Juan Medinas, si sfregò le mani soddisfatto: a metà mattina aveva già fatto registrare un ottimo incasso per il suo chiosco di frutta esotica. Del resto, a Coconut Grove, ci sono i due parchi di Peacock e Kenneth Myers: aree verdi dove gli amanti della salute e della forma fisica vengono a fare jogging, oppure corrono in bici o fanno altre attività fisiche, dove le mamme portano a passeggio i figli e dove gli anziani vengono a respirare un po’ d’aria buona… E quasi tutti si fermano al suo chiosco sia per fare due chiacchere, sia (soprattutto) per prendere della frutta oppure una sana centrifuga della stessa…
Immerso in questi pensieri, non si accorse di un paio di ragazzi che l’avevano puntato: i due partirono di corsa e staccarono al volo un piccolo casco di banane, fuggendo rapidamente.
Juan, infuriato, incominciò ad inveire contro i due, senza accorgersi che stava gridando in spagnolo, lingua madre della sua terra natale, la Colombia.
“Mi scusi…” Una voce tenue, quasi un sussurro alle sue spalle, lo fece sobbalzare. Si trovò di fronte ad una ragazza molto bella, ma i cui occhi erano gonfi di pianto (e ancora stava piangendo, notò); anche lei parlava in spagnolo, con accento della Colombia.
“La prego, mi aiuti! Non so che fare! Stanno abusando di me! Sono intrappolata in una situazione dalla quale non posso fuggire!”
Prima che Juan riuscisse a metter ordine in quella serie di frasi sconnesse, la misteriosa ragazza gli mise in mano un pezzo di carta. La ragazza cominciò ad arretrare, scostandosi da lui.
“Le dica che aveva ragione! Le dica che ho bisogno di aiuto!”
Dopodichè corse via, perdendosi fra la folla…
Sul foglietto rimasto in mano a Juan un nome: Lilian Rubio.

I detectives Louis Torwald e Rodrigo Valdez entrarono nella sala autopsie, dove li aspettava il Medico Legale, Dottor Maximilian Headroom, accanto a lui, sul tavolo, il corpo di Lilian Rubio, zia di Ana Laura, la ragazza che stavano cercando e che, forse, lei aveva trovato…
“Scoperto nulla Doc?” chiese Valdez.
“Beh, innanzitutto…” attaccò Headroom “… La signora era già morta quando è stata avvolta nel tappeto. Non ho infatti trovato fibre dello stesso all’interno dei polmoni, né nelle vie respiratorie.”
“Causa della morte?” lo interruppe Torwald.
“Dunque…” riprese il dottore “… Qualcosa ha fermato di colpo il suo cuore. Qualunque cosa sia, soltanto l’esame tossicologico che Abby sta già facendo potrà dircelo.”
“Ora della morte?” chiese Valdez.
“Confermo la mia prima stima: tra le 4 e le 6 di ieri pomeriggio. Ora, soltanto un’iniezione direttamente nel flusso sanguigno può causare un attacco così acuto senza che altri organi ne vengano danneggiati. Quel che mi fa arrabbiare è che, per quanto abbia cercato, non riesco a trovare nessun segno di puntura sul corpo!”
“Anche nei punti più nascosti?” disse Torwal.
Il dottore lo fulminò con lo sguardo: “Niente vi dico! Ho guardato anche fra le dita di mani e piedi, dietro alle ginocchia, perfino nei genitali! Nulla…”
Headroom si bloccò. Un’improvvisa illuminazione lo colse: prese una pinzetta ed una piccola pila, aprì la bocca del cadavere, ne sollevò la lingua, puntò la pila per illuminare la parte e, come aveva intuito, trovò un piccolo puntino rosso…