Una nuova alba: la fine del cartaceo?? | In generale sul Gioco di Ruolo | Forum

Ambito del forum


Confronta



Opzioni del forum



Lunghezza min ricerca: 3 caratteri - Lunghezza max ricerca: 84 caratteri
Password persa?
sp_TopicIcon
Una nuova alba: la fine del cartaceo??
RSS
570 Messaggi
(Offline)
1
Febbraio 17, 2007 - 11:35 am

Mi permetto di pubblicare l'ottimo articolo dell'amico Ciro Alessandro Sacco (ci conosciamo solo tramite email, ma condividiamo l'indistruttibile passione per Dungeon Classic), su cui sono tendenzialmente d'accordo. Ciro da anni pubblica una bellissima rivista, Dungeon Magazine in formato pdf scaricabile gratuitamente che tratta giochi da collezione (role, board, tridimensionale, i cosiddetti "da tavolo"). Con puntualità e cognizione esamina la situazione dei giochi di ruolo e dei problemi di pubblicazione nuovi e vecchi che siano, in Italia e nel mondo. Discorso che anche noi in un modo o nell'altro abbiamo tentato di estrapolare più volte.
Esorto a leggerlo, anche e soprattutto, coloro che quando insisto per pubblicare una fanzine in formato pdf relativa alla nostra attività divulgativa non sono d'accordo ripiegando sul solito e "più immediato" forum online.

UNA NUOVA ALBA

di Ciro Alessandro Sacco ( tratto da Dungeon Magazine n. 18 )
[Permesso negato per la visualizzazione di questo supporto multimediale]

Mentre dal punto di vista del collezionismo ludico l’Italia si sta mostrando un Paese sempre più interessato e attento, soprattutto per i giochi di ruolo in italiano, altrettanto purtroppo non può dirsi del mercato dei giochi attualmente in produzione. Si tratta di una tendenza che investe
tutti i Paesi del mondo, tale da mettere in difficoltà più serie Paesi dal mercato marginale come il nostro. Tanto per fare delle cifre, mentre
negli Stati Uniti un gioco di ruolo di medio successo vende probabilmente attorno alle 5mila copie e in Francia 2-3mila esemplari, da
noi un titolo che funziona può vantare in un anno forse un migliaio di copie. Forse.
L’esempio dato dal grande mercato statunitense in questo senso è poco incoraggiante. Gli alleati d’oltreoceano, dopo la grande ubriacatura
del d20 che comunque ha permesso a editori molto importanti come Mongoose e Green Ronin di emergere, stanno velocemente ridimensionando i loro progetti. Accanto a tale ridimensionamento,
però, si nota uno sforzo produttivo sempre maggiore, in particolar modo
per la veste grafica dei prodotti dal momento che Dungeons & Dragons ha imposto un standard – manuale cartonato a colori – che ben
pochi possono permettersi. Il prezzo base di un manuale di un gioco nuovo è quindi passato in media alla cifra di circa 40 dollari, mentre pochi
anni fa si piazzava a 30 e un decennio fa attorno ai 20-25 dollari.
La bellezza e la cura di questi manuali mette ovviamente gli editori nostrani sotto pressione: il costo di un manuale a colori, ancorché più
gradito al pubblico, è assai più alto di uno in bianco e nero. Ecco quindi che i progetti si arrestano o rallentano al punto di divenire
impercettibili (ad esempio Il Trono di Spade, comunque vittima anche del fallimento della Guardians of Order) oppure propongono versioni
in bianco e nero (ad esempio Conan) che taluni peraltro hanno pure il coraggio di criticare a causa della mancata rispondenza alla versione
originale, a colori.
L’aumento dei prezzi è evidentemente figlio di un numero di copie progressivamente sempre più basso e a costi di produzione in aumento,
anche se la Cina – anche qui! – ha permesso agli editori più grossi di abbattere la voce ‘stampa’ dei loro progetti (la Mongoose ad
esempio stampa ormai solo in Cina). Ci sarebbe da chiedersi a che prezzo sarebbero arrivati i manuali di gioco senza il colosso asiatico
(forse 50 dollari…), ma il momento è già abbastanza triste e non è il caso d’incupirsi di più.
Cosa porta, secondo me, i giochi di ruolo cartacei al tramonto? A mio parere, i responsabili sono i soliti noti: i giochi informatici e in special
modo MMORPG quali il popolarissimo World of Warcraft. Questi giochi offrono quasi tutto quello che i giochi di ruolo da tavolo danno,
con l’aggiunta di un impatto grafico formidabile. Avventure in gruppo? Sì. Con i tuoi amici? Nessun problema. Vuoi parlare con loro? Ecco
qui cuffie e microfono. Hai voglia di giocare tra le 02.00 e le 02.30 del mattino? Qualcuno nel mondo ti aspetta. Vuoi avere un Master
umano? Lo chiamiamo Moderatore, ma il ruolo è (quasi) lo stesso.
Come si fa a sostenere una concorrenza del genere?
Non si può. Almeno secondo me.

Io sono convinto che mentre il gioco di ruolocome introdotto da Dungeons & Dragons sia destinato a passare di successo in successo e
a coinvolgere un numero di persone sempre più grande, il gioco di ruolo da tavolo sia destinato a occupare una nicchia sempre più modesta,
con la (limitatissima) eccezione proprio del capostipite. Basta guardarsi intorno. L’epoca della grande fioritura di nuovi giochi di ruolo
come quella della prima metà degli anni ’80, epoca che ci regalò giochi insoliti come Albedo
o Jorune, per non parlare di Toon o Sandman, a mio parere è passata per sempre. I contenuti originali nei nuovi giochi sono molto limitati e
ancora più scarsa l’innovazione, soprattutto nelle ambientazioni. Gli editori sono diffidenti e hanno superato – quelli sopravvissuti – la fase
del “pubblichiamolo perché è bello” perché poi non tornano i conti.
In realtà, credo esista uno spazio d’innovazione ampio, rappresentato dai pdf. Al momento si tratta ancora di una nicchia, ma una nicchia
in crescita. Mentre solo un paio di anni fa il peso dei pdf era calcolabile in frazioni di decimali, al momento probabilmente occupano
qualche punto percentuale. Non si tratta di cifre impressionanti, ma si tratta di un aumento enorme se rapportato al breve spazio temporale
che consideriamo. Vari editori hanno già annunciato che certi prodotti appariranno solo in pdf (ad esempio tutti i futuri volumi per
GURPS Traveller) dal momento che – mentre non ci sarebbero i numeri per una stampa tipografica – questo sistema consente comunque
di avere un profitto significativo anche da titoli ‘marginali’.
E siamo solo all’inizio. Forse un domani sarà possibile stampare, se non in casa propria in centri specializzati, riviste e volumi dai pdf
legalmente acquistati uguali in tutto e per tutto ai volumi da tipografia. A chi fosse troppo scettico, invito a pensare come si facesse l’impaginazione
e la stampa dieci anni fa e come si faccia adesso. In questo caso, probabilmente si tornerà a una nuova fioritura di proposte, sia di
editori che appassionati, analoga a quanto accadde oltre venti anni fa. La nuova alba del gioco di ruolo da tavolo, anche nel nostro minuscolo
mercato italiano.
Nel frattempo, però, si prepara la Lunga Notte: il numero di progetti editoriali ormai si conta sulle dita di due mani a fronte della contrazione
di un mercato assai piccolo (il ritardo nell’uscita di Midnight mi sembra indicativo) e non credo a chi favoleggia di masse di acquirenti
che acquistano il prodotto in lingua originale, restando invisibile a tutti gli operatori del settore. Sono convinto che la nuova alba prima o
poi arriverà, ma temo che il tramonto e il buio che attraverseremo saranno lunghi… e freddi.

501 Messaggi
(Offline)
2
Febbraio 17, 2007 - 2:24 pm

interessante come articolo.
la cosa che piu' mi affascina e' di come questo sia un discorso abbastanza universale su come la tecnologia stia facendosi strada su diversi aspetti della nostra vita.
le sapete gia' le cose: mp3 in un ipod che tengono migliaia di discografie, immensi testi scritti racchiusi in qlc Kb di file TXT, ecc.
la nostalgia che mostra mi ricorda chi mi parla di come era bello quando il DJ con il vinile era davvero un DJ.
e dire che non avrei mai pensato di diventare uno di quelli che vedevo da piccolo che rimpiangevano "la musica di una volta" o "i film in bianco e nero"...

tornando al tema principale, e' vero, il pdf sfruttato per regolamenti gdr e simili e' il futuro.
come ho gia' detto per Mutants & Masterminds (ma sicuramente anche per altri gdr) fanno prima la versione in pdf e poi quella stampata.
i vantaggi sono il costo e la possibilita' di fare un errata in un secondo tempo.

inoltre in questo modo si incoraggiano le autoproduzioni. gia' su ** you do not have permission to see this link ** si possono acquistare avventure e moduli in pdf, molte delle quali scritte dai giocatori stessi. se uno sa smanettare bene con grafica ne escono prodotti molto validi.

1236 Messaggi
(Offline)
3
Febbraio 18, 2007 - 6:52 pm

Credo anch'io che il tempo dei giochi di ruolo "tradizionali" sia tramontato; il problema dei costi di produzione è il primo, il problema dei giochi online (che in ogni caso non sono giochi di ruolo - Di Sacco dovrebbe forse approfondire la sua analisi) è il secondo, ma non trascuriamo anche altri elementi nel nostro ragionamento, come "Magic" e "Warhammer" che dieci anni fa hanno trasformato il gioco da non competitivo a competitivo (con le implicazioni che ne derivano), e come la crisi generalizzata di idee (direi che un buon 75% delle ultime produzioni cinematografiche di successo è fatto di remakes?)

Direi ancora una cosa... con la trasformazione in pochi anni del panorama ludico in Italia dallo scenario: "gioco con gli amici, con qualche regolamento e le sue espansioni", allo scenario: "gioco nella ludoteca/negozio e sono bombardato di roba a tal punto che tutto diventa superfluo e inutile", gli editori non possono fare altro che fermare le produzioni... il mercato è saturo. Quello che si vende è legato quasi esclusivamente ai giochi competitivi, e principalmente perché al torneo dell'edizione "B" può partecipare soltanto chi ha la miniatura "X" e quindi deve comprarla; anche "Dungeons&Dragons", con l'edizione 3, si è avviato in quella direzione (se non giochi a 3.5.1.2.7, che mi sembra quasi una versione di Oracle Server, sei "outré"...)

Guatoman ha ragione. L'autoproduzione, in .pdf (come dice Ciro) ma non solo, affiancata alla multimedialità, ci potrà dare bellissime sorprese. Ho, sui miei scaffali, molti giochi di ruolo usciti negli anni 80 che non erano nient'altro che autoproduzioni e che hanno contenuti stupendi. Pensiamo a come abbiamo trasformato il gioco del nostro piccolo gruppo grazie alla tecnologia e già possiamo avere un'idea di quello che sarà possibile. Ci vorrà un po' di pazienza; d'altra parte c'è sempre un periodo "buio" fra un modo di giocare e quello successivo.

Per quanto riguarda il mondo gioco online, MMORPG, ecc. ecc... la mia opinione è nota... belli, fatti bene, tutto quello che vuoi... tremendamente noiosi alla fine e privi degli elementi che rendono bello il gioco di ruolo attorno al tavolo.

570 Messaggi
(Offline)
4
Febbraio 19, 2007 - 11:37 am

Se non altro, dopo averne già discusso molte volte approfonditamente fra di noi, abbiamo una certezza. Il gioco di ruolo, senza scendere nelle solite analisi che partono dalle origini, è una passione che per sua natura va coltivata a livello interpersonale, dal vivo. La prova tangibile l'abbiamo avuta con Helendil, che iscrittosi alle nostre attività per videogiocare con i vari rpg computerizzati una volta provato il gioco di ruolo intorno a un tavolo non ha più saputo farne a meno. E' un dato di fatto da tenere bene a mente, un punto di (ri)partenza per coloro che coltivano la nostra passione.
Se non altro la tecnologia, come dovrebbe essere per tutto, è un mezzo che apre nuove frontiere e questo non potrà altro che giovare se sfruttata nel modo corretto.

1236 Messaggi
(Offline)
5
Febbraio 19, 2007 - 7:13 pm

Gioco di ruolo tradizionale (ovvero fatto di persona, seduti assieme) e gioco di ruolo in rete (MMORPG e correlati) non hanno praticamente nulla in comune (si, c'è qualcuno che dice che sono la stessa cosa perché il tuo personaggio "passa di livello" 8) ... ehm...)

Per molti motivi, il computer e la rete non possono essere visti solo come strumento che permette ai giocatori di interagire sostituendosi a carta e matita; la rete, l'interfaccia digitale introducono uno strato spersonalizzante. Non è più una Gestalt, il pc non è solo lo strumento ma fa anche da "mediatore" (i MMORPG hanno delle regole costruite nel software che non solo esclusivamente regole di gioco, ma anche obiettivi, norme di comportamento ecc. e quindi si affiancano al Narratore). A meno che non si volesse "umanizzare" il pc, elevandolo al ruolo di... giocatore di ruolo che entra quindi a far parte della Gestalt 🙄 . Il che mi sembra che non sia possibile, allo stato attuale, per quanto io creda molto che si arriverà effettivamente a un computer dotato di personalità.

Sono due giochi, quindi, completamente estranei, che difficilmente si incontrano. Alcuni del nostro gruppo praticano entrambe le forme di gioco e potrebbero spiegarci con facilità perché alla fine hanno continuato a coltivarle separatamente.

Entrambi sono belli, ma bisognerebbe chiamarli diversamente - è un pò come il pallone e il tennis, sono entrambi sport e si giocano con una palla... fine della similitudine...

570 Messaggi
(Offline)
6
Febbraio 19, 2007 - 7:18 pm

O forse ancora meglio, rende la similitudine tra il giocare a calcio e giocare a Fifa 2007. 🙂

Timezone del forum:Europe/Rome
Tutti i Feed RSS Visualizza Statistiche
Moderatori:
Tuija
Top Poster:
Buzz: 289
Rinil: 63
Reds74: 38
corian: 34
Nuovi Iscritti:
Statistiche Forum:
Gruppi:9
Forum:49
Discussioni:1138
Messaggi:5709

 

Statistiche utente:
Ospiti: 1
Utenti: 128
Moderatori: 1
Amministratori: 5
Numero più alto di Utenti Collegati: 81
Attualmente Online:
Ospite(i) 21
Attualmente su questa Pagina:
1 Ospite(i)
TRIESTE.news @ direttore responsabile e giornalista
Vai alla barra degli strumenti