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Tara rimase sola per qualche tempo, poiché Borgil si era allontanato. Si sentiva solitaria e quasi abbandonata, benché la gente di Eäroma fosse tutt'attorno a lei. Ma coloro che le stavano vicino erano silenziosi, rapiti dalla musica della voce di Nirien, e non badavano ad altro. Tara si mise ad ascoltare.
A Bereth thar Ennui Aeair!
Calad ammen i reniar
Mi 'aladhremmin ennorath.
A Elbereth Gilthoniel
I chin a thûl lín míriel...
Sulle prime la bellezza della melodia intrecciata alle parole di lingua elfica l'avvolse come un incantesimo, benché lei non capisse molto di ciò che veniva cantato. Ciò nonostante pareva quasi che le parole prendessero corpo e le rivelassero visioni di terre lontane e cose luminose che non aveva mai in vita sua immaginate; e gli alberi illuminati dal fuoco non furono più che una nebbia dorata su mari di schiuma che sospiravano ai margini del mondo. Poi il sortilegio si fece sempre più simile ad un sogno ed ella ebbe l'impressione che un fiume interminabile d'oro e d'argento si espandesse, ricoprendola, troppo immenso per poterne discendere i contorni; diventò parte dell'aria vibrante attorno a lei, l'intrise e l'affogò. Sotto quel peso luminoso affondò nel profondo regno del sogno.
"Pace e libertà?" , disse Galdor di Valagalen, che sedeva lì vicino. "Poco le avrebbero conosciute, le terre dei figli di Numénor, se non fosse stato per noi. Sarebbero state distrutte dalla paura. Quando cose oscure vengono dai colli senza case, o strisciano fuori dai boschi senza sole, esse fuggono da noi. Eppure la mano di Seregul dei Valdacli si volse contro il nostro popolo e contro il nostro sire Terilaen. Egli voleva che gli Elfi, e i suoi stessi fratelli, animati da uno spirito diverso da quello che stringeva il suo cuore malvagio, riposassero tutti nella tomba. Gli Uomini di Arpel e delle fortezze d'Usakan ci odiano, e vivono a pochi giorni di marcia da nemici che raggelerebbero i loro cuori o distruggerebbero le loro mura, se non fossero incessantemente protette. Non desideriamo tuttavia che le cose stiano altrimenti. Questo è stato il compito della mia gente, con l'accumularsi degli anni."
"Ma ora il mondo è cambiato. L'Anello è distrutto. La Battaglia è vinta" , disse Borgil.
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"Ben detto, amico mio" , rispose Eäroma. "Ma non è sufficiente, e una decisione dev'esser presa. Ora perciò parleremo apertamente di cose che sono state tenute segrete a tutti, salvo a pochi iniziati."
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Nirien tacque e guardò le lontane vette orientali delle Montagne Gialle. Sospirò."Fu allora che sbagliai" , disse. "Mi lasciai cullare dalle sue parole; ma se fossi andata in cerca della verità più presto, oggi il pericolo sarebbe minore".
"Sbagliammo tutti" , disse Eldaran, "e se non fosse stato per la tua decisione, il nemico sarebbe forse già su di noi. Ma continua!"
"Sin da principio il mio animo fu colto da apprensione, apparentemente senza motivo", disse Nirien, "e desideravo sapere come e da quanto tempo Egli fosse giunto a sud. Sorvegliai allora il mare, supponendo che entro non molto tempo Egli sarebbe uscito dall'oscurità per andare in cerca dei tesori della Grande Stirpe. Infatti così fece, ma non riuscii a trovarlo. E poi, ahimè! rinunciai ad agire, limitandomi ad osservare ed attendere, come abbiamo troppo spesso fatto.
"Il tempo passava, pieno di preoccupazioni, finché all'improvviso i miei dubbi si risvegliarono. Donde veniva il suo potere, ora che Sauron era distrutto? Forse, Egli aveva già ritrovato le vestigia dei Perduti. Se i miei timori erano fondati, cosa avremmo dovuto fare? A queste domande dovevo rispondere. Non parlai a nessuno della mia apprensione, conoscendo il pericolo delle rivelazioni intempestive giunte a chi non dovrebbe sentirle. Durante tutte le nostre lunghe guerre contro il Nemico, il nostro più gran nemico è stato il tradimento.
"Questo avveniva sette anni fa. Poco dopo incominciai a rendermi conto che spie di ogni genere, persino bestie e uccelli, circondavano le città degli Uomini, e la mia paura crebbe. Chiesi l'aiuto di Eäroma".
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"Ed io" , interloquì Eäroma, "consigliai di andare a cercare più nel profondo, per tardi che potesse sembrare. Ci spingemmo a nord sino alle Montagne dell'Ombra ed alle frontiere di Mordor.
"Lì avemmo sentore della sua presenza, ed ora congetturiamo ch'Egli visse per lunghi anni nella Torre Oscura; ma non trovammo altro, ed infine io persi la speranza. Fu allora nella disperazione che mi tornarono alla mente parole dette da Terilaen, alle quali allora non avevo prestato molta attenzione. Ora le udivo chiare nel mio cuore."
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