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Role-playing beyond playing a role
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1
Aprile 18, 2006 - 11:10 am

Il post di Tiercullus sull'erotismo, e quindi sull'interpretazione in senso ampio del termine, nonchè altre riflessioni emerse in giro per il forum mi fanno sorgere spontaneamente delle analisi estemporanee.
Per una sorta di timidezza intellettiva non ho mai sollevato l'argomento in questi giorni di ampie dissertazioni affrontate con i vari apassionati, ma a proposito di maschere, credo che il sito sia il luogo adatto (è più potenzialmente riflessivo) per argomentazioni del genere.
Il mio (ed è importante sottolineare che è solo "il mio") punto di vista sul gioco di ruolo, si basa fondamentalmente sulla necessità atavica, insita nella natura umana, del costrutto psicosociale, di spersonalizzazione e successiva reimpersonazione. Detto più semplicemente, per l'appunto, il gioco delle parti. Andrebbe fatto un discorso talmente ampio e complesso, sulla recitazione, sul mimo, sull'interpretazione del sè e dell'altro che è meglio fermarsi qui come base di inizio.
Tra l'altro, non mi permetto di fare analisi scientifiche perchè non ne ho le basi accademiche (se non in parte per puro gusto personale) e non ne sarei quindi capace ma vorrei partire da una sensazione innata, pura e spontanea, che vivo da quando ho undici anni.
Questo spunto mi serve solamente per proporre una raccolta di opinioni su un particolare modo di giocare e di fare serate di ruolo, che mi porto dietro da molti anni ma che raramente ho proposto per non sembrare invasato, impopolare, esagerato.
Ho sempre dato molta importanza all'ambiente in cui si gioca e agli elementi che lo compongono: stanza, illuminazione, ambiente sonoro. Quello di cui vorrei parlare specificatamente è il discorso illuminazione che può essere ridotto a una domanda molto semplice. E' capitato spesso infatti che nel passato io e alcuni amici che la pensavano come me sulla necessità di aiutarsi a creare la dovuta spersonalizzazione, giocassimo a lume di candela, creando un'ambiente onirico, distante, caldo, quasi bruciato. Sarà difficile che lo proponga ancora ma vorrei sapere, se mai aveste vissuto questa particolare esperienza che cosa ne pensate.

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2
Aprile 18, 2006 - 1:04 pm

devo dire che hai ragione Elrond.
l'ambiente circostante aiuta ad immedesimarsi di piu' nella situazione.
la cosa che mi piace di piu' e' quando giocando riesci quasi a sfiorare la realta' che in quel momento si sta creando, come se si aprisse una varco verso il mondo che con il gdr abbiamo creato (ecco cosi' adesso non sei l'unico invasato!)

sono un grande sostenitore di questi artefizi (musica, luci e altro). con l'era della tecnologia anche il computer diventa un buon alleato (per un gioco tipo spionistico ci e' stato fatto un introduzione tipo Mission Impossible grazie ad un PC).

tutto cio' ovviamente usato con moderazione.

non so se rammenti un periodo dei Cava quando c'era Ratto master che assieme ad altri giocava a Vampiri nella completa oscurita'.
beh, questa mi sembra un po' un esagerazione!

una cosa bella da usare, che pero' non ho ancora provato sarebbe dei samples per ricreare un certo ambiente.
mi spiego: se mi trovo vicino al mare metto su una traccia con rumori di onde, se e' una bella giornata, metto la traccia con gli uccellini che cinguettano e cosi' via.

mmmm... dovro' cominciare a cercarli su internet...

570 Messaggi
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3
Aprile 18, 2006 - 1:32 pm

Infatti già ne parlavo con Tiercullus che tutto ha un limite. Il gioco di ruolo in sè è un'arte che, come tutte le arti, ha i suoi canoni, la sua natura, la sua connotazione oltre i quali non si può andare altrimenti si tratta di altro.
Senza fare nomi, non considero nemmeno certi esempi per non essere troppo "estremista" nell'altro senso, sapendo quanto io stesso sia radicale per certe cose, anche se oggettivamente l'esperimento limite che hai citato potrebbe essere interessante.
Ad esempio, senza criticare aspramente questa versione, non sono mai stato un amante del gioco di ruolo dal vivo che secondo me si distacca completamente come concetto da quello che vorrebbe e dovrebbe essere il gioco di ruolo, avvicinandosi molto di più alla personificazione (e non all'impersonificazione... ) di un modello desiderato fisicamente, piuttosto che ispirato dalla mente. C'è una parte di analisi di sè e delle situazioni irreali, nonchè di introspezione nel gioco di ruolo tradizionale, findamentali, che credo manchi completamente quando l'interpretazione della fantasia (notare infatti il paradosso) tende ad avvicinarsi sempre più alla "realtà", intesa come tangibilità materiale della situazione.
Tra l'altro, come una gloriosa regola del manuale del giocatore di D&D basico ricorda a lettere cubitali, "I giocatori non sono i personaggi!".
Ambiente, luci, suoni e materiali a disposizione dei giocatori dovrebbero sempre essere in funzione di questi, piuttosto che fini a loro stessi.

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4
Aprile 18, 2006 - 3:47 pm

Mah, credo che la questione delle luci soffuse e quella del supporto multimediale possano rispondere ad esigenze diverse, anche se poi il risultato cui portano può essere comune.
Il giocare con un illuminazione più bassa, magari a luce di candela, dove vedi e non vedi i volti degli altri giocatori nonché quello del master aiuta a mio avviso a estraniarsi dalla realtà, ad essere meno distratti da stimoli sensoriali diversi da quelli descritti e previsti dalla sessione di gioco. Aiuta a concentrarsi su se stessi, invita a guardare dentro di sè per concentrarsi sulla storia e soprattutto sul personaggio che abbiamo scelto e farlo nostro, farlo diventare parte di noi.
L'oscurità inoltre favorisce un altro processo estremamente importante: aiuta a tirar fuori il nostro vero io, quello che molto spesso nascondiamo o proteggiamo nella vita di ogni giorno. Quello che invece a volte risulta molto più evidente e simile a se stesso proprio nei nostri personaggi. Come sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto, è molto più facile uscire allo scoperto nella penombra, perché in un certo senso si ha la sensazione che nel buio non ci sia nessuno o che sia talmente immateriale, che la sua presenza sia talmente marginale che infondo, è come se parlassimo e ci mostrassimo soltanto a noi stessi.
Credo quindi che il giocare con le luci soffuse ci aiuti essenzialmente a dimenticarci la realtà e a lasciarla fuori dal gioco.

106 Messaggi
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5
Aprile 18, 2006 - 3:58 pm

La questione dei supporti multimediali è invece una cosa diversa. Serve semplicemente ad aiutare la fantasia, ad entrare nella mente dei giocatori in maniera più concreta, più diretta.
Questa funzione può essere tanto più fondamentale, quanta più difficoltà hanno i giocatori a entrare nella finzione del gioco e a immaginare tutto quello che viene descritto.
Questa difficoltà può essere dovuta, certamente, anche all'abilità del master nel descrivere l'ambiente che ci circonda e quello che vi accade, ma anche da come funziona il cervello di alcuni giocatori.
Parlo di funzionamento del cervello e non di mera immaginazione perché ritengo che si tratti di due cose diverse.
Mi spiego. Avere una fervida immaginazione per creare nella nostra mente paesaggi, situazioni mai viste nel reale è una cosa, riuscire a visualizzare (letteralmente!) quanto viene descritto da altri, sia nel gioco che, per dire, nella lettura di un libro, è un altra cosa.
In questo senso il trasmettere un'immagine, far sentire dei suoni, cercare di dare dei punti di riferimento concreti al giocatore, può aiutare molto questo processo, specialmente perché aiuta l'intero party a procedere di pari passo e su binari comuni.
Chiaro però che anche in questo senso non bisogna strafare... la fantasia e l'immaginazione dei giocatori possono essere aiutate, ma non tarpate o scoraggiate... in fin dei conti se non avessimo tutti bisogno di dare sfogo alla nostra fantasia, che giocheremo di ruolo a fare?!

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6
Aprile 19, 2006 - 1:42 am

anch'io non apprezzo molto il GdR dal vivo.
ricordo con orrore alcune di Vampiri! che tristezza... ore a parlare come degli idioti...
le uniche che mi sono piaciute erano quelle in cui ci si e' organizzati un po' meglio.
indimenticabile quella con Nardo serial killer!!! 😀

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7
Aprile 19, 2006 - 7:26 pm

Credo che il trucco della serata "Live" con Nardo (che è rimasta nella storia, onestamente) fosse il fatto che ci fosse effettivamente una trama predefinita, una regia.

Tutte le altre di "Vampire" in Live che ho visto (mai partecipato direttamente, ma piaceva ad Altea e l'ho accompagnata un paio di volte) erano più o meno un "Mi trovo là vestito sul Dark e comincio a parlare a bassa voce di più o meno qualche roba che mi viene in mente", mi sembrava con poca o nessuna preparazione (non mi scorderò mai di Ermanno in un canton per due ore a Gorizia, nel giardinetto, che aspettava non so ben che cosa). Anche un gioco di ruolo tradizionale fa pietà se non prepari l'avventura e la scenografia, figuriamoci uno dal vivo...

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8
Aprile 20, 2006 - 12:27 pm

Ciao, mi collego a questa discussione , che se seguita in tutto il suo filo è molto vasta e articolata; ricordiamoci che il gdr ha dei rischi di proiezione grossi, il master si sobbarca un ruolo molto difficile, specialmente quando lavora con materiale completamente suo, e non con avventure preconfezionate o con filoni letterari che hanno una loro connotazione molto definita...i non player sono fondamentali; qui apro una parentesi:
Tiercullus ha parlato della introduzione degli avatars (figurini in formato tipo foto dei personaggi ) ma non era la rpima volta che vedevo un master dare un volto definito ai personaggi, le caratteristiche geniali per me sono due nel lavoro di Robi:
1) ha trattato le immagini con dei filtri simili per dare una certa impronta stilistica alle immagini
2)i mini portafoto sono la vera trovata; grazie ad essi le immagini sono messe perennemente in primo piano e il giocatore è praticamente si trova faccia a faccia con gli npc..e questa sembra cosa da poco ma se ci pensate rende le cose diverse.
i non-player sono il tramite del master con i giocatori e viceversa..è attraverso essi che avviene l'interazione con il contesto narrato.
Adesso sto facendo da master ad un avventura preconfezionata ( e pure bene ) per cui non vado molto più in là dele consegne, ma sto studiando cyberpunk e direi che con la bella stagione mi muoverò e allora metterò in pratica molte delle cose imparate sin qui dal confronto di idee che germina in Esaedro...alla fine uno dei motivi migliori che ci sono per creare un' associazione, quando c'è un REALE fil rouge che unisce le persone che lo fanno...e in questo casso direi che i presupposti ci sono 😀

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9
Aprile 20, 2006 - 12:53 pm

Lontani dal gioco di ruolo coloro che bloccano il filo dell'immaginazione per rimarcare che quella tabella dice, piuttosto che quell'altra.. .
Cerco di riassumere in breve quello che credo sia fondamentale non dimenticare mai. Spero di non cadere mai nell'errore di scendere troppo nel nozionismo scientifico, perchè altrimenti farei il percorso inverso a quello che vorrei fare.
Interpretare, impersonare, essere altri, come gioco, è chiaro sia un bisogno quasi istintivo dell'uomo, che trascende i tempi. Fermandoci al nostro piccolo hobby, che nonostante questa peculiarità è in sè un arte vera e propria (senza scomodare paragoni con teatro, danza, ritualità religiose), bisogna cercare di capire quale sia la sua sostanza senza travalicarla. Dare un senso alla passione che ci accomuna, cercando di coltivarla prima di tutto per quello che è: una rappresentazione culturale che viene da lontano, che ci permette di liberare mente ed emozioni attraverso canali irreali, alcuna volte irrazionali. Pensiamo a quella che è l'ambientazione regina del gioco di ruolo e cioè il fantasy. Essa è il contesto per lo più ideale, traendo dalla letteratura, quindi dai miti stessi di ogni cultura presente nel mondo, il necessario canale per manifestarsi.
Spero di non saltare di palo in frasca, ma questo discorso mi serve per riagganciarmi agli strumenti di supporto al gioco, come Winny coglie appieno.
Così gli avatar, i ritratti dei personaggi non giocanti utilizzati da Tiercullus. Abbozzati, trattati, appena accennati eppure vivi nei loro lineamenti e colori sgargianti diventano il filtro essenziale che serve a liberare l'impersonificazione dei personaggi giocanti. Non è quindi il master a parlare, ma sono tutte le sue creazioni di supporto. E non è lui che viene guardato dritto negli occhi (seppur qualche volta, distrattamente) ma quei personaggi che dalla carta prendono vita nella mente del giocatore. Quasi a guardarli nella penombra, quando comunque il ricordo nei giorni successivi rimane preciso e dettagliato come fosse stata realtà.
Ed è quello che dovrebbe essere. Come fosse stato. Ne di più. Ne di meno.

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10
Aprile 21, 2006 - 7:18 pm

Tiercullus molte volte sperimenta nel gioco di ruolo delle soluzioni che in realtà sono frutto di intuizione, non di ragionamento... non so quindi se si possa definire "genialità". Winny, ti ringrazio molto, ma mi sento di dire che si tratta più forse di sensibilità; questa sì, probabilmente non mi è mai mancata, il genio è molto distante ...

Lontani dal gioco di ruolo coloro che bloccano il filo dell'immaginazione per rimarcare che quella tabella dice, piuttosto che quell'altra... E non è lui che viene guardato dritto negli occhi (seppur qualche volta, distrattamente) ma quei personaggi che dalla carta prendono vita nella mente del giocatore. Quasi a guardarli nella penombra, quando comunque il ricordo nei giorni successivi rimane preciso e dettagliato come fosse stata realtà.

Questo è il punto. Riprendendo da un mio post precedente:

"Qualcosa di ignoto" ... In entrambi i casi la chiave di questo successo fu l'impersonalità del Master, il suo non essere realmente presente fisicamente ma solo come voce narrante, con il viso nascosto nell'ombra delle luci soffuse della stanza...

La mia presenza come Master in un'avventura vuole proprio essere quella di voce narrante, non di protagonista. Non è di certo una cosa che ho inventato io, e come dicevamo ieri sera molto mi è rimasto dell'esperienza e dei ricordi dei radiodrammi che ho ascoltato da bambino e da adulto.

** you do not have permission to see this link **

Non è facile da fare, non è una condizione semplice da raggiungere; ma se il Master riesce ad essere solo voce, e a far sì che i protagonisti siano i giocatori e, attraverso di lui, i personaggi non giocanti ciascuno con la propria personalità, immagine e carattere, allora la serata non potrà che aver successo.

Occorre però fare molta attenzione, perché se il Master è solo luce soffusa, candele e voci da para, la serata sarà una para.

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11
Maggio 11, 2006 - 2:43 pm

Ieri sera ho provato a inserire un nuovo e ulteriore elemento di supporto al gioco di ruolo. Essendo l'avventura di D&D per lo più ambientata in "circostanze elfiche" ho portato un bruciatore di olii essenziali che permetesse di diffondere nella sala un particolare profumo che richiamasse anche l'olfatto a tale situazione.
Tutto tenuto abbastanza egregiamente sotto controllo, dato che va apposta una candelina accesa sotto il bruciatore, spero sia stata un'innovazione apprezzata, nonostante debba dire che perchè si percepisse meglio l'essenza avrei dovuto versarne qualche goccia in più. Non volevo però che desse fastidio, sapendo che alcuni possono essere particolarmente sensibili o allergici.

PS: Si invita a desistere da tali situazioni in sede, aspiranti Grisù e Neroni.

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12
Maggio 11, 2006 - 6:16 pm

Allora come già discusso con Elrond, ho due posizioni su questo, un poco duali si potrebbe dire...

Tutto tenuto abbastanza egregiamente sotto controllo, dato che va apposta una candelina accesa sotto il bruciatore

The President vi prega, ALWAYS, FROM NOW ON, di astenervi dall'utilizzare fiamme libere di qualsiasi genere in sede, scaldini e apparecchi elettrici che non siano stati prima visionati assieme... anni fa, il Club 3M di Modena andò a fuoco, credo pochi si ricordino ma io ricordo molto bene perché era presidente il mio carissimo amico "Puvio" Puviani ...

Ieri sera ho provato a inserire un nuovo e ulteriore elemento di supporto al gioco di ruolo. Essendo l'avventura di D&D per lo più ambientata in "circostanze elfiche"

Questo può essere interessante (una volta risolto il problema delle fiamme libere e scaldini vari). Però insisterei sul fatto di non esagerare con gli ausili al gioco, perché potremmo rischiare di spostare il fuoco (simpatico gioco di parole eh eh Laugh ) dell'azione dal gioco di ruolo agli ausili stessi. Poi, onestamente, il discorso degli odori è una cosa delicata: ad esempio personalmente gli oli essenziali con rare eccezioni (sauna, ecc.) mi danno un terribile fastidio, e so che anche Ovoloff ha problemi con gli incensi vari dei nostri vicini di stanza ...

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13
Maggio 12, 2006 - 9:03 am

"scaldini e apparecchi elettrici che non siano stati prima visionati assieme... anni fa, il Club 3M di Modena andò a fuoco, credo pochi si ricordino ma io ricordo molto bene perché era presidente il mio carissimo amico "Puvio" Puviani ... "

Anche per questo sono molto selettivo quando c'è da ammettere qualche nuovo socio.
L'aggeggio per gli olii l'ho visionato insieme al vicepresidente. Laugh Laugh Laugh
Per questo invito qualsiasi altro socio ad ascoltare sia le mie che le tue giustissime raccomandazioni su tali pratiche.
Per quanto riguarda anche le allergie, come già detto, tutto è stato fatto ponderando anche questo eventuale problema.

Ma sposterei questo tipo di dissertazione, regole, buone norme di comportamento e limitazioni, in un topic adatto, che già da tempo pensavo di aprire. Anche per altri motivi già discussi di recente con Honeypot.

31 Messaggi
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14
Luglio 7, 2006 - 4:46 pm

Uhm un po' tutti i giocatori nel bene e nel male hanno cercato di mettere un po' di loro nelle sedute di GDR il punto è che stà al master la parte più faticosa, sopratutto se uno dei giocatori non ha afferrato lo spirito oppure se addirittura è completamente sfasato dal resto del party !

Non solo un giocatore poco interessato può rovinare un party ma addirittura ho visto party le cui sedute stridevano (come unghie sulla lavagna) se il uno dei giocatori voleva essere un po' più preso degli altri.

Ricordo un Rodolfo Rosini che prendeva me e altri giocatori alle prime armi e che non avevano ancora nemmeno 17 anni che ci portava a forza in serate ONE SHOT dove le schede alle volte non venivano nemmeno prese in considerazione e dove le descrizioni delle situazioni erano fluide e colorate come su un dipinto rinascimentale !
Quelle erano emozioni che ricordo come echi lontani e che per fortuna riesco ancora a riprodurre nelle mie sedute !

Dire che un gdr è mera finzione è come dire che semplicemente ciò che viviamo al di fuori dei nostri sensi non sia parte di noi !

Si sono anche io un'invasato un Nerd oppure uno che non ci stà con la testa, ma sapete una cosa aver preso parte a delle situazioni e a delle avventure così tangibili mi fa sospettare che non sempre una cosa deve essere vera per essere importante comunque !

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