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Settembre 3, 2009 - 8:12 pm

Nel dicembre del 2079 accadde che la città di San Francisco fu indicata per l’aumento degli omicidi.
** you do not have permission to see this link ** Il San Francisco-Oakland Bay Bridge è un ponte sospeso della Interstate 80 freeway che attraversa la Baia di San Francisco, collegando la città di San Francisco con la città di Oakland e le contee di Contra Costa e Alameda, sulla sponda orientale della baia. Il ponte ha uno sviluppo di 8,5 miglia. Il progetto originale fu di Ralph Modjeski. Il ponte fu completato nel 1936 ed aperto al pubblico sei mesi prima del Golden Gate Bridge.

Tutto iniziò prima.
Un anno prima.
La zona della baia e la città erano ricoperti da un manto bianco. Una serie di esuberanti nevicate saranno ricordate come la Big Fall, la Grande Nevicata.
All’alba del quattro dicembre la città era foderata da questo strano e molle elemento. Il territorio urbano fu quello maggiormente colpito con la prima caduta notturna. Durante la giornata il fenomeno si estese a tutta la baia ed in altre zone della costa californiana. Continuò a scendere per alcuni giorni con intensità indecisa e nella settimana altre spruzzate di bianco colore precipitarono sulla baia.
** you do not have permission to see this link ** Il Golden Gate Bridge è un ponte sospeso che sovrasta il Golden Gate, lo stretto che collega l'Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco. Collega San Francisco, sulla punta settentrionale dell'omonima penisola, con la parte meridionale della Marin County. Nella contea di Marin, la città più vicina al ponte è il piccolo centro costiero di Sausalito.
Quando fu ultimato nel 1937, il Golden Gate Bridge era il più grande ponte a sospensione del Mondo, e nel tempo è diventato simbolo internazionalmente riconosciuto della città di San Francisco.

Era il dicembre del 2078; qualcuno disse che fu l’ultimo bianco natale della città e molti lo presero per un segno che indicava che la gente stava perdendo la ragione: una squadra speciale della polizia prese d’assalto il Saint George Memorial Hospital, un barbone fu trovato nudo e morto nella neve ghiacciata sotto una sopraelevata. Un uomo vestito da Santa Claus assalì l’ex fidanzata uccidendo il fratello paraplegico.
** you do not have permission to see this link ** Il San Mateo - Hayward Bridge, comunemente chiamato San Mateo Bridge, attraversa la Baia di San Francisco e collega la penisola di San Francisco con la East Bay. Da San Mateo in Foster City all’'estremità orientale del ponte in Hayward. La lunghezza totale del ponte è di 7,0 miglia (11,3 km).

San Francisco detta anche Bay-City, la città della baia, dapprima, con l’aumento delle tensioni razziali tra ispanici e polizia in seguito ad un funerale proprio in nel dicembre del ‘78, e poi tra quelle asiatiche, italiane, ed afro-americane, necessitò di un aumento dell’efficacia dello stato di polizia.
Nel primo semestre del 2079 raddoppiarono gli omicidi ed entro lo stesso anno, la tragica statistica ogni centomila abitanti si triplicò. Infine nel 2080 il numero di morti ammazzati raddoppiò ancora facendo diventare Bay-City la città più pericolosa del mondo.
** you do not have permission to see this link ** Il Bridge Dumbarton è il più meridionale dei ponti autostrada della baia di San Francisco in California ed è anche il ponte più breve attraverso la baia a 1,63 miglia (2.622 m). Capolinea orientale è in Fremont, vicino a Newark e il suo capolinea occidentale è in Menlo Park.

Alla fine del ’79 erano entrate in scena le polizie private e corporative.
I risultati impressionati delle azioni e delle mosse di questi corpi giudicati come task force e gruppi speciali si videro nel 2080 nell’ulteriore raddoppiò dei deceduti. Sono in molti a ringraziare questi vigilantes in quanto senza il loro efficace sforzo le cose sarebbero ulteriormente precipitate.
** you do not have permission to see this link ** Il Richmond - San Rafael Bridge (ufficialmente, la John F. McCarthy Memorial Bridge) è la più settentrionale delle attraversamenti est-ovest della baia di San Francisco e collega Richmond a est di San Rafael all'estremità ovest. Il ponte di misure di 5,5 miglia (8,9 km). Al tempo della sua costruzione (1956) fu uno dei ponti più lunghi del mondo.

Città come Ciudad Juarez, Caracas, New Orleans, El Paso, Tijuana, incatenate alla droga, oppure altre come Città del Capo, San Salvador, Medellin, Baltimora, Baghdad, legate alla compravendita di schiavi ed organi, oppure metropoli come Pechino, Hong-Kong, Bombay, Johannesburg, conosciute per il movimento d’affari di tecnologie, ed altre come Buenos Aires, Glasgow, Parigi, allacciate al traffico di software illegali abituate ad essere negli ultimi cinquanta anni tra le prime venti a contendersi il podio, furono superate da San Francisco.
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I cinque ponti di Bay City. [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Le nove contee della Bay Area.

Secondo il “Consiglio del Cittadino per la Pubblica Sicurezza” San Francisco divenne la città più pericolosa del mondo.
Bay-City.
Con le nove contee che circondano la baia e l’altissima densità di popolazione Bay-City si avviò verso un’escalation di violenze.
Criminalità ed omicidi aumentarono ad un ritmo irrefrenabile.

Qualcuno disse che fu il freddo, qualcuno che era inevitabile, altri che era un dio a volerlo, altri un demone, ma qualcosa sappiamo di quei giorni.
L’aumento di questi indicatori negativi furono in parte dovuti a quello che qualcuno chiamò… “The Zoo”!

Qui è Network 23! Dal vivo ed in diretta.
Sempre con voi.
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20 minutues into the future.

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2
Settembre 6, 2009 - 10:52 am

Qualcuno era passato nei vicoli. Qualcuno era stato là a prendersela con il vecchio Chlomo, questo Jack era stato in gamba, ne aveva preso uno a pugni e poi lo aveva lanciato nei cassonetti dell’immondizia, gli avevano detto che era stato grande, forse se rimaneva ancora un po’ con loro li avrebbero lasciati in pace. Erano fuggiti piagnucolando.
Era stanco di veder sparire i suoi amici; di solito qualcuno se la prendeva con loro per fare qualche spacconata, solitamente erano ragazzi con la voglia di fare qualcosa di cattivo alterati dall’alcool o da qualche droga, stavolta però le avevano prese e non si sarebbero rivisti. Jack era con il capo chino dentro la sua felpa, ma quegli altri, quelli che venivano con i furgoni neri, quelli erano di qualche agenzia, di qualche corporazione forse. Avevano Bastoni Taser e pistole... ma non si faceva illusioni. Quaggiù nella strada dovevi solo pensare a te stesso, nessuno ti aiuta, e se lo fa... stai certo che poi saranno ancora guai peggiori. Dovevi pensare a te stesso.
Domani non sai. Domani lui se ne sarebbe andato. Se era uno sveglio, non sarebbe rimasto con loro. Poi il freddo ne avrebbe uccisi altri e contro il freddo non puoi fare nulla. Era meglio non avere degli amici.
Poi lo aveva visto, se ne stava laggiù con il cappuccio in testa, vestito con un giaccone bruno ed era nero di pelle come la pece. Si riscaldava le mani sul fuoco. Non fu molto loquace. Sembrava pericoloso, aveva le spalle larghe, era alto almeno uno e novanta e certo, non aveva l’aspetto di un loro. D’uno che viveva per strada, senza casa, un barbone. Dicevano che l’avevano visto in giro, se ne stava per conto suo.
Come tutti.
Del resto.
Chissà da dove era uscito?

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Bobby.
Un girovago dei bassifondi di San Francisco. Uno dei rifiuti della società: un barbone.
Dice di essere di salute cagionevole e spesso si fa firmare delle ricette per le sue influenze. In tealtà poi le rivende a "Cuochi" della metadrina. In questo modo racimola dei soldi per poter sopravvivere. Può capitare di vederlo spesso nei pronti soccorsi degli ospedali oppure tra Balboa e Twin Peaks che fruga nell'immondizia dei bar e dei ristoranti.

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3
Settembre 13, 2009 - 8:30 pm

Era nato in Spagna.
Ispanico.
** you do not have permission to see this link ** Il colonello inglese.
L’uomo, il colonnello, gli aveva parlato del suo reparto. Pareva un fossile, il viso era solcato da rughe profonde scavate con la forza del tempo anno dopo anno; con indomita forza, quell’uomo aveva attraversato le decadi; sicuramente le guerre corporative erano state il suo campo di battaglia. Il pomo d’adamo guizzava lungo il collo di muscoli sottili mentre gli esponeva dei fatti in quella lingua regolare ed ostinata che è l’English. Non era americano e questo era qualcosa. Doveva essere una specie di direttore, di capo reparti speciali, forze speciali, forse inglesi, forse SAS.
Raccolta d’informazioni sul, nel campo di battaglia.
Studio del Battlespace, amici, nemici, forze armate, forze civili, infrastrutture, meteo, morfologia del terreno, spettro elettromagnetico, sabotaggi, raid offensivi nel territorio nemico logistici o eliminazione diretta. Sniper.
Counter-operazioni contro il terrorismo interno territorio del Regno Unito in collaborazione con le forze di polizia.
Operazioni anti-terrorismo al di fuori del Regno Unito territorio.
Addestramento dei soldati d’altre nazioni e formazione di guerriglieri in guerre non convenzionali.
Counter Revolutionary Warfare (CRW) attività a sostegno del governo britannico di politica estera.
Non gli era chiaro cosa facesse lì, chi fosse.
Anche gli altri.
** you do not have permission to see this link ** Pols! una squadra quasi al completo. Gli elementi, compreso il sergente sono 16. Un team ha diverse competenze di base come il corpo a corpo, l'uso di lame, di armi leggere e pesanti, da tiro e silenziose. Pilotaggio di esoscheletri ed avio trasportati. Conoscenza dell'informatica e degli esplosivi. Capacità genieristiche, di sabotaggio e di infiltrazione anche a gravità zero.
Cos’erano? Chi erano?
Erano “pols”: poliziotti...
Speciali. Extra speciali. Extra Special Weapons And Tactics.
Il complex si estendeva in basso per lo più.
Le domande sarebbero state molte, ed il colonnello preistorico non rispondeva completamente. Vuoti, piccoli spazi d’attesa, come a soppesare quanto dire e quanto non dire. Era chiaro, non c’era fiducia. Non ancora. Forse mai.
Ostilità residua.
Astio.
Comprensibile.
Aveva ucciso con precisione da addestramento avanzato e continuo molti degli uomini. Una squadra intera era stata quasi spazzata via all’assalto del Saint George Memorial Hospital.
Tuttavia il luogo si esprimeva in una serie di locali e la stanza dei bottoni era gremita da ginoidi davanti a monitor hydra.
Cosa cercavano? Cosa guardavano?
Domande.
Altre domande stavano nei file del chip che teneva in mano.
Il nome della sua vita, genitori, amici, rapporti, mogli, figli era tutto lì dentro.
Il passato.
Un peso leggero, opprimente.
Non doveva che trovare un momento e poi esaminarli a fondo e forse qualche ricordo sarebbe riaffiorato nella memoria.
Forse tutto sarebbe tornato in fretta.
La propria identità.
_________________________________________________________________________________________

** you do not have permission to see this link ** Ginoide indica un essere artificiale dalle sembianze femminili.
Una ginoide lo accompagnò in una stanza.
Una pianta con dispositivo d’ossigenazione per bonifica locali, terminale con un tavolo, sedia, divano, schermo, nessuna finestra.
Stanza da letto. Armadio a muro, cassettiera sotto uno specchio. Bagno essenziale. Doccia, water closet, lavandino ed asciugamani.
Gli asciugamani.
Il ginoide sorrise quando la porta si chiuse.

Erano state due settimane.
Ora, lavato e pulito con un accappatoio di cotone si asciugava con un asciugamani i capelli. Lesse per due ore. Poi spense e si sdraiò sul divano, chiuse gli occhi ma non gli riuscì di addormentarsi.
Andò sul letto.
Aveva dormito per terra, negli angoli delle strade, nei cubi bara, e ripensò al sud America. Alla Spagna dove era nato. Non riusciva ad allentare la tensione.
Il suo corpo era all’erta: addestramento avanzato e continuo.
Si stese a terra nell’angolo dove il letto lo copriva in parte e la cassettiera avrebbe potuto esser una protezione se qualcuno sarebbe entrato di fretta.
Pistola in mano, colpo in canna.
Chiuse gli occhi.

Le ombre crebbero.
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Shadow resta nell'ombra.

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4
Settembre 15, 2009 - 12:38 pm

Si svegliò. Guardò la piccola pila di libri che aveva con sé.
Marquez... Orwell...Conrad... Parise..Melville....
Si era letteralmente nutrito di libri..che poi abbandonava ad un book crossing...il modo migliore di non avere troppo bagaglio. Altra maledetta abitudine quella di viaggiare leggero.
Ordinò la colazione in camera.
Era assurdo...Si prendeva questi piccoli lussi per poi continuarli a viverli a metà.
Una sera si era addirittura avventurato in un disco bar. Si era accomodato su una poltroncina con in mano un Bicchiere di Brandy e lo aveva sorseggiato con calma per un bel po'-
Non si era mai alzatodal posto che aveva scelto, il punto più riparato e con la migliore visibilità su ttuta la sala. Aveva guardato non visto la gente passargli vicino e ballare senza accorgersi di lui.
Lo aveva quasi trovato piacevole.
E la musica era buona.
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Il cameriere che portava il carrello sobbalzò quando se lo vide apparire alle spalle dopo essere entrato.
Lui lo squadrò, guardò il carrello con faccia inespressiva e lo congedò, prendendo mentalmente nota di lasciare una buona mancia a quel ragazzo: gli aveva trovato una bottiglia di Cardinal Mendoza, che aveva accompagnato le sue letture.
Gli aveva anche proposto della compagnia femminile... Da quanto tempo non faceva l'amore? Forse da sempre..?...ma comunque aveva rifiutato.
Rimasto solo fece colazione. leggendo.
Le specifiche tecniche del Saab- HK m2080
Smontabile, lungo 173 cm, peso armato di 7 kg, lega ultraleggera di ceramica 0g e alluminio, stabilizzatore Kaneman ottica Karl Zeiss, cibernetica di connessione Military Biotronics con acceleratore AresTech.
Sparava proiettili da 52 al plutonio con retroppropulsione, per un tiro utile di 2500 metri.
Lui sapeva di poter arrivare oltre i 3000.
Qualcuno al complex, che evidentemente aveva ricordi lui più nitidi di quanti ne avesse Shadow stesso, gli aveva raccontato di averlo visto centrare una testa con u tiro a campana da quasi 4 km...Probabilmente esagerava...Ma Shadow temeva che fosse vero.
Aveva incontrato un po' di gente...che semrava conoscerlo bene, e fidarsi di lui ciecamente, ma lui non li conosceva.
Tutti soldati.
Aveva bisogno di vedere una persona normale...
Prese il telefono e si fece passare il numero di chi probabilmente lo aveva salvato.
"Ciao Jorge..."

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5
Ottobre 4, 2009 - 12:15 pm

** you do not have permission to see this link ** Progettata dalla casa FORD, questo modello è tra i migliori che si possano trovare sul mercato.
L’ambulanza frenò davanti all’ingresso del Pronto Soccorso.
Larry scese per primo.
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Larry è un paramedico.
Rotondo, grasso, e sudato non badava al gelo della giornata. Era in camicia e stava gocciolando come se fosse una giornata estiva.
Frank lo aiutò a scaricare la barella.
Larry non era stato dentro una chiesa da almeno un anno quando una donna inciampò e si ruppe un femore.
Frank invece di tanto in tanto si lascia uscire un’esclamazione del tipo “Oh mio Dio!” oppure “Jesus Christ!”
Esattamente quello aveva detto quando aveva visto il corpo della ragazza.
Era nuda nella parte superiore.
Quando stava per entrare nella zona d’accoglimento Frank risalì sull’ambulanza per spostarla e chiuderla a chiave, Larry irrompendo nella stanza, vide il dott. Hazmat e lo chiamò a gran voce.
Erano già pronti.
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Il dottor Hazmat lavora da tre anni al Saint George Memorial Hospital, è specializzato in otorinolaringoiatria.
A Larry piaceva il Saint George: erano sempre pronti quando rientravi in un codice rosso; li avvisavi per radio ed erano là, ad attenderti dietro al cristallo blindato. Sempre.
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Costance. Un'infermiera del Pronto Soccorso.
Hazmat rimase sgomento mentre Larry iniziò a ripetere tutto quello che avevano fatto con la ragazza.
Larry vide un’esitazione nel dottore quando scoprì il lenzuolo di carta, e l’infermiera di turno, Costance gli pareva si chiamasse, lo aiutò a spingere la barella passando al dottore la fisio.
Quel gesto lo riportò indietro.
Corsero immediatamente verso la sala operatoria.
Spostarono il corpo al “tre”.

Larry si dileguò e consegnò la fattura in ricezione dove incontrò Frank.
Frank aveva una faccia da schiaffi.
Non gli andava bene questo periodo.
Troppi morti.
Non ne salvano uno da un pezzo e Frank ne stava risentendo.
Due giorni prima aveva sbagliato di incubare una ragazzina caduta con la moto.
Era morta sul colpo, ma Frank non se ne dava pace.
Il ragazzo sulla sedia a rotelle gli era morto tra le braccia mentre lo distendeva a terra per rianimarlo e quest’ultima non ce l’avrebbe fatta era cianotica e chi l’aveva scorticata l’aveva fatto da qualche giorno, l’infezione avrebbe…
- Che ha detto il dottore?- gli domandò Frank.
Nulla stava per rispondere.
Era la verità.
-Larry!-
Si sentì chiamare e si voltò.
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Mary. Capo infermiera del Pronto Soccorso.
Era quell’infermiera di colore, quella un po’ truccata, avvenente, con le unghie sempre più lunghe, quella un po’ rotonda, con un culo grosso. Era Mary quella che gli sorrideva e che gli si posò sul braccio.
-Me lo offri un caffè?-
Larry le sorrise e si dimenticò di tutto perdendosi dentro gli occhi di quella donna che lo stava stuzzicando nell’intimo: - Ma certo splendida! E’ proprio quello che mi ci vuole con questo freddo!-.
- Tu dici? – Ammiccò lei strusciandosi su di lui con il seno. Grosso seno.

Frank rimase indietro.
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Frank è un paramedico molto bravo.
Frank si guardò intorno. L’accoglimento era pieno. Gente seduta, gente in barella. Il solito sbirro. La solita giornata con le porte scorrevoli che facevano entrare il gelo della città. Della baia. Del mondo.
Frank rimase assorto.
Escluso.
Incantato.
Sotto shock.

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Ottobre 8, 2009 - 3:38 pm

** you do not have permission to see this link ** La Chiesa di Nostra Signora la Vergine Maria si trova all'angolo di Taylor St. con Ellis St. Si tratta di un vecchia chiesa metodista lasciata abbandonata durante la guerra corporativa del 2060 e presa in possesso da un gruppo che si fa chiamare i "Preachers": i Predicatori.
Il suono riempì l’ampia navata fino a scomparire.
Dal tetto filtravano delle gocce e le padelle sistemate a terra s’erano riempite nella notte.
L’acqua, anzi la neve doveva essersi infilata in qualche intercapedine e, durante la notte aveva finito con il ghiacciarsi aumentando di volume ed allargando le piccole fessure.
Il rumore delle stille che precipitavano fu udibile.
Il suono rimbombò di nuovo.
Il sole non era ancora sorto e dalla tribuna l’uomo calvo osservò l’acqua fresca traboccare dalle pentole e dai secchi.
Il timbro scomparve di nuovo e lo stillicidio continuò dall’alto del soffitto.
Le lamiere di ferro zincato forse erano rotte o, più probabilmente, consumate, addirittura arrugginite.
Dal naso dell’uomo delle fredde nuvole di respiro si congelavano in sbuffi bianchi ed altrettanto freddi dovevano essere quei ghiaccioli appesi al soffitto.
Immobili e vitrei se ne stavano puntati come frecce verso i banchi di preghiera.
Ancora il timbro si espanse velocemente nell’aria, ma con lentezza si allontanò dai timpani vibranti dell’orecchio.
Le gocciole si calarono in accelerazione verso la pavimentazione.
Traboccarono ancora e fuoriuscirono allargandosi e rammollendo il tappeto sbiadito e sdrucito al centro delle due file di scanni.
Come l’ultima vibrazione di perse in fondo all’abside le lacrime ripresero il loro picchiettio come se uno xilofono senza una precisa melodia improvvisamente iniziasse ad intromettersi nella sonorità celeste dell’alta nota.
Non andava bene. Bisogna fare qualcosa di adeguato, non si poteva aspettare il disgelo.
Un uomo di pelle scura era stato ritrovato assiderato sotto una sopraelevata.
Un uomo nudo e pallido era morto nel pronto soccorso perché correva nella neve.
L’eufonia si riprese il suo spazio sonante.
Altri miserabili erano scomparsi la fuori nella neve fonda; altri sarebbero ricomparsi al disgelo.
La vibrazione parve persistere più a lungo, ma non sconfisse il gocciolante xilofono che lavò il bordo del presbiterio. Il freddo gelo grondava dall’alto della volta. L’arcata piangeva le sue fredde lacrime.
…DONG!
Suonò la campana.
D’un tratto.
Ed il ghiaccio precipitò.
Crollò a terra dall’alto del plafond di un cielo arcuato su un tavolo di preghiera.
Precipitò nella nota bassa.
Centinaia di cristalli corsero inseguendo le proprie gocce, le proprie lacrime, sofferenti del loro abbandono cercarono di riunirsi a loro.
Si infransero.
Alcuni sul legno zuppo, altri sul marmo scivoloso, altri sul tappeto intriso.
Si schiantarono nel suono dilatato all’interno della navata maggiore della chiesa di Nostra Signora Vergine Maria.
L’uomo rasato poggiò le masi sulla balaustra tarlata e vide i crostelli di ghiaccio fracassarsi, spezzettarsi, rimbalzare ed alla fine fermarsi.
Immobili.
In pace.
Non seguirono altri rintocchi.
Lo xilofono continuò a piangere.

Il reverendo non si preparò per eucaristia del vespro.
Pregò per i suoi peccati.
-"Lord have mercy on me..."-

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Padre Paolo Alioscia. capo predicatore della confraternita dei predicatori di Nostra Signora.

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Ottobre 10, 2009 - 6:05 pm

L’ispettore si abbassò sul lenzuolo vicino alla piscina e sollevò l’asciugamano che copriva il corpo.
** you do not have permission to see this link ** Karl Quintarar. Ispettore del 12esimo distretto su "Le Strade di San Francisco".
La ragazza con i capelli corti aveva gli occhi spalancati, sbarrati verso la volta blindata.
Per un attimo l’ispettore pensò che stesse salendo e che da sopra lo guardasse o scrutasse un'ultima volta se stessa prima di salire nel cielo plumbeo di quel dicembre.
La osservò qualche attimo di più. Era vestita, ma non per fare un tuffo in piscina, indossava una specie di vestito tutto d’un pezzo senza maniche come un disegno giapponese e corto fino alle ginocchia. Era fradicia, ma non aveva il colore di un morto. Il suo volto pareva avesse ancora il colorito di una ragazza di 17, 20 anni. Le pupille non erano dilatate e le labbra avevano un colore d’arancia. Forse si trattava di qualche alterazione da chirurgia plastica ed anche tutto il corpo aveva un colore rosato.
S’infilò i guanti di lattice e provò a sollevare il braccio constatando nessuna rigidità nemmeno nelle dita. Il corpo era morbido eppure non era passato abbastanza tempo.
Non era convinto.
Si guardò intorno.
Le scarpe erano vicino alle scalette. Viola della stessa tonalità del vestito attillato. Era scesa a fare un bagno vestita di tutto punto. Una ragazza qualsiasi si sarebbe spogliata ed avrebbe approfittato della piscina solo per sé. Lì di notte da sola. Sotto la volta trasparente e le luci della città infischiandosi della possibilità di un guardone oltre i vetri o di un passante.
La borsetta viola era accanto alle scarpe.
L’ispettore lasciò cadere l’asciugamano bianco sul busto e sul volto della ragazza.
Decise di esaminare la borsa simile ad una valigetta in miniatura.
La collanina d’argento e gli orecchini di pietre azzurre erano tra le scarpe ed il borsello.
Con la dovuta cautela aprì il borsellino.
Trovò il portamonete, il rossetto, un piccolo astuccio per il trucco, qualche chip di credito ed un documento d’identificazione. Nessuna pillola, nessun antidolorifico, nessun assorbente, nessun accendino, nessun telefono.
Esaminò il chip d’identificazione.
Lo lesse con curiosità.
** you do not have permission to see this link ** Per vedere meglio l'immagine cliccare sulla stessa.
Modello G E R 7 K E Y
Produttore Hasbro Genesis Android co.Ltd.
Proprietà di Rufus Monroe

Qualche ora dopo era da Mr. Monroe.
Un ragazzo sui venticinque anni aveva iniziato a piangere.
Rufus.
Scosso e turbato per la perdita di Helene, Rufus, viveva dai genitori ed aveva ricevuto quel giocattolo per il suo quattordicesimo compleanno. Il modello era fuori produzione da quattro anni. Il suo regalo fu uno dei primi esemplari prodotti ed i genitori si risentirono della decisione della società di terminare la produzione del modello Jeily. Due mesi prima aveva appena fatto la revisione.
L’ispettore vagò con lo sguardo nella stanza del ragazzo.
Il letto era ad una piazza e mezza e c’era un grande armadio. Una metà con i vestiti del giovane e l’altra con quelli del ginoide.
Rufus mostrò alcune fotografie e negò comportamenti anomali in Helene ed ipotizzò un malfunzionamento improvviso oppure ad un virus preso nella rete.
Il modello Jeily dopo tre anni dalla produzione fu dotato di questo tipo di modifica. Una connessione nella rete con la quale accompagnare i loro proprietari negli algoritmi ideati da Ihara-Grubb. La rete del Cyberspazio.
Fu allora che notò le due tute nella stanza dei giochi del ragazzo.
-Cosa sono queste?- chiese.
-Cyber Suit ad espansione di tessuto.-
Centinaia di cavi pendevano all’interno di due sfere a reticolo esagonale grandi abbastanza da farvi entrare un uomo a braccia e gambe aperte e distese.
-Costano molto?- Disse incuriosito.
-Questi sono modelli di tre anni fa. Lo usano anche quelli dell’Arasaka per l’addestramento degli uomini del loro servizio di sicurezza e si muovono a 720 gradi.-
Forse il ragazzo aveva notato un dubbio negli occhi dell’ispettore ed aggiunse:
-In ogni direzione.- specificò.
L'ispettore osservò la foto che il ragazzo stringeva in mano.
** you do not have permission to see this link ** Una foto di Rufus e Helene nel cyberspazio. Per vedere meglio l'immagine cliccare sulla stessa.
In realtà l’ispettore stava ripensando ad un poliziotto coreano di nome Takema.
Quelle tute potevano essere come quelle del “terzo” uomo.

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8
Ottobre 21, 2009 - 1:16 pm

Diana entrò nella casa senza nemmeno bussare; figuriamoci suonare il campanello.
Una radio stava cantando una musica country.
Sul divano trovò un ragazzo addormentato.
** you do not have permission to see this link ** James Leer vive in casa di Joannis Sofianopulos da qualche settimana ed ha occupato la stanza di Jorge.
Lo osservò a lungo.
Era giovane ed aveva alcuni vecchi ematomi sulla faccia.
Spazio con lo sguardo la stanza ed abbassò ancora il volume della radio.
Non era cambiato molto il soggiorno, ma vi erano molte cose lasciate in giro, poco ordine e polvere accumulata negli angoli.
Andò in giro per la casa con calma, senza toccare nulla, senza frugare alcunché.
Fosse stata la casa di qualcun altro vi avrebbe fatto qualche razzia.
Da quanto tempo mancava?
Da quanto la mamma era morta?
La sua stanza, che era anche quella di Athena, era piena di scatoloni e di cose varie, mentre la stanza di Jorge era stata usata. Il letto era disfatto e vi erano dei mozziconi spenti nel posacenere del comodino.
Jorge aveva iniziato a fumare?
Era impossibile. Il piccolo principe, il preferito di papà, non avrebbe mai fumato.
Tornò dabbasso.
Si avvicinò al ragazzo.
Anche qui notò dei mozziconi.
Lo osservò ed attese che si svegliasse.
Chi era quel ragazzo?
Dov’era suo padre e dove diavolo era finito Jorge?
Oggi era Natale.

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Diana "Carmen Harley" Sofianopulos.
Età 28.
Vista in Sud America a combattere con i guerriglieri irregolari del Brasile.
Occhi artificiali.
Braccia e gambe meccaniche.
Iniettori di stimolatori e di analgesici le corpo.
Soffre di arto fantasma alle braccia.
Ricercata in Honduras.

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Ottobre 31, 2009 - 9:27 pm

Alyson osservò l’orientale entrare.
Era ben vestito ed abbastanza alto per un orientale.
** you do not have permission to see this link ** Kaito Nakamura delle Yamagato Ind.
Il suo seguito per l’appunto fatto di una dozzina di persone lo seguì.
Il capofila la osservò per un attimo mentre si spostava verso l’ufficio del Signor Foley.
Non aveva alcuna espressione era soltanto un blocco di granito.
Forse l’aveva riconosciuta.
Forse era solo uno sguardo vagante.
Lei era un’assistente, una segretaria.
Non le fece nessun cenno con la testa.
Una faccia scolpita su di un blocco granitico.
Alyson non riuscì nemmeno a sorridergli tanto egli aveva l’aria inespressiva.
Probabilmente era qui per altri affari.
Era un peccato che Jorge non ci fosse. Avrebbe continuato le trattative assicurative sugli imminenti lavori previsti dalla Yamagato.
Forse quella faccia era dovuta al fatto che Jorge non ci fosse più.
Foley l’aveva silurato al volo e s’era preso il cliente.
Bei soldini che prendevano il volo.
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Scott Foley. Agente assicurativo della Clarkson-Mortgage Insurance Agency.
Uno del seguito invece le sorrise.
Un uomo di mezz’età.
Gentile.
Affascinante.
** you do not have permission to see this link ** Mr.Zhang Wu, uomo del seguito.
Era tardi per un appuntamento, gli uffici stavano chiudendo, ma non vi badò molto, lei per oggi aveva finito.
Sistemò la scrivania.
Prese la sciarpa, il cappotto, la borsetta ed accese l’ipod.
Andò all’ascensore e si infilò le cuffiette.
Destra.
Sinistra.
Play.
Automaticamente come prevedeva il suo abbonamento per il down load della musica dovette ascoltare le news di Network 23.

Benvenuti su Network 23.
Perché il vostro mondo è importante.
Il ministro degli esteri Kirkland assieme governatore Watkins si sono incontrati oggi ad Aukland con il ministro dell’economia canadese Raphael Raymond. “L’incontro”, dice Watkins, “è andato bene ed ancora una volta i nostri due paesi hanno dimostrato di avere le stesse vedute e le stesse intese.”
Domani in mattinata a San Francisco il sindaco Stern li accoglierà con una cerimonia formale consegnando le chiavi della città.
Ascolta Network 23.
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Network 23. Global Channel.
Acceso 24 ore su 24.

Mentre le notizie erano le entravano nelle orecchie, prese il cellulare e cominciò a mandare alcuni auguri di natale.
Ne mandò uno anche a Jorge, le mancava.
Lavorativamente parlando s’era trovata bene con lui per più di un anno.
Quando arrivò al pianterreno si infilò i guanti ed il berretto.

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Alyson Allen. 46 anni. Maritata. Separata, non divorziata. Un figlio di 10 anni. Lavora alla Clarkson-Mortgage Insurance Agency da otto anni.

Fuori faceva freddo.
Questo Network 23 non l’aveva detto.
La musica infine partì.
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Novembre 15, 2009 - 11:34 am

La stanza era fredda.
La temperatura arrivava a 5 gradi, costantemente regolata da quattro termostati.
In realtà ne funzionavano solo due ed il medico legale lo sapeva.
C'erano altre cose che non funzionavano al seminterrato della Morgue di San Francisco.
Ad esempio un paio di lampade da tavolino, un paio di neon non si erano più accesi da almeno un paio di anni.
Inoltre c'era la costante filtrazione di una condensa lungo il lato sud della sala con otto tavoli per l'autopsia probabilmente dovuta ad una piccola perdita sottomuro di qualche tubatura dell'acqua.
In quel momento c'erano quattro cadaveri.
Erano tutti e tre scoperti, erano tutti e quattro di diverse età, di diversi sessi, di diverse etnie, di diversa estrazione sociale e di diversa provenienza.
In apparenza non c'era alcuna connesione tra i cadaveri... Forse si conoscevano visto il trattamento che avevano ricevuto.
Era stato tutto il giono ad esaminarli il capo della polizia Fong gli aveva chiesto il favore di dare la precedenza a questo scempio trascurando gli altri sei cadaveri che erano nelle celle refrigeranti.
Il primo decesso scoperto intorno alle otto del mattino dentro la metropolitana era un broker di cinquantasei anni. Un tipico Wasp. L'ora del decesso risaliva al giorno prima intorno alle dieci della sera.
Il secondo era una donna portoricana, una prostituta trovata nella zona di Twin Peaks. Ora del trapasso intorno all'una del mattino. Non c'erano tracce di sperma. Probabilmente era stata uccisa prima di iniziare a lavorare. Forse il primo cliente.
Il terzo era un nero. Dai tatuaggi e dai monili che aveva addosso doveva appartenere ad una banda. Un gansta. Il coroner aveva detto che cantava nelle metropolitane di tanto in tanto e che in realtà trafficava con metanfetamina per tutta la città fino ad Oakland ed a San Josè. Il coroner non pareva essere dispiaciuto per la morte dell'afro.
L'ultima era una piccola ragazzina che veniva dal Saint George.
L'avevano trovata ancora viva in vicolo a pochi isolati da Chinatown. Nessun documento, un vestito nuovo, segni di malnutrizione e lividi ormai quasi assorbiti ed infine morta per complicazioni dovute alla setticimia ormai diffusa su tutto il torace.
C'era poco da dire alla signora Fong.
Quattro cadaveri uccisi con ogni probabilità dalla stessa persona con l'utilizzo di un coltello da caccia o da combattimento. Morti infine per infezione e necrosi della ferita troppo estesa.
. . . - - - . . .
Quando infine ripose anche l'ulrimo referto, la piccola ragazzina ochhi a mandorla di appena sei, massimo sette anni, il medico legale si sentiva stanco.
Esaurito.
Spense la luce, lasciando al buio il freddo gelido della stanza umida ed ammuffita al lato sud.
Uscendo per andare a casa inspirò il freddo di quella giornata.
Il gelo del giorno di Natale.
Nessuno lo aspettava a casa.
Nessuno lo avrebbe atteso nella sua fredda stanza con vista di mura di mattoni.
Si strinse nel cappotto da pochi soldi avviandosi verso l'angolo.
Qualcuno in 12 ore aveva ucciso quattro persone ed altre 12 erano passate dall'ultima morte. Forse altre quattro vittime erano da qualche parte congelate dal freddo inverno del natale.
Aveva voglia di fumare.
Una sigaretta.
Quanto tempo non fumava.
Una settimana ormai.
Andò a comperarle.

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Il dottor Tom Sizemore. 47 anni. Divorziato. Non ha figli. Passa mensilmente 2000 Eurodollari di alimenti alla moglie a Los Angeles. Condannato per violenza domestica, possesso di stupefacenti illegali. In circolazione su cauzione di 20000 Eurodollari stabilita dalla corte di San francisco per guida in stato di ebrezza e resistenza a pubblico ufficile.

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Novembre 28, 2009 - 7:07 pm

Andy Sipowicz osservò interdetto il candido ragazzo che gli aveva appena suggerito quale automobile comprare a suo figlio.
L’aria del duro si stava facendo strada anche se l’espressione dinoccolata da, testa tra le nuvole, lo faceva apparire ancora come uno sbarbatello con la faccia d’angelo. Gli ematomi sullo zigomo sinistro di quella baby face erano ormai quasi spariti ed Andy Sipowics esperto della mafia italiana immaginò che quel ragazzo doveva essere finito in qualche vialetto di China Town a menare qualcuno e qualche botta gli doveva essere arrivata.
Andy Sipowicz non ne sapeva un granché d’arti marziali ma quelli del quartiere cinese sapevano il Kung Fu fin da piccoli; non invidiava il ragazzo; Takema era noto per i suoi pestaggi ed i suoi duri interrogatori, l’ultima voce che circolava tra le scrivanie della stazione del tredicesimo, era che avesse messo delle graffette sotto le unghie ad un tizio che aveva fatto lo scambio di una ragazzina per una bambina.
Raccapricciante. Roba dell’altro secolo.
Aria di ghiaccio.
Sipowicz era da ormai 21 anni che faceva il poliziotto cominciando con la stradale a dirigere il traffico ed a fare rilevamenti degli incidenti sulle superstrade rischiando d’essere travolto da qualche vettura a 150 chilometri orari.
Quando si decise di passare alle investigazioni si fece un … si fece un mazzo tanto e riuscì a diventare sergente appena al terzo tentativo e fu investigatore dopo 12 anni di servizio.
Ora guardava Takema ora guardava Kaneshiro.
Guardava le loro patacche dorate uguali alla sua.
Ricordò il motto del SFPD. (San Francisco Police Department)
Oro en Paz Fierro en Guerra.
L’arrivo del capitano Bloom non portò alcuna nuova se non la sua elegante figura da studentessa in carriera nel più difficile e povero distretto della città.
I militari volevano gestire la situazione, ma se ne andassero a quel paese
Porca miseria. Imprecò fra sé e sé. Avrebbe potuto telefonare ad Elena e chiederle di incontrarsi piuttosto di stare lì a prendere freddo la notte di Santo Stefano a cinque giorni dal nuovo anno se la cosa infine l’avrebbero gestita i guerrafondai.
Avrebbero finito per radere al suolo la Casa dei Salici Piangenti.
Non voleva fumare ma quelle nuvole fredde che uscivano dalle bocche di tutti gli facevano salire in gola un’acquolina quando si distrasse all’arrivo delle “Api”.
Sciamarono due veicoli nel cielo.
Kaneshiro fu il primo ad accorgersene.
Andy Sipowicz non li aveva ancora mai visti e chiese una sigaretta ad un agente della stradale.
Da un attimo immobili nel cielo defecarono figure scure con un'unica scritta grigia quasi invisibili nelle loro avanzatissime Metal Gear da combattimento.
E.SWAT
Andassero anche loro a quel paese.
Ci andassero tutti.

** you do not have permission to see this link ** Detective in prova Hiro Kaneshiro.
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Detective Andy Sipowicz.
Distretto 13. Divorziato, ha un figlio. Conosce la mafia italiana ed i suoi modus operandi. Noto per il suo inveire e per i suoi alterchi con la disciplinare e per il suo vizzio di andare con prostitute di cui dopo diventa amico e cerca di aiutare.

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Dicembre 6, 2009 - 11:18 pm

-Qui è Edison Carter! In diretta e dal vivo!

E’ da poco trapelata la notizia che il Governatore della California Dwaine Watkins, assieme a Hector Kirkland, ministro degli esteri americano, ed a Raphael Raymond, ministro dell’economia Canadese sono stati appena liberati da una squadra speciale della E.S.W.A.T.
Tenuti in ostaggio in una dubbia casa di ChianaTown conosciuta come “La Casa dei Salici Piangenti”, pare che siano finiti prigionieri da alcune ginoidi geisha impazzite per un virus.
** you do not have permission to see this link **Dwayne Watkins. Governatore della California.
** you do not have permission to see this link ** Hector Kirkland è il ministro degli esteri Usa.
** you do not have permission to see this link ** Raphael Raymond. Ministro dell' economia del Canada.
Ci giunge ora la notizia, che finora era smentita, che vi sia stato un morto.
Un uomo, a quanto sembra. Il segretario del ministro Kirkland pare aver perso la vita e già giungono rivendicazioni nella nostra direzione del “Movimento per la Parità dei Diritti degli Androidi e delle Ginoidi”, per un trattamento antidiscriminante ed umiliante.
Molto spesso gli androidi costruiti dall’uomo proprio per farsi sostituire in lavori difficili e pericolosi finiscono per essere esposti a rischi insensati ed in certi casi utilizzati come giocattoli da combattimento o sessuali.
Molto probabilmente tutti ricorderanno il recente fatto degli strani incidenti, suicidi, d’una certa serie di ginoidi prodotti dalla Genetica Android ritirati dal mercato quattro anni fa adducendo che si trattava di materiale ormai tecnologicamente superato. Il recente evento di suicidi di massa ha fatto pensare ad un “mal vivere” oppure ad un “mal funzionamento”.
** you do not have permission to see this link ** Ginoide versione Geisha. uno dei modelli più avanzati prodotto dalla Genetics Android.
** you do not have permission to see this link ** Jey Ley. Ginoide. Modello base. Fuori produzione.
Nell’attesa d’una risposta definitiva sull’argomento il sindaco di San Francisco-Bay Area glissa con un “No Comment” sulla potenziale pericolosità di questi eventi distruttivi avvenuti negli ultimi giorni, e sorride con un’ aria truce ed un “Non saprei proprio cosa dirvi. Davvero.” sulla pericolosa serata passata dal Governatore Dwaine e dai due ministri Kirkland e Raymond ne “La Casa dei Salici Piangenti”.
Inoltre si fa sentire la voce “Humankind Against the Machine” annunciando rappresaglie e rimozioni nei confronti dei droidi della spazzatura e per qualsiasi altro “bambolotto” dall'aspetto umano.
Pare che i due Ministri ed il Governatore non abbiano riportato alcuna lesione. A dare l’allarme è stata la proprietaria Ada Vedova Iscikawa che ha dovuto abbandonare le sale d’intrattenimento.
** you do not have permission to see this link ** Ada. Vedova Ishikawa. Proprietaria de "La Casa dei Salici Piangenti".
** you do not have permission to see this link ** Harold Sataka sarebbe una perfetta guardia del corpo per vedova Ischikawa.
Immediato il responso delle forze dell’ordine arrivate in pochi minuti e tempestiva ed efficace l’azione dell’E.S.W.A.T. al contrario di quell’avvenuta al Saint George Hospital di due settimane fa in cui era stato seminato il terrore tra pazienti ricoverati e tredici elementi della squadra speciale hanno perso la vita.
Un uomo è stato fermato e messo agli arresti. Un probabile pirata pare infatti abbia voluto divertirsi un po’ ma pare abbia scelto il giorno sbagliato, ma noi di Network 23 non crediamo a questa discutibile versione messa in giro da un piedipiatti panciuto che avrebbe fatto meglio a mettersi un vestito da babbo natale ed andarsene in giro con qualche renna.
** you do not have permission to see this link ** Oto Patriciò Botelho. Manager della Telis Biolabs.
Un’altra notizia ci sorprende in questo momento poiché una delle ambulanze giunte sul luogo ha trasportato via un quarto uomo che il mio operatore Theora Jones ha confermato essere Oto Patriciò Bothelho, un manager della Telis Biolabs.
Non chiedetevi cosa stessero facendo queste persone alla “ Casa dei Salici Piangenti”, ma domandatevi piuttosto perché.

Venti minuti nel futuro!
Ritorneremo presto con nuovi approfondimenti.
Edison Carter per NETWORK 23!
Chiudo.
Come sono andato Theora?-
Domandò Carter appoggiando l'indice sull'orecchio sinistro.
Nella testa gli entrò la dolce voce di Jones.
-Li hai lasciati a bocca aperta. Ora stanno arrivando diverse chiamate in redazione e Murray mi ha puntato con l'indice. Dovremmo dagli qualcosa di più a questo pubblico attento.-
Carter sorrise e raggiunse Theora che da dietro l'angolo si girò a guardarlo.
Anhe lei sorrideva.
** you do not have permission to see this link ** Theora Jones. Una dei migliori operatori videolinker che ci siano in giro. Lavora da un qualche mese con l'avventato Edison Carter.
<><><><><><><>
Gorrister spense il Canale.
Avrebbe voluto lanciare il telecomando contro il muro, ma non l’assicurazione di Network 23 lo avrebbe scoperto.
Erano tre giorni che se ne stava in casa a mangiare cibo cinese che gli portavano giù.
Murray il capo redattore lo aveva licenziato.
Carter aveva un nuovo compagno.
Ma quel pugno che gli aveva dato… quel pugno gli pesava ancora sulla faccia.
Non era stata colpa sua.
Carter finirà con il farsi ammazzare prima o poi…
Prima o poi… si poteva aiutarlo in questo.

** you do not have permission to see this link ** Gorrister era l'ex uomo del collegamento con Edison Carter. Licenziato da Murray per aver lasciato Edison in una zona pericolosa dello sparwl, vive ora nei bassifondi dello sprawl di San Francisco.

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