Interludio: Ombre del Passato | Advanced Dungeons & Dragons e 3.5 | Forum

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Interludio: Ombre del Passato
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Ottobre 9, 2007 - 1:31 pm

Il Borgomastro Joraen guardò i suoi ospiti, i ragazzi del villaggio e gli stranieri che avevano risposto ad un'invocazione di aiuto... Era giusto che sapessero, perciò iniziò a raccontare:
“Molti anni fa, quando eravamo giovani, noi ed altri formavamo una piccola compagnia di ventura molto affiatata e difficile da affrontare per chiunque! Avevamo girato tutta la terra di Harn in lungo ed in largo e stavamo meditando di utilizzare il nostro ragguardevole tesoro, per comprare o farci costruire una robusta nave con la quale esplorare il grande mare e raggiungere, se fossero esistite, le terre al di là. In quel periodo, un nostro compagno, Lester, venne in possesso di uno strano medaglione, il quale insospettì il nostro chierico, Tiberius, il nonno di Maledàar, il quale, dopo alcune settimane di ricerche, riuscì a stabilire la verità: il medaglione apparteneva all’antico chierico malvagio Vartkhur, ed era la chiave, secondo la leggenda che lo riguardava, per ritrovare i pezzi della sua armatura dispersi per tutta Harn poiché è scritto che se quell’armatura dovesse venir ricomposta e se il suo possessore riuscisse a prevalere sullo spirito malvagio, disporrebbe di un potere senza pari, in caso contrario, si scatenerebbe nuovamente Vartkhur su questa terra…”

L'erborista Adyss continuò:
“Lester, che era stato bardo, ladro, assassino, spia e non so quante altre cose, al punto di meritarsi il soprannome di “Jester” si accorse che eravamo spiati e, conducendo delle ricerche “discrete”, venne a sapere che colui che ci faceva seguire era un misterioso Elfo Scuro chiamato Chamdar, il quale agiva in nome e per conto di un nostro vecchio avversario di nome Wotangar. Entrambi miravano al medaglione in nostro possesso…
Per farla breve, dopo mesi di trabocchetti, scontri secondari, tentativi di assassinio ed altri screzi e provocazioni, esasperati, decidemmo di farla finita, ma fu un errore… Reclutammo una grossa compagnia mercenaria e, scoperto il rifugio di Wotangar e Chamdar, ci muovemmo contro di loro.”

Il fabbro Jacob, con la sua voce cavernosa, continuò:
“Ma loro sapevano, ed erano preparati: ci aspettarono in un punto a loro favorevole e ci tesero un’imboscata. Wotangar era un barbaro civilizzato, ma godeva ancora dell’appoggio della sua tribù e, quando arrivammo dove lui ci voleva, calò in forze su di noi. Nonostante lo svantaggio, fu una battaglia epica, anche se non venne mai cantata dai menestrelli e, quando finì, entrambi gli schieramenti furono praticamente annientati!”

Intervenne il locandiere Jock:
“Nessuno ne uscì illeso: Wotangar morì quel giorno, il suo piccolo figlio, Salazar, che quel pazzo aveva portato con sé,venne ustionato da una vampata improvvisa e venne portato via da Chamdar, anche lui ferito. Due dei nostri morirono sul campo, Jacob rimase per giorni vicino alla morte, “Jester-Lester” perse il braccio destro. Non avendo la forza per continuare l’attacco, ci ritirammo, mentre Chamdar tornò nel suo rifugio fra le montagne…
Ripresosi dalle ferite, Tiberius profetizzò che il pericolo non era trascorso e che un nuovo confronto sarebbe avvenuto negli anni a venire, e così sarebbe stato finchè lo spirito di Vartkhur non sarebbe stato definitivamente bandito dal mondo ma, l’unico modo per farlo, è rimettere assieme la sua armatura ed operare su di essa un esorcismo. La maggior parte di noi non aveva più la forza o la volontà per partire per una nuova ricerca, quindi optammo per nascondere, per il momento, il medaglione in un luogo sicuro. Jester ebbe un idea, prese con sé il nano Thorbak, un nostro amico venuto ad aiutarci e l’allora giovane mago Elaias, l’ultimo arrivato nel nostro gruppo e partì con loro. Tornarono dopo sei mesi ed erano soddisfatti del loro lavoro. Thorbak ed Elaias si congedarono da noi ritornando nelle loro terre, mentre Jester sembrava aver ritrovato temporaneamente l’antico spirito buffonesco ed ingannatore che l’aveva sempre caratterizzato e, quando gli chiedemmo conto del suo piano, ridendo fra sé e sé ce lo spiegò…”

Adyss riprese:
“Chamdar (disse Lester) e Salazar, quando sarà grande, avranno probabilmente il potere e le capacità per passare al setaccio tutta questa terra, perciò qual è secondo voi il posto migliore per nascondere il medaglione se non… sotto il suo naso? Di fronte al nostro sguardo esterrefatto, egli rise e continuò: “Ho scoperto sulle montagne, sull’altro versante della catena montuosa rispetto a dove si apre l’ingresso del rifugio dei nostri nemici, un anfratto che porta in un dedalo di gallerie e grotte, che ho fatto modificare dai nostri amici; l’ingresso è assolutamente anonimo ed è possibile vigilarlo da un rudere dell’antica torre di guardia di Hithlum, alle sorgenti del fiume Jarig, dall’altro lato della valle sulla quale si apre. Thorbak ed Elaias sono d’accordo con me: se nessuno farà la spia, laggiù in profondità a nessuno verrà in mente di cercare il medaglione!”
A lungo discutemmo fra noi di quella folle opportunità, ma a nessuno venne un’idea migliore, perciò consegnammo il medaglione a Lester il quale lo collocò laggiù. Tiberius, che non era molto sicuro del piano, si congedò da noi e si recò all’antica torre che fece consolidare e là fondò una comunità di fedeli della sua dea Elentàri, che è quella dalla quale proviene Maledàar. Non raccontò mai a nessuno, neanche a sua figlia Layana, del medaglione e si portò il segreto nella tomba.”

Joraen concluse:
"Indùr, un giovane guerriero, figlio dello Sceriffo di Vaagel, decise di tornare a casa sua e promise di fare in modo che trapelasse la notizia che recava con sé il medaglione, del quale, con l’aiuto di un artigiano, aveva fatto fare una copia la quale, vista da lontano, avrebbe potuto ingannare più di qualcuno.
Lester-Jester, al quale la perdita del braccio aveva rovinato la salute e lo spirito, stanco oramai di tutto, si ritirò a vivere come un eremita nel luogo nel quale avete trovato Maledàar.
Infine noi anziani, decidemmo di stabilirci qui, per poter esser pronti a cogliere le mosse del nostro nemico se e quando avesse iniziato a muoversi qualora, com’è successo, la comunità di Tiberius fosse stata attaccata. Pertanto abbandonammo il progetto del viaggio per nave e usammo il nostro tesoro per fondare questo villaggio.
Il resto... lo conoscete”.

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Novembre 27, 2007 - 1:51 pm

Chamdar era dolorante…
La propensione del suo signore Salazar per le punizioni fisiche gli aveva fatto capire cosa ne pensasse il padrone del fatto che qualcuno che ancora non conosceva, gli avesse soffiato di sotto il naso il medaglione di Vartkhur. Ora doveva in qualche modo rimediare.
Raggiunse le sue stanze, si versò un bicchiere di vino e si sedette a riflettere, cercando di ignorare il dolore. C’era qualcosa che gli era sfuggito. L’eccesso di zelo dei suoi uomini gli aveva permesso di interrogare soltanto uno dei suoi vecchi nemici ma, evidentemente, questi non aveva rivelato tutte le informazioni in suo possesso ed ora, a cose fatte, l’elfo scuro si rese conto che il vecchio ladro aveva detto sì quel che sapeva, ma si era limitato a dire le cose in modo tale che perdessero ulteriormente tempo! Così, qualcun altro era arrivato prima dei suoi uomini i quali, oltre a perdere tempo prezioso per localizzare l’ingresso delle catacombe, erano tutti tranne uno periti in quei bizzarri sotterranei.
“Che tu sia maledetto, Lester!” Imprecò il Drow, era infatti sicuro che l’architettura delle catacombe era stata “ritoccata” su suggerimento del buffone. A causa della sua impulsività non poteva più interrogare il vecchio Jock, al quale aveva piantato un quadrello in un occhio, perciò si concentrò ripassando le informazioni del quale era in possesso: c’era qualcosa che continuava a sfuggirgli…
Pensò ai rapporti dei suoi guerrieri riguardo il primo villaggio che avevano attaccato, la comunità dei seguaci di Elentàri, cercando di ricordare se potesse essergli sfuggito qualcosa o…qualcuno?
Dopo alcuni istanti, nonostante il dolore, balzò in piedi, infuriato con sé stesso, e bevve d’un fiato un secondo bicchiere di vino… Certo, ecco chi mancava, ecco chi non era stato ritrovato né a Hitlum né ad Aaldem, ecco chi poteva sapere del medaglione: la figlia della chierica Layana, che era a capo della comunità, nonché nipote di Tiberius, il suo fondatore! Evidentemente, visto il precipitare degli eventi, si era messa in qualche modo in salvo e, probabilmente aiutata da qualcuno, era riuscita ad entrare nelle catacombe e ad impadronirsi dell’oggetto, mentre lui e le sue forze stavano combattendo nella piana! Maledizione! Maledizione! Maledizione!
Chamdar tremava all’idea di dover nuovamente affrontare l’ira del suo signore, e quindi iniziò a pensare ad un modo per mitigare l’ira di Salazar.
“Devo trovarli!” pensò…

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3
Aprile 23, 2009 - 1:40 pm

[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quarion si sentiva frustrato…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Qualcuno era entrato di nascosto nella piccola baita che lui e Lester, il suo maestro, occupavano, ai margini della foresta di Chormanthor, ai limiti del territorio Eladrin di Myth Drannon, uccidendo il maestro ed incendiando l’abitazione…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quarion stava appunto rientrando a casa dalla capitale, quando avvistò le fiamme. Quando arrivò, era oramai troppo tardi per salvare la costruzione, ma Quarion si avvolse nel suo mantello, inzuppato con l’acqua del pozzo, ed entrò in quell’inferno, portando fuori il corpo esanime del maestro, solo per scoprire che Lester era morto, trafitto in un occhio da un quadrello di una piccola balestra.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Ora sedeva, solo, sul bordo del pozzo, osservando ora l’orizzonte stellato, ora i pochi resti carbonizzati della casa, pensando a colui che, mesi prima, gli aveva salvato la vita: il Maestro Lester, un vecchio ladro (ed inguaribile burlone) che, a seguito di una brutta ferita subita in combattimento anni prima, aveva perso buona parte della sua mobilità ed a causa di questo, aveva stipulato un patto di natura arcana, per avere potere.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quarion ricordava come il vecchio lo avesse salvato quando, vicino alla sua casa, era stato assalito da quattro creature mannare, e Lester le aveva sbaragliate prima e curato le sue ferite poi. Pesava a come, affascinato dai poteri del vecchio aveva insistito con lui affinchè gli insegnasse la sua arte, alla sua gioia quando, alla fine, il veccho acconsentì. Pensava a qualche giorno prima quando, dopo tanti mesi, alla fine il maestro dichiarò: “Il momento è quasi giunto! Sei pronto?” Ma egli non era più là, ad indicargli quando…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Mentre fremeva di rabbia ed impotenza, non sapendo nemmeno da che parte iniziare a cercare l’assassino di colui che, per Quarion, fu quasi un secondo padre, l’eladrin notò che, sulla linea dell’orizzonte, all’improvviso le stelle… si mossero![/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Come se un frammento di cielo si fosse staccato, una figura esile, avvolta in un mantello scuro come la notte, trapuntato di stelle, venne verso Quarion e si fermò a pochi passi da lui. Il cappuccio lasciava a malapena intravvedere il volto diafano di una donna, che disse: “Il momento è giunto Quarion! Sei pronto?”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Chi sei’?” replicò l’eladrin, alzandosi in piedi…[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Io sono la tua schava, io sono la tua padrona, sono la risposta che cerchi, sono il potere che brami… Posso essere ognuna di queste cose, oppure tutte assieme, se lo desideri… Potrei anche essere soltanto un sogno di una notte stellata, che svanisce al sorgere del sole… Mi hai cercato per mesi, cosa vuoi che io sia per te, Quarion?”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il giovane fu colto alla sprovvista, non si aspettava che il potere che cercava si manifestasse così a lui. Riflettè alcuni momenti, nei quali la figura stellata non si mosse, a parte un leggero movimento della testa che seguiva i suoi spostamenti. Alla fine, Quarion prese la sua decisione:[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Signora delle Stelle! Io bramo le conoscenze ed il potere che tu puoi concedermi! Voglio elevarmi al di sopra della gente ed essere più grande di quello che sono e potrei mai diventare senza il tuo aiuto! In più, voglio trovare l’assassino del mio maestro e vendicarlo!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ci sarà un prezzo da pagare, Quarion…” ammonì la donna “Lo so e lo accetto!” replicò con convinzione il giovane Eladrin.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]A quel punto, la donna si avvicinò a Quarion, allungando fuori dal mantello le sue nude sottili braccia dalla pelle chiarissima verso di lui per abbracciarlo e, subito dopo avvicinò le sue labbra a quelle dell’eladrin e lo baciò. Quarion sentì il potere crescere in lui, la sensazione fu inebriante e, mentre si abbandonava ad essa, il giovane sentì ancora la voce della donna:[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Il potere delle stelle è difficile da controllare, Quarion, per questo io lo concedo in proporzione alla forza ed alla volonta di coloro che stipulano un patto con me! Ma se tu ti dimostrerai capace, non ci saranno limiti al potere che ovrai!”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quando Quarion riaprì gli occhi, la donna lo sciolse dal suo abbraccio e, mentre arretrava di un passo da lui, gli disse ancora:[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Ora, sappi che il tuo maestro è stato ucciso da un suo vecchio nemico, un elfo drow di nome Chamdar, lo stesso che gli inflisse la ferita che lo ha debilitato molti anni fa. Troverai più notizie su di lui nel villaggio di Aaldem, che si trova ad Ovest, sulle pendici meridionali delle montagne del Dorso del Mondo! Ricordati che là, dovrai fare anche una cosa per me!”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Mentre la donna parlava, i contorni della sua figura si fecero indistinti, mentre le stelle del suo manto si fusero nuovamente con quelle del cielo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quarion si ritrovò da solo a fissare l’orizzonte…[/SIZE][/FONT]

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