Spazioporto di New Tokyo.
Alla fine siamo partiti per la prima missione della nostra nuova vita.

Sto seduto in disparte come un idiota cercando in tutti i modi di distrarre la mia mente, ma vedendo come gli altri sembrano essere tornati quelli di un tempo non ci riesco, cosi li osservo facendo finta di essere assorto nello studio del mio datapad.
In realtà anche se sembrano intenti nelle solite attività vedo dei piccoli indizi, di quanto anche loro sono stati segnati chi più chi meno dal cambiamento che le nostre vite hanno subito.

Ma anche troppo presto quest’attimo di distrazione passa e mi ritrovo per l’ennesima volta in balia della mia disperazione.
Questo sentimento ormai è diventato un vecchio compagno che ritorna a trovarmi ogni volta che la mia mente non è occupata dallo studio, dal lavoro, mi circuisce quando mi appresto a addormentarmi o mi sveglio la notte in preda agli incubi di rimorso, mi accompagna la mattina facendo colazione, mi accarezza come un amante fedele non appena la mia mente e libera da distrazioni in ogni momento delle mie giornate.

Oggi però qualcosa è cambiato insieme alla disperazione che appanna i miei occhi, sento che il vuoto che ho nel cuore viene piano piano riempito da un nuovo sentimento.
Sentimento che come un seme che tenta disperatamente di attaccarsi alla vita mette le sue radici dentro di me, infiamma il mio animo e mi riempie di una rabbia mai provata prima.
In mezzo a questa rabbia per un attimo mi appare il volto sorridente di Sakura che con dolcezza mi fa segno di diniego, lei mi direbbe: non sei portato per questo.

Ma è solo un attimo poi il suo volto si trasforma in una maschera di dolore, dolore che mi schiaccia di rimorso per averle mentito, in mezzo a questi sentimenti ormai un piccolo seme si è schiuso e io so già che crescerà riempiendo il vuoto e cancellando il dolore.

Mai avrei pensato di accogliere con gratitudine il seme dell’odio.

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