[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]La figura incapucciata osservava il porto di Airspur dalla sommità di una delle sue terre sospese[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]La nave che gli interessava aveva da poco mollato gli ormeggi e si era messa alla via, puntando decisamente in direzione Nord-Est. Tutto stava andando come l’oracolo aveva previsto, e le cose avrebbero potuto anche andar meglio, se solo fossero arrivati in tempo…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]I suoi pensieri furono disturbati da un improvviso sbuffo di vento e dalla sensazione che qualcosa, leggera come una piuma, lo avesse sfiorato: “Salve, anima di vento!” salutò con la sua voce da baritono.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Teris, la genasi anima di vento, la leggiadra danzatrice della locanda “Anima di Fuoco” si materializzò accanto a lui, esibendosi in una raffinata riverenza: “Salute a te, Naerus! Sono partiti?” replicò la ragazza.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Poco fa, ecco laggiù la loro nave.” Così dicendo, indicò alla genasi la nave che stava osservando. Teris si raddrizzò per guardare, riparandosi gli occhi dal sole con una mano, e annuì: “Sì! La nave è quella… Peccato che siano dovuti partire così presto…” disse sospirando “… vorrei avere avuto il tempo per… giocare con loro ancora un po’!”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Dopo una risatina sommessa, Teris stava per proseguire, ma Naerus la interruppe: “E che ne è stato dell’uomo che mi pedinava?” La genasi fece un gesto vago in direzione del porto: “Oh, quello? Penso che ora si trovi da qualche parte sul fondo del mare!” [/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Naerus trasalì… evidentemente la danzatrice aveva solidi contatti con la malavita locale…[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“A proposito, Naerus…“ riprese la genasi, estraendo un foglio di carta dalla sua succinta veste “… quell’uomo portava con sé questa lettera, è scritta in lingua mulhorand, ti può interessare?”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]A quel punto, Naerus ammise con sé stesso di aver ampiamente sottovalutato la ragazza, e protese il braccio per prendere il foglio, ma Teris si ritrasse, piroettando con grazia all’indietro, sottraendosi alla sua presa.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ah! No Naerus! Questa non fa parte degli accordi! Se la vuoi, dovrai pagare un supplemento!” dichiarò la genasi drizzandosi in tutta la sua altezza… che non superava la spalla di Naerus: “E cosa vuoi in cambio?” le chiese, mentre la sua fronte si imperlava di sudore. Teris piroettò nuovamente, ponendosi di fronte a lui e, sorridendo maliziosamente e poggiandgli le sue mani sul petto, rispose:[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Io… non ho mai avuto un maschio come te! Sii mio, una volta sola! Questo è il prezzo!” disse quasi in un sussurro, mentre i suoi occhi azzurro chiari fissavano quelli rossi come braci ardenti di Naerus, le linee ricamate sulla pelle della ragazza erano percorse da piccole scintille ed un leggero turbine di vento pieno di petali profumati strappati dai fiori li avvolse entrambi.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Naerus resistette alla malìa che la genasi aveva gettato su di lui, nonostante ciò rispose “Accetto!”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Alàin aveva da tempo perso il conto di quanto tempo era rimasto in cella. Durante il giorno un filo di luce penetrava da una feritoia nel massiccio muro, larga a malapena quanto le fessure che usano gli arcieri per tirare da dentro la fortezza. La porta in legno, rinforzata in metallo, non aveva serratura all’interno della cella e comunque, quand’anche l’avesse avuta, la catena che lo legava al muro non gli avrebbe permesso di raggiungerla. Il suo carceriere poi… Non era eccezionalmente robusto, ma neanche un mingherlino. Non parlava mai ed il suo volto appariva devastato da una malattia che gli aveva lasciato segni non mascherabili, probabilmente anche sulla sua mente. Gli portava da mangiare una volta al giorno, vuotava il secchio, cambiava ogni tanto la paglia del giaciglio, e questo era tutto. Questa era la vita di un carcerato della prigione di Dranner, detta anche “La Tomba dei Viventi”, che sorgeva a poca distanza dalla capitale del Chessenta, Luthcheq…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Improvvisamente la porta della cella si aprì, e due guardie in armatura entrarono, sollevandolo bruscamente per le braccia, mentre una figura, avvolta in un lungo, elegante mantello entrò a sua volta.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Alàin a fatica alzò lo sguardo per fissare il nuovo venuto, strabuzzando gli occhi quando lo riconobbe: “Uldor…” sillabò[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Mi fa piacere che tu riesca ancora a riconoscermi…” disse con sarcasmo “… Di solito, dopo quasi due anni in questo posto la maggior parte dei prigionieri è uscita di senno… o peggio!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Che… cosa… vuoi…” biascicò Alàin al quale, l’adrenalina che gli circolava in corpo dava la forza di reggersi sulle sue gambe.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ad Uldor non piaceva perder tempo, per cui tagliò corto: “E’ molto semplice, Alàin. Sua Maestà ha deciso di aprire una ambasciata nell’Alto Imaskar. L’incaricato, il Capitano Graf von Bek, ha chiesto espressamente che gli venga affiancata una persona esperta delle usanze di quel popolo e…” esitò un attimo, guardando il prigioniero con tutto il disprezzo di cui era capace, nonostante le pietose condizioni di Alàin “…tu lo sei! Per quanto ricordo eri il migliore quando… Beh, lo sai. Ora! Ti viene offerta una scelta: o servire nuovamente il tuo paese in qualità di scriba e consigliere del Capitano von Bek in Alto Imaskar, per un periodo non inferiore ai cinque anni, durante i quali ti sarà vietato rientrare in Chessenta, pena l’annullamento di questo accordo, oppure rimanere qui e scontare il resto della pena che ti è stata comminata!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Quanto… tempo ho per… pensarci?” chiese Alàin, sforzndosi di sorridere “Neanche un po’…” rispose Uldor “…decidi adesso![/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Beh, allora… viste le molte possibilità… credo proprio che… accetterò!” esclamò Alàin.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Voi due!” tagliò corto Uldor, rivolgendosi alle due guardie che sempre trattenevano Alàin per le braccia “Portatelo fuori e affidatelo ai guaritori! Dev’essere presentabile entro la prossima setttimana! Lo affido a voi: se dovesse fuggire ne risponderete a me!” Dopodichè si allontanarono.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Times New Roman][FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Poco dopo, il carceriere smise di fissare il corridoio deserto, svuotò la cella e ne chiuse la porta…[/SIZE][/FONT][/FONT]
Ragnhild se ne stava in silenzio nell’ampia camera dell’albergo che i suoi compagni di viaggio avevano scelto nell’alta torre del regno di Imaskar. In tutta la sua vita non aveva mai visto niente di così lussuoso ed imponente come quella torre che si innalzava per centinaia di metri sulla città capitale di quel fantastico regno.
Molte cose l’avevano riempita di meraviglia da quando aveva lasciato il regno che le aveva dato i natali; nel Rashemen gli standard di vita erano piuttosto spartani.
Ma quello che costantemente si sovrapponeva nei suoi pensieri era il sentimento che provava per Spark of Ardour, l’elfo eladrin che aveva catturato il suo cuore. Molto spesso, durante il suo duro addestramento al monastero, aveva fantasticato e parlato con le sue sorelle del vero amore. Quello che fa battere forte il cuore e riempie ogni pensiero per la persona amata. Ora quella sensazione lei la provava, ne era sicura.
All’inizio era cominciato quasi come uno scherzo , uno scambio di innocenti cortesie fra un paladino della Dea dell’amore e una sacerdotessa della Dea della natura.
Ricordava ancora con divertimento i primi impacciati tentativi da parte dell’elfo di pronunciare il suo nome; non esistevano suoni cosi gutturali nella lingua elfica, cosi le disse di chiamarla Rinilde che è cosi che il suo nome suonava nella lingua comune. Sentirlo pronunciare dalle labbra di lui era come musica per le sue orecchie.
Ben presto queste continue attenzioni avevano fatto breccia nel suo animo e nel suo cuore. Quel maschio elfo era colto, cortese e molto coraggioso; come non innamorarsi di lui?
La sua corte era stata discreta ma serrata, Ragnhild non dimenticava le dolci parole dette al momento giusto, i piccoli regali fatti con semplicità e le infinite attenzioni per la sua incolumità.
Tutto si sublimava in quella notte da sogno in cui alla fine i loro corpi si unirono e l’amor cortese si fuse con l’amor profano. Ragnhild poteva ancora sentire le mani di Spark toccarla, toccare il suo corpo nudo, esplorarne tutte le zone più recondite offrendogli attimi di autentica estasi, le loro labbra che si incontrano in un unico respiro e i loro corpi che si avvinghiano fino allo sfinimento.
Niente l’aveva preparata per quello che era successo in quella piccola stanza di una ignota locanda di una delle tante città che costellano il mare delle stelle. Le era sembrato di toccare il cielo con un dito.
Poi era venuta quella lettera. Spark, il suo Spark forse non aveva avuto il coraggio di ferirla e cosi gliela aveva lasciata sul cuscino con una rosa bianca. Quella lettera parlava di affetto, di dedizione, di profonda ammirazione ma non di amore.
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Le sembrò che tutto il mondo le stesse crollando addosso. Certo lei sapeva che mettendosi in gioco così avrebbe potuto anche soffrire, sapeva che l’amore può solo essere donato e non preteso ma questo dolore la stava schiantando. Alla fine pianse calde lacrime ma decise di non mostrarle a Spark perché se non poteva avere il suo amore non voleva nemmeno avere la sua compassione.
Decise che avrebbe continuato a lottare in silenzio per questo suo sentimento anche contro tutte le asperità che il destino le avrebbe messo contro.
Ma negli ultimi giorni le sembrava che qualcosa fosse cambiato. Aveva notato che Spark la guardava in modo particolare, soprattutto quando lei era vicina ad altri uomini. In quegli sguardi le era sembrato di intuire una vena di gelosia. Il suo Spark era geloso; la cosa le aveva riempito il cuore di gioia e di rinnovato amore per lui.
Era proprio vero che la speranza è l’ultima a morire e lei avrebbe nutrito quella speranza, speranza di un vero amore, quello che ti fa battere forte il cuore e riempie ogni pensiero per la persona amata.
[SIZE=2]Un dorato Raggio di sole colpì in pieno la clerica dai capelli di fiamma ed Spark ebbe la sua risposta .[/SIZE]
[SIZE=2]Poco prima in una fulgida alba dorata aveva reso omaggio a colei che riempiva il suo cuore in ogni istante della sua esistenza ponendole una domanda.[/SIZE]
[SIZE=2]Da quando in quel lontano mattino nella foresta di Myth Drannor aveva risposto alla chiamata di una bellissima dama elfica dai capelli di fiamma, la sua intera esistenza era cambiata, lui non riusciva a credere che una simile creatura potesse esistere nel mondo, ma lei esisteva ed era una dea la più splendida delle dee la dea del amore Sune. [/SIZE]
[SIZE=2]Lei lo aveva portato verso uno dei suoi templi e li l'ho aveva lasciato solo. [/SIZE]
[SIZE=2]I sacerdoti lo scortarono all'interno del tempio senza fare domande o rivolgerli la parola, lo lasciarono in una splendida sala adorna di splendide rose scarlatte, di marmi pregiati e statue di squisita fattezza.[/SIZE]
[SIZE=2]Spark notò che altri giovani si trovavano nella sala accomodati su morbidi cuscini di seta impegnati in sommesse conversazioni, alcuni notò erano umani altri appartenevano alla razza dei suoi cugini elfi, ma nessuno come lui era un Eladrin.[/SIZE]
[SIZE=2]Dei giovanetti entrarono nella sala, cominciarono a scortare ad uno ad uno gli altri fuori verso un corridoio che in precedenza non aveva notato, una ragazza giovane e bellissima gli si affianco e con un sorriso gli fece cenno di seguirla, lui confuso e chiedendosi perché poi era li, la segui in una stanza dove un enorme vasca troneggiava al centro della stanza. [/SIZE]
[SIZE=2]Nell' aria alleggiava una dolce fragranza di fiori e oli profumati, la fanciulla con un gesto gli indicò la vasca e gli fece capire che doveva lavarsi, poi indicò appoggiata su una sedia una splendida tunica bianca ricamata con complicati motivi madreperlati, infine lei si girò e se ne andò lasciandolo solo.[/SIZE]
[SIZE=2]Quando si fu lavato e rivestito con la tunica bianca, un fanciullo anche lui bellissimo entrò,ed estraendo un pettine di avorio cominciò a pettinarlo fino a quando i suoi lunghi capelli biondi non brillarono come raggi di sole, poi con un inchino lo prese per mano e lo ricondusse nella magnifica sala.[/SIZE]
[SIZE=2]Gli altri erano gia stati ricondotti li, ed erano abbigliati nello stesso suo modo, ad uno ad uno infine i giovinetti e giovinette uscirono lasciandoli di nuovo soli, poi entrò un alto sacerdote il suo volto era anziano ma ancora bello anche nelle mazza età, con voce possente parlò:[/SIZE]
[FONT=Tunga][SIZE=3]Siete stati qui condotti perché la nostra signora possa questa notte scegliere il suo campione.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=3][FONT=Tunga]Solo uno di voi [/FONT][FONT=Tunga]domani all'alba riceverà l'investitura a paladino.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Tunga][SIZE=3]Con mano ferma e cuore impavido difenderà e proteggerà la bellezza e l'amore nel mondo, per la gioia e l'amore di Sune.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Tunga][SIZE=3]Non disperino coloro che non verranno scelti, nel cuore della nostra signora l'amore abbonda e per ognuno di voi lei avrà un suo disegno.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Tunga][SIZE=3]Vi lascio ora preparetevi, e che uno di voi all'alba di domani sia il suo campione.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2]Il sacerdote lasciò la sala e Spark si senti spaesato, dunque quella splendida signora elfica era una dea e cercava un campione per rappresentarla nel mondo, quindi uno di loro domani sarebbe stato suo.[/SIZE]
[SIZE=2]Di quella notte Spark conservava un ardente ricordo, baci, carezze e il momento perfetto in cui fu uno con la dea.[/SIZE]
[SIZE=2]Ancora una volta aveva risposto al richiamo della dama elfica e aveva sperimentato cosa significasse ricevere l'amore di Sune.[/SIZE]
[SIZE=2]Nell'alba dorata del giorno dopo venne personalmente investito da lei come suo campione e paladino, nel momento che la mano di Sune si poso sul suo capo il cuore di Spark fu irrimediabilmente perso, nella sua luce divina di lei, un amore profondo mai provato prima lo invase al punto da sentirsi morire quando la mano della dea si ritrasse, ma un dolce sorriso della sua signora lo rincuorò facendoli capire che l'amore di lei lo avrebbe seguito in ogni istante della sua vita e con voce forte lui fece il suo giuramento consacrandosi a lei nell'anima e nel corpo.[/SIZE]
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[/SIZE]
[SIZE=2]E adesso con la risposta alla sua domanda lei gli suggeriva di rispondere ad un altro tipo di amore e con quel unico raggio di sole ad incendiare i fulvi capelli di Ragnhil il desiderio della dea era chiaro.[/SIZE]
[SIZE=2]Chinando il capo mormoro quasi impercettibilmente:[/SIZE]
[FONT=Informal Roman, cursive][SIZE=2][FONT=Book Antiqua]Ve Vala-heru òrenya quetè nin àna[/FONT] [/SIZE][/FONT]
[SIZE=2]Si rialzò e con passo svelto si avvicinò a Ragnhil porgendole il braccio con la solita cortesia e senza che lei si accorgesse cominciò a studiarla, lei era triste lo nascondeva bene ma credendo che lui non guardasse, il suo viso si intristiva, doveva porvi rimedio stava mancando al suo dovere.[/SIZE]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Er[COLOR=black]ano appena rientrati dall’incontro con il capitano Graf von Bek, chissa perchè quell’uomo non piaceva a Spark, sebbene fosse bello per gli standard umani aveva qualcosa che lo disturbava.[/SIZE][/FONT][/COLOR]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
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[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ma suo fratello Draugcaran e suo cugino Teal’c lo trovavano simpatico ed era stato per un periodo loro compagno d’armi.[/SIZE][/FONT]
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[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Spark aveva lasciato che Ragnhild rientrasse per prima in camera, per permetterle di prepararsi per la notte ,lui invece era andato con Draucaran ad aiutarlo con gli ultimi acquisti, per la traduzione magica della pergamena.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Pergamena per la quale eravamo giunti nell’ alto Imascar a portarla a Graf von Bek . [/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Pergamena che sicuramente avrebbe portato guai secondo il parere di Spark.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Salutato Draucaran sulla soglia della sua stanza , Spark bussò piano alla porta della sua , per avvisare Ragnhild che stava entrando, lei era gia in camicia da notte una tunica grezza di cotone, e stava spazzolando i suoi lunghi capelli color fiamma, che alla luce delle candele assomigliavano ad un fuoco vivo.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=3][FONT=Andalus]“Lo stesso identico riflesso che hanno i capelli della mia signora Sune[/FONT][FONT=Times New Roman]” pensò Spark con una fitta di rimpianto desiderio.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Il riflesso del volto di lei gli sembrava ancora triste, gli occhi di lei attraverso lo specchio lo fissavano con un espresione mista tra tristezza, speranza e amore, occhi che Spark in quel momento non riuscì a sostenere.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Usci sul balcone a schiarirsi le idee e contemplare le stelle, inalò a pieni polmoni l’aria di quella citta, gli odori che percepiva nell’aria erano tipicamente umani nulla li sapeva di foresta o bosco, nulla gli ricordava Myth Drannor la sua Patria.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Poi un lieve rumore lo distrasse da quelle rifllessioni, Ragnhild si era coricata ed un lieve sospiro di lei aveva raggiunto le sue orecchie, si girò a guardarla attraverso la soglia della stanza buia, i suoi occhi ci misero un attimo per vedere attraverso il lieve cambiamento tra i due tipi di buio,la luce delle stelle quella notte era molto chiara.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Vedeva il corpo di lei aggraziato e delineato dalla leggera coperta che la copriva, nella sua mente apparve il ricordo del corpo di lei che nuda lo abbracciava con una carezza invitante.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Con uno sforzo concentro i suoi pensieri sul conflitto interiore che lo tormentava.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Lei era umana come troppo spesso suo fratello gli rammentava e quindi mortale, la sua vita sarebbe finita in pochi decenni, mentre la vita di lui era quasi eterna. Calcolando in anni umani lui aveva gia vissuto quasi il tempo del esistenza del padre e del nonno di lei, eppure per gli standar Eladrin era appena divenuto adulto. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Aveva paura di soffrire .[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Sapeva che nel corso della sua esistenza avrebbe dovuto rispondere a quel tipo di amore ma aveva sempre pensato che sarebbe stato con una compagna della sua stirpe non con una compagna umana.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Eppure era successo, la clerica lo aveva scelto e Sune aveva ascoltato il sentimento della ragazza.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Spark sapeva che gli veniva richiesto di ricambiare quel sentimento, cosa che avrebbe fatto secondo i desideri di Sune.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ma lui era un Eladrin e per giunta della stirpe del sole, suo fratello difatti non vedeva di buon occhio il suo interesse per la ragazza umana, spesso gli diceva di troncare quell’interesse. Non che Draucaran fosse contrario agli umani, ma la loro stirpe era antica, e pochi appartenavano ancora ad essa, era loro dovere di Eladrin lasciare inalterato il sague della loro stirpe senza diluirlo con altre, come era sucesso alla madre di Teal’c che aveva sposato un eladrin della stirpe della luna.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Tutto questo non aveva minimamente influito sulla sua vita in passato, ma il suo retaggio razziale ora gli veniva ricordato, e lui mai si sarebbe aspettato di avere simili pensieri, era gia sconcertante per lui aver ceduto cosi facilmente alle grazie della ragazza umana, questo ovviamente era fin troppo giusto secondo il dogma di Sune.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Prima che i loro corpi cedessero alla passione, aveva cercato di farle capire quanto lui fosse diverso da lei, e quanto giovane fosse la vita di lei rispetto a quella di lui ,ma lei era stata sorda alle sue parole, tanto da donarsi a lui completamente in un attimo di gelosia lungo la strada per Imascar. Allora gli era sembrato doveroso spiegarle che il suo cuore apparteneva a Sune e che lui sempre avrebbe risposto ai desideri della sua dea, ma questo in qualche modo sembrava averla ferita e resa triste.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Sune che è sempre attenta ai problemi d’amore e risponde sempre alla pene degli innamorati, lo aveva richiamato e fatto capire che era giusto ricambiare l’amore e i sogni di quella fanciulla.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ma ora forse era troppo tardi.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Da un pò lei gli sembrava triste anche se non dava a vederlo, distante anche se era sempre al suo fianco, il cuore di lei soffriva in silenzio e lui non sapeva come porvi rimedio.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Alzo per un attimo lo sguardo alle stelle poi torno a guardare Ragnhild che dormiva allora sussurrò dolcemente con amore[/SIZE][/FONT]
[SIZE=3][FONT=Times New Roman]“[/FONT][FONT=Monotype Corsiva] NA LYE “[/FONT][/SIZE]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]E con voce dolce intonò una melodia triste ma nello stesso tempo languida:[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Alcar vende findello runya[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Maquet ‘n lda indo ye quelle ?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Lya heldi lal ye quelle[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Orenya quete nin ya i lda ino quelle[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Pusta i lda yaime[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Auta ya ‘n indo ninya tye mèla [/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Auta ya ‘n tye mèla tye mando mi nya ranco[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Mel lda hendi[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Mel lda indo[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Mel lda anto[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Inye lda melane nat i lda indo mer ambartanen sin ?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Quet ar nye antava[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Anta tanna lya quelle ar ‘n ahya mi alasse[/SIZE][/FONT]
[FONT=Monotype Corsiva][SIZE=3]Anta i lda indo ar inye mela tennoi[/SIZE][/FONT]
** you do not have permission to see this link **
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Lasciò che la sua voce si spegnesse, l’ultima eco del suo canto aleggiava nella notte fino ad arrivare a Ragnhild addormentata.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
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Dopo essersi congedato da suo fratello, Draugcaran si era diretto verso la sua stanza per iniziare a creare la pergamena che avrebbe dato la possibilità a Graf von Bek di leggere e soprattutto pronunciare il contenuto dell’altra pergamena…. quella scritta in lingua Mulhorand …. quella che era stata la causa del loro viaggio fino all’Alto Imaskar (per salvare quel testone di Graf, che quella sera era stato capace di porre nel nulla tutti le loro precauzioni per non essere notati e soprattutto non essere collegati a lui). Con questi pensieri che gli frullavano nella testa entrò nella sua stanza.
Lo aspettava una lunga notte di lavoro (ed anche parte del giorno….) sperava che stavolta il “nuovo ambasciatore” non avrebbe combinato guai…………. mandando in fumo tutto il suo lavoro.
Ma tutto sommato quel bizzarro umano gli era simpatico, del resto pur provenendo da un paese che di fatto odia i maghi, si era avvicinato alla magia fino ad apprenderne una scintilla che per quanto flebile orami gli era dentro e non lo avrebbe abbandonato più, anzi sarebbe cresciuta dentro di lui sempre di più….. cambiandolo in maniera irreversibile…….. come era successo anche a lui – nonostante fosse una creatura fatata – quando era stato iniziato alle arti arcane (oramai un numero di lune quasi spropositato). Mentre, affacciato alla finestra della sua stanza, indugiava in questi pensieri, specie quelli legati allo scorrere del tempo, non poté fare a meno di pensare a suo fratello Spark e nella “taverna di guai” in cui si era andato a cacciare ….. Ragnhild ….. con la complicità della loro Dea …… Sune …. che non so per quale motivo aveva deciso di dare la Sua approvazione a quel rapporto…. Non perché non apprezzasse la giovane chierica – per essere un’umana era sicuramente molto bella e coraggiosa – o avesse dei preconcetti nei confronti della sua razza ma era preoccupato per Spark, un paladino di Sune!!! Come si sarebbe comportato quando la giovinezza di Ragnhild sarebbe sfiorita e Sune gli avesse ordinato di abbandonarla?! O peggio ancora quando la Dea gli avesse ordinato di rivolgere le sue attenzioni altrove? Dove avrebbe trovato, un eladrin d’onore! un paladino!, il coraggio di abbandonare la povera ragazza?!
Draugcaran dovette fare un grosso sforzo per riuscire ad allontanare i pensieri che lo tormentavano …. non poteva distrarsi né indugiare ancora ……. il tempo scorreva inesorabile e lui non ne aveva molto ….. il lavoro che lo attendeva era lungo ……… il ricevimento si avvicinava e loro dovevano assolutamente risolvere il mistero della pergamena prima del ricevimento …….. così chiuse la finestra alle sue spalle, tirò le tende e dette inizio alla creazione della pergamena.
L’esile figura di Ragnhild si muoveva con decisione verso la sua meta, le indicazioni che aveva ricevuto erano molto dettagliate. Doveva percorrere ancora pochi isolati per raggiungere il tempio della Dea Sune. Il suo animo era tormentato, ma era ben decisa a portare a termine la sua missione.
Svoltato l’ultimo angolo finalmente vide quello che cercava. Il tempio era piuttosto piccolo ma la sua facciata era riccamente decorata. Un elegante cancello in ferro battuto e bronzo ne delineava l’ingresso. Davanti al cancello due guardiani in armatura cerimoniale stavano impettiti a guardare il viavai della strada.
Un ultimo respiro e Ragnhild si avvio verso una delle guardie.
“ I miei rispetti signori, sono qui per chiedere un’udienza da un rappresentante del vostro tempio “
Uno dei guardiani si avvicinò e dopo averla osservata attentamente le rivolse la parola. “ Che l’amore di Sune illumini il tuo cammino sacerdotessa di Chauntea, ti prego di seguirmi, avvertirò la madre superiora della tua presenza e della tua richiesta.”
Se all’esterno il tempio era sembrato riccamente decorato, l’interno era decisamente barocco. Marmi policromi decoravano il pavimento e le pareti, magnifiche immagini sacre e statue abbellivano l’interno, su tutte spiccava una magnifica statua Crisoelefantina in tre tipi di oro della dea Sune che torreggiava sul fondo della navata del tempio. Le braccia le gambe e la faccia erano in bianchissimo avorio, Il vestito era in oro giallo , gli occhi e alcuni dettagli dell’abito erano probabilmente in platino, la bocca e la chioma erano in oro rosso.
Ragnhild si sentì quasi sparire di fronte a tanta magnificenza, la guardia fece una leggera genuflessione di fronte alla statua, come rapita Ragnhild la imitò; poi entrarono in una piccola stanza laterale.
“ Vi prego di aspettare qui mia signora. La madre superiora vi riceverà prima possibile “
L’attesa non durò molto, il guardiano la raggiunse e la invitò ad accomodarsi in una stanza vicina; La stanza era arredata in modo ricco ma funzionale, sembrava uno studio; al centro della sala una donna li attendeva, la guardia fatto un inchino si ritirò e chiuse la porta.
La madre superiora si avvicino con incedere elegante ed armonioso, sembrava molto giovane, solo le mani leggermente segnate ed alcune piccole rughe d’espressione tradivano la sua età.
“ Benvenuta sacerdotessa di Chauntea, che l’amore Sune ti protegga e ti dia forza.”
A quelle parole Ragnhild si inginocchio allargando le braccia in gesto supplice
“ Che Chauntea renda prospero il vostro tempio reverenda Madre. Sono venuta qui per una supplica e sarò già felice se avrete la gentilezza di ascoltarmi.”
“ Vi prego mia cara, niente cerimonie eccessive fra di noi, non è mia intenzione di far pesare la mia carica. Hai detto di avere una supplica, parliamone mentre passeggiamo.”
Il sorriso della donna sembrava sincero ma i suoi occhi erano indagatori, Ragnhild si impose la calma e segui la madre superiora verso un uscita laterale dello studio. Entrarono in un magnifico chiostro che lasciava intravedere, tra le sue colonne marmoree, un magnifico giardino pieno di fiori multicolori che riempivano l’aria di mille fragranze. Alcune giovanette vestite di bianco e oro camminavano lentamente nel chiostro e nel giardino, salutavano con un leggero inchino la madre superiora e sorridevano a Ragnhild incontrandole.
Ragnhild si sentì sollevata dalla vista di quel magnifico giardino.
La madre superiora prosegui dicendo: “ Ho pensato che questo paesaggio sarebbe stato più rilassante per la nostra conversazione, ma, a proposito, non ci siamo nemmeno presentate. Il mio nome è Assunia e oltre ad essere la madre superiora di questo tempio faccio anche parte dei consiglieri reali di sua altezza l’imperatrice Ususi.”
“ I miei natali sono meno nobili “ Rispose Ragnhild “ Il mio nome è Ragnhild e sono nata nel Rashemen, la più giovane di cinque figli, mio padre è un fittavolo che vive lavorando la terra. Non avendo la possibilità di procurarmi la dote decise di mandarmi al monastero della Dea Madre. Li ho studiato e preso i voti. E usanza che le iniziate dimostrino la propria capacità di cavarsela da sole, così è iniziato il mio pellegrinaggio nelle terre dimenticate. Non potrò ritornare nella mia patria prima che sia passato un anno. La selezione è molto dura, durante i miei anni di studio ho visto molte sorelle partire per non tornare più.”
Mentre parlavano si erano avvicinate a due piccole ma comode sedute scavate nel muretto del chiostro. Assunia invitò Ragnhild a sedersi.
“ Mi hai fatto un vero resoconto della storia della tua vita Ragnhild, ma mi stavi parlando di una supplica. Parla, ti ascolterò volentieri.”
“ Reverenda Madre, nel mio pellegrinaggio, ho avuto la fortuna di incontrare un nobile elfo eladrin paladino della Dea Sune; egli ha aiutato me e i miei compagni in una pericolosa missione in una sperduta zona del Chessentha. Egli si è coraggiosamente battuto contro le forze malvagie della coltre oscura e ha valorosamente contribuito a salvare le nostre vite più e più volte. Ora siamo ancora insieme e io ho molto a cuore la sua vita, cosi ho pensato di chiedere ausilio al vostro tempio. La mia supplica è questa: chiedere a voi, a questo augusto tempio di aiutare il valoroso paladino nella sua missione. “
Quando smise di parlare, l’unico rumore che Ragnhild riuscì a sentire per qualche secondo, era il pulsare sordo del suo cuore agitato; Assunia continuava ad osservarla con un espressione tranquilla ma indecifrabile. Quello sguardo sembrava scavare nell’anima di Ragnhild e questo non faceva che aumentare la sua agitazione.
Poi Assunia riprese a parlare.
“ Voglio essere sincera con te Ragnhild. Se a fare questa richiesta fosse stato il paladino in persona, non avrei esitato un istante a concedergliela. Sento che sei sincera e che questa supplica ti costa molto sacrificio e molto coraggio. Questo mi porta a credere che ci sia molto di più della semplice riconoscenza nei confronti di questo elfo, desideri parlarmene? ”
Ragnhild restò impietrita con la mente in subbuglio, quella donna comprendeva i suoi sentimenti molto più di quanto si aspettasse. Possibile che lei fosse così trasparente? Si sentiva come un topo in trappola, non poteva recedere per l’amore che provava per Spark ma procedere era difficile perché richiedeva di condividere con quella estranea il suo sentimento più prezioso.
Sopraffatta da questo tormento Ragnhild si alzò repentinamente in piedi, Assunia inarcò lievemente le sopra ciglia.
Con un tono di voce che lei stessa stentava a riconoscere Ragnhild riprese a parlare.
“ Avete ragione reverenda Madre, c’è qualcosa di più della riconoscenza nel mio agire. E che preferirei morire piuttosto di saperlo in pericolo o, peggio che mai, morto! In definitiva… Io lo amo! “
Ragnhild aveva gli occhi lucidi di pianto mentre pronunciava queste parole.
“ Ecco… l’ho detto! E ora mi sento così ridicola e piena di vergogna reverenda Madre. Una povera ragazza del Rashemen innamorata di un nobile elfo eladrin del reame fatato. “
Assunia si era alzata, il suo volto si era illuminato in un sorriso, accarezzo dolcemente il viso di Ragnhild e le porse un piccolo fazzoletto di seta.
“ Non piangere Ragnhild e non provare vergogna per questo magnifico sentimento. L’amore unisce e non divide, l’amore è una forza che non conosce ostacoli, di ceto di razza o di credo. Tu sei una ragazza coraggiosa ed innamorata e oggi l’hai dimostrato al di là di ogni dubbio. Io non rido del tuo sentimento e non lasciare mai che qualcuno lo sminuisca. Io ti darò l’aiuto che chiedi e darò soddisfazione alla tua supplica. “
Ragnhild era troppo confusa ed agitata per replicare alle dolci parole di Assunia, si asciugò gli occhi con il fazzoletto mentre la seguiva verso una zona più interna del tempio. Attraversarono alcune stanze per arrivare ad una porta sorvegliata da una guardia. La guardia fece un rispettoso inchino ed ad un gesto di Assunia aprì la porta e lasciò che le due donne entrassero. Questa ultima stanza era disadorna ma la ragione era chiara, la stanza era un armeria, armature e armi di vario genere e foggia erano sistemate sulle pareti o in madie aperte. Assunia si fermò di fronte ad un grosso cofanetto in legno intarsiato.
“ Ragnhild, giovane sacerdotessa di Chauntea, questa è la risposta alla tua supplica. ” Così dicendo Assunia toccò delicatamente alcune rune intarsiate ed aprì il cofanetto.
Steso su un cuscino rosso stava un guanto corazzato, il metallo con cui era costruito sembrava argento, sul dorso c’era un rilievo stilizzato della dea Sune la cui chioma rossa si allungava in intricati arabeschi lungo la guardia del avambraccio.
“ Quest’arma è stata donata al nostro tempio molti decenni fa da un abile artigiano elfico. Credo che sia ora che svolga il compito per cui è stato costruita e credo che nessuno potrà onorarla di più che il tuo amato.”
Assunia richiuse il cofanetto e lo consegnò a Ragnhild, assieme raggiunsero la sala principale del tempio.
“ Che Sune ti benedica Ragnhild e benedica il tuo amore, ti auguro di avere tutta la felicità che meriti, porta la mia benedizione anche al tuo amato e digli che l’aspetto per una visita di cortesia, quando lui lo desidererà”
“ Non ho parole per ringraziarvi reverenda madre, porterò per sempre nel cuore le vostre parole gentili e riferirò il vostro invito. Arrivederci. “
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Primo Consigliere Luthèn si stava rilassando nelle sue stanze dopo gli impegni del mattino, leggendo un libro e centellinando un buon vino, quando qualcuno bussò alla sua porta, rompendo la sua concentrazione…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Irritato per l’interruzione, si diresse alla porta e la aprì bruscamente, rimanendo stupito nel trovarsi di fronte suo fratello minore, Derek. “Ciao Luthèn, posso entrare?” lo salutò quest’ultimo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Consigliere si fece da parte, lasciando così a Derek lo spazio per passare.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]A differenza del padre e del fratello maggiore, entrambi grandi guerrieri al servizio della Regina del Chessenta, Lady Shala Karanok ed ora Consigliere reale il primo ed a riposo il secondo, Derek non si era mai particolarmente distino nell’arte della guerra, preferendo ad essa altri tipo di arti: quella della poesia e della musica. I legami familiari gli garantirono l’accesso ai pochi luoghi di studio che ancora esistevano nel regno, permettendogli di diventare un esperto di arte, tradizione ed araldica.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Purtroppo però, vivere in una società che privilegia la casta dei guerrieri, unita al fatto che Derek sembrava non soffrire della comune xenofobia dei chessentani nei confronti degli arcanisti in generale e degli imaskarani in particolare, gli preclusero ogni possibilità di scalata sociale nonostante i forti legami a corte.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Così, il giovane Derek visse per qualche tempo, gozzovigliando come i nobili di basso rango, nell’attesa di un’ occasione, un’ occasione che forse gli si presentava adesso.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ciao fratello, cosa ti porta in questo palozzo che, di solito, non frequenti?” Il tono della voce di Luthèn faceva trasparire senza ombra di dubbio l’imbarazzo ed il disagio che provava in presenza di Derek.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Mio caro Luthèn…” rispose Derek con un tono leggermente canzonatorio “…sono venuto a proporti una soluzione per liberarti della mia non gradita presenza per qualche tempo… chissà, forse per sempre!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ti ascolto…” Rispose guardingo Luthèn, non fidandosi del tutto delle parole del fratello.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Bene! Ho sentito dire che un capitano fresco di promozione è stato nominato ambasciatore del nostro reame presso il confinante Alto Imaskar…”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Potrebbe essere, e allora?” ribattè Luthèn, Derek riprese: Si dice pure in giro che costui abbia chiesto di avere al suo servizio uno scriba ed un esperto di tradizioni ed araldica.”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“E’ normale, egli è un guerriero, non un…” Luthèn si morse la lingua, ma sapeva benissimo che il fratello aveva colto il riferimento a lui: “Appunto” sorrise Derek, che decise di ignorare l’insulto, come ormai faceva da tanti anni: “Per questo ho deciso di offrire i miei servigi al capitano suddetto! Il suo esperto di tradizione e araldica sarò io! Ma tu, mio caro fratello, dovrai aiutarmi…”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Perché dovrei?” chiese guardingo Luthèn[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Perché senza una tua parola negli ambienti giusti, io non potrei mai entrare al servizio di quell’uomo! Rifletti! So che la mia richiesta non ti va a genio, ma considera le alternative: tu ti liberi di me per molto tempo, mentre io avrò la possibilità di voltare pagina e rifarmi una vita altrove!”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Le parole di Derek iniziavano a fare presa nella mente del fratello: “Ricordati che, comunque, sei e rimarrai un cittadino del Chessenta…” gli rammentò.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Andiamo Luthèn…” lo rimproverò Derek “Non sarò un guerriero come te o nostro padre, ma non farò mai nulla per mettere in pericolo la mia patria! Te lo giuro sull’anima di nostra madre!” concluse Derek, infervorandosi. Quell’atteggiamento piacque a Luthèn il quale per la prima volta, dopo tanti anni, si sentì orgoglioso del suo fratello minore. Annuendo, gli posò le mani sulle spalle e gli disse:[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Preparati a partire!”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Sylark tremava, al cospetto del padrone…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Aveva sottovalutato la resistenza di quella donna, Nefer, al suo veleno preferito e, a causa di ciò, essa era riuscita a sfuggirle ed a raggiungere la residenza dell’Ambasciatore. Il che non sarebbe stato particolarmente grave, se non fosse che quella era proprio la destinazione che la donna mulhorandi aveva in mente. Sylark non l’aveva capito e non l’aveva inseguita, per timore di far saltare la sua copertura ed ora era tormentata dai dubbi: Nefer aveva parlato con qualcuno prima di morire? Se sì, con chi? E cosa gli avrebbe detto? A chi aveva dato la chiave?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]La donna si genuflettè, reclinando il capo al cospetto del Pellegrino dei Mondi il quale, da quando lei aveva raccontato gli ultimi eventi, era rimasto in silenzio, fissandola con i suoi occhi il cui sguardo, apparentemente freddo e distaccato le causava puro terrore…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Improvvisamente un bagliore sembrò animare quegli occhi e Sylark avvertì uno strano formicolio diffondersi in tutto il corpo, mentre contemporaneamente la sensibilità le veniva meno… Poi respirare diveniva sempre più difficile mentre si rendeva conto che non percepiva più gli odori…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“No! No! Padrone…” implorò Sylark, mentre si rendeva conto di cosa le stava succedendo, la cosa che più la spaventava al mondo: “… vi prego! Abbiate pietà! Ho un’idea su come…”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]La voce di lei si interruppe mentre la sua bocca smise di muoversi. L’ultima cosa che vide fu la sua pelle diafana divenire grigia e dura.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Sylark non seppe per quanto tempo rimase pietrificata. Quando riprese conoscenza il suo padrone sembrava essere seduto sempre nella stessa posizione. La donna esplose in un grido d’angoscia dopodichè, ricordandosi di chi era al cospetto, tremando ancora per lo shock riprese la posizione di sottomissione che aveva adottato all’inizio:[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Ti ascolto” disse semplicemente la misteriosa figura.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Mio signore, l’Ambasciatore del Chessenta ha ripreso contatto con dei suoi compagni d’arme” iniziò a spiegare Sylark…[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il Pellegrino dei Mondi ascoltò in silenzio la proposta di Sylark… quando la donna finì di esporre il suo piano, egli rimase in silenzio, fissando la figura tremante che aveva di fronte per alcuni interminabili (per Sylark) istanti, prima di rispondere: “Puoi procedere.”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Dopo che Sylark se ne fu andata, il Pellegrino dei Mondi si alzò dal suo scranno e si recò nella più profonda delle sue stanze. Aprì la massiccia porta rinforzata e la richuse alle sue spalle: si trovava in un’ampia sala, completamente spoglia, al centro della quale, incassato nel pavimento, c’era un piccolo pozzo di acqua torbida e oleosa, che arrivava quasi a lambire il bordo. Come se reagisse alla presenza, l’acqua iniziò leggermente a ribollire a mano a mano che la figura si avvicinava. L’unica luce presente, era una fioca luminescenza verde veleno che proveniva dalla pozza. [/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il Pellegrino dei Mondi si avvicinò al bordo, lasciando cadere una fine polvere grigia all’interno quindi, mentre l’acqua iniziava a bollire intensamente, arretrò, fermandosi ad un paio di metri dal pozzo, poi stese la mano destra col palmo rivolto verso l’alto e proclamò: “Meken-Reth! In nome di Sseth io ti convoco!”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]In risposta alle sue parole, una colonna d’acqua scaturì dal pozzo mentre lui alzava il braccio… quando l’acqua ricadde, una figura diafana, simile ad una figura scheletrica avvolta in un sudario chiaro, fluttuava al di sopra del pozzo: nelle orbite del suo teschio brillava la stessa malsana luce che illuminava la stanza: “Mi hai chiamato! Come posso servirti?” chiese lo spettro di Meken-Reth.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il Pellegrino rispose: “Mio antico amico, il tempo della caduta degli usurpatori è vicino! Dopo lunge ed estenuanti ricerche ero riuscito a ritrovare la Chiave Madre e stavo per rientrarne in possesso, ma a causa dell’inettitudine dei miei servi, essa mi è stata sottratta! So che i ladri l’hanno nascosta da qualche parte nel Palazzo dell’Imperatore Purpureo! Ho bisogno che la cerchiote per me! Questo vi aiuterà…”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Così dicendo, egli estrasse da una sacca della polvere purpurea, proveniente da un frammento sminuzzato di un muro dell’Enclave Celeste e, nuovamente avvicinatosi al pozzo, la gettò dentro, mormorando alcune parole in lingua mulhorandi…[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Meken-Reth si rivolse al suo evocatore: “Quando troveremo quel che cerchi, cosa dobbiamo poi fare?”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Torna a riferire e basta. Al resto penserò io…” Rispose il Pellegrino dei Mondi.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quest’ultimo fece un gesto e, lentamente, lo spettro affondò nell’acqua del pozzo, mentre l’acqua smetteva di bollire.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Pellegrino dei Mondi uscì dalla stanza, richiudendo la porta dietro di sé.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Ragnhild non riusciva a concentrarsi sulla sua ricerca…[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Stava aiutando i suoi compagni Draugcaran e Teal’c a visionare tutti i testi dell’antico Mulhorand che erano riusciti a trovare, nel tentativo di stabilire la posizione della piramide che cercavano, quando iniziò a farsi strada in lei la sensazione di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Mentalmente ripassò i precetti di Chauntea, e concluse che nessuno dei suoi atti ne era in contrasto. Il suo sguardo si fissò sul libro che aveva tra le mani: esso risaliva all’epoca del Mulhorand, un regno obliterato dalla Piaga Magica, che era stato un nemico del Rashemen, sua terra natia, nemico come… il Thay![/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Improvvisamente Ragnhild capì cosa c’era che non andava: quella mattina, quando Draaugcaran restituì il bastone di cristallo nel quale qualche pazzo furioso aveva incastonato un frammento della Piaga, lei si era rammaricata pensando che l’oggetto sarebbe stato forse utile per scatenare un cataclisma nel tetro reame dei non-morti![/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]La colpì la consapevolezza che quel pensiero andava contro i primi insegnamenti che le sue consorelle Wychlaran le avevano impartito, prima che lei scegliesse la via clericale. Tutto il popolo del Rashemen aveva sempre difeso ferocemente i suoi confini dagli invasori, appoggiato in questo dalle Wychlaran, dal Lord di Ferro e dai suoi Berserker, ed aveva sempre salvaguardato la sua indipendenza…[/FONT][/SIZE]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Facendo attenzione a non distrarre i suoi compagni, Ragnhild uscì su di un ampio terrazzo, sferzato dal vento, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e ricordava, ricordava che molti anni fa, un gruppo di Wychlaran ribelli che chiamavano sé stesse le Durthans le quali, a differenza delle altre, si rivolgevano alle creature fatate più oscure e malvage per ottenere il loro potere, iniziarono a proclamare una linea di condotta agressiva e spietata nei confronti dei nemici del loro paese, minando l’autorità delle loro sorelle le quali, dopo aver sopportato quella dottrina per un certo tempo, approfittando di un periodo di pace dovuto ad una guerra civile all’interno dello stesso Thay, decisero di sradicare in maniera definitiva la ribellione e, in quel sanguinoso periodo che passò alla storia come “La Guerra delle Streghe del Rashemen”, tutte le Durthans ed i loro alleati vennero eliminati e l’ordine perpetrato per quasi mille anni dalle Wychlaran ristabilito.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ragnhild si sentiva sola, lontana da casa, confusa e spaventata dai suoi stessi pensieri. Le sue lacrime si perdevano nel vento, sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno, ma con chi? I suoi compagni, compreso Spark, avrebbero obiettato che non ci sarebbe stato nulla di male nel voler cancellare il Thay dalle mappe, dimenticandosi che su quel orribile, immenso altopiano, c’erano anche persone realmente vive, anche se ridotte in schiavitù o che vivevano nascondendosi dalle autorità.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ah! Eccoti qui! L’ho trovata!” La voce carica di emozione di Draugcaran la scosse improvvisamente dai suoi pensieri. Velocemente si asciugò le lacrime sull’orlo della manica prima di girarsi. Non ebbe il tempo di replicare: il mago non stava nella pelle dalla soddisfazione. Forse fu per quello che non si accorse dell’espressione turbata della ragazza.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Vieni! Vieni a vedere!” la incitò lui. Persa nel suo tormento interiore, la chierica lo seguì all’interno della biblioteca.[/FONT][/SIZE]
A Draugcaran già non era piaciuto aver involontariamente carpito una parte dei discorsi tra suo fratello Spark e la sacerdotessa di Chauntea 😡
quello che lo disturbava di più era il contenuto dei loro discorsi……… orami era certo che suo fratello fosse sempre più invischiato in quella relazione…… era finito in un gorgo che lo stava risucchiando sempre più in basso ed invece di nuotare verso l’uscita, Spark si era messo a nuotare verso il centro …. colpa certo della sacerdotessa che faceva di tutto per avvincerlo a se… ma anche colpa di Sune, almeno a quanto asseriva Spark, che sembrava aver “benedetto” quell’unione ………. mah………. il mago non ne era molto convinto e comunque conosceva abbastanza della Dea per sapere che le unioni per Lei erano sempre fugaci e comunque non esclusive …………
Inoltre era arrivato oramai alla conclusione che qualsiasi cosa avesse detto o avesse fatto non sarebbe riuscito a cambiare la situazione……. a meno di interventi radicali, estremi e soprattutto definitivi :plus: ma non aveva nessuna intenzione di arrivare a tanto …….. era troppo legato al fratello e poi non avrebbe mai fatto nulla che potesse nuocere ad un compagno d’armi….. ciononostante bisognava fare qualcosa…….. sia per il bene del paladino che della sacerdotessa……… già la sacerdotessa ma come le era saltato in testa di andare a mischiarsi con un paladino di un’altra divinità e per giunta un eladrin ………… un’umana ……. la cui vita al confronto di quella del fratello era poco più di una stagione……….. non che il mago fosse razzista ma sapeva bene a quali rischi i due amanti andavano incontro…………….
Non era la prima volta che si interroga sui problemi che attendevano i due e anche se ci fosse qualche strada per risolverli ma non ce n’erano ………….. anche se avesse trovato un modo per prolungare la vita e la giovinezza alla sacerdotessa – senza ricorrere alla magia oscura o a patti ancora più nefasti - questa non avrebbe accettato era contro il suo culto………… trasformare il fratello era fuori questione ma la chierica ………….. però!!!!!!! :goodidea: Che idea – pensò il mago tra sé e sé – metamorfosi ecco la soluzione ………… si ma primo come? Bisogna chiedere aiuto a casa, si avrebbe scritto ai genitori – limitandosi all’essenziale senza fornire troppi particolari – perché lo aiutassero a trovare la formula adatta (incantesimo ovvero rituale) magari facendosi latori di un messaggio al Gran Maestro della Scuola di Magia che aveva frequentato …………… e poi come convincere la sacerdotessa ? Con le buone magari con l’intercessione di Spark ma occorreva un piano “B” le donne sono troppo volubili e testarde e le sacerdotesse lo sono anche di più …. non era pensabile che una volta risolto lo scoglio più grande tutto venisse vanificato dalla cocciutaggine di una donna …… come fare? Bisogna metterla nella condizione di non avere scelta …………... mmmmmhhhhhhhhh ………….. pozione, maledizione come parte integrante della metamorfosi no ecco !!!!!!!!!! il vincolo, il fratello sarebbe stato la chiave si!!
:goodidea:
Se Spark avesse recitato il giuramento che avrebbe donato alla chierica il suo io più profondo e si fosse legato a lei avrebbe scatenato la metamorfosi e lei avrebbe avuto solo due alternative: ……. rifiutare per sempre Spark o accettarlo pienamente e divenire un eladrin …......... sarebbe stato anche un modo per verificare fino a che punto il loro legame era solido in ogni caso comunque fossero andate le cose avrebbero continuato la loro vita uniti o divisi per sempre ma felici …….. almeno da quel punto di vista………
Bene non restava che scrivere a casa e fare in modo che il messaggio giungesse al più presto e nel modo più sicuro possibile, forse avrebbe trovato aiuto dalla donna dalla mano di cristallo, del resto tra scuole di magia c’era sempre il modo di inviarsi missive in maniera rapida e sicura, e poi quand’anche avessero letto la missiva prima dell’invio al massimo avrebbero potuto offrirgli il loro aiuto.
Draugcaran prese la pergamena ed iniziò a scrivere …………. terminato la sigillo in uno dei suoi porta pergamena e sigillo lo stesso. L’indomani avrebbero dovuto partire per recarsi alla piccola piramide perciò non poteva attendere, si vesti, uscì e si diresse verso la scuola di magia……… sperava così di avere al suo ritorno dalla missione notizie.
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Con un grido di sofferenza e liberazione per l’immagine illusoria di cui era stato testimone Spark tornò in se.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]L’orrore visto senza poter fare nulla lo lasciò con una sensazione di sordo rancore.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Nell’illusione che credeva realtà, tentò di salvare la fanciulla dai tre sacerdoti, che trascinandola in catene fino ad un altare di pietra la mummificarono senza pietà.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]I fendenti della spada erano passati attraverso l’illusione, senza che la scena mutasse, fino al suo tremendo epilogo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Era stato costretto a vedere ed udire l’intero calvario del corpo della fanciulla mummificata trovato nell’esplorazione della piramide.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Quando si riscosse tornando a percepire la realtà, un orrore maggiore lo colse.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]La spada con cui aveva colpito i sacerdoti senza fargli alcun che era insanguinata, la cosa no aveva senso.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Alzando lo sguardo vide a chi apparteneva il sangue che gocciolava dalla lama.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ragnhild di fronte a lui lo osservava, una mano di lei pallida e macchiata di sangue premeva un orrenda ferita al petto.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]La spada con un clangore metallico finì sul pavimento.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Un gelo tremendo attanagliò il cuore di Spark, i suoi occhi si offuscarono e in quell’istante capì.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Invece di ferire i sacerdoti aveva ferito lei.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Mormorò convulse parole di scusa senza senso, allungando la sua mano tremante sulla ferita, ispiro profondamente per ritrovare la calma necessaria per attivare il suo potere di guarigione.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]La mano si infuse di un debole chiarore, cominciò a scaldarsi, era segno che il potere di guarigione si stava manifestando.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]In pochi istanti la ferita di Ragnhild si rimarginò, lasciando la pelle intatta, leggermente rosata dove i lembi tagliati dalla spada si erano rimarginati.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ragnhild mormorò un grazie.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Spark ancora sconvolto le raccontò con voce tremante quello a cui aveva assistito[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Le chiese nuovamente scusa guardandola con aria abbattuta.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Lei lo guardo a sua volta e mormorò:[/SIZE][/FONT]
[SIZE=3][FONT=Times New Roman]“[/FONT][FONT=Monotype Corsiva]Non mi piace la luce crudele che ho visto nei tuoi occhi”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Spark non seppe cosa risponderle. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Avvicinatosi al povero corpo la pregò di officiare una preghiera assieme a lui per l’anima di quella povera sfortunata fanciulla.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Poi si incamminarono verso il fondo della sala dove gli altri li stavano aspettando.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Trascorsero parecchie ore tra combattimenti ed esplorazione della piramide.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]I compagni proposero di riposarsi.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Spark era stanco durante gli ultimi scontri, la paura si era fatta strada in lui.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]La vicinanza di Ragnhild non mitigava affatto questa paura, anzi ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei il suo cuore perdeva un battito.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Si sedette in disparte contrariamente al solito in cui offriva il suo mantello a Ragnhild e la faceva riposare sulle sue ginocchia.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Dentro di lui rivedeva lei, che lo guardava tenendosi la ferita con la mano. Quell’inmagine nel corso delle ore lo aveva ossessionato tanto che continuava in combattimento a cercarla con lo sguardo per sincerarsi che stesse bene.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Come poteva perdonarlo dopo che invece di proteggerla l’aveva ferita.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Come poteva lui cercarla ancora dopo quello che era accaduto.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Alcune ore prima aveva discusso con Ragnhild sul pensiero e l’azione, lei si colpevolizzava per aver pensato alla distruzione del Thay tanto da fare ogni sera penitenza, mentre per quello che lui aveva fatto non c’era penitenza che servisse.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Senza accorgersi lacrime salate gli scesero lungo le guance, come era potuta succedere una cosa del genere , come aveva potuto ferirla?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ferire lei, che alcuni giorni prima gli aveva donato il suo cuore, chiedendo in cambio solo di essere amata da lui non per dovere ma per amore.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Le lacrime gli scendevano ora per vergogna di averla ferita. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Asciugò le lacrime con un rapido gesto, mentre dentro di lui maturò una decisione.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Doveva confessarsi al suo ordine.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ma doveva fare di più.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Ragnhild lo aveva coinvolto a tal punto che stava cominciando a smarrire la propria via. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Si alzò togliendosi dal collo il simbolo sacro della sua Dea, Tenendolo in mano lo portò al altezza del cuore e si lasciò cadere in ginocchio, chinò il capo e prego Sune.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Pregò per essere perdonato del gesto crudele con cui aveva ferito Ragnhild.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Prego per essere di nuovo degno di servire la sua Dea.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Non inporta quanto tempo ci sarebbe voluto, era fermamente deciso a riscattarsi dell’odioso gesto compiuto nei confronti di Ragnhild.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Non era degno di lei.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][SIZE=3]Doveva ritrovare l’onore perduto e rafforzare la sua volontà, per divenire quel faro di speranza inestinguibile a protezione e difesa della bellezza nel mondo e della sua Dea fino al sacrificio estremo come è giusto che un Paladino di Sune sia.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
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Ecco di nuovo il fratellino che si complica la vita :rolleyes: - pensò il mago - non bastava che si fosse innamorato ma adesso aveva anche ferito la sua amata ne avrebbe fatto sicuramente una tragedia e si sarebbe messo in tesa che doveva espiare tale colpa sottoponendosi a chissà quali prove e a quali penitenze.
Questi paladini sono tremendi ma è mai possibile che debbano sentirsi in colpa per qualsiasi cosa facciano anche lo ro malgrado?! Del resto quando aveva ferito Ragnhild, Spark era sotto l’influsso di un incantesimo e credeva di colpire dei nemici e quindi dov’era la sua colpa?! Ma era inutile parlare Spark qualsiasi cosa avesse detto il mago o quand’anche la sacerdotessa egli non si sarebbe assolto. Vabbé del resto voleva bene a suo fratello Spark per quello che era ed anche se non condivideva appieno il suo modo di essere e di intendere la vita lo avrebbe sostenuto, incoraggiato e protetto – anche da sé stesso – e lo avrebbe seguito dovunque i suoi sensi di colpa l’avessero condotto.
Giocando con il sacchetto che conteneva i “suoi arnesi da scasso” – oggetto davvero insolito per un mago ma a lui piaceva indagare ed approfondire e curiosare anche dove non doveva 😉 per cui a lui quegli oggetti ben si confacevano – proseguì nei suoi pensieri: “certo che se il buon giorno si vede dal mattino le cose in questa piramide iniziano nel peggiore dei modi toccherà stare molto attenti e frenare gli impeti dei compagni più infervorati prima che finiscano in qualche trappola – specie se magica – molto più reale (e quindi mortale) di quell’illusione.”
L’oscurità e il freddo la circondavano, rumori agghiaccianti ferivano le sue orecchie ma quello che le creava più strazio erano le pesanti catene che le imprigionavano i polsi.
Era prigioniera. Da quanto non lo sapeva. In quella che era la sua cella aveva perso la cognizione del tempo. Un senso di colpa e disperazione soffocavano qualunque pensiero coerente.
Ad un tratto la porta della sua cella si aprì e i suoi carcerieri la scortarono di peso per lunghi e tetri corridoi fino ad una pesante porta di ferro. Lei tentò di rivolgere qualche domanda ma dal buio che i cappucci disegnavano sulle loro facce non provenne nessuna risposta.
Davanti al cancello fu lasciata da sola. A quel punto senti insinuarsi in lei un’altra orribile sensazione. Paura, una paura sottile e strisciante che sembrava stritolarle il cuore.
La parte logica della sua mente tentava di trovare risposte a tutto questo ma il vortice delle emozioni era troppo forte. Non c’era niente a cui appigliarsi.
Con un rumore sordo il cancello si aprì. Lei avanzò con passo strascicato al centro di un’assemblea.
Sul fondo le sagome di alcune donne in posa ieratica la sovrastavano. Lei le riconobbe, erano le Wychlaran, le signore del suo paese natio. S’inginocchiò con il cuore che batteva come un martello nel suo petto.
La prima delle donne prese la parola.
“ Sacerdotessa della Dea Madre. Sei stata portata in giudizio per la tua grave colpa, come ti dichiari? Colpevole o innocente? “
“ Reverendissime Madri Io non so di cosa sono accusata…. Non credo di aver mai mancato ai miei doveri di sacerdotessa. “
Le parole le erano uscite a fatica e anche se erano vere lei non le sentiva tali.
La seconda donna intervenne.
“ Silenzio insolente! Rinneghi forse di aver manifestato il desiderio di distruggere il Thay con la piaga magica contenuta nel bastone di quel mago Eladrin? “
“ Mah… reverendissime Madri il mio era solo un pensiero, solo un pensiero niente di più!”
La voce di Ragnhild era spezzata, sottile, tutto dentro di lei le diceva che quelle erano solo puerili scuse. Lei era colpevole! Questa sensazione le impediva di trovare le parole per difendersi da quell’accusa assurda.
La terza accusatrice la investì con queste parole.
“ Un pensiero e il seme di un’intenzione e l’intenzione e la madre di azioni scellerate! Noi le Wychlaran non lasceremo che per colpa di un anello debole la catena possa spezzarsi un’altra volta. “
“ Pietà mie Signore, abbiate pietà di me e dei miei rimorsi. “
Tutte le donne presero la parola in coro.
“ Sei stata riconosciuta colpevole di alto tradimento verso l’ordine. Ragnhild. Questa assemblea ti condanna al massimo della pena. Si avanzi l’esecutore. “
Qualcosa dentro di lei sembrò spezzarsi cessò di difendersi e si preparò alla fine imminente, ma improvvisamente intuì che quella non era la cosa più terribile che stava per accadere.
Sentì un’ombra alle sue spalle si voltò e dalla penombra vide il volto del paladino, il volto di Spark, del suo Spark che sollevava la spada con la stessa tremenda espressione che aveva avuto in quella maledetta stanza della mummificazione.
Ragnhild sollevò le braccia in un disperato gesto di protezione.
“No! No! Dea questo No!”
Un raggio di luce la avvolse, un calore più forte del sole nel meriggio dell’estate mescolato a profumi di fiori, salsedine e resina la investì.
Apri gli occhi, le tenebre la circondavano, la fronte madida di sudore e il cuore che sembrava volerle esplodere. Tutto intorno era silenzio, il suo incubo non aveva disturbato nessuno. L’addestramento a dominare la paura le aveva impedito di urlare.
Adesso poteva ricominciare a pensare chiaramente, quell’ondata di pensieri logici, coerenti fu come un raggio di sole dopo una bufera invernale.
Tutti i nodi vengono al pettine, La sua mente aveva partorito dei mostri, frutto dei suoi sensi di colpa e gli avvenimenti tragici del giorno prima avevano fatto il resto.
L’unica cosa che l’aveva salvata era colei che guidava i suoi passi e la proteggeva, Chauntea. La dea Madre. Nel momento del bisogno, anche in sogno, l’aveva sostenuta ed aiutata.
Con le mani ancora tremanti raggiunse il medaglione con il simbolo e sussurrò una preghiera di ringraziamento.
Improvvisamente un’immagine si inserì nella sua mente, Spark aveva fatto la stessa cosa in serata. Stranamente appartato e più taciturno del solito, pensando forse di non esser visto, aveva pregato Sune. La cosa strana era che i riti di Sune si svolgono alla mattina e non alla sera.
Pensandoci meglio, il comportamento di Spark era cambiato dopo quel maledetto incidente nella camera della mummia.
Certo doveva essere stato un trauma per lui, colpire proprio la donna della sua v…..
“ Oh Dea! “
Ragnhild rimase annichilita dalla rivelazione. L’esclamazione le uscì improvvisa quando si rese conto di quello che stava pensando e di quello che implicava per Spark, di quello che implicava per un paladino di Sune.
Come aveva potuto essere così sciocca? Come aveva potuto trascurare tutte le implicazioni del involontario gesto di Spark?
Per lei certo non era una novità essere ferita in battaglia, quello che era successo lo aveva classificato quasi come un incidente di percorso, cose che capitano quando si ha a che fare con forze malvagie e quella piramide ne era satura. Ma per Spark quel gesto aveva una valenza negativa forse superiore ai complessi di colpa che lei si faceva per i suoi pensieri.
Aveva ferito una compagnia, una persona buona e aveva ferito colei che gli aveva promesso eterno amore.
Come aveva potuto essere così presuntuosa da non considerare i sentimenti di Spark? Certo, per lei, lui aveva sempre rappresentato un autentico faro di nobiltà e coraggio, un bastione a cui potersi aggrappare anche nelle situazioni più tragiche. Non aveva mai pensato che anche lui avesse un punto di rottura e forse quel punto era stato superato.
Si volse a guardare la figura del suo amato, statico nella posizione di meditazione che era solito tenere tutte le notti, cercò di figurarsi il suo volto rilassato nella debole luce del piccolo falò che Draugcaran avevano acceso per loro. Ripensò a quello che era successo in quel maledetto luogo e a tutto quello che era successo dopo, allo sguardo disperato di Spark nel vederla ferita. Avrebbe voluto alzarsi andare da lui e stringerlo sul suo cuore dirgli “ Non ti preoccupare Spark, non è successo niente, io ho già dimenticato tutto. Non è stata colpa tua. “ ma si trattenne. Sapeva che questa non era la via giusta. La compassione non era la risposta.
L’unica possibilità era di sostenerlo e fargli riguadagnare la fiducia in se stesso.
Diventare per lui quel bastione a cui aggrapparsi in questo momento di perdizione.
Nel silenzio della stanza Ragnhild mormorò una preghiera per il suo amato Spark e sperò che lui la sentisse anche se immerso nel suo trance meditativo.
“Scaccia la mestizia a apri il tuo cuore alla gioia. Poiché il vero amore sa comprendere, il vero amore sa perdonare. Colei che ti protegge e guida i tuoi passi si unirà a colei che ti ama e vive per tè. Insieme leniranno i tuoi dolori. Risorgi e libera le tue membra e il tuo cuore da ogni dubbio. Poiché la luce è il tuo regno e io sarò sempre al tuo fianco.”
In quelle poche parole cercò di profondere tutta la dolcezza e l’amore di cui era capace. Sapeva che il compito che si era imposta non era semplice ed aveva bisogno di alleati. Alleati motivati in qualche modo dagli stessi sentimenti che lei provava per Spark.
Cercando di riprendere sonno si volse verso Draugcaran, il maestro di magia, il fratello maggiore di Spark. Si, forse lui avrebbe potuto aiutarla. Sapeva che Draugcaran non vedeva di buon occhio la relazione fra lei e Spark ma… “ ubi maior minor cesat.”. Messo di fronte alle sue responsabilità nei confronti del fratello sarebbe stato un buon alleato.
Almeno per il momento.
Il mago assorto nella sua meditazione sentì per un breve istante uno sguardo che lo trafiggeva ... :confused: la sensazione non era del tutto negativa o che preannunciasse qualche pericolo ma ... era una sensazione che lo lasciava inquieto e gli sembrava che fosse foriero di "problemi" ... cercò di captare o quantomeno di intuire da chi potesse arrivare ... l'ambasciatore? no neanche a parlarne quell'umano era talmente preso dalla sua carica che non pensava ad altro e poi lo sentiva russare alla grande ... Teal'c? no neanche lui ... non aveva nessun motivo ... Spark? ... escluso anche lui ... travolto com'era dai sensi di colpa ... l'unica era la chierica ... il motivo ... 😕 ... Spark non c'erano altre spiegazioni ... certamente si era accorta del turbamento del paladino ed era consapevole - anche tenuto conto che essendo sacerdotessa ben conosceva la cocciutaggine dei paladini - che far superare l'evento a Spark non sarebbe stata una cosa semplice ne rapida ... forse cerca alleati ... se così stavano le cose avrebbe certamente trovato tutto l'appoggio di cui aveva bisogno se non di più ........... al mago balenò in testa un'idea :plus: ... se fosse arrivata in tempo qualche buona notizia da casa .... forse si potevano combinare le due cose e avrebbe potuto prendere due piccioni con una fava ... o comunque quantomeno avrebbe avuto man forte per aiutare il fratello ...
Dopo essersi perso in questi pensieri proseguì con la sua meditazione concentrandosi sulla sua vera casa "la selva fatata" dove sperava un giorno di poter tornare una volta acquisito il potere necessario per attraversare il velo che lo separava da essa.................
... mentre il mago vagava con i suoi pensieri nella selva fatata ... gli tornò alla mente una coppia di anelli che il suo popolo forgiava "gli anelli del protettore" ... quegli anelli erano legati in maniera indissolubile uno all'altro e permettevano a ciascuno dei due portatori di sentire tutto dell'alltro, sentimenti, paure, ferite afflizioni di ogni genere ... ecco il catalizzatore per far sì che la sua idea di unione completa tra Spark e Ragnhild si potesse realizzare ... doveva procurarsi in qualche modo i due anelli ma non la versione normale una speciale che fosse in grado di fondere i due spiriti e le due essenze in modo tale che l'essenza soprannaturale di suo fratello permeasse quella mortale della sacerdotessa e la trasformasse - logicamente in eladrin - e l'afflizione del fratello non pienamente comprensibile dalla chierica gli avrebbe dato modo di convincerla ad indossare sifatto anello nel mentre Spark avendo la possibilità di proteggere la chierica in maniera più efficace e tempestiva - l'anello consentiva di raggiungere l'altro possessore in qualsiasi momento e dovunque - non avrebbe esistato ad indossarlo :rofl: le cose si stavano mettendo per il meglio ... anzi anche più velocemente di quanto avesse potuto immaginare o sperare ... non restava che aspettare notizie da casa e comunicare queste sue nuove trovate :goodjob:
Non vedeva l'ora di tornare in città per sapere se erano arrivate notizie ... bisognava uscire da quel dungeon il prima possibile - soprattutto vivi ma anche velocemente e senza lasciare alcun anfratto inesplorato non si sa mai che si riuscisse a trovare qualche nuovo ed interessante oggetto magico o artefatto da studiare ... di tanto in tanto gli tornava alla mente quel meraviglioso bastone dai riflessi azzurri ... a proposito di azzurro ... quel colore gli piaceva particolarmente visto come erano andate le cose con la ballerina genasi figlia del vento anche lei aveva quelle tonalità ... chissà se l'avrebbe mai più rivista ... non gli sarebbe dispiaciuto un secondo incontro e magari con meno fretta ... dopo essersi immerso in questi dolci ricordi la parte razionale e pratica del mago ritornò prepotente alla ribalta il bastone che racchiudeva la piaga magica ... chissà perché glielo avevano consegnato ... se mai avesse incontrato colui che aveva ordito la congiura ai danni dell'ambasciatore lo avrebbe costretto a confessare a costo di bruciarlo e disintegrarlo un cm alla volta !!!! :plus: ... però che bello sarebbe stato poterlo tenere e studiarlo ... incanalare il suo potere attraverso il cristallo di piaga magica un energia capace di fondere due universi ... non ci sarebbero stati limiti .... anche se era consapevole di non avere ancora abbastanza esperienza e controllo dei propri poteri per poter gestire quel bastone ed il suo contenuto ma chissà tra qualche tempo ... forse ... sarebbe potuto tornare e richiedere che gli venisse affidato ... o quantomeno richiedere che gli venisse accordato il permesso di studiarlo ... se era destino che ne divenisse il portatore in qualche modo ne sarebbe ritornato in possesso nuovamente chissà anche per caso in qualche altro luogo le forze entropiche del caos glielo avrebbero recapitato ......
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[FONT=Arial][SIZE=2]Un altra giornata era trascorsa in quella nefasta piramide. Era di nuovo l'ora del riposo per gli umani e anche gli Eladrin cominciavano ad essere stanchi, Teal'c se l'era cavata egregiamente a schivare le varie trappole trovate sul loro cammino. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Graf Von Bek in certe situazioni aveva dimostrato un agilità pari quasi agli Eladrin.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Draugcaran , Spark e Ragnhild erano rimasti spesso indietro, Draugcaran perché impegnato a scovare trappole e mantenere la luce magica per permettere agli altri di vedere nel buio, Spark si sentiva ancora molto abbattuto e scosso per quello che era successo il giorno prima continuava ad avere timore per Ragnhild e sensi di colpa, Ragnhild semplicemente aveva deciso di rimanere a fianco del paladino.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Teal'c osservava il gruppo con il solito distacco, vedeva i cugini alquanto tormentati Sil-oré era visibilmente troppo preso dai suoi problemi personali per accorgersi che le emozioni di solito trattenute erano ben leggibili sul suo viso, mentre Draugcaran era preoccupato per il fratello e lo teneva costantemente d'occhio, anche su di lui le emozioni erano visibili. Era strano vedere i due fratelli di solito cosi controllati manifestare emozioni cosi palesi in pubblico, lui si faceva meno problemi a manifestare le emozioni, ma i due cugini erano della stirpe del sole quindi molto meno espansivi di lui, come lo era suo padre che sembrava sempre meditare prima di dargli una qualsiasi risposta, sua madre invece era come lui espansiva con tutti. Strano pensò, che due casate cosi diverse si fossero unite per generare lui.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Il casato dei Naivara era molto antico e chiuso, prima della piaga magica erano potenti signori di della foresta di Cormanthor abili guerrieri e maghi, ma con la piaga magica avevano perso gran parte del loro prestigio e potere, questo non aveva impedito al signore del ramo principale del casato di educare i suoi due figli con rigoroso vigore, tanto che il maggiore era divenuto un promettente mago, mentre il minore meno versato nelle arti arcane era stato orientato verso la carriera militare.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Teal'c ricordava bene il giorno che suo zio Arquen si era sfogato con suo padre Mechtar, era stato anche il giorno che per la prima volta si era sentito lodare dallo zio, ricordava ancora le sue parole: [/SIZE][/FONT]
[SIZE=3]“ [FONT=Arial Narrow]Torn-nya sei fortunato........ Il tuo unico figlio a intrapreso la strada di difensore della foresta e a quanto mi dicono e molto portato, [/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial Narrow][SIZE=3]Mentre i miei figli sebbene siano divenuti abile nelle arti insegnate loro, entrambi hanno abbracciato una fede diversa da quella della nostra casata fedele a Corellon, [/SIZE][/FONT]
[SIZE=3][FONT=Arial Narrow]Sil-oré è diventato un Paladino della dea Sune e suo fratello Draugcaran lo ha seguito nell'aderire alla stessa fede. Entrambi hanno seguito una strada diversa da quella che ho sperato per loro, mentre il tuo Teal'c e diventato molto stimato dai suoi insegnanti che tessono grandi lodi per lui[/FONT].”[/SIZE]
[SIZE=3]“[FONT=Arial Narrow] Arquen[/FONT][FONT=Tunga]” [/FONT][FONT=Times New Roman, serif][FONT=Arial][SIZE=2]rispose Mechtar[/SIZE][/FONT] “[/FONT][FONT=Arial Narrow]Non abbiamo forse noi seguito una strada diversa da quella sperata dai nostri genitori?[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial Narrow][SIZE=3]Non abbiamo forse deluso le loro aspettative? [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial Narrow][SIZE=3]E' normale che i figli intraprendano la loro strada, si fiero dei tuoi figli qualunque strada intraprendano terranno alto il casato dei Naivara esattamente come lo terrà Teal'c”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]La voce di suo padre si spense nei suoi ricordi . Tornò a guardare i suoi cugini si stavano preparando a consumare il pasto che la ragazza umana aveva creato per loro, entrambi mangiavano in silenzio immersi nei loro pensieri senza accorgersi degli sforzi di lei, che cercava di essere d'aiuto ad entrambi. Era chiaramente innamorata di Sil-oré o Spark come si faceva chiamare da quando aveva prestato giuramento come Paladino, e da quello che leggeva sul volto del cugino la cosa non lo lasciava affatto indifferente tanto che aveva del tutto perso la sua solita calma quando lei gli stava antorno, la cosa non era sfuggita nemmeno a Draugcaran che teneva d'occhio il fratello. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Teal'c si chiese come sarebbe finita quella storia ,i suoi due cugini erano molto legati tra loro, Tanto che uno non faceva nulla senza l'altro. Da bambino era stato geloso di quel rapporto tra i due fratelli, anche lui avrebbe voluto avere un fratello e essere inseparabile come loro, ma sua madre, un giorno quando lo aveva sorpreso a piangere, gli spiegò che per gli Eladrin era molto raro avere due figli e questa fortuna a lei non era toccata. Con gli anni questa gelosia si era mitigata ed aveva imparato ad accettare quel particolare legame che univa i cugini.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Però chissà se Ragnhild si era accorta di questo forte legame tra i due, Draugcaran non era il tipo da lasciare il fratello da solo o nei guai, era sempre vigile e aveva sempre sostenuto il fratello nei suoi capricci e nelle sue scelte, e Sil-oré per quanto capriccioso non avrebbe mai lasciato il fratello di questo ne era certo, da bambino ne aveva avuto la prova molte volte.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Certo lei non si era scelta un amore facile anche se Spark è un Paladino di Sune per le faccende di cuore non era portato, il fatto poi che al pari del fratello, difficilmente si lasciava trascinare in emozioni cosi profonde come l'amore, certo non poteva giovare a favore di Ragnhild.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]“[FONT=Arial Narrow][SIZE=3]Curioso[/SIZE][/FONT]” Che la Dea Sune avesse scelto proprio Sil-oré come suo Paladino, di certo per lui doveva per forza avere un disegno, si chiese se la ragazza in qualche modo vi entrasse..........”[/SIZE][FONT=Arial Narrow][SIZE=3]Ma guai dei cugino non certo suoi”[/SIZE][/FONT][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]penso. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Lui di certo non si faceva di questi problemi non era legato agli Dei anche se li rispettava, amava troppo i boschi e la foresta e la libertà che essi rappresentavano, per perdersi in vicende di poco conto come le donne, gli bastava per ora l'avventura, le sue due spade tutto il resto non contava. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Spark mangiò il piatto che Ragnhild gli offrì in silenzio. Il suo animo era stato messo a dura prova, il suo onore macchiato da quel gesto involontario. Si era rifugiato nella preghiera, che gli era sempre di conforto, ma la sua Dea non aveva risposto al suo bisogno di essere perdonato.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Molto probabilmente il male era cosi forte, e la bruttezza ovunque che Sune non voleva presentarsi.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2]“[FONT=Tunga][SIZE=3]Oppure”[/SIZE] [/FONT][FONT=Times New Roman, serif][FONT=Arial]pensò[/FONT] [SIZE=3]“[/SIZE][/FONT][FONT=Tunga][SIZE=3]Sune aveva manifestato la sua presenza in un altro modo”[/SIZE] [/FONT][FONT=Arial]La preghiera che Ragnhild gli aveva sussurrato quella notte, era la stessa che aveva ripetuto all'alba quando lo aiutò a risalire la sponda della polla d'acqua dove stava pregando Sune.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Times New Roman, serif][FONT=Arial]Poi le delicate mani di lei si erano appoggiate sul suo viso, e con passione le parole le uscirono dalle rosse labbra.[/FONT][SIZE=3] “[/SIZE][/FONT][/SIZE][FONT=Tunga][SIZE=3]Spark scaccia la mestizia e apri il tuo cuore alla vera gioia, perché il vero amore sa comprendere, il vero amore sa perdonare. Colei che ti protegge e guida i tuoi passi si unirà a colei che ti ama e vive per te. Insieme leniremo i tuoi dolori, risorgi e libera il tuo cuore da ogni dubbio. Poiché la luce è il tuo regno e io sarò sempre al tuo fianco. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Tunga][SIZE=3]Tu non hai colpa io ti perdono..........Ti amo Spark”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]In quel istante l'immagine di Sune racchiusa nel suo cuore e l'immagine di Ragnhild si fusero diventando un unica cosa, per poi lasciare solo Ragnhild davanti a lui.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]Riusci a balbettare parole confuse su colpa, onore, dovere, azioni e conseguenze, ma la realtà era che lei lo aveva sconvolto oltre ogni misura, lasciandolo confuso quasi stordito. Nel resto del giorno si era detto che tanto era il suo bisogno di sentire il tocco di Sune da aver confuso la clerica per la Dea. Non poteva essere altrimenti. Come non riusciva a capire perché quando aveva scorto altri nemici con vesti uguali ai sacerdoti di quella maledetta visione la sua mano si era mossa quasi da sola per prendere quella di lei, quel gesto però lo aveva lasciato con un vago senso di pace, subito cancellato dallo scontro seguito poi.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Times New Roman, serif][FONT=Arial][SIZE=2]Cosa gli stava succedendo? Mai nella sua vita si era sentito così perso, forse se avesse parlato della cosa con suo fratello, avrebbe potuto aiutarlo a mettere chiarezza in tutto quel caos interiore che stava passando, infondo era sempre stato Draugcaran a capirlo meglio dei suoi genitori[/SIZE][/FONT]. [/FONT]
Quella notte il mago tornò con i pensieri a quando il fratello aveva incontrato la Signora - la dea Sune – e di come fosse entusiasta dell’onore e del privilegio ricevuto ……. e di come avesse iniziato a “tormentarlo” affinché anche lui divenisse un fedele di Sune … in linea di massima Draugcaran era piuttosto agnostico e per lo più preferiva seguire un proprio codice morale, che in parte si avvicinava a Correlon, il padre di tutti gli eladrin, specie per quanto riguardava il precetto relativo alla creazione di grandi esempi di magia e di bellezza ma anche a Oghma per lo spirito di ricerca della conoscenza per l’apprezzamento che il dio aveva per qualsiasi nuova idea, a prescindere dalle conseguenze, circostanza condivisa appieno dal mago, iper-razionale ed arso del fuoco della conoscenza e del sapere, sempre pronto ad innovare ed a pensare fuori dagli schemi consueti).
Alla fine aveva deciso di sposare la causa del fratello (del resto anche Correlon parlava di bellezza ed in qualche modo anche le nuove idee erano ispiratrici di bellezza, quasi sempre) per potergli stare il più vicino possibile – lo aveva sempre ritenuto troppo emotivo ed i dettami di Sune non facevano che alimentare la sua emotività – per proteggerlo, qualche volta anche da se stesso, ed aiutarlo; del resto i due fratelli da sempre erano stati uniti quasi una cosa sola, le due facce di una stessa medaglia. In ogni caso il mago restava pur sempre un fedele un po’ freddino e qualche volta anche un po’ critico nei confronti dei precetti della dea ma pur sempre rispettoso, non avrebbe mai fatto nulla che lo avrebbe portato ad inimicarsi la dea, specie perché avrebbe significato scontrarsi con il fratello; la divinità non si sarebbe fatta scrupolo anzi, forse avrebbe ritenuto un’ottima idea vendicarsi mettendogli contro il fratello e questo il mago non poteva in alcun modo tollerarlo o permetterlo.
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