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Settembre 30, 2007 - 12:42 pm

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“Allora non c’è speranza. Non c’è nessun gruppo” aveva detto Doc quando Jag se n’era andato.
Non ci siamo proprio. Pensò Li.

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Questo non è decisamente il momento di andarsene. Doveva risolvere la questione prima di andarsene. Non poteva permettere che il dubbio s’insinuasse nelle loro menti nel corso della notte e distruggesse quanto era rimasto.
Guardò Betty, ancora bianca come un cencio sotto il trucco accuratissimo.

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Fondotinta e correttore avevano fatto quasi dei miracoli, quella mattina. Nessuno lo sapeva meglio di lei che l’aveva vista senza. Tuttavia non c’era trucco che potesse coprire i gonfiori e le ferite in via di cicatrizzazione. E ancor meno si poteva fare per quello che aveva dentro. Era sconvolta.
Anche Li lo era. Vedere andare giù la Poser in quel modo l’aveva colpita più di quanto potesse esprimere a parole. Betty si era sempre dimostrata di una tempra molto resistente e il fatto che qualcosa avesse potuto atterrarla in quel modo la diceva lunga su quanto Betty continuasse a tenersi dentro. Mi dispiace, amica mia, ma dovrai aspettare ancora un poco. Tieni duro, ti prego. Non lo farò durare un minuto più del necessario. Te lo prometto.
“No, Oriyuki” disse infine ad alta voce, rivolgendosi all’atletico dottore “anzi. Sono convinta del contrario. Vedi, mi aspettavo che tutti noi avessimo, chi in misura maggiore, chi in misura minore, delle riserve in una situazione complicata come questa. La trovo una cosa normale”.
Lanciò una sguardo furtivo verso il volto inespressivo ma apparentemente sereno di Greta e verso l’altrettanto enigmatico Ramirez, poi proseguì “Avere una vita privata, una famiglia, degli amici fuori da queste mura non è un delitto. Anzi, credo che sarebbe una forma di violenza ingiustificata da parte nostra chiedere agli altri di farne improvvisamente a meno.
Essere parte di un gruppo, tuttavia, comporta il fare in modo che questi nostri legami, questa parte così dannatamente umana di noi non leda gli altri. Parlarne apertamente è il primo passo.
E’ chiaro che faremo tutto il possibile per restare in una posizione quanto più neutra possibile, in modo da garantirci la massima libertà d’azione da un lato e da non costringere nessuno dei nostri a scelte drastiche o drammaticamente costose dall’altro. Tuttavia ritengo sia necessario per tutti avere chiaro fino a che punto possiamo spingerci e fino a che punto il senso di cameratismo che ci unisce rischia di cozzare con ciò che siamo o siamo stati prima di formare una squadra.
Quelli che potevano avere un maggiore conflitto di interessi personali in una guerra che vede opporsi Corp e sprawl siamo essenzialmente io e te, Doc, e in parte Consuelo. Tuttavia nessuno dei tre ha dichiarato l’impossibilità di prendere posizione per una delle parti, se ci dovessimo essere costretti, e – cosa che mi ha sollevata non poco – nessuno ha affermato di non potersi schierare assieme agli altri.
Sono state espresse delle riserve, questo è vero, ma a mio avviso nessuna di queste riserve si è dimostrata illogica o pericolosa per il gruppo.
Cominciamo da me. Io ho detto che non posso schierarmi contro i Presidenti e che non posso fare nulla che possa nuocere alla mia famiglia, ai miei genitori. Che cosa significa, in concreto, tutto questo? Può sembrare ovvio, ma forse non lo è. E siccome non voglio rischiare di essere travisata e ancor meno che questo possa instillare dubbi o timori in qualcuno di voi, sarò esplicita e prego tutti di fare altrettanto.
Cominciamo dai miei, visto che quella delle corporazioni è la fazione che più difficilmente potrà incontrare il sostegno della nostra squadra. Per quanto mi possa dispiacere, i miei genitori hanno scelto di vivere diversamente da me e avrebbero voluto che io facessi altrettanto. E’ una posizione che non condivido, ma non posso certo condannarli a morte per questo. Quindi quello che vi chiedo è questo: non accettate ingaggi che prevedano l’uccisione dei miei genitori, perché non potrei sostenervi. Farei anzi il possibile per impedirvelo.
I miei ricoprono posizioni piuttosto delicate all’interno della Suntech e sebbene vi abbia sempre segnalato che preferirei non accettare ingaggi che possano averci a che fare onde evitare di nuocere anche solo professionalmente i miei, in una situazione come quella in cui ci troviamo vi dico questo: non me ne frega un accidente della Suntech. Per quel che mi riguarda, può fallire anche domani.
Se avessi avuto tanto a cuore gli interessi di quella o di qualunque altra Corp avrei potuto stare comodamente seduta ad un tavolo di legno laccato nel mio ufficio personale in una di quelle scintillanti torri di vetro. Ma la realtà è che quel mondo mi fa schifo e ne sono uscita proprio per questo. Quindi la mia posizione è la seguente: se il gruppo dovesse essere costretto ad affrontare la Suntech, io sono con il gruppo. Senza riserve.
Vi prego solo di fare il possibile per risparmiare la vita ai miei o cercherei di farlo da sola.
Per quanto attiene ai Presidenti la situazione è leggermente diversa. Se la mia famiglia, infatti, mi ha voltato le spalle, loro non l’hanno mai fatto. Anzi. Sarei un’imperdonabile ingrata se accettassi di far loro del male per mio tornaconto.
Ad ogni buon conto ho detto che non intendo schierarmi contro di loro, non che sono tenuta a schierarmi con loro. Può sembrare un esercizio di retorica, ma non lo è. Io non sono un membro di quella gang e loro lo sanno bene. Nessuna plastica facciale. Nessun giuramento.
Non sono vincolata dalle loro scelte. Non ho obblighi morali o di qualunque altro genere di appoggiare le loro cause. A scendere in pista assieme a loro. A volte l’ho fatto. A volte no. A volte li ho appoggiati e altre li ho criticati. Ma non li ho mai traditi. E non intendo certo cominciare oggi.
Quindi vi chiedo questo: non schieratevi contro i Presidenti, perché non vi potrei sostenere. Se tuttavia dovessimo giungere ad un punto in cui lo scontro dovesse essere inevitabile e io non condividessi la causa sostenuta dalla gang, se anche ogni tentativo di parlamentare con loro fosse fallito e io non fossi riuscita a farli desistere dai loro propositi, allora potrei anche mettere loro i bastoni tra le ruote: ma lo farei apertamente e senza ferire nessuno di loro, anche a costo di rimetterci la pelle nel processo.
E’ sufficientemente chiara la mia posizione, adesso?” chiese, guardandoli ad uno ad uno.

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“Se avete ancora dei dubbi, chiedete pure. Altrimenti tocca a voi”.

289 Messaggi
(Offline)
2
Settembre 30, 2007 - 2:52 pm

Jag fece un lungo giro prima di tornare a casa.Le parole di Li gli risuonavano nella testa:

Da che parte stai?
Da che parte stai?
Da che parte stai?

Lei aveva accettato di aspettare per una risposta,ma avrebbe dovuto dargliela presto.

Scegliere una fazione piuttosto che un'altra,certi amici al posto di altri.

Si fermò,senza pensare era arrivato dove il "gruppo"si era riunito la prima volta,nel locale di Fixit,il posto era deserto come al solito e lui era davanti al Jukebox per scegliere una canzone.
La musica cominciò a uscire da quel pezzo di antiquariato:
"Ciao Fixit,dammi qualcosa di forte".
L'uomo alzò lo sguardo,Jagger non era mai stato così brusco,qualcosa non andava,ma avrebbe aspettato che fosse lui a tirare fuori il discorso:
"Prendi"gli dissi dopo essersi diretto al bancone e gli lanciò una bottiglia di che conteneva qualcosa che meglio non sapere cosa fosse.Tirò una lungo sorso,mentre l'altro gli si sedeva davanti,mise la bottiglia sul tavolo:
"Sai,oggi mi è capitata una cosa molto strana,ho visto un fantasma e non uno qualunque,era quello di Crudelia,Doc e Miss Locatero hanno fatto degli esami e hanno scoperto che non era altro che una nube di nanobot a sua immagine,ma la cosa strana è che aveva ricordi e emozioni.
Si ricordava di Lukas,ma non di sua sorella almeno non subito,e ha parlato di una chiave,che in questo momento dovrebbe aver già recuperato.

"E poi questa faccenda della rivolta delle stazioni orbitali,questa innaturale tregua delle bande,l'intera comunità degli hackers schierata con gli extramondo e Li...........
Fixit lo guardò,si era accorto di cosa gli fosse successo,anche prima che lui stesso lo ammettesse:
"Non sono il più adatto a darti consigli,devi cercare qualcuno che possa ragionare freddamente,io sono coinvolto esattamente quanto te."
Lo guardai e seppi che aveva ragione,ma a chi rivolgersi?
Un idea gli passò nella mente:
Da chi andave Ed quando aveva un problema?

63 Messaggi
(Offline)
3
Settembre 30, 2007 - 6:24 pm

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“Bene, tocca a me adesso” disse Doc prendendo la parola “Come ho già detto, io mi schiero con il gruppo, se il gruppo assume una posizione unitaria, ma esattamente come per Li anche io ho degli obblighi morali verso alcune persone.
Non permetterò in nessun modo che venga fatto del male o sia messa in pericolo di vita mia sorella Sakura, che è l’unica della famiglia cui debba davvero molto, quindi anch’io sarei pronto a lasciare il gruppo e a cercare di fermarvi se doveste accettare incarichi che mettano a rischio la sua sicurezza.
Il resto dei miei famigliari viene dopo. Il che significa che, sebbene sia ovvio che cercherei di salvare loro la vita, qualora dovessimo accettare un caso che metta a rischio le loro carriere o le loro reputazioni resterei con il gruppo.
Per quanto riguarda il lavoro, infine, è chiaro che la cosa può causare un conflitto d’interessi. Sono pur sempre un medico, alla fine: io salvo le vite umane, non le uccido!”

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“Non ho problemi ad accettare questa tua posizione” rispose Li “ad ammazzare bastiamo io e gli altri, ma una cosa è il tuo giuramento d’Ippocrate, un’altra il tuo contratto con TraumaTeam. Quest’ultimo, se costretto, lo manderesti all’aria?”
“Quello dipenderà dalla posizione che prenderà TraumaTeam, ma si in sostanza sì: se necessario posso anche mandare all’aria il mio contratto”.
“Bene” approvò Li con fare risolutivo “Ergo sei con noi in tutti i casi, con la sola clausola di non far fuori i tuoi, con particolare riguardo per tua sorella Sakura… ho capito bene?”
“Sì” convenne Oriyuki “Almeno in parte è così”.
Li aggrottò la fronte “E l’altra parte?” gli chiese.
“Mi spiego. Se dovessimo essere costretti a schierarci su fronti opposti per difendere le nostre famiglie… io sceglierei di aiutare Consuelo piuttosto che Ed, Jag o te, Li”.
Li sollevò un angolo della bocca in un’espressione che non si capiva se era una smorfia o un sorriso “Non vedo perché dovremmo schierarci su fronti separati, onestamente. Se il gruppo accetta queste nostre riserve, farà anche in modo di non calpestare i piedi ai suoi membri, ti pare?”
“Sì. Più che giusto” ribatté Doc “ma il caso o le circostanze potrebbero anche metterci uno contro l'altro. Metti per ipotesi che tuo padre attacchi personalmente le madri di Consuelo e che a loro volta le madri di Cons mettano in pericolo la vita di tuo padre… in quel caso tu e lei vi trovereste ad avere interessi opposti. A quel punto il conflitto sarebbe inevitabile, non ti sembra?”
“No” rispose Li con tono sicuro “Sono certa che sia io che Consuelo impediremmo semplicemente ai nostri di farsi del male. Non ho mai detto che appoggerei incondizionatamente mio padre, e sono certa che anche Consuelo cercherebbe di impedire ai Caballeros di fare una cosa simile”
“Anche questo è vero” convenne Doc.
“E se la cosa proprio non ci riuscisse” continuò Li “mi metterei in mezzo. Forse giungerei a sparare a chi cercherebbe di uccidere mio padre, ma di certo non lo ammazzerei. Mi limiterei a ferirlo quanto basta per impedirgli di fare del male a chi amo, ma riserverei lo stesso trattamento anche a mio padre, se cercasse di sparare a uno di voi”.
Doc sembrò sorpreso, ma anche rassicurato “Spero vivamente che queste infauste ipotesi non debbano mai verificarsi, per il bene del gruppo e per le nostre famiglie”.
“Concordo” disse Li “ma è meglio sapere a cosa ci troveremmo di fronte in una situazione del genere, non ti pare?”
“Naturalmente, altrimenti non ti avrei posto simili domande” convenne Doc “Per quanto riguarda me, in una situazione simile farei altrettanto, ma al posto dei proiettili userei del sonnifero” aggiunse con un sorriso.
“Bene” rispose Li sorridendo “Se nessun altro ha domande da fare, passo la parola a Consuelo, che è l’ultima dei nostri ad aver espresso delle riserve sul proprio sostegno al resto della squadra”.
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