziano e una volta scelti i luoghi e realizzati i costumi e gli oggetti di scena, finalmente si comincia. Il primo passo è dare ai vari personaggi una traccia della storia, sulla quale i giocatori improvvisano. Man mano che la narrazione va avanti, il master si adatta a ciò che osserva, aggiunge dettagli, ne toglie altri, in modo da sviluppare l'intreccio fino alla fine.
«E' una forma di teatro interattivo», dice il master Lorenzo (26 anni, detto "Sama"): nella vita reale è un animatore per bambini e nei “live” diventa una specie di regista che si muove quasi invisibile sul “set”" per comunicare sottovoce ai giocatori le evoluzioni della narrazione. «L' abilità di un master», spiega Sama «sta nel rendere la messa in scena così credibile da non far capire la distinzione tra realtà e finzione» Fino a un coinvolgimento emotivo totale: una volta un giocatore ha telefonato nel cuore della notte al suo «capo" Legrenzi (cioè Luca, 21 anni), per rivelargli le novità del caso. E Luca, anziché riattaccare, si è messo all'ascolto del "poliziotto" con grande attenzione, come se fosse davvero un medico legale di CSI impegnato nelle indagini su un assassinio.
Ma alla fine del thriller, chi vince? I criminali o la giustizia? «Vinciamo tutti», dice Lorenzo. «Durante il gioco, ci sono sempre momenti in cui ci sentiamo immersi in un'altra realtà. Quando esprimiamo le nostre emozioni, la paura o la rabbia: è lì che vinciamo». Calarsi nel ruolo fino a non distinguere più il mondo vero dal gioco: è questo l'obiettivo, e quasi sempre lo si raggiunge. Come è successo a Paolo (24 anni il "criminologo"), che una volta ha cominciato a tremare sul serio quando ha saputo che i suoi compagni di gioco lo avevano lasciato solo nel rifugio dell'assassino.

Pur di contribuire alla riuscita della sessione, Alessandra (24 anni, la "vittima») non ha esitato a truccarsi da cadavere e a stare due ore immobile con i piedi immersi in una bacinella d'acqua: «I "live" sono un concentrato di emozioni», racconta. «Mi aiutano a scoprire le reazioni del mio corpo, un po' come accade con la recitazione». Che la forma di espressione più vicina ai “live" sia il teatro lo conferma anche Niccolò (21 anni, "l'informatico"), che nella vita studia musica a Milano: «Interpretare personaggi che all'apparenza non ci somigliano, aiuta a conoscere lati nascosti della nostra personalità, e di quella degli altri».
Ma una differenza rispetto al palcoscenico c'è, e anche grossa: nei "live" non c'è il pubblico. «Nel teatro resta una divisione incolmabile tra attore e spettatore», riflette Sama. «Qui invece i giocatori sono una sintesi di tutte e due le figure, al punto che la presenza di esterni (si riferisce anche a noi di Io donna, ndr) a volte è quasi un disturbo».
È questa la cosa più impressionante: in una cultura dominata dalla voglia di apparire in video o sui giornali, i ragazzi di Montodine si sentono in imbarazzo se una fotografa li ritrae mentre giocano a fare un'autopsia. E si stupiscono se un cronista prende nota della loro bravura nel "tenere la parte" senza mai dare, in tre ore, l'idea che si tratti solo di un gioco.

Una mania. Negli ultimi anni i giochi di ruolo dal vivo si sono diffusi ovunque a un ritmo strabiliante. In Inghilterra, per esempio, ogni anno oltre 5.000 persone da tutta Europa si radunano in uno sconfinato parco nel Nottinghamshire per il Gathering, una gigantesca battaglia fanatasy in costume dove orchi, goblin e maghi si sfidano per giorni interi. Anche in Italia i gruppi e le associazioni che organizzano “live" sono ormai centinaia e alcune (come GrvItalia) contano quasi 3.000 iscritti. Uno dei prossimi eventi nazionali sarà la Rocca del drago, a Castel di Tora (Rieti), dal 5 all'8 dicembre (festadeldrago.it).

73 Messaggi
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Febbraio 15, 2010 - 12:08 am

- effettivamente non mancano i siti, e solo restando nel nord italia......

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