Scrivo questo testo che potrebbe essere un epitafio o anche una semplice presentazione del mio più amato personaggio nelle saghe della Terra di mezzo.
Io sono Corian. Con questo nome sono conosciuto fin dalla caduta del reame di Ardor e dall?inizio del mio viaggio.
Signore di Aurax Dur ed esule per forza maggiore, artefice di meraviglie e distruttore di eserciti, amico fedele e traditore senza pari, bene e male, bianco d?alba nascente e nero di notte senza luna.
Questo il mio destino e la mia maledizione. Ma come due sono le facce che compongono un'unica medaglia, cosi io sono; unico e irripetibile come tutte le creature nate dalle armonie primordiali di Eru Iluvatar.
La mia vita è stata un susseguirsi di eventi eroici e drammatici che hanno maturato anzitempo la mia età. Pochi possono dire di aver circumnavigato Endor, contribuito due volte alla rifondazione di Ardor, ammirato la piramide fra le nuvole di Eidolon e le magnificenze di Lorien, Imladris e Minas Tirith.
I miei occhi hanno guardato, con la stessa ammirazione e desiderio di conoscenza, la luce di Amman e il buio oltre il cancello della notte.
Avevo solo 48 anni quando scelsi di diventare il custode del lago Vesproscuro nel Nord della terra di mezzo, ma in quel poco tempo sono stato testimone di morti gloriose e disperate, vite vissute ad una velocità inimmaginabile per noi Eldar.
Sono stati tanti e tanti i miei compagni di viaggio; la dolce Earwen, la cui morte ha lasciato un grande vuoto nel mio cuore; il cupo Erumal, tanto forte e tanto misterioso; l?impetuoso Ingwe, con cui condividevo la giovinezza del cuore e la lista continuerebbe all?infinito.
Con loro ho condiviso speranze e delusioni, gioie e dolori e loro vivranno per sempre nella mia anima, perché io sono Corian e il mio è un viaggio senza fine.
L’elfo stava in silenzio sul balcone al secondo piano della sua spartana ma decorosa magione.
Solo a rimirare le fantastiche sfumature di uno splendido tramonto autunnale.
In tutta la sua vita non aveva mai smesso di ammirare gli incredibili spettacoli che la semplicità della natura era in grado di regalare. Quel tramonto gli metteva una grande serenità in corpo e in questo trovava la forza di fare quello che andava fatto.
La sua meditazione fu interrotta da un movimento e una voce alle sue spalle, una voce dolce, amica di cui lui conosceva ogni sfumatura. E oggi quella voce era densa di dubbi e carica di tensione.
“Mi hai fatto chiamare padre?”
“Si figlio mio, avvicinati Melinor, ti devo parlare.”
Il giovane mezzelfo si avvicinò e si pose di fianco a suo padre osservandolo con attenzione in silenzio. Ora uno vicino all’altro sembravano quasi fratelli. Come per tutti quelli che appartenevano alla stirpe degli Eldar era molto difficile indovinarne l’età.
“Melinor, ho molto ponderato e ho finalmente tratto la mia scelta. Ho deciso di partire. Te ne avevo già parlato in passato come di una possibilità, di come molti elfi lascino questa terra per ricongiungersi nelle terre degli immortali. Ora tocca a me. Ora tocca a tuo padre prendere questo cammino senza ritorno.”
Mentre suo padre pronunciava queste parole la mente del giovane Melinor veniva attraversata da molte emozioni contrastanti e alcune venivano fatte trasparire dal suo sguardo. Alla fine la marea montante non era più possibile da trattenere.
“PERCHE?… Perché Padre? E per qualcosa che ho fatto? Perché vuoi lasciarmi?”
Le parole erano uscite improvvise, brusche. Corian si voltò quasi sorpreso, gli occhi incontrarono quelli di suo figlio. Non occorreva essere un mago per leggere sconforto e dolore.
“Non dirlo nemmeno per scherzo Melinor, non è per qualcosa che hai fatto o non hai fatto; è semplicemente il destino delle cose. Io non lascio te. Io lascio questo mondo.”
“Destino! Hai citato il destino anche quando la mamma è morta. Il destino degli umani di invecchiare e morire e io questo lo capisco. Ma non capisco questa tua decisione di partire.”
L’elfo chinò leggermente il capo e chiuse gli occhi. Nella sua mente ritornò il volto della donna mortale che aveva saputo risvegliare in lui l’amore e che lo aveva ricambiato.
“Le tue parole mi addolorano figlio. Ti prego cerca di capire che questa mia scelta non è stata presa a cuor leggero. Da quando ho visto la luce delle terre imperiture il desiderio di raggiungerle si è radicato in me, ed è cresciuto giorno per giorno controbilanciato solo dalle gioie, dai desideri e dagli obblighi che la terra che ci circonda mi infondeva.
Prima e stato l’obbligo verso la mia patria e le gioie di cooperare con coloro che erano miei amici e verso la mia signora Ardana la stellare, i desideri di scoperta e di conoscenza ancora nascoste in questa terra. Poi vennero gli obblighi verso gli esiliati, la necessità di dar loro una nuova patria, la gioia di averla ricreata sulle rovine di una delle più belle città costruite dai Noldor, e la gioia di sentirmi chiamare da loro e dai nostri vicini Eru-man-yarmen, Ermiamen, grande signore del sud.
Alla fine il desiderio verso tua madre e la gioia immensa di avere un’erede. Di avere te al mio fianco.
Ma ora guarda, tutto è compiuto. I miei amici o sono partiti per l’ovest o sono morti, la pace regna sulla città che ho collaborato a costruire, la mamma è morta e tu; tu sei un uomo e dovrai uscire dalla mia ombra.
Dovrai uscire dall’ombra di tuo padre e trovare il Tuo destino.”
Padre e figlio si guardavano nelle parvenze cremisi del tramonto, Melinor guardava negli occhi tristi di Corian e ad un tratto gli sembrò di scorgerla, prima sembrò solo un riflesso poi questo divenne una luce argentea. La luce del faro di Eressea che guida i naviganti verso la retta via, la luce che chiama ad Amman la terra degli immortali.
Fu un attimo, poi l’istante svanì e le emozioni si calmarono in Melinor. Come dopo un fosco temporale la luce ritorna e tutto sembra più brillante, nitido e chiaro, così Melinor comprese i motivi del padre.
“Scusami papa… Io non volevo offenderti e non volevo risvegliare in te tristi ricordi. Accetto il tuo destino e saprò trovare il mio.”
“Figlio mio, le tue parole mi riempiono di affetto e di orgoglio. Io parto tranquillo perché non lascio niente di incompiuto. Tutti i miei ricordi mi seguiranno e dalle terre immortali io veglierò su di te e sulla tua stirpe.
La storia di noi elfi è alla fine ma: guardati intorno; anche la fine di un giorno può essere qualcosa di meraviglioso a vedersi e anche se al tramonto segue la notte, l’alba e il giorno che seguiranno saranno ancora più meravigliosi.”
Corian osservò il volto di suo figlio, ora sereno e sorridente, ne osservò ogni particolare. Di tutte le opere questo era sicuramente il suo capolavoro. Ora capiva cosa potevano aver provato Feanor o Celebrimbor quando avevano dato vita a quelli che consideravano i loro capolavori e questo lo riempì di una gioia immensa.
Cosi nel Remmirath Valglin dell' Eregion, che leggeva nelle stelle luci di Varda, lesse anche nel Regno il voltafaccia di Artano, il nascosto Oscuro Signore.
E vide piu in la il Destino degli Anelli, sino a Numenore la Bella, sino ad Angmar ed agli Ulairi, e sino al Portatore ed alla loro fine.
Saranno tre volte mille, e non di piu nella Terza Era del mondo. E anche se e certo che sara la fine degli Anelli, e che sara il piccolo uomo a decretarne il destino nel fuoco, non e certo se sara la fine dell'Oscurita di Morgoth il Nero Nemico su Arda. Pericolo verra negli stessi giorni dalle terre meridionali, e solo un giovane cuore potra fermare l'ira di chi e antico, e riportare chi per troppa cecita aveva sbagliato al giusto ed a dargli riposo, Ed oltre le montagne i due saggi si daranno battaglia per la conquista, e molte vite saranno perdute quando cadra l'antica Piramide sulle Nuvole.
Io sono il flagello di Morthaur,
La morte senza Volto,
Per la prima volta forse il soffio di Iluvatar ha riscaldato un cuore che non batte,
Occhi senza vita non possono vedere e comprendere le cose dei viventi,
Membra che non dormono possono essere stanche di lunghi eoni e di cotanto dolore,
forse che ora un po' di riposo potrà essere concesso all'Elfo.
Se l'Erede sarà portatore di Sapienza e Libertà forse che occhi senza vita potranno sorridere,
forse che potrà venire il momento di cercare l'oblio nella vendetta contro lo Stregone Azzurro
e gli assassini di sua figlia.
Ma prima dovrà avvicinarsi alla conoscenza del Fuoco Segreto.
Gloria agli Alti Lord di Ardor
Gloria al Regno della Bellezza nella Terra Meravigliosa
Nuovamente un Re è possente
L'uomo cavalcava attraverso uno dei pochi boschi che disseminavano l'Eregion, era in viaggio dalla mattina ed era preoccupato, il sole era già molto basso sull'orizzonte e non aveva ancora trovato quello che cercava.
Presto sarebbe stato buio e avrebbe dovuto interrompere le ricerche.
Stava ancora cavalcando quando attraversando una zona meno fitta intravide un bagliore rossastro in direzione opposta a quella del sole calante. Decise di scendere da cavallo ed avanzare a piedi nel folto.
Mano a mano che avanzava cominciò a valutare la distanza da quello che era sicuramente un piccolo falò. Il buio incalzava e l’unico punto di riferimento cominciava ad essere la luce del piccolo fuoco verso la quale si stava dirigendo.
Ora poteva vedere abbastanza bene la radura illuminata dai barbagli delle fiamme accese, era un fuoco scarsamente schermato, sembrava che chi l’aveva acceso non temesse di essere individuato, vide distintamente una figura seduta in disparte che riordinava il suo equipaggiamento e preparava un piccolo giaciglio per trascorrere la notte; a qualche metro di distanza un cavallo brucava tranquillamente dei ciuffi di erba.
L’uomo decise di avanzare circospetto, da li poteva vedere lo sconosciuto che gli volgeva le spalle e attizzava le braci liberando alcune faville che salivano allegramente verso il cielo stellato.
“ Vieni pure avanti Delion c’è abbastanza selvaggina per tutti e due. “
Delion si immobilizzò con un piede mezzo sollevato al suono di quella voce. Poi riprese a camminare più tranquillamente verso la radura soffocando un imprecazione fra i denti.
“ Maledette le orecchie acute degli elfi! “
“ E maledetti i piedi pesanti degli uomini. Benvenuto al mio umile desco Delion.”
Delion si sedette di fronte al suo interlocutore. Le orecchie leggermente appuntite e la barba appena accennata lo identificavano come un mezzelfo.
“Senti Melinor. Che io abbia il passo un po’ troppo pesante passi ma come hai fatto a capire che ero io. “
“ Dimentichi che posso vedere nel buio molto meglio di te amico mio, comunque... ho tirato ad indovinare. “
Una risata spontanea riscaldo i cuori dei due amici molto di più di quanto non lo stesse facendo il fuoco. Mangiarono insieme e alla fine della cena si distesero, a qualche passo di distanza, a rimirare le stelle che riempivano l’ovale di cielo delimitato dagli alberi della radura.
Nel silenzio rotto solamente dai rumori del bosco e dallo scoppiettio del fuoco Delion prese la parola.
“ Eravamo un poco preoccupati, sei sparito senza dare una motivazione e sei rimasto lontano per quasi una settimana. Quando pensavi di ritornare al villaggio? “
“ Hai ragione Delion. Sentivo di aver bisogno di un po’ di solitudine per poter prendere una decisione. “
“ Ti capisco, La richiesta di Re Elesar è giunta come un fulmine a ciel sereno. “
“ Delion. Sarò sincero con te. Ero molto combattuto sulla decisione da prendere. Dobbiamo molta gratitudine al Re, ha aiutato molto mio padre nelle fasi iniziali della realizzazione del suo sogno. D’altro canto è anche vero che mio padre aveva tagliato ogni legame con Ardor già molto tempo fa, prima di trasferirsi nel nord presso lord Elrond. Ma è anche vero che la richiesta del messo di Gondor non è stata così inaspettata. “
“ Che cosa vuoi dire Melinor? Avevi avuto delle avvisaglie a questo proposito? “
“ Credo che il cuore di qualunque persona resti inesorabilmente legato ai luoghi che lo hanno visto nascere. Questo è un legame profondo, inestinguibile; si può recidere a parole o coi fatti ma esso resta dentro di noi e può torturarci con una melanconia infinita. Cosi era anche per mio padre, la sua mente ritornava sovente alle meraviglie delle terre che aveva lasciato e così anche la curiosità di vedere quello che vi stava succedendo “
“ Vuoi dire che tuo padre è ritornato ad Ardor dopo l’insediamento di Re Elesar? “
“ No Delion, no. Mio padre ha usato le sue arti per osservare Ardor e le terre che lui conosceva. Purtroppo quello che vide era dolore e morte. Tutto quello in cui lui aveva creduto era andato distrutto e calpestato. Ma quello che non ti uccide ti fortifica Delion. Lui stesso mi confessò che proprio quelle visioni gli diedero maggior determinazione a creare la sua utopia nel nord. Un rifugio per ogni Ardoriano che avesse voluto ricominciare. “
“Ascolta Melinor. Siamo cresciuti insieme e abbiamo avuto tante avventure insieme. Qualunque decisione prenderai io l’appoggerò. Ma questo non fa che aumentare le mie preoccupazioni. Riunire tutte quelle fazioni di Numenoreani, elfi e uomini contro la minaccia di un Majar, l’ultimo degli Istari sembra sempre di più una missione suicida. “
“ Eravamo tanto diversi noi? Era tanto diversa la situazione dei popoli liberi qui nel nord quando Sauron decise di sferrare il suo assalto finale? Hai studiato la storia dei tempi recenti e conosci la risposta. Sarebbe bastato una distrazione del destino e ora tutti noi saremmo sotto il giogo del signore oscuro. La storia ha avuto il suo epilogo come lo conosciamo perché ciascuno ha sacrificato qualcosa a cui teneva in nome di un ideale superiore. Vedi Delion noi che viviamo in questi luoghi diamo per scontata la libertà; ma essa non dura per sempre e bisogna essere pronti a combattere per mantenerla. La libertà è come la salute, scopri di averne bisogno quando non l’hai più. “
“ Ciò non toglie che buttarsi in quel termitaio di popoli sembra molto pericoloso. Ciascuno sembra determinato a mantenere le proprie basi di potere. Ardor, 7 principi Numenoreani, Mumakani, Haradrim e chi più ne ha più ne metta. Qualcuno ha addirittura parlato di principi dei draghi! Mostri creati da Melkor nella prima era. Con chi parlare? A chi accordare fiducia? Forse sto dicendo una bestemmia, ma non sarebbe meglio lasciarli nel loro brodo e aspettare che le fazioni siano abbastanza deboli da poterle conquistare con la forza? “
“ Hai perfettamente ragione Delion, hai appena detto una grande bestemmia. Che gli dei ti perdonino perché l’hai detta pensando alla nostra salvezza, ma questa non è la via. Se noi restassimo alla finestra Alatar potrebbe spezzare i popoli liberi uno a uno e alla fine disporrebbe di un esercito immenso con cui portare la guerra in tutta la terra di mezzo. Quello che non è successo con Sauron accadrebbe con Alatar. “
“ Io… non ci avevo pensato. “
“ Vedi Delion per combattere la schiavitù e riconquistare la libertà bisogna essere pronti a fare dei sacrifici. Questo lo sapevano i valorosi mezzi uomini, quando intrapresero il loro apparentemente folle viaggio verso Mordor. Questo lo conosceva Gandalf, quando decise di combattere il Balrog di Moria fin quasi a morirne. Questo lo sapeva re Elesar stesso, quando decise di sfidare le armate di Sauron senza alcuna garanzia sul fatto che l’anello fosse ancora in mani sicure. Per chiunque questi sarebbero rischi al di là di ogni logica, ma furono presi e questo permise la sconfitta di Sauron e la pace per tutti. “
“ Dal tuo tono e dal’ enfasi che metti in quello che dici, comincio a dedurre che forse hai già deciso. “
“ Touche Delion. Avevo già preso una decisione prima che tu arrivassi a farmi compagnia ma avevo ancora bisogno di confrontarmi, confrontarmi con le parole di prudenza che tu mi hai regalato e di cui ti sono grato. Parole che hanno fortificato la mia convinzione. “
“ A volte la mia bocca va a ruota libera Melinor, la diplomazia non è mai stata il mio forte. Quello che non vorrei è l’averti procurato disgrazie future con le mie parole. Ti voglio bene come ad un fratello Melinor e se mi chiederai di scortarti in questo viaggio lo farò volentieri. “
“ Niente mi darebbe più gioia di avere un amico fidato al mio fianco, ma il villaggio ha bisogno di difensori e poi, lo sai, si dice che le colpe dei padri ricadano sui figli. Quello che mio padre non è riuscito a salvare, il compito che lui ha lasciato a mezzo forse io potrò completarlo. Mi metterò a disposizione di sua maestà e farò tutto il possibile per aiutarlo in questo grande compito. “
“ Che li dei ti aiutino e ti diano forza in questo compito Melinor. Perché credo che ne avrai grande bisogno. “
“ Domani ritornerò al villaggio e farò i preparativi per partire per Gondor e da lì il grande balzo per i territori del Sud. “
I due amici si addormentarono guardando le stelle che brillavano fredde e meravigliose nel limpido cielo primaverile. Alle loro spalle il fuoco languiva, facendo salire ancora qualche piccola favilla che salendo andava a confondersi con le sue eterne sorelle nel cielo notturno.
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