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Punti esperienza: Verso il Sole
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1
Maggio 16, 2008 - 9:26 pm

[COLOR=#0d1e3e][SIZE=5][COLOR=darkred]PUNTI ESPERIENZA[/SIZE] [/COLOR][/COLOR]
[COLOR=#0d1e3e][SIZE=3][COLOR=navy]"VERSO IL SOLE"[/SIZE]
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Estate e primi giorni d'autunno dell'anno 75 della Quarta Era, ancora una volta a Ny Chennacatt, nell'oscura fortezza del Nazgul Akhorahil, Re Tempesta

PUNTI ESPERIENZA:
[COLOR=#0d1e3e]

  • ARDIC , 6.390 più 2.075 punti bonus di gruppo. 1000 punti Travel (viaggio in zone sconosciute, via terra, 1 punto ogni miglio). 5.000 punti di bonus individuale per aver concluso l'avventura che chiude il quarto capitolo della campagna con la sconfitta dell'Avversario. TOTALE 14.465
  • ARTAGORA , 8.775 più 2.075 punti bonus di gruppo. 1000 punti Travel (viaggio in zone sconosciute, via terra, 1 punto ogni miglio). 5.000 punti di bonus individuale per aver concluso l'avventura che chiude il quarto capitolo della campagna con la sconfitta dell'Avversario. TOTALE 16.850

Una menzione e un premio speciale per Artagora, legato di Hathor a Ostelor, e per Ardic, barone del Passo Fiammanera, senza i quali Tara non avrebbe potuto raggiungere le stanze di Akhorahil - senza Ardic, perché si è adoperato nel corso di tutta l'avventura per guarire i feriti e assistere il gruppo, e senza Artagora, perché è stato l'unico a riuscire a vincere la paura della fortezza e di Anysa, ed a riuscire a porre la Pietra di Luna sulla Finestra Orientale della Testa di Drago di Ny Chennacatt. Il Maestro, a Ny Chennacatt, è stato sconfitto.

  • RUMIDAL , 2.480 più 2.075 punti bonus di gruppo. 250 punti Travel (viaggio in zone sconosciute, via terra, 1 punto ogni miglio). Nessun bonus specifico in quanto ha partecipato solo alla parte finale. TOTALE 4.805
  • HELENDIL , 2.760 più 2.075 punti bonus di gruppo. 750 punti Travel (viaggio in zone sconosciute, via terra, 1 punto ogni miglio). Nessun bonus specifico in quanto non ha partecipato alla parte conclusiva e non ha contribuito alla sconfitta dell'Avversario; un bonus di 1.000 punti però per Cristian, per aver giocato molto bene con il personaggio di Borgil. TOTALE 6.585
  • LORAS , 5.885 più 2.075 punti bonus di gruppo. 1000 punti Travel (viaggio in zone sconosciute, via terra, 1 punto ogni miglio). Nessun bonus specifico in quanto non ha partecipato alla parte conclusiva e non ha contribuito alla sconfitta dell'Avversario; un bonus individuale di 750 punti, però, per alcune scelte fatte nel corso dell'avventura. TOTALE 9.710

[COLOR=#0d1e3e]Terry, avendo partecipato alla prima parte dell'avventura con il personaggio di Borgil, poi tenuto da Cristian, e aver giocato bene, riceve 1500 punti bonus per Khalid .

Nardo è stato sfortunato ed ha perso ben due personaggi, ma conserverà comunque 2.075 più 500 punti bonus. Purtroppo da questo punto in poi per Nardo, Playmo e Cristian non sarà possibile rientrare nella campagna, che si avvia alla conclusione, ma ci saranno delle avventure d'intermezzo (di "corollario", per meglio dire) e i punti saranno conservati.

Tara, grazie ad Artagora e ad Ardic, è riuscita a compiere la missione affidatele da Ar-Venie, ma non dimentica che il futuro è ancora incerto, e non dimentica i compagni perduti: Indur (Nardo), caduto nell'attacco degli Orchetti sulle Montagne Gialle; Helendil (Cristian), vittima del tradimento di Maité e Niara, abbandonato da Nirien, preso dall'orribile creatura alata e di certo scaraventato sulle rocce; Halbira, sacrificatasi per coprire e nascondere il loro cammino; Loras (Playmo), perduto nell'attacco degli Haradani sulle mura di Ny Chennacatt; Borgil, fratello di re Eäromä, schiacciato da una terribile trappola a ruota all'interno della fortezza; Iman (Nardo), morta nella Testa di Drago.[/COLOR]

Tara, Artagora e Ardic sono ancora all'interno di Ny Chennacatt, e la loro unica speranza di salvezza è l'arrivo di Arakhon ...
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1236 Messaggi
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2
Maggio 16, 2008 - 11:15 pm

[SIZE=4]VIAGGIO VERSO LA FORTEZZA[/SIZE]

[SIZE=4][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[SIZE=2][COLOR=darkslateblue]Tara
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[SIZE=2]Dopo Alsarias e dopo aver sepolto Ar-Venie, caduta nella battaglia, Tara, spinta dalla missione affidatele da Ar-Venie stessa in punto di morte e da ciò che Eäromä le ha narrato sull’Oscuro, su Alatar lo Stregone Blu e sul Male dell’Est, chiede a Indur di aiutarla a ritrovare Artagora, che sa non essere perito nello scontro, e di scortarla verso il Grande Harad, oltre le Montagne Gialle, attraverso la Via Carovaniera. [/SIZE]
[SIZE=2]Lasciata la città, ormai in mano a Gondor, Tara si separa da Indur chiedendogli di cercare a sud, e inizia a sua volta a seguire le tracce dell'arconte Hathoriano a nord e a est, accompagnata, per ordine di Eäromä, da Borgil suo fratello e da Nirien, l’incantatrice che ha combattuto sul campo di fronte alle mura contribuendo alla vittoria di Gondor. Nirien e Borgil hanno già viaggiato con Tara e l’hanno tratta in salvo dalla fortezza di Ny Chennacatt; Eäromä vuole che siano la sua guardia del corpo nell’ardua impresa che si accinge ad affrontare. All’ultimo momento, Eäromä concede anche ad Helendil, uno degli ultimi Luminosi, di unirsi al gruppo e di cercare a est, nella lotta contro l’Oscuro, le risposte che non ha trovato in altri luoghi. [/SIZE]

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[SIZE=2]Borgil [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Nirien[/SIZE]

[SIZE=2]Artagora, nel frattempo, dopo essere fuggito a est con alcuni dei suoi opliti e con la sua serva Aidea, ed esser stato raggiunto e attaccato dai terribili Spiriti dei Boschi che nella battaglia hanno distrutto il suo contingente, viene fortunosamente tratto in salvo da Loras, che egli stesso aveva inviato in missione verso l’Usakan assieme a Kiryazis, Indur e Imrazor, alla ricerca della messaggera Eurayle; Loras è accompagnato da due donne degli Elfi, una giovane dai capelli rossi di nome Niara, che sembra incapace di parlare ed esprimersi, ed una maga di nome Maité, capace di controllare gli Spiriti dei Boschi stessi. [/SIZE]

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[SIZE=2]Maite [Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
Niara
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[SIZE=2]Artagora, Loras e i loro compagni si accampano, ed è in questo accampamento che Tara li trova. Borgil e Nirien diffidano fin da subito di Maité e Niara, e la situazione è resa immediatamente più difficile dalla presenza di Helendil, che Maité tratta con deferenza e devozione. Loras stesso diffida di Borgil e di Tara in quanto da lei minacciato e trattato rudemente, e Artagora ricorda il tradimento di Tara sul campo di Alsarias e sa che lei ha combattuto con Gondor contro Ar-Venie; la missione non sembra iniziare sotto i migliori auspici.[/SIZE]
[SIZE=2]Tara, però, parla con Artagora con molto sentimento, e gli rivela numerose cose, chiedendogli esplicitamente di fidarsi di lei in nome di Ar-Venie e dicendogli che è stata Ar-Venie stessa ad affidarle quest’ultima missione e a spingerla a ritrovarlo e di chiedergli di accompagnarla; Tara deve andare a est, per entrare di nuovo nella terribile Ny Chennacatt, e attendere Arakhon, che arriverà entro la notte di fine anno. Il loro nemico è Alatar, uno degli Istari, caduto e corrotto dal male di Morgoth; è Alatar a farsi ora chiamare 'Maestro' e ad ordire oscure trame, tra le quali lo scontro fratricida fra gli eserciti dei Valdacli e di Gondor. [/SIZE][SIZE=2]Azrabeth, della Teocrazia, che Ar-Venie ha potuto incontrare in parte anche grazie alla missione di Artagora a Urland, ha rivelato cose terribili e un grande male è in movimento. [/SIZE]
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[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]

[SIZE=2][/SIZE]
[SIZE=2]Artagora ascolta ogni cosa, e decide di concedere a Tara questa possibilità e di darle fiducia. Grazie a due salvacondotti, uno sigillato da Ar-Venie e posseduto da Artagora stesso che concede libero passaggio nelle terre controllate dai Valdacli del Sud, e uno a nome di Eäromä posseduto da Borgil che concede libero passaggio nelle terre controllate da Gondor, la compagnia si mette in viaggio verso le Montagne Gialle con l’intenzione di raggiungere il Passo Fiammanera e poi decidere la strada migliore per proseguire.[/SIZE]

[SIZE=2]A Fiammanera, il barone Ardic si unisce al gruppo; egli sa che il suo principale dovere è verso il balivo del Trenth e i Domini Valdacli, e lascia precise disposizioni da seguire in sua assenza, per la difesa del passo e lo sviluppo delle sue terre, ma le condizioni dell’esercito di Gondor (incapace di proseguire nella sua avanzata) e lo spirito d’avventura in lui innato lo spingono a partire con Artagora; Ardic non dimentica infatti che in origine era stato al servizio della famiglia Eshe; ciò è stato all'origine della sua fortuna, ed è ora questa famiglia ad aver affidato a Tara la missione di andare a est. Forse è attratto da Tara stessa. [/SIZE]

[SIZE=2][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[COLOR=darkslateblue]Aidea
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[SIZE=2]A Fiammanera inoltre Artagora si congeda da Aidea e dagli opliti rimasti con lui; il cammino verso Ny Chennacatt è difficile e pericoloso, e l’arconte non desidera rischiare la vita di Aidea. Ordina loro di imbarcarsi ad Arpel e di ritornare a casa, in Hathor. La compagnia si confronta poi sulla strada migliore per proseguire; la via sud verso il Chennacatt attraverso Fiammanera per il Trenth, le Terre Selvagge e l’Usakan è troppo lunga, e porterebbe alla necessità di attraversare le paludi di Geshaan e passi montani altissimi, quindi la compagnia volge di nuovo a nord e poi a est, attraverso la Via Carovaniera che segue per un tratto il corso del fiume Mispir. Questa è inoltre la strada che Tara privilegia, nonostante essa sia la più ovvia per il nemico e la più esposta.[/SIZE]

[SIZE=2]Alla prima delle molte stazioni di sosta lungo la Carovaniera, Tara si riunisce a Indur, al quale aveva dato appuntamento proprio in quel luogo. La compagnia prosegue a est, fino a Brilthor, ultima città della parte orientale dei Domini Valdacli prima delle montagne. I rapporti fra gli Elfi lungo il cammino si sono fatti ancora più complessi e tesi, complici alcune recise affermazioni di Helendil sugli Uomini e sul destino della Terra di Mezzo, e mentre Tara assieme a Borgil e ad altri si reca in città per cercare una guida, Maité si rivela per ciò che è: una sacerdotessa Tesarath di Ardor, sfuggita ai massacri compiuti dai Valdacli alla fine della Terza Era. Tradisce Helendil e Nirien, affrontando e sconfiggendo quest’ultima, che si salva a stento dopo esser stata abbandonata nel bosco incendiato, e scompare con Niara, figlia di Rilia, una dei Signori di Ardor, inconsapevole del suo passato.[/SIZE]

[SIZE=2]L’incendio minaccia rapidamente la città di Brilthor e le terre circostanti, e anche Artagora, Tara e gli altri sono chiamati a combatterlo; ciò dà loro l’occasione di parlare segretamente con Maglin, Bralmir e Banin, tre disertori dell’esercito Valdaclo che li hanno aiutati a nascondersi dalle guardie cittadine, incuriosite dagli stranieri e da Ardic. Maglin, il capo del gruppo, offre ad Artagora di far loro da guida verso il Chennacatt se in cambio Artagora, Ardic e Indur combatteranno gli Orchetti riapparsi sulle montagne, liberando così i vicini villaggi da un grande pericolo, ma Tara rifiuta, e, dopo aver scartato anche una guida trovata da Loras attraverso una comune conoscenza (il mercante Pirun di Ostelor), presenta al gruppo Halbira, una donna che sembra conoscere la strada e che Tara considera affidabile; Halbira li accompagnerà fino al Chennacatt in cambio di protezione lungo quella stessa strada in quanto anche lei, per motivi che non rivela, desidera recarvisi. Tara decide di rispettare il suo segreto.[/SIZE]

[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[SIZE=2]Halbira[/SIZE]

[SIZE=2]Tara sa che più di una lettera è partita verso Tul Harar, ma non ha la certezza che queste lettere, il contenuto delle quali non riferisce, abbiano raggiunto Arakhon o che in particolare le ultime possano farlo in modo sufficientemente rapido da concedergli i giorni per raggiungere Ny Chennacatt entro la fine dell’anno. Il dubbio la rode. Una notte, nel corso di una sosta, Artagora rivela di essere ancora in possesso del Rubino, la gemma magica della quale si era impadronito in Ostelor e che Ar-Venie, dopo l’assassinio del mercante Gilzamir, aveva fatto tagliare. Artagora sa che questa pietra è in grado di comunicare il pensiero, e che è stata usata ad Alsarias, per la costruzione dello Specchio Ustorio; se l’altra metà è in possesso di Arakhon, sarebbe forse possibile trasmettergli perlomeno l’urgenza di incontrarlo e l'immagine del luogo, che egli non potrebbe non riconoscere. Forse Helendil, unico che sembra essere padrone di quelle arti, con il potere di Nirien, che può rendere più forte l’incantesimo di un altro, potrebbe riuscirci; Artagora propone di tentare, e Tara accetta. [/SIZE]
[SIZE=2]Purtroppo il tentativo non ha buon esito; Helendil vede un uomo nel suo sogno, che dalla descrizione Tara ritiene essere Ciryaher, il menestrello, ma Ciryaher interrompe il contatto urlando: “Tradimento!”, ed Helendil viene sentito da Fuinur (uno dei servi del 'Maestro') anziché da Arakhon. [/SIZE]
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[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
[SIZE=2]Fuinur[/SIZE]
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[SIZE=2]Ora la compagnia sa che il nemico è sulle loro tracce, e che la corsa sarà frenetica; ma nessuno si pente di aver corso quel rischio, perché la posta in gioco è molto alta e Arakhon deve assolutamente parlare con Tara – che peraltro ribadisce di non aver intenzione di rendere nessun altro partecipe dei segreti di Ar-Venie e di Azrabeth, per evitare di fornire una nuova arma al Nemico: se Tara dovesse morire, il segreto morirebbe con lei. [/SIZE]

[SIZE=2]Da quel momento in poi non c’è pace, non c’è riposo. Tara prosegue la sua marcia disperata verso le montagne di Ny Chennacatt, scegliendo di continuare a cavallo e mettendo più di una volta a rischio la compagnia sui passaggi più difficili della Via Carovaniera. Lungo la strada il gruppo viene scoperto e attaccato da Orchetti, che uccidono Indur; alcuni Haradani, tra i quali la giovane Iman, della quale Tara diffida, si uniscono al gruppo per aiutarlo, ma non sono bene accolti. Una breve sosta presso una carovana che sta attraversando le montagne diretta a ovest permette ai compagni di riposare e di acquistare acqua e provviste; poi un’enorme creatura alata, alla quale sfuggono per un soffio, spunta dal sole e attaccata Tara stessa, fermando la sua furia solo dinanzi ad Helendil e poi dileguandosi. E ancora Orchetti, Troll delle Colline, mostruosi ragni e ogni genere di terribile creatura – tutto sembra combattere contro la compagnia e interporsi nel suo cammino verso oriente. Tara e Artagora hanno la chiara sensazione che ora il nemico anticipi le loro mosse. I coraggiosi avventurieri perdono i cavalli, due dei compagni di Iman e quasi le loro stesse vite, tanto da esser costretti a fermarsi in una remota stazione di sosta e a lasciarci Helendil, Halbira e Iman, gravemente feriti … [/SIZE]

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3
Giugno 5, 2008 - 11:58 pm

[FONT=Calibri][SIZE=3]... e dopo qualche tempo Cool , la seconda parte ...[/SIZE][/FONT]

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[FONT=Calibri][SIZE=3]La stazione montana, costruita probabilmente dai Valdacli, conta quattro o cinque baracche ben tenute e si trova in un luogo impervio, difficilmente raggiungibile dalle carovane. L’aspetto, complici il sole e il calore dell’estate, è piacevole; il luogo appare pacifico, ameno, ma viverci d’inverno non deve essere certo impresa facile e i pochi abitanti - tre giovani, due vecchi e una ragazza provenienti dalle regioni montuose orientali del Grande Harad, discorrendo con Artagora e Loras, lo confermano. Né Tara né Loras, comunque, si fidano di quegli uomini e del loro modo di guardare le donne del gruppo; Tara vuole ripartire subito, lasciando alla stazione il solo Helendil, ma dopo una lunga discussione accetta di far rimanere anche Nirien, che appare molto decisa nella sua volontà di restare con il Noldo, e lo scudiero di Ardic. Ardic utilizza le sue arti e promette a Tara che Helendil sarà di nuovo in grado di proseguire il cammino in breve tempo; qualche giorno, non di più. Tara lo ringrazia.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Ripresa la marcia, il gruppo supera il passo più alto delle Montagne Gialle; i compagni di viaggio dominano per un momento con lo sguardo sia sui territori orientali che su quelli occidentali dell’Harad; la visione è tale da togliere il fiato e da rimanere per sempre impressa nella memoria, ed il paesaggio infonde loro serenità e fiducia, ma è una pace di breve durata perché una strana nebbia li coglie poco dopo aver ripreso il cammino verso est ed essere scesi a quote più basse. In quella nebbia, Borgil e Loras si perdono: essa non è, infatti, che una nuova trappola del Nemico. La nebbia li tiene prigionieri per diversi giorni in un boschetto dal quale nonostante tutti i loro sforzi non riescono ad uscire; Borgil evita per un soffio una caduta mortale in un dirupo. Altri Orchetti li attaccano, altri Troll di collina e altre creature oscure – altri due dei compagni di Iman cadono, e sia lei che Halbira, all’alba del terzo giorno, giacciono in fin di vita, e lo stesso Ardic è ferito seriamente. Tara rimanda le donne ferite a ovest, alla stazione montana, con poche speranze di rivederle in vita; ha intuito che i nemici inseguono lei e quindi manda via anche Artagora, convinta di non rivederlo più, per metterlo in salvo, e nel tentativo di proseguire per Ny Chennacatt si perde nuovamente fra la nebbia e gli alberi con il solo Borgil, che riesce solo per un soffio a ritrovare la strada dopo molte sofferenze, mentre entrambi disperano di sopravvivere un altro giorno. Si riuniscono ad Artagora, che nel frattempo ha incontrato Rumidal.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Rumidal è un viaggiatore che proviene da est, da un villaggio di poche case sul versante orientale, chiamato Jadaf Shed; anch’egli, assieme ad alcuni compagni, è in cerca di Ny Chennacatt, la fortezza del Re Tempesta, e questo elemento, da solo, è sufficiente a rendere Tara estremamente cauta e sospettosa – ma Artagora decide di concedere a Rumidal il beneficio del dubbio, e la sua fiducia convince Tara; i due piccoli gruppi proseguono assieme fino al villaggio, dove Artagora viene morso da uno scorpione juthjuth che lo rende pazzo e debole per alcuni giorni, e Loras e Ardic, cercando erbe medicinali, riescono a perdersi nel deserto rischiando la morte per il calore e la sete. E’ Borgil a ritrovarli stremati e in fin di vita e poi a risollevare la situazione; nonostante gli abitanti di Jadaf diffidino estremamente di Rumidal, che ha occupato una piccola stalla un po’ fuori dall’abitato, la vista di un elfo impressiona moltissimo il capo del villaggio, e così com’era successo con i carovanieri Haradani sul lato occidentale delle montagne gli avventurieri ricevono acqua, provviste e assistenza. Nonostante Borgil lo chieda, però, nessuno del villaggio accetta di condurli verso Ny Chennacatt prima del mese di settembre, perché marciare con il caldo, nella stagione estiva, equivarrebbe a morte certa; Tara e i suoi compagni sono costretti ad aspettare, nell’inattività, consapevoli di star perdendo tempo prezioso.[/SIZE][/FONT]
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[FONT=Calibri][SIZE=3]Nel frattempo, Halbira e Iman si sono rimesse sufficientemente in forma da potersi mettere sulle tracce di Tara. Motjaba, l’ultimo dei compagni di Iman, non vorrebbe farlo – a quale scopo seguire Tara, che sembra odiare gli Haradani e non ha fatto nulla per soccorrerli nel momento del bisogno e ricambiare il loro aiuto - ma Iman deve trovare Arakhon – questa è la sua missione - e insiste, e alla fine Motjaba e Halbira acconsentono di partire per il Chennacatt accompagnati dallo scudiero di Ardic. Nirien ed Helendil non sono con loro; giorni prima è accaduto un evento terribile, la creatura alata che li aveva attaccati all’andata li ha seguiti sino a quelle piccole case e in una nuova giornata di sole ha attaccato Helendil trascinandolo lontano nel cielo, di certo per scaraventarlo fra le rocce. Nirien, incapace di resistere a quella vista, li ha inseguiti a cavallo, venendo così meno al giuramento fatto al suo re Eäromä, e non è più tornata. [/SIZE][/FONT]
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[FONT=Calibri][SIZE=3]Quando, nei primi giorni di settembre, Iman raggiunge Jadaf Shed riferendo l’accaduto e raccontando anche che ha visto guerrieri Easterling muoversi in direzione del villaggio – guerrieri ai quali lei, Motjaba e Halbira sono sfuggiti per un soffio, Tara maledice sé stessa per aver perso tanto tempo e decide di riprendere immediatamente la corsa verso la fortezza; senza Nirien sarà ora molto più difficile avventurarsi nei suoi corridoi e superarne i trabocchetti, ma occorre tentare, o perire nel tentativo. Il gruppo lascia Jadaf; Rumidal li guida con rapidità ai punti che egli stesso aveva già esplorato (senza trovare il modo di entrare) e Borgil, che ricorda bene il viaggio fatto un anno prima, li porta oltre le prime difese e i primi passaggi nascosti fra le rocce. Halbira in quel momento si congeda dalla compagnia, affermando di voler proseguire verso Tartaust; Tara la saluta con un addio. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Una volta dentro le mura della cittadella, tutto sembra fin troppo facile, ma l’illusione di poter finalmente arrivare alla destinazione senza dover lottare e rischiare la vita scompare ancora una volta di colpo quando un gruppo di predoni dell’Harad attacca la compagnia vicino a una lunga scala scavata nella roccia, che porta ad un pozzo nel quale Borgil sa di doverli guidare. Mentre uno ad uno si calano frettolosamente nell’oscurità, rinunciando a ogni cautela e fatti segno dai colpi di un arciere che sembra in grado di scagliare le sue frecce da una distanza impossibile, sovrumana, Loras, che si era attardato sulla scala, rimane indietro e cade nelle mani dei nemici, mentre Rumidal cade invece rovinosamente nel pozzo. Anche Motjaba rimane indietro; riesce a scendere nel buio con le sole mani (Tara ha rimosso la corda), ma si perde nei sotterranei, e non ritrova più gli altri. La compagnia, sempre più ridotta in numero, è ora all’interno della fortezza di Akhorahil e corre disperatamente nei cunicoli bui di Ny Chennacatt guidata dai sensi di Borgil, trasportando Rumidal a spalla e alternando momenti di sosta a nuove corse frenetiche, fino a quando altri Orchetti spuntano dall’oscurità e feriscono gravemente Borgil stesso. Tara sembra colta dal panico; senza Borgil, non vi è più alcuna speranza di raggiungere la sala della Finestra Orientale, loro meta. Artagora riesce ancora una volta a rincuorarla, e Ardic salva la vita di Borgil con le sue ultime erbe medicinali. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Il viaggio nel buio prosegue, le loro vite sempre appese a un filo; Tara annuncia di voler salire ai livelli superiori, sorprendendo Rumidal, convinto che volesse scendere anche lei verso l’Abisso per tentare di sigillare la Soglia che conduce nelle profondità di Arda, così come aveva detto durante la sosta a Jadaf Shed. Rumidal accusa Tara di avergli mentito, ma la donna non gli risponde, non sembra intenzionata a discutere, né gli altri sembrano sostenere le richieste di spiegazioni di Rumidal; si prosegue, quindi, con la guida di Borgil, ancora verso l’alto, attraverso i grandi corridoi centrali e il cono del vulcano attorno al quale la fortezza è costruita. Lo scudiero di Ardic perde la vita e l’anima all’interno dell’angosciosa Sala dell’Agonia, e Borgil stesso, dopo una breve sosta nella Sala della Guerra, dove avevano trovato acqua corrente e dalla quale era stato possibile guardare all’esterno riacquistando speranza, rimane vittima di una terribile trappola a ruota che lo schiaccia in un momento, proprio quando mancava pochissimo per entrare nei corridoi della Testa di Drago, la parte superiore della fortezza. Artagora, che accompagnava Borgil nell’esplorazione, fianco a fianco, si salva grazie a un presentimento che lo fa indietreggiare di qualche passo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Tara, sorretta ormai solo dalla sua determinazione a proseguire e dalla presenza di Artagora, rischia la via esterna, oltre le finestre della Sala della Guerra, e si arrampica perigliosamente sino alla Bocca del Drago, riuscendo ad assicurare delle corde e a realizzare una via per gli altri; uno ad uno, grazie alla luce del giorno, i compagni scalano la Testa, scolpita nella roccia viva, e raggiungono la Bocca, dove la via è però sbarrata. A nulla valgono i tentativi di Ardic di aprire la grata che li separa dall’interno dei livelli superiori; Tara è costretta a rischiare ancora, a uscire nuovamente all’esterno e a scalare la Testa del Drago sino agli Occhi, realizzati in una pietra rossa che per una strana magia emette una luce malsana, visibile a molte leghe di distanza. La scalata finale ha successo, e il gruppo raggiunge finalmente le sale del Nazgul, ove nessuno ha mai messo piede da millenni. Ed è proprio la polvere depositatasi in centinaia e centinaia di anni a permettere agli avventurieri di scorgere le tracce di Abit, di Anysa, figlia di Fuinur, divenuta serva dell’oscuro ‘Maestro’. Anysa chiede a Tara di consegnarle una misteriosa “Pietra di Luna”; Tara scaglia Ardic contro Anysa, e corre verso la Finestra Orientale, ma Anysa la ferisce – è Artagora a ricevere la “Pietra di Luna” da Tara e a metterla sulla Finestra vincendo il terrore del Trono del Nazgul, sconfiggendo Anysa e sigillando così la Soglia grazie a un gioco di specchi e luci dell’esistenza del quale solo Tara e gli elfi erano a conoscenza. Anysa giace a terra ferita gravemente e stremata; Ardic, profondamente convinto della sua pericolosità, l’uccide. Ciò che resta della compagnia si ritira di nuovo nella Sala della Guerra; Tara è serena, ora, la sua missione è quasi compiuta. Arakhon arriverà e poco altro importa. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]Per Artagora, Ardic e Rumidal, l’arrivo di Arakhon è l’unica speranza di poter uscire vivi da quella fortezza. [/SIZE][/FONT]

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