differenze tra giocatore e personaggio | In generale sul Gioco di Ruolo | Forum

Ambito del forum


Confronta



Opzioni del forum



Lunghezza min ricerca: 3 caratteri - Lunghezza max ricerca: 84 caratteri
Password persa?
sp_TopicIcon
differenze tra giocatore e personaggio
RSS
106 Messaggi
(Offline)
1
Luglio 8, 2006 - 12:50 pm

Colgo l'ultimo spunto offerto da Sanson per aprire un topic su un argomento in realtà già sfiorato qua e là in altra sede da più di qualcuno.

Sanson said:
Chi è che non si ricorda di un party in cui un giocatore che tiene un personaggio con basso carisma faceva da capo e invece un giocatore purtroppo poco abile (o troppo timido) con un personaggio con un buon carisma finiva per essere poco più che un pratico decoro?

Già. Sia che le caratteristiche vengano determinate in modo del tutto arbitrario (ovvero non solo ogni punteggio è deciso da un tiro di dadi, ma anche la ditribuzione dei vari punteggi nelle singole caratteristiche è fissa e non può essere scelta dal giocatore) o che il master conceda un certo grado di libertà al giocatore nel definire il proprio personaggio non è insolito che ci si trovi difronte a modi di giocare che poco riflettono quanto indicato sulla scheda.

Questo può essere dovuto a vari fattori, ma a mio avviso essenzialmente riguarda il fatto che ogni personaggio, anche quello apparentemente più lontano da quello che siamo noi nella vita di ogni giorno, in realtà parla di noi. Per tirar fuori determinate caratteristiche in un personaggio, dobbiamo prima possederle (anche solo in forma latente) dentro di noi. Possiamo sviluppare potenziali caratteristiche che per vari motivi in noi non sono mai emerse, ma non possiamo crearle dal nulla.

501 Messaggi
(Offline)
2
Luglio 9, 2006 - 12:10 pm

a me vengono in mente quelle situazioni in cui un personaggio e' il solito "macho spacca/ammazza" mentre il personaggio e' un "nerd intellettuale" e deve pero' evitare di dare informazione che il personaggio non ha. facilmente gestibile pero' secondo me.

quella invece piu' difficile e' quella in cui uno fa un personaggio esperto in astrofisica e si ritrova con il master che dopo ogni tiro di dado gli dice le informazioni che ha scoperto e il player come un pappagallo le ripete agli altri giocatori.
ingestibile e anche nociva al divertimento.

452 Messaggi
(Offline)
3
Luglio 9, 2006 - 12:12 pm

in realtà qui il master gioca un ruolo fondamentale...l'esempio del carisma sarebbe da gestire costringendo alla fine di ogni discorso il pg ad un bel tiro di dadi ( i dadi non mentono) in caso di successo tutto ok, altrimenti il party riceverebbe l'indicazione"per voi el disi monade".
In realtà poi a ben vedere sono in minoranza i giochi in cui questo dato è determinato. Più spesso viene lasciata questa caratteristica all'estro naturale dei giuocatori. In caso contrario credo comunque che la caratteristica discordante vada usata oggettivamnte solo in certi frangenti con i pg, sempre invece con gli png.

31 Messaggi
(Offline)
4
Luglio 10, 2006 - 11:41 am

Nella comunicazione tra i tre elementi del gioco :
-Giocatore vs altro Giocatore
-Giocatore vs Master
-Giocatore vs Non-player

C'è anche da considerare un fattore poco evidente e alle volte ignorato per scelta e cioè :

-Giocatore vs il proprio Personaggio

Questo tipo di sdoppiamento di personalità per molti giocatori è istintivo e quindi nemmeno considerato, per altri non esiste e basta, per altri è netto e chiaro per altri ancora è uno stato di immedesimazione coscente (una sorta di metodo di recitazione), per altri ancora è una fuga dalla realtà potente e profonda che se mal gestita può portare a una sorta di tuffo nel buio della personalità.

Se fossimo tutti a vederla nello stesso modo gran parte delle discussioni che vengono proposte e affrontate non credo nemmeno ci sarebbero, o per lo meno non ci sarebbero tante discordanze tra un modo di giocare / masterizzare / interpretare ....

Dopo aver fatto questa mia (probabilmente noiosa) premessa dove per una volta ho evitato di citare il paradigma della MASCHERA E IL VOLTO quasi solo per darne una visione più personale e magari meno canonica; direi che il conflitto tra i vari elementi del dialogo possono creare una energia o comunque essere il motore per dare alle partite un'impronta irripetibile e che nel tempo si cercherà di imitare o di evitare a seconda delle sensazioni che possono aver portato ad affiorare.
Quindi in realtà secondo il mio (non sempre condiviso) avviso il giocatore da agli altri una buona interpretazione del personaggio solo se piace agli altri come viene espresso nella giocata, per essere meno provocatorio vi porterò degli esempi di massima :

- Mio caro amico che per vari anni ha sempre tenuto un barbaro di D&D piuttosto taciturno ma anche (caso vuole) poco avezzo al provocare tafferugli e risse nelle taverne, la sua recitazione vista la sua voce gutturale (non il personaggio ma il giocatore) era proprio unica, dove il suo stare praticamente muto per tutta la seduta accennando soltanto a dei "si" oppure "no" oppure frasi di non più di sei parole come: "Tempuuuus" o ancora "Ahaha ! Una birra !" era considerato dal master come saggezza e carattere !
Non tutti erano d'accordo sai com'è se ti sgoli per tutta la seduta e poi vieni valutato allo stesso modo di uno che invece è stato zitto, lungo andare lo puoi reputare sfrustrante ! Stà di fatto che non in tutti i party avrebbe fatto una gran bella figura o sarebbe stato considerato un buon giocatore.

- un giocatore che poteva partecipare alle sedute pomeridiane solo dalle cinque in poi aveva il suo mago del fuoco tenuto dal master per metà partita e il carattere del mago era praticamente intrattabile tirannico e linearmente perfettamente attaccato alla trama tanto da farne attivamente parte, non era realmente avvicinabile visto il ruolo di signore della città che ricopriva, poi di colpo appena il proprietario arrivava sul tavolo da gioco i modi del personaggio si addolcivano ed era persino possibile parlarci con fare amichevole però stranamente tutto quello che ci aveva chiesto di fare cambiava "dal giorno alla notte" e la sua connessione alla trama era così eterea e indefinita da lasciare tutti (master compreso) spiazzati, per non parlare del suo carattere distruttivo che lo portava a niente di concludente ne nel bene ne nel male !

Ergo se magari fossero stati circondati da altri giocatori o tenuti su da altri Master le loro azioni sarebbero sembrate più o meno sensate oltre che più o meno giustificabili.

Quindi resto dell'avviso che se un giocatore si ritrova in difficoltà in una partita perché si sente poco adatto al personaggio o addirittura imbranato nel tenerlo prima di tutto bisognerebbe vedere che cosa fa il Master di sbagliato nel gestirlo o che cosa fanno realmente gli altri giocatori per renderlo più a suo agio. In fondo il gioco di ruolo scorre bene se c'è intesa tra tutti i pezzi del party che siano novizi o no !
Io stesso non potrei gestire personaggi con un certo tipo di carattere con certi giocatori solo perché alcuni miei atteggiamenti non verrebbero accettati.

84 Messaggi
(Offline)
5
Luglio 11, 2006 - 3:13 pm

MMMMMHH INTERESSANTE!
gli interventi che avete fatto sono molto interessanti.
😯 Mi ricordo il giocatore che Sanson ha descritto.Quello con la voce gutturale... per me è rimasto un mito... un personaggio (nel senso di persona).

Ma non prendetevela se ritorno alle parole iniziali di Honeypot, che vorrei riassumere in questi concetti in sintesi.

1) La personalità del giocatore non è filtrata dalla scheda del PG. Cioè un Giocatore esuberante non riesce a fare un timido e taciturno scudiero accanto al leggendario paladino.
Risultato:
scudiero carica drago
paladino rimane impietrito in un imbarazzante silenzio 🙂
2)Il PG riflette in parte aspetti caratteriali del giocatore. Per dare spessore al PG il giocatore deve possedere dentro di se le caratteristiche che desidera evidenziare. Quindi le azioni del PG potranno essere: vili, coraggiose, romantiche, intelligenti, astute.... solo se il giocatore possiede tali caratteristiche.

Per quanto riguarda il punto 1 concordo con Winny... il master deve regolare le incongruenze di gioco. Se un giocatore non rispetta la scheda ed il background, è un cattivo giocatore e non sa giocare...

Il punto due a mio avviso è molto profondo e troppo soggettivo che non credo sia possibile generalizzare.
Non sono molto d'accordo comunque. Credo che tutti noi conosciamo innumerevoli aspetti del carattere umano. Basta ispirarci ad una persona che conosciamo, ad un attore, ad un personaggio di qualche film... per dare lo spessore ricercato al nostro PG. Non è necessario possedere tali aspetti caratteriali.
Giocatori meno esperti, "mettono in piazza" parti di se stessi. Per questo è interessante scoprire le persone che giocano. In questo caso concordo quindi con Honey. Mi sono sorpreso molte volte di vedere atteggiamenti malvagi in persone che non mi sarei mai aspettato riuscissero ad averli.
Io stesso adoro interpretare malvagi solo per sperimentare che cosa si prova a fare del male... ma alla fine emerge sempre l'unico personaggio che riesco ad interpretare: Don Chisciotte. 😀

😯 Accidenti... ma allora non so giocare!
Ed io che mi sono esaltato con tutta quella valanga di PX accumulati nel deserto del grande Harad :roll

31 Messaggi
(Offline)
6
Luglio 11, 2006 - 3:36 pm

Io semplicemente non sono dell'avviso che esista qualcuno che non sappia giocare e qualcuno invece che lo sà fare !

Per me è solo una questione di quanto si riesce a disinibirsi, da lì si scopre che si è più protesi verso una certa tipologia di personaggi (vedi il ladro o lo spadaccino romantico) e quindi anche facilmente verso (immaginiamolo come una scala di difficoltà) il secondo gradino e cioè il suo esatto opposto per poi prendere confidenza con altri stereotipi fino ad arrivare a cercare di non fare niente che non sia totalmente al di fuori del già fatto o già visto.

C'è poi anche il periodo buono in cui si è rilassati e tranquilli (uhm quasi non me lo ricordo più e voi ?) in cui si è più propensi a fare qualcosa di assolutamente stravagante e allegramente spensierato.

E come ogni moneta anche questo ha il suo contrario, e quindi può capitare il periodo veramente deprimente dove riuscire a darsi alla pazza gioia o allo sfogo è l'unico desiderio che si vuole esaudire e quindi giù a fare il mercenario o il criminale o semplicemente il Gatsu di turno !

Ricordo alcuni speciali della rivista Kaos dove elencavano alcune tipologie di master e di giocatori quella che ricorderò sempre è ....

.... il giocatore (o master) vendicativo :

... "AH! E così Gabriella non vuoi uscire con me stasera ?"

.... "Bene allora mi sà che non riuscirò a fermare tutti gli orchetti ! Coome mi dispiace !"

Poi c'è gente che già dalla prima seduta sembrano già a loro agio nelle vesti di chiunque !
Mha e se fosse solo apparenza ? E se invece di essere portati per il gioco non fossero solo empaticamente portati all'accomodare le esigenze del resto dei giocatori primo fra tutti il Master ?

E' un dubbio che mi sono sempre posto ! Affrontiamo tutti il dilemma di dire quello che direbbe il nostro personaggio oppure "bariamo" e diciamo quello che crediamo si aspettano gli altri da noi ?
In fondo il risultato dovrebbe essere lo stesso esternamente, ma internamente invece di un liberarsi non ci dovrebbe essere un'opprimersi ?
Non è quello che ci insegna la nostra società ? Perché si dovrebbe nel gioco ragionare in modo diverso ?

P.s.: Come mi piace don chisciotte ! Uhhuuh non hai idea !
E' di un romantico, poetico e di un disilludente pazzesco !
Vorrei anch'io aver scritto un romanzo come quello, solo per esorcizzare le manie che Cervantes aveva !

84 Messaggi
(Offline)
7
Luglio 11, 2006 - 4:01 pm

Vero Sanson!
Hai centrato il bersaglio con il discorso di riuscire a disinibirsi quando si gioca. Il problema è tutto là. Ecco perchè con certe persone si riesce a giocare e con altre fai una fatica del diavolo. Il GDR è pur sempre un gioco di interazione sociale. Il gioco segue le regole del manuale ma segue anche le regole sociali di un "gruppo"....

Ma Honey afferma che per poter giocare con un certo PG... il Giocatore deve possedere la componente caratteriale richiesta per interpretare il PG. Tale componente è personale (anche latente). Mi ricordo una piacevole serata passata a conversare proprio su qusto aspetto. Cioè il gioco ci permette di esplorare degli aspetti caratteriali che sono assopiti... MA CHE ESISTONO IN NOI!.

Quindi....
ipotizzando una condizione di grazia in cui ogni inibizione è assente:
- io sostengo che un Giocatore può mettere in gioco qualsiasi aspetto caratteriale umano perchè fanno tutti parte dell'essere umano.
- Mentre Honey sostiene che il giocatore potrà mettere in gioco solo alcuni aspetti caratteriali che gli appartengono, che siano latenti o no, ma devono esistere nel giocatore.

Correggimi se sbaglio Honeypot 🙂

31 Messaggi
(Offline)
8
Luglio 11, 2006 - 4:47 pm

Pierpaludicus said:
Quindi....
ipotizzando una condizione di grazia in cui ogni inibizione è assente:
- io sostengo che un Giocatore può mettere in gioco qualsiasi aspetto caratteriale umano perchè fanno tutti parte dell'essere umano.

Se condo me è addirittura superabile il piano umano moderno, e addirittura si potrebbe sostenere di poter toccare il piano alieno !
Ok ok ! Mi state vedendo come un pazzo ma per favore segiute il mio ragionamento e poi datemi del PAZZO !
Di per se noi abbiamo un modo di ragionare derivante dalla nostra cultura età sesso ed mera esperienza personale e quindi inripetibile; se però noi tendiamo a vestire volti che in qualche modo ci riflettono tendiamo anche a decidere di quanto lo facciano e allora perché non pensare alla possibilità di cambiare il volto che stà sotto, (anche perché così o così tende a cambiare comunque) a questo punto basta provare a dire che l'unico limite è l'immaginazione o forse è più corretto dire che non c'è altro limite che quello che ci si da da soli.

Pierpaludicus said:
- Mentre Honey sostiene che il giocatore potrà mettere in gioco solo alcuni aspetti caratteriali che gli appartengono, che siano latenti o no, ma devono esistere nel giocatore.

Correggimi se sbaglio Honeypot 🙂

Mha siccome sostengo il punto di vista di Pierpaludicus direi che sarebbe assurdo che sia favorevole all'idea citata da Pierpaludicus di Honeypot, ma in realtà visto su una scala più ampia di valori non credo che queste due idee siano contrapposte ma forse legate assieme;

dunque se esistono questi aspetti caratteriali latenti non è forse vero che li possiamo immaginare come coperti da una sorta di mare del nostro carattere ? Come se ci fossero degli scogli sommersi che con la giusta partita di GDR possano riaffiorare ma a questo punto possiamo anche immaginare che vi siano delle parti più profonde nel nostro carattere che anche con una "mareggiata" difficilmente riafforeranno se non per attimi brevissimi e poi c'è la parte decisamente in altomare che a meno che di non essere dentro un battiscafo (seduta ipnosi profonda?) non la vedremo mai !
Questo limite io lo chiamerei muro che a seconda delle nostre paure, vergogne e delle nostre credenze (da leggere come: superstizioni, convinzioni, ideali) è più o meno resistente ma alla fin fine è solo un muro che può essere aggirato, spostato, demolito insomma un confine deciso da noi stessi tutto qui ! Se alle volte non siamo riusciti a fare qualcosa nella vita non è stato soprattutto perché ci siamo fatti mettere un muro da qualcuno o qualcosa ?

Per concludere le idee di Pierpaludicus e di Honeypot secondo me si sposa no benissimo insieme formando una più completa teoria. Contrari ma complementari come gran parte delle cose in Natura!

Riassumibile in un semplice:
"Se voio posso !"

Sarà una visione un po' romantica ma a me piace dando a ciascuno il suo e secondo me senza togliere niente a nessuno !

501 Messaggi
(Offline)
9
Luglio 11, 2006 - 5:56 pm

qua stiamo andando sullo scientifico.

il "muro" di cui parli non e' il Super io di Freud? 🙂

OT: aprirei un thread sui "vecchi tempi" ma non lo faccio per diversi motivi:
- sembrerei Nardo dieci anni fa quando mi raccontava gli aneddoti di dieci anni prima e non voglio ci sia uno tra dieci anni che racconta gli aneddoti di adesso.
- ogni volta che lo faccio mi sento dire "eh... ma non siamo piu' a quei tempi... bisogna andare avanti..."
- e' un po' come parlare dei cartoni animati giapponesi... sempre gli stessi. e' gia' stato detto tutto...

o si tira fuori un aspetto interessante dei "vecchi tempi" o niente

31 Messaggi
(Offline)
10
Luglio 11, 2006 - 6:37 pm

guatoman said:
qua stiamo andando sullo scientifico.

il "muro" di cui parli non e' il Super io di Freud? 🙂

Teoricamente si ma direi che non essendo uno psicologo eviterei di aprire un dialogo in cui mi potrei tranquillamente perdere.
Mi limiterei a dire soltanto che il muro è più che altro una sorta di regole che ci diamo per mantenere la nostra parvenza di personalità !
C'è da dire se fosse così, questo spiegherebbe perché è più facile giocare di ruolo per dei ragazzini che per della gente già adulta !
Mi piacerebbe però non pensare che se non si comincia prima della fine della pubertà (che nel mio caso dovrebbe finire attorno gli ottant'anni se vado avanti così! Laugh ) ormai il mondo dei gdr diventa troppo lontano per essere compreso quanto lo si capiva prima.
Preferirei dire che dipende dai soggetti e dai casi.

guatoman said:
OT: aprirei un thread sui "vecchi tempi" ma non lo faccio per diversi motivi:
- sembrerei Nardo dieci anni fa quando mi raccontava gli aneddoti di dieci anni prima e non voglio ci sia uno tra dieci anni che racconta gli aneddoti di adesso.
- ogni volta che lo faccio mi sento dire "eh... ma non siamo piu' a quei tempi... bisogna andare avanti..."
- e' un po' come parlare dei cartoni animati giapponesi... sempre gli stessi. e' gia' stato detto tutto...

o si tira fuori un aspetto interessante dei "vecchi tempi" o niente

Non saprei se il lasciarsi demoralizzare dagli altri sia una buona cosa ma probabilmente l'evitare di passare per uno che racconta aneddoti tipo "vecio de trieste" (es. Ai miei tempi se stava meio perché se stava sotto l'Austria!), è comprensibile.
Uhm ! Il dire che si è già detto tutto fa pensare che se ne sia parlato in maniera da far nauseare gli interlocutori.
Ma che io ricordi Nardo parlava di aneddoti di giocate e parallelismi annessi quindi può darsi che qualcuno abbia ancora da dire qualcosa !
Mha secondo me il parlare della passata sede è un'argomento troppo delicato.
Forse ogniuno ha dei bei ricordi e altri un po' meno ! Però la frase "il passato è passato" non è il massimo !

La si potrebbe pacchianamente controbattere con "Il passato ritorna !"
(Ci vorrebbero dei lampi da stile Thriller/Horror Movie).

1236 Messaggi
(Offline)
11
Luglio 11, 2006 - 7:19 pm

Ok ragazzi e ragazze,

guatoman: aprirei un thread sui "vecchi tempi" ma non lo faccio per diversi motivi

L'ho aperto io perché altrimenti si discute di questo all'interno di altri topics ed è un peccato ... nuovo link per i "vecchi tempi" (prego discussione costruttiva e moderata, considerato che può essere un argomento spinoso):


** you do not have permission to see this link **

Continuiamo invece qui sull'argomento aperto da Honeypot, che vi ricordo è:

Sia che le caratteristiche vengano determinate in modo del tutto arbitrario (ovvero non solo ogni punteggio è deciso da un tiro di dadi, ma anche la ditribuzione dei vari punteggi nelle singole caratteristiche è fissa e non può essere scelta dal giocatore) o che il master conceda un certo grado di libertà al giocatore nel definire il proprio personaggio non è insolito che ci si trovi difronte a modi di giocare che poco riflettono quanto indicato sulla scheda.

Questo può essere dovuto a vari fattori, ma a mio avviso essenzialmente riguarda il fatto che ogni personaggio, anche quello apparentemente più lontano da quello che siamo noi nella vita di ogni giorno, in realtà parla di noi. Per tirar fuori determinate caratteristiche in un personaggio, dobbiamo prima possederle (anche solo in forma latente) dentro di noi. Possiamo sviluppare potenziali caratteristiche che per vari motivi in noi non sono mai emerse, ma non possiamo crearle dal nulla.

106 Messaggi
(Offline)
12
Luglio 13, 2006 - 2:57 pm

Pierpaludicus said:
- io sostengo che un Giocatore può mettere in gioco qualsiasi aspetto caratteriale umano perchè fanno tutti parte dell'essere umano.
- Mentre Honey sostiene che il giocatore potrà mettere in gioco solo alcuni aspetti caratteriali che gli appartengono, che siano latenti o no, ma devono esistere nel giocatore

Sanson said:
le idee di Pierpaludicus e di Honeypot secondo me si sposa no benissimo

Scusate se ci ho messo un po' a rispondere e nel frattempo la discussione è proseguita, ma ci tenevo a dire che sanson qui ci ha visto giusto. La mia teoria non è contrapposta a quella di Pierpaludicus. Anch'io sono convinta che in ognuno di noi ci sia di tutto, uomo e donna, buono e cattivo, sveglio e rimbambito... basta solo cercare. Ci sono però delle volte in cui una persona ha difficoltà (o mancato interesse, per carità!) a cercare in sè una data caratteristica e se non la trova o non la tira fuori la differenza si vede.

Concordo con Winny che in certi casi la soluzione debba essere il master. Il master deve intervenire a dire al servitore "no, tu non dai ordini a nessuno perché non sei nessuno" e dire al silente capo gruppo "decidi. anche il non prendere una decisione è una scelta e avrà delle conseguenze" in modo da stimolare le persone.

Ricordo ancora una delle pochissime volte in cui ho giocato con Tiercullus master (secoli fa), dove il mio personaggio, una giovane ancella della principessa Liara, si precipita sulla torre più alta per impedire che le guardie issassero una bandiera (era fondamentale agire in fretta perché se il nemico la vedeva eravamo fritti) e nonostante la parlantina e il tono deciso non solo non mi hanno ascoltata, ma mi hanno respinta in malo modo perché in effetti per loro ero solo una bambinetta rompiscatole la cui parola pesava zero. Poco contava che io asserissi di parlare in nome della principessa (era vero): non mi credeva nessuno.

Su altri fronti, invece, è vero quel che dice Pierpaludicus: siamo giocatori di ruolo e possiamo e dobbiamo Wink giocare di fantasia. Non capita spesso, ma se ci si lascia prendere dal gioco e si riesce ad entrare nei personaggi, potrebbe anche capitare di fare una dichiarazione d'amore a qualcuno che non consideriamo affatto attraente, indipendentemente dalla sua età o anche del suo sesso. E' già successo, e prima che master e player cominciassero a utilizzare disegni a colori e foto per mostrare agli altri che faccia avesse il loro personaggio.

31 Messaggi
(Offline)
13
Luglio 13, 2006 - 4:02 pm

Ci sono delle cose che un personaggio dovrebbe poter fare e delle altre che dovrebbe non poter fare ma questo è puramente soggettivo più che altro al di sopra di tutto c'è il cosidetto destino !

Quello che si fa in un GDR è fare una storia che nel bene e nel male è difficilmente qualcosa di più di un frammento, di una vita intera !
Potrebbe essere che per un vago periodo di tempo anche un'istante il personaggio sia favorito, fortunato o semplicemente aiutato da un qualcosa che trascende la sua conprensione e che quindi pur non essendo cosa di tutti i giorni possa superare se stesso !

Quindi secondo me se si pretende che un personaggio nato schiavo vissuto ignorante e storpio una mattina si svegli e cominci a fare il padrone del mondo ! Bhe' direi che non ci siamo ma è anche vero che ci possono essere migliaia di sfumatura in una vicenda a far sorgere dei cambiamenti in un individuo tanto da permettere di arrichire e evolverlo come un qualsiasi altro essere che esiste è esistito o esisterà !

Quindi per concludere dire che un ruolo vada rispettato è corretto ma dire che vada ingabbiato stereotipato e magari reso statico, no non mi riesce nemmeno di capirne il perché !

Domani non sarò re ma potrei sempre leggermi "Il Principe di Macchiavelli" ! 😛

Timezone del forum:Europe/Rome
Tutti i Feed RSS Visualizza Statistiche
Moderatori:
Tuija
Top Poster:
Buzz: 289
Rinil: 63
Reds74: 38
corian: 34
Nuovi Iscritti:
Statistiche Forum:
Gruppi:9
Forum:49
Discussioni:1138
Messaggi:5709

 

Statistiche utente:
Ospiti: 1
Utenti: 128
Moderatori: 1
Amministratori: 5
Numero più alto di Utenti Collegati: 81
Attualmente Online:
Ospite(i) 12
Attualmente su questa Pagina:
1 Ospite(i)
TRIESTE.news @ direttore responsabile e giornalista
Vai alla barra degli strumenti