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Aprile 24, 2008 - 5:02 pm

Trasporto eccezionale
Posted 18-04-2008 at 11.57.10 by winny

Agganciata ad un verricello venne issata con tutti gli altri nel ventre dell'elicottero, che fluttuava a una decina di metri dal tetto dell'albergo, pulsante e oscuro come una gigantesca falena...
Era riuscita a fingersi addormentata ma non sapeva quanto sarebbe durato questo inganno....di sicuroalmeno fin quando non le avessero cololegato un bio-monitor, che avrebbe rivelato i segni vitali di una persona vigile e attenta.
Doveva raccoglere quante più informazioni poteva.
Si fece forza eper dipanare il torpore che comunque i narcotici le davano e si concentrò su tutte le voci che poteva sentire attorno a sè.
"Si va al rendez vous col Musashi allora?"
"Certo"
"Questi sono stati più arrendevoli, gli altri hanno decimato la squadra di rimozione rpima di cedere"
"Rischi del mestiere"
"Beh....forse l'opzione armi letali doveva essere più elastica...."
"Gli ordini erano vivi e incolumi, te lo ricordo, e lo sapevamo che erano degli ossi duri."
"Si....ma nove agenti esperti persi sono tanti..."
"Smith è stato molto chiaro."
Sentì dei passi che si avvicinavano a lei e una voce molto vicina
"Questa qua però è proprio carina...."
Una mano le sfiorò i capelli e trattenne a stento un brivido.
Continuò a tenere gli occhi chiusi mentre sentiva un respiro vicino al volto.
"Da qui al sottomarino ci sono almeno 40 minuti e potremmo spassarcela un po'...."
La voce distante replicò secca.
"Vivi e incolumi....non te lo ripeterò ancora....e torna ai comandi."
"Sei un guastafeste..."
Quelli stessi passi pesanti si riallontanarono.
"Ma come li hanno trovati?"
"Li hanno monitorati praticamente da quando sono rientrati sulla terra..."
"E come?"
"Non ne ho idea, ma ho sentito dire che qualcuno li ha traditi, uno importante, strapagato dalla compagnia"
"Bel colpo..."
" Altri li trasporteranno poi al centro di detenzione di Hokkaido."
"E li cosa verrà fatto di loro?"
"Non so....ma credo deciderà Smith."
"Non è stato portato anche quel Kane a Hokkaido?"
"Non saprei....Al tempo ero distaccato a San Paolo."
"A me pare di si"
"Pare vogliano riunire la vecchiua squadra, eh..?"
"Quale vecchia squadra?"
"Questi tizi lavoravano con Kane...."
"Affari loro."
Altri passi.
"Salve dottore.....ecoli qua, ben impacchettati...rinforza la dose?"
" Si....meglio non correre rischi. Poi a bordo li metteremo in celle di criostasi, per sicurezza...uno sicuramente subirà un intervento, forse anche qualcun'atro. Di sucuro dobbiamo installare su di. loro gli apparati di contenimento."
"Poveracci...."
Sentì un sibilo, un senso di gelo al collo e precipitò nell'oblio.
Non sognò.

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Aprile 24, 2008 - 7:57 pm

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Resta desta! Resta calma! Resta vigile!!!

Sono queste le parole che Consuelo o meglio Carmen continua a ripetersi nella mente.

Non riesco a connettermi al processore neurale per usare il cellulare, ma non è possibile!
Quell'impulso EMP non poteva essere cosi potente da annientare i dispositivi elettronici, altrimenti anche i loro apparati sarebbero saltati, su dai resettati, resettati!

Forti braccia la ribaltano prona sul pavimento e le amanettano i polsi.
Trasportata a spalla per pochi metri poi agganciata ad un vericello viene fatta uscire dalla finestra ed issata a bordo di un elicottero in volo stazionario sopra l'albergo.
Qualche scossone le fa sbattere la spalla contro la parete ma niente di grave, altre quattro mani l'afferrano e la trascinano dentro all'abitacolo del mezzo.
Non viene maneggiata con molta delicatezza e viene lasciata cadere sul pavimento. Un piccolo sforzo e quel che le serve per smorzare qualunque tipo di espressione le si possa disegnare in volto.

E che modi! No, questi di sicuro non hanno una ragazza! Non si tratta cosi una donna! Finalmente era ora! Si è riavviata, fammi entrare. Presto fammi entrare!

Consapevole di non poter contrastare da sola un'intera squadra di recupero dell'Arasaka, non restava altro che raccogliere ed inviare piu dati possibili a quelli che potevano essere i loro salvatori e sperare che questi messaggi giungessero alle persone giuste.


-Attivare interfaccia cellulare.
-Rubrica.
-Thomas K. Lorenz.
-Chiamare.

Comandi istantanei direttamente dalla mente all'interno dell'interfaccia di communicazione del cellulare, viaggiano veloci e soprattutto silenziosi, non c'è cosa migliore di averne uno impiantato nel mastoide collegato direttamente al processore NeuralWare.
Movimenti e dialoghi l'avvolgono, mentre sente la pressione del movimento del mezzo che si allontana da dove è stata prelevata, verso qualche luogo sconosciuto.

Bene Thomas, stai ascoltando? La chiamata è attiva, ma la prossima volta ti devo ricordare che il mio cellulare subdermale non puo essere ascoltato da nessun altro che da me, almeno dì qualcosa, dai cenno che stai ascoltando e non hai apoggiato il cellulare da qualche parte.
Eccone un altro che vuole controllare se dormo, che tonto sta puntando la luce dritto sull'occhio cibernetico e manco se n'è accorto, niente di piu facile simulare con quello.
Passi che si allontanano... bene è il momento di attivare l'infrarosso dell'occhio almeno vedo come siamo messi...

A palpebra chiusa le immagini che riceve sono molto sfocate per via dei capillari, ma sufficentemente nitide per vedere dieci ombre di colore rosso che sembrano star sedute ai lati di un abitacolo stretto, due invece sono molto piu chiare probabilmente i due piloti che alloggiano nel vano anteriore schermato da una paratia, altre due ombre rosse piu familiari sdraiate li vicino.

... accidenti, andiamo male! mi sa che tocca assecondarli fino alla fine, intanto voi parlate avanti miei cari, parlate pure sperando che Thomas non si perda in qualche suo esperimento.

...

Tradita! Di nuovo e da chi questa volta? Lorenz? Falkenberg? Chi altro? Dannazione non posso sbagliare, non devo sbagliare, parlano di uno ben pagato e molto in alto, non posso appoggiarmi solo su di lui per far avere queste informazioni, forse sbagliero ma è sempre meglio rincarare la dose.

-Attivare interfaccia cellulare.
-Mesaggistica.
-Componi: Tutto il gruppo catturato, traditore cellula Arasaka, destinazione Hokkaido, viaggio in sommergibile Musashi ETA 6hr, Kane e Smith saranno lì, richiedo intervento a destinazione. Hanno Crudy!!! Attenzione a fuga di notizie.
-Rubrica.
-Falkemberg.
-Invia.

Bene cosi almeno sono in due a sapere la destinazione. Sperando che non siano loro i traditori, ma non può essere! Sarà sicuramente qualcuno vicino a Falkenberg anche perche Thomas non sapeva niente di questa missione e Falkenberg... che senso avrebbe farci scappare per poi farci prendere? Ora e meglio organizzarsi per completare la recita e permettere a Thomas di avere altre informazione da questi due che parlano piu della vecchia Mya.

-Attivare interfaccia cellulare
-Programmazione
-Spegnimento automatico: 2hr
-Esci

Di sicuro nel sommergibile non avrò campo, quindi e meglio che non se ne accorgano che è rimasto attivo durante la loro conversazione e poi meglio risparmiare le batterie, hehehe

-Attivare interfaccia coprocessori
-Spegnimento immediato
-Esci

Sicuramente controlleranno tutti i miei dispositivi cibernetici, ma non si sa mai che ne sfugga qualcuno se li tengo spenti.
Apparati di contenimento? Che siano le famose bombette Arasaka? Ma non venivano installate solo ai membri di alta responsabilità politica? Sicuramente cercheranno di recuperare piu informazioni possibili, con ausiglio di droghe ed altre macchine quindi dovro mantenere la calma, mhhh chissa se mi ricordo ancora quella formula che ho appreso all'ultimo convegno che sono stata con Thomas? Ma a che pensi sciocca!
Dove sarà la nostra destinazione, un bunker? Sottointerrati del palazzo corporativo? Un campo di prigionia non troppo legale? Un isola deserta? Sicuramente è il posto migliore per impedire evventuali fughe e poi portati con un sommergibile, si dev'essere sicuramente cosi.
Kane sara portato li e questo Smith chi è cosa vuole da noi? Che domande sicuramente la ricetta dei biscotti della nonna, hehehe.

Un po di autoumorismo era l'unica cosa che le potesse tirar su il morale, in quella situazione cosi catastrofica.

Sentì un sibilo, un senso di gelo al collo e poi... l'oblio.

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Aprile 26, 2008 - 3:16 pm

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Ormai doveva fare uno sforzo notevole per mantenere la calma mentre ascoltava la voce di mr. Smith diffusa dal pnnello.
La rabbia montava e sapeva che, una volta l'emisione di adrenalina del suo corpo fosse aumentata troppo, i nanoidi che le avevano iniettato avrebbero diffuso nel suo corpo una dose di narcotici che la avrebbe stesa per un paio d'ore.
E non era quello il momento di dormire.
Era il momento di ragionare.
Aveva capito quasi subito perchè in quel momento la tenevano separata dai suoi amici, perchè era un'ostaggio più che un membro del team.....Il pensiero che per alcuni di loro potesse essere una perdita tale da costituire elemento di ricatto per un attimo la fece sentire meno sola....L'istante dopo si vergongnò molto di questo pensiero e lo scacciò con un gesto stanco.
Tradimento...chi li avea traditi? Falkeberg?!? No....non credeva.....indagò per un'istante nei suoi rcordi..nietne che la aiutasse..
Trasalì!
Per un istante le venne il sospetto che le avessero fatto qualcosa per tenerla sotto controllo il breve periodo in cui aveva lavorato per Arasaka....Trattenne a stento un gemito strozzato e si ricompose subito...ma istintivamente si toccò dietro la nuca.
Smith cotinuava.
Un contratto...Lei ne sapeva qualcosa di contratti con governi e corporazioni..Alla fine ci si perdeva sempre.
Il bastardo ora probabilmente stava facendo capire che era un offerta con margini di negoziabilità ristretti.....No! Aveva fatto il nome di Joy.....
Povera Li.....
Strinse le nocche del braccio metallico fino a far cigolare in modo sinistro le giunture.
A breve una bozza di contratto le aparve di fronte sul display.
Pensò a cosa si lasciava dietro.....a chi Arasaka avrebbe otuto colpire.....Sua sorella? Lei si sapeva difendre da sola perfettamente....suo fratello? Se non era riuscita a trovarlo lei non ci sarebbe riuscito nessun altro..anzi....forse era morto da un pezzo in Asia.
Alla fine tutti i suoi affetti erano in un'altra stanza di fronte a mr. Smith..
E quale miglior modo di proteggerli che di stare loro accanto in qualsiasi frangente?
Premette un tasto ed accettò il contratto così com'era.
Non lo lesse neanche.

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Aprile 28, 2008 - 11:00 am

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Era un bel tramonto quello in cui lasciava sospeso lo sguardo, libero almeno per un po' di non dover fare attenzione a nulla,lui, l'odore del mare e un buon caffè.
Era li appoggiato con una spalla ad un albero quando una vibrazione alle sue spalle lo fece tornare con l'attenzione a tutto quello che accadeva attorno a sé,
Era un attendente con un datapad in mano.
"Per lei signore, dati di una spedizione da Hokkaido"
Lo prese senza proferire parola e per un'attimo guardò negli occhi l'uomo colpevole di aver interrotto quel breve momento di pace.
L'attendente fece istintivamente un passo indietro, si girò e se ne andò subito.
Van Zan iniziò a scorrere distrattamente i dati.
"Spedizione......"pensò.
"Quando la smetteranno di parlare di cristiani come fossero pacchi......"
Lasciò cadere stancamente lungo il fianco il braccio che sosteneva il datapad e rivolse nuovamente il suo sguardo verso quell'orizzonte da cartolina.
"Questo loavoro non mi piace più......"
Si tocco la nuca.
"A ben pensarci non mi è mai piaciuto alla follia."

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Aprile 28, 2008 - 11:07 am

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ecco.....sul database era apparsa la destinazione di missione.....scorse le poche righe....i rimandi alla archiviazione interna....poi in una delle ultime righe lesse il nome di una città.
"Città del Messico...." Pensò.
"Qualcosa si poù fare.....devo parlare con almeno uno di loro....e devo fare in fretta."

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Maggio 7, 2008 - 11:41 am

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Si era svegliata distesa su di una branda.
Aveva un mal di testa feroce e il candore abbagliante di quella stanza non migliorava il suo stato.
Oltretutto aveva gia visto ambienti così.....Spogli e asettici, nevrotizzanti e funzionali. Il fatto che quella stanza le ricordasse una clinica psichiatrica era un ricordo che più di ogni altra cosa la faceva star male.
Si sentiva una stupida.
Si era fatta fregare come una stupida. "Non sei stupida….."
Si alzò in piedi. Brava, "Ora vai al terminale."
Si diresse verso il videoterminale e premette un punto imprecisato della superficie.
Apparve subito il volto rassicurante di una donna giapponese sorridente che iniziò a recitare il suo copione.
Non le fece caso e poggiò il palmo della mano sul monitor. "Ecco…così…"Bravissima….""
Rimase li per un buon minuto con una espressione distante, poi staccò la mano.
Il mal di testa era diventato molto più forte, tanto da provocarle una nausea intensa e quasi dolorosa.
Si distese nuovamente e si mise sul fianco, raccolse a sé le gambe e si prese la testa fra le mani con un lamento flebile. "Non ti preoccupare, passerà presto."
Di li a un minuto la porta si aprì con un sussurro lasciando passare un ‘uomo in tenuta da medico ed una guardia armata.
Scattò come una molla e diede una testata al dottore, mentre allungava un calcio centrando il collo della guardia.
Si alzò in piedi, guardò prima il medico, il cui naso era rientrato completamente nella faccia, e la guardia , che dopo un rantolo era morta soffocata con la faringe sfondata.
Prese con se un comlink, il fucile e un pass. Si fermò per un istante, pensosa. "Il dito e l’occhio."
Prese il coltello della guardia ed ebbe un sussulto. "Avanti, ci serve per uscire, fatti coraggio."
Gli estrasse l’occhio destro dall’orbita e poi gli tagliò l’indice sinistro. "Bravissima, e ora andiamo."
Digitò rapidamente un codice sulla tastiera della porta e uscì nel corridoio. Guardò rapidamente verso le altre celle. "Li ci ha detto di andarcene e sparire. Vedrai, li ritroveremo. "
Si incamminò verso un’altra direzione
La testa non le doleva più.

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Maggio 9, 2008 - 10:26 am

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Quel posto era davvero un paradiso.
Pareva di essere saltati a piè pari dentro una cartolina, o in una di quelle brochure di vacanze esotiche che si sfoglia sapendo di non potersi mai permettere nella vita.
Si era messa uno dei costumi da bagno trovati nell'armadio del locale che le era stato assegnato ed era andata a fare due passi su quella spiaggia rosata e meravigliosa.
Camminava scalza appena otre la linea della debole risacca, i piedi accarezzati dal quel mare stupendo, persa in quel silenzioso spegnersi del sole in un mare d'oro.
"E' colpa mia."
Non riusciva a togliersi dalla testa quel pensiero. Lo sapeva da tempio che Arasaka aveva molti metodi per tenere d'occhio i suoi agenti, soprattutto quelli che osavano staccarso dal controllo corporativo. E per quanto avesse cercato di fare le cose per bene probabilmente non era servito.
Aveva inseguito quel sogno di amicizia, di famiglia. Aveva trovato degli esseri umani che poteva definire persone care, e le aveva messe nei guai, le aveva tradite.
Ora che il sole era calato iniziò a sentire un po' di freddo.
Ritornò verso i bungalow tenendo la testa bassa, passando una ad una di fronte alle porte di tutte le persone che aveva trascinato in quel passato da cui aveva cercato di sottrarsi.
Poi si fermò di fronte alla porta di Ed.
Tenne per un istante fra i denti il labbro inferiore e poi bussò timidamente. La porta si aprì leggermente appena poggio le nocche.
"Degno di lui" Pensò. " un po' spavaldo e un po' tranquillo."
Aveva voglia di dormire con lui.
Entrò e fece qualche passo fino alla camera da letto.
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Ed dormiva gia
Doveva essere molto stanco, nove ore nell'uomo vitruviano erano davvero pesanti.
Si rannicchiò nel letto al suo fianco in cerca di un po' di calore.
Chiuse gli occhi e cercò il suo braccio.
Trasalì quando sentì la superficie liscia della cromatura metallica.
Pianse silenziosamente quella notte.

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Maggio 9, 2008 - 10:46 am

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Si fece una doccia per togliersi il sale dalla pelle.
Era una sensazione che aveva sempre trovato fastidiosa, anche ora che aveva una sensibilità epidermica molto ridotta.
Forse era una cosa psicologica e basta.
Erano un bel gruppo di persone. Sarebbero diventati ottimi agenti.
Il dottore era un po' scosso...forse molto....Era per quello probabilmente si era sottratto alle sue attenzioni.
Per quanto riguardava la Locatero avrebbe dovuto capirlo dalle note biografiche che un approccio di quel tipo era inutile.
Ma aveva notato che Li An n era incuriosita dal suo endoscheletro lineare. Presto si sarebbe fatta avanti e allora ne avrebbe approfittato. Si, quella era la condotta ideale.
Uscì dalla doccia e si soffermò di fronte allo specchio.
"Ma chi voglio prendere in giro...."
Si , doveva usare la curiosità di Li Ann per agganciarla, non doveva puntare sulla seduzione....come seduttrice era ridicola, quasi grottesca.
Si tolse da di fronte allo specchio cancellando dalla propria mente l'immagine di sè che aveva avuto in quel momento.
Non fu per niente facile, ma una mezza bottiglia di rum lungo la serata la aiutò.

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Maggio 18, 2008 - 5:46 pm

Aveva tenuto per alcuni giorni il braccio così com'era.
Senza coprirlo con della pelle sintetica.
Non erano in vacanza, ormai non potevano essere o fare alcunché.
Andrete in Messico.
Aveva detto Simone.
Mi chiamo Denton Van Zan, aveva detto l'istruttore del club med.

Alcuni giorni lo aveva tenuto coperto sotto la lunga manica della camicia.
Aveva infilato un guanto rosso di Nylon che aveva trovato nel ripostiglio delle scope.
Dovrete addestrarvi.
Qui vengono gli agenti di punta.
Bella roba.

-Scusami!- le disse.
Nel buio del bungalow, lei piangeva.
La famiglia più potente della terra piantava nuoni semi.
Nuovi germogli per far crescere nuovi fiori.

-Ho voluto tenerlo per un po' così.-
-Immaginavo che prima o poi sarebbe successo.-
-Avevo visto diverse volte che... che mettevi a posto la tua pelle. Non la distinguevo. La profumavi. C'era qualcosa però. Ogni volta che lo facevi avevi un nodo nella gola. Era come una fotografia stracciata. Un ricordo.-
Durante gli allenamenti, le corse, i piegamenti, ne aveva saggiato la funzionalità. L'acqua dolce, salata. La sabbia. Lo shampoo, l'olio delle armi.
Tutto a posto. tutto funzionava alla perfezione.Era ben sincronizzato con i suoi nervi. A Panama alcuni degli uomini neri avevano delle disfunzioni, dovute a colpi, ad esplosioni. L'arto fantasma eseguiva dei movimenti mentre quello artificiale ne faceva altri. Era un problema.

-Volevo sapere cosa si sente.-
-Volevo sapere cosa sentivi tu.-
Lei lo guardò.
-Non fa niente.- le disse. -Non sono le mie mani a toccarti.-
Nuovi fiori.
Nuove tombe.
Nuovi crisantemi.
Nuove morti.

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Maggio 20, 2008 - 2:58 am

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Sole!
Mare!
Non ci poteva credere!
Non era più in quella gabbia ipertecnologica della stazione orbitale.
Tre mesi di reclusione, tre mesi che le sono sembrati tre anni.
Anche gli altri dimostravano, chi più chi meno, un senso di sollievo nell’ essere di nuovo sulla terra, sembrava quasi una vacanza.
Sembrava!
Sarebbe stato tutto magnifico, se non fosse che quello era un campo d’ addestramento.
Ora sarebbero stati agenti Arasaka …
Forse!
Ma come sempre la paranoia la colse.
Il primo pensiero: Ipnosi da addestramento onirico!
Analisi: Registrare tutte le sedute sul suo datapad e controllarne il contenuto.
Niente da fare non poteva farlo li, non aveva i mezzi per farlo, i dati che immettevano nelle loro menti erano criptati e ciò non aveva senso.
La fiducia nella corporazione era già poca, e il fatto di trovare gli alloggi puliti da cimici o altri sistemi di controllo e la totale liberta che sembrava esser data loro, le facevano crescere dentro innumerevoli dubbi.
Sapeva di essere paranoica, ma ciò non la dissuadeva nel continuare a pensare macchinazioni a loro discapito.
L’addestramento?
Si molto utile per quanto riguarda la loro preparazione psicofisica, ma il gioco valeva la candela?
No! No se le loro menti venivano manipolate, no se oltre ad immettere dati nelle loro menti non ne prelevassero qualcuno di tanto in tanto.
Tutti loro custodivano dei segreti!
Segreti che non volevano di certo rivelare all’Arasaka.
E poi la loro prossima missione a Città del Messico, dal briefing non sembrava di certo un compito da assegnare a quel gruppo.
Se fosse vero che la corporazione aveva investito molto su di loro, allora perché mandarli a fare un lavoro da “macellai”?
I dubbi crescevano di giorno in giorno, ma non ne poteva parlarne con gli altri, non li, avrebbe dovuto attendere di essere in Messico, sperando che non fosse troppo tardi.

Promemoria: smontare tutte le parti cibernetiche per ricontrollarle, ispezionare tutti i programmi del datapad, decriptare le registrazioni oniriche e cambiare per l'ennesima volta la sim del cellulare.

Alla sua paranoia ... non c'è limite!

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Maggio 28, 2008 - 10:29 am

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Greta era colma di pensieri confusi.
Ed, Doc e Kim stavano raggiungendo Città del Messico dal nord.
Li e l'inquietante Simone stavano arrivando a destinazione dal versante caraibico.
Lei e Consuelo invece avevano percorso la costa del pacifico fino ai dintorni di Acapulco, per poi sterzare verso nord e lasciarsi alle spalle le bellezze della riviera per un'altopianiano brullo e caldo.
Consuelo era una splendida compagna di viaggio. Era allegra e solare, e con lei, lo stereo acceso e il vento nei capelli per qualche istante si era dimenticata di tutto, per trovarsi con sorpresa in un clima da vacanza.
"Da quanto tempo non faccio una vacanza....."Pensò.
Poi avevano incontrato la polizia Messicana.
Greta aveva ancora nelle narici il misto nauseante di birra e tabacco dell'alito di uno dei due poliziotti, la sensazione di disgusto del contatto con la sua pelle sudata, la vibrazione nel braccio trasmessa dalla sua katana monofilare quando li aveva sgozzati entrambi.
Ritrovare dopo tanto tempo la sensazione di piacere nell'uccidere la aveva spaventata.
Guardò Consuelo.
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"Senti Consuelo, credo di doverti delle spiegazioni..."
" Ti ho gia spiegato che non devi..."Iniziò a replicare Consuelo.
"No, lasciami finire." Disse con voce stentorea Greta.
Cons notò che le nocche di Greta erano pallide tanto stringevano il volante.
Decise di ascoltare.
"I miei genitori facevano il mio stesso mestiere, e a me, mia sorella e mio fratello hanno insegnato tutto quello che si deve sapere ancor prima di capire che non era un gioco."
Greta aveva gli oicchi fissi sulla strada.
"Non sono mai stata bambina, non ho mai avuto una casa che durasse più di sei mesi e avevo l'imperativo di non fidarmi di nessuno. Non è che non avevo amici, mi era proibito averne più che altro."
Il tono della sua voce era sempre più teso mano a mano che andava avanti.
"A dodici anni sapevo già colpire una moneta da un chilometro con un Barret. e avevano gia deciso per me che avrei dovuto in futuro farmi installare dei rinforzi muscolare per essere in grado di maneggiarlo senza tripode."
Gli occhi le si inumidirono.
"Poi un giorno mio padre decise che ero abbastanza grande da sapere che se fatta prigioniera avrebbero potuto usare qualsiasi sistema per fiaccare la mia resistenza agli interrogatori. Avevo appena compiuto quattordici anni."
La voce di Greta aveva iniziato a tremare.
"Mia madre approvò, e comunque non disse niente, non si oppose e sono sicura che era abbastanza vicina per sentire ogni mio grido e il mio pianto."
Consuelo era basita e guardava Greta oramai completamente tesa in ogni singolo muscolo, aggrappata al volante della macchina come se fosse l'unico appiglio che le impediva di precipitare in un abisso.
"Capisci Consuelo? Mio padre mi insegnò che il nemico poteva ricorrere a qualunque sistema per ottenere informazioni, a prescindere che io avessi qualcosa da rivelare....QUALUNQUE sistema...Fu lui il mio primo aguzzino, fu lui il mio primo...."
Greta oramai singhiozzava e tremava e non riusciva più a parlare.
Consuelo preemette un icona sul touch screen del cruscotto e fece accostare in automatico la macchina.
Prese le mani di Greta e le stacco dal volante. E quando la macchina fu ferma non potè fare altro che tenerla abbracciata e aspettare che smettesse di piangere.

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Maggio 30, 2008 - 12:48 pm

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Non so come io sia riuscito a trovare la voglia di scrivere quanto segue.

Dall'ultima volta che ho sentito Sakura è passato ormai non so più quanto tempo, il male che le ho fatto facendole credere di essere morto non potrà mai essere riparato, quel tipo di dolore è troppo grande.

I primi mesi li ho passati ad illudermi di averlo fatto perché lei fosse al sicuro, poi è subentrato il rimorso se l'avessi portata con me non starei così male, ma lei sarebbe venuta?

Avrebbe mollato tutto per seguire questo disgraziato di fratello?

Che ancora non riesce a fare a meno di dipendere da lei.

Esattamente come quando eravamo bambini.

Non sono mai riuscito a socializzare con gli altri è sempre stata lei con il suo modo solare di essere a spingermi a cercare nuove amicizie.

Un po' forse è colpa dei nostri genitori per il loro lavoro erano sempre in viaggio e io non ricordo più quante volte ho cambiato casa, scuola, città.

Troppo timido per riuscire a relazionare con gli altri è sempre stata lei da aiutarmi anche in questo.
Poi nel tempo la cosa è diventata più facile, e quando sembrava che finalmente ce la stessi facendo è subentrato il problema di New York.
Anche li lei mi ha aiutato, cosi il trasferimento a San Francisco è stato meno traumatico, e mi ha spinto a cercare nuove conoscenze.

Cosa che ho fatto li ho conosciuto il gruppo con cui lavoro ora, ma mi ha messo anche in questa situazione disastrosa.

Ora lei non può più aiutarmi, ora la usano per ricattarmi, e il pericolo per lei è più reale che mai.

Sono solo per la prima volta in vita mia, devo affrontare la vita senza i suoi consigli.

Non so come parlarne con gli altri, li ho visti tristi e poi sollevati, gli ho visti andare avanti e prendere quello che la vita da.

Per questo gli invidio io non ne sono capace ho bisogno di rassicurazioni e quelle purtroppo non le avrò più.

Con che coraggio potrei chiamarla e dirle:
Guarda sono vivo e mi trovo nei guai.

Oppure potrei scappare andare da lei e portarla via al sicuro, ma sarei in grado di difenderla?

No non credo ho visto con che facilità ci hanno identificato e preso, probabilmente è meglio che lei continui a pensare che sono morto.

E questo mi riporta al fatto che non riesco a comunicare con gli altri, ancora una volta come da bambino mi sono rinchiuso in me stesso.

Quando basterebbe che al posto di un no dicessi un si, ma è facile da scrivere, ma aprire quella porta da solo senza che dall'altra parte ci sia tu a sorridermi è impossibile.

Mi manchi Sakura.

Avrò mai il coraggio di aprire quella porta?

A questo non so rispondere, l'inferno in cui sono caduto è troppo vasto e oscuro e questo alla fine è solo colpa mia.

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13
Giugno 6, 2008 - 11:49 am

La luce di Città del Messico era davvero strana.
La cappa di smog restituiva una strana luminosità al cielo, riflesso delle luci sgargianti del centro città.
Case a perdita d’occhio fin oltre l’orizzonte e dalla strada e dall’interno del covo dei “Chantico” venivano i rumori di festa. Ma li sul tetto si stava abbastanza tranquilli. C’erano delle sentinelle che tenevano d’occhio il circondario ma non badavano ne a lei ne a Li.
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Non era riuscita a terminare la bottiglia di Jack Daniels che si era ripromessa di scolare solo grazie all’intervento di dell’amica.
Ed era stato meglio così.
Non era mai stata una gran bevitrice e probabilmente sarebbe stramazzata sul tavolo della “cantina” di Margarita Velasquez di li a poco.
Molto pazientemente il piccolo drago la aveva accompagnata in bagno dove aveva vomitato un giorno di cibo e una vita di brutti ricordi. Poi la aveva portata sul tetto dove l’aria fresca della notte l aveva resa un po’ pi lucida.
Guardò Li che si limitava a starle accanto, silenziosamente presente, e le sorrise.
“ Sono contenta che siamo tutti di nuovo insieme…”
“Anch’io”
“Scusami….”
Li strabuzzò gli occhi.
“E di cosa scema…”
“Del mio umore terribile. “
“Abbiamo tutti i nostri momentacci”
“Il brutto incontro che io e Consuelo abbiamo fatto due giorni fa ha toccato una parte di me che pensavo di aver sepolto…..”
Li si accese una sigaretta e la guardò con la testa leggermente inclinata.
Greta esitò per un attimo. Poi proseguì.
“Non ho avuto una gran famiglia e quello che è accaduto mi ha rituffato in quei brutti ricordi….”
Sottovoce le raccontò con un tono inespressivo dei suoi fantasmi.
Li Ann non aveva cambiato espressione ma era paralizzata dal peso di quel vissuto al punto che la sigaretta si consumò da sè, senza che la cenere cadesse al suolo.
“Questo lo ho raccontato a Consuelo, dovevo spiegarle perché mi avesse visto compiaciuta di aver decapitato qualcuno. Non suono una missionaria, so che sono un sicario, ma piacere ad uccidere non ne provo e non amo quelli che lo fanno per il gusto di farlo. Io lo faccio se serve.”
Chinò la testa per un attimo e dopo un sospiro proseguì.
“Quello che non le ho detto è che quando uno di quei due maiali si è allontanato con lei ho provato lo stesso senso di impotenza che ho vissuto quando quello che ho subito io si è abbattuto sulla vita di mia sorella. Un porco in meno nel mondo mi sono detta quando ho ammazzato quel poliziotto. La stessa cosa che mi dicevo quando colpivo mio padre con un martello e mia sorella coi vestiti a brandelli si copriva gli occhi rannicchiata in un angolo della stanza”
Di li a poco Greta iniziò a cedere al sonno.
Li la accompagno alla branda, la spoglio come fosse una bambina da coricare nel letto e rimase a guardarla dormire per qualche minuto, poi se ne andò.

153 Messaggi
(Offline)
14
Luglio 4, 2008 - 8:54 pm

Era facile alzarsi alla mattina.
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Si chiama Denton Van Zan. Non so ancora se è l'istruttore oppure il dottore.
Un'ennesima non esistenza.
Prima a Panama poi a Nogales, a San Francisco e poi a New Tokio nello spazio... ed ora...
Ora nella Clinica...
La clinica.
Ma chi aveva avuto questa idea?
Lavarsi i denti al mattino.
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Lee Li, li mangia ogni giorno come i biscotti!
Fare una corsa.
Socializzare sottilmente.
Era facile.
Tutti ti fanno lavare i denti.
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Horiuki Mohinder, il doc sospira e sospira mentre accumula l'astio ed alla fine me lo dà.
Lui: Edgar Ramirez, c'era abituato in un certo senso. Orami è tutto in un certo senso.
Si tratta di un campo. Volontario o forzato. Si mettono un po' di Frell insieme. Assortimento vario.
Poche parole. Poche chiacchere come se si scoprisse un tesoro... ed uno si sente riconoscente, crede che l'hanno capito. Che in realtà sono come te.
Onesti.
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Consuelo invece beve, come limonate e consuma i giorni sulla pelle lusingata e negata.
In fondo.
Sono qui per errore, anzi perché la vita è difficile. Perché li hanno fregati, proprio come... uno... uno come te.
Dimmi che non è vero.
Fare le lezioni ed apprezzare le piccole differenze, in questo o quello in modo da sentirsi dei speciali...
Perché siamo dei speciali...
Lo siamo tutti.
Voglio dire. Anche a pranzo.
Il bello è che dopo devi apprezzarli.
E' non è difficile.
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Kim era Kim e non vuole amici nuovi, noi non siamo suoi amici.
Non è così così difficile.
Il campo, il villaggio, è fatto per questo. Per dare uno stacco psicologico alla vita. Ai legami che ti incatenano nell'intreccio che è la vita perchè purtroppo finiresti per sbattere conto l'ovvia verità.
Ed allora che fare?
Scartando a priori che andare avanti nella vita si può morire dentro prima che fuori la scelta pare costretta, ma in realtà è una banale scorciatoia dell'inconscio che ti dice... sono fatto così!
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Simone era laggiù per noi, come una di noi, come una triste consolata.
Sono fatto così!
Io.
E una scelta automatica, ma ti dici che ti hanno ricattato, per i genitori, per gli amici, per un amore, per un niente, perché tutte quelle cose, famiglia, amici, amori, capiranno la tua scelta infame di diventare... un bel niente.
"Venite a vedere! E' una gita! Qui siamo solo dei grandi amici."
Club delle vacanze?
No!
La Clinica.
Era una Frell di Clinica.
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Franka, mi piaceva Franka, mi piaceva anche Greta. Greta piangeva la notte.
[size=+1]LA CLINICA![/size]

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