31 dicembre 2080 ore 20.00
estratto del ritutale discorso di fine anno del presidente Summers alla nazione.
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"...Sono stati giorni difficili, non solo per la nostra nazione ma per il mondo intero. Si aprono innanzi a noi sconosciuti rizzonti di nuovi assetti politici a seguito di questo breve ma violento conflitto che, tutto sommato, ci insegna che il destino di una colonia è sempre quello di trovarsi in condizione di reclamare la propria libertà.
Proprio con questo convincimento abbiamo alla fine deciso di accettare parte delle rivendicazioni delle colonie, nella certezza che da questo evento possano nascere nuove stimolanti opprtunità di sviluppo per tutti.
E per,ettetemi anche di dire che il provvedimento che da molti è stato ingiustamente definito come il necrologio della demorazia è i realtà un
ulteriore passo fortemente innovativo che garantirà benesere a tutti noi.
L ingresso dellle corporazioni a pieno titolo in seno al congresso rappresenta un gesto di consapevolezza del tempo in cui viviamo, un momento direi di grande democrazia. Trovo che gli auspici in cui nasce questo nuovo anno sono ottimi, di libertà, sviluppo e benessere.
Un buon anno a tutti voi, popolo degli Stati Uniti...."
23 gennaio 2081
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Non era mai stato un problema cambiare città, abitudini, nome e, quando occorreva, nome, ma quella volta era diverso: forse era il fatto che probabilmente non si sarebbe mai più ripresa la sua vecchia vita...non era una copertura temporanea.....era una nuova identità. E poi le pesava anche il fatto di avere tutti i suoi amici attorno a sé senza poterli abbracciare subito e festeggiare con loro il buon esito degli eventi che li avevano portato lassù, su Neo Tokio.Pazienza....ci voleva mota pazienza e ricominciare tutto da capo, per cercare di mantenere la credibilità della copertura.
Appena dimessa dallospedale era stato Falkenberg stesso a farle da cicerone in quella realtà bella e artefatta che era la vita in una stazione orbitale.
Un nuovo lavoro e un aspetto meno riconoscibile.
Al mini market aveva comprato alcune cose che le avrebbero permesso di farsi un giro assieme al suo nome e tutta una serie di nuovi ricordi da inventare a beneficio degli auditori occasionali.
Iniziò ad applicare la schiuma colorante sui capelli.
Aveva un buon odore.
Dieci minui dopo era di fronte allo specchio con uno strano ma familiare senso di sdoppiamento, intenta a fare le prove per abituarsi aleno un poco.
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"Piacere, mi chiamo Franka, Franka Bergreen"
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Sue Black era quasi felice. Aveva la posiibilità di rimettersi in gioco, nuovo nome, nuovo lavoro, nuova vita. Il piccolo ma confortevole appartamento che le era stato assegnato le piaceva e lei tutto sommato aveva bisogno di poche cose per stare bene..n..abdare in palestra, ascoltare buona musica e strade tranquille per correre qualche chilometro quando aveva bisogno di svuotare la testa. Il resto dei soi soldi erano stati traformati in un fondo pensionistico per mantenere dignitosamente quella che era la sola persona che le dispiaceva di aver lasciato alle proprie spalle quando aveva cessato di esistere come Wendy. Aveva forse trovato degli amici degni di questo nome ma non aveva perso la pessima abitudine di essere attratta da persone che al massimo la trovavano simpatica, ma senza corrsponderla. Ma in fondo non importava....cose che capitano si ripeteva spesso senza farne un dramma, e subito dopo in genere usciva e andava a correre. Macinacva una decina di chilometri e i pensieri scivolavano via col sudore dalla sua fronte.
Ma quello che davvero le mancava era magiare qualcosa cucinato dalla nonna
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e guardare con lei delle soap vintage alla televisione....e in quel caso correre non serviva a sciogliere la tristezza.
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