Interludio: Shaan-Ta-Rhûn (aprile dell'anno 76 della Quarta Era) | Terra Di Mezzo | Forum

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Interludio: Shaan-Ta-Rhûn (aprile dell'anno 76 della Quarta Era)
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1
Febbraio 17, 2009 - 1:13 pm

[SIZE=2]Frammenti delle pietre del lastrico scricchiolarono sotto i loro piedi mentre, guidati da Tade, percorrevano ciò che restava del portico. Tutta la piazza era in rovina, per quanto poteva vedere Edhel, e completamente disabitata, come il Maestro aveva detto. Non c’era nemmeno un gabbiano; le erbacce, quasi tutte vecchie e secche, erano cresciute anche nelle crepe dei muri. I tetti della maggior parte degli edifici erano crollati. Pareti diroccate spargevano in quelle che erano state le vie della Cittadella ventagli di pietrisco e di mattoni. Torri mozze e frastagliate si alzavano come rami spezzati. Montagnole irregolari di macerie, su cui cresceva qualche alberello stento, erano forse i resti di palazzi o di interi quartieri.[/SIZE]

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[SIZE=2]Tade[/SIZE]

[SIZE=2]Eppure, ciò che era rimasto in piedi bastavano a mozzare il fiato. L’edificio più bello di Eregost sarebbe scomparso nell’ombra di uno qualsiasi di quella città. Dovunque guardasse, Edhel vedeva marmo e decorazioni dorate; sembrava che ogni edificio avesse avuto almeno una cupola: alcuni, forse anche quattro o cinque, ciascuna di forma ottagonale. Viali fiancheggiati da colonne correvano per centinaia di passi verso la base di una torre che in origine doveva aver toccato il cielo. A ogni incrocio c’era una fontana, o la guglia d’alabastro di un monumento, o una statua. Anche se le fontane erano asciutte, le guglie in gran parte abbattute e le statue a pezzi, quel che restava era talmente grandioso che Edhel poteva solo stupirsi. Stupirsi e provare rispetto.[/SIZE]

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[COLOR=navy]Edhel
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[SIZE=2]Presa da quello spettacolo, fu colta di sorpresa, quando Tade si fermò davanti a un grande edificio di pietra nera che un tempo doveva esser stato grande il doppio di Mindo Anto, in Ostelor. Impossibile dire che cosa fosse, quando la città era viva e fiorente: forse l’ingresso di un tempio. Dei piani superiori rimaneva solo il guscio vuoto, e il cielo del tardo pomeriggio era visibile dai vani delle finestre, ma il pianterreno sembrava ancora solido. [/SIZE]
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[SIZE=2]Adarrathil[/SIZE]

[SIZE=2]Adarrathil, le mani sempre sul pomello, esaminò con attenzione l’edificio, poi annuì. “Andrà bene” decise.[/SIZE]
[SIZE=2]Fyren smontò e la prese in braccio. “Portate dentro i cavalli” ordinò Adarrathil. “Usate il tempio come stalla. Muovetevi. Questo non è il recinto della Fiera del Sole.” Scomparve nell’edificio, assieme ai suoi esploratori. Tade lo seguì, portando le erbe medicinali e gli unguenti per la magia. Godric gli andò dietro, accompagnato da Sakar. Lasciarono i cavalli all’esterno mentre le Guardie Alate dei Valdacli smontavano e si preparavano per la notte.[/SIZE]

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[SIZE=2]Aini[/SIZE]

[SIZE=2]“Portate dentro i cavalli!” brontolò Aini, sbuffando. Smontò, si massaggiò le gambe, emise un gran sospiro e prese le redini della giumenta. “Certo non mi è simpatico.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Fai solo attenzione con le tue erbe.”[/SIZE]
[SIZE=2]Aini la guardò di sottecchi. “Il fatto è che perché la tua magia funzioni hai bisogno delle mie erbe, come anche per dormire, del resto.” Il tono, già secco all’inizio, divenne sempre più acido. “Il fatto è che non puoi fare più di tanto, anche se hai il Potere; e hai già fatto tutto per oggi, senza crollare, vero? Ora il tuo Maestro non può aiutarti, Signora delle Nove Candele; ma le mie erbe, sì.”[/SIZE]

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[SIZE=2]Fyren[/SIZE]

[SIZE=2]Edhel posò la mano sul braccio di Fyren. “Calma, uomo. Non ha cattive intenzioni. Non sa, ecco tutto.” Fyren fece una smorfia, e si allontanò verso i cavalli.[/SIZE]
[SIZE=2]Aini smise di frugare nel sacchetto e lo guardò, con una ruga sulla fronte. Ma si rivolse a Edhel. “Sono molte, le cose che non so. A quale ti riferisci in particolare?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Tanto per cominciare,” replicò Edhel entrando nel tempio “mi basta solo un po’ di riposo. E poi, sono d’accordo con te. La tua abilità e la tua conoscenza saranno più utili di quanto non pensassi. Ora, se hai qualcosa che mi permetta di dormire per qualche tempo senza lasciarmi intontita, preparalo.”[/SIZE]

[SIZE=2]Aini seguì Edhel nella seconda stanza, ampia quanto la prima e anche più vuota. Lì c’era solo polvere, fitta e mai disturbata: per terra non c’erano neppure le impronte di uccelli o piccoli animali. Edhel guardò gli altri due vani.[/SIZE]
[SIZE=2]“Un vicolo cieco” annunciò, ritraendo la testa dal primo. [/SIZE]
[SIZE=2]“Non c’è niente, lì dentro” disse Aini. “Cos’è questo posto, Signora?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Questa è Shaan-Ta-Rhûn, Aini.” rispose Edhel. “La Torre di Ardor.”[/SIZE]

[SIZE=1]Da "L'Occhio del Mondo", di Robert Jordan[/SIZE]

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2
Aprile 14, 2009 - 9:35 pm

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[SIZE=2]Edhel teneva le mani poggiate sull’Ottagono, e sentiva ogni linea delle Rune, poteva distinguerle una per una come se le stesse seguendo con le dita, eppure le mani non le sembravano le sue. Se una lama le avesse tagliate avrebbe sentito il dolore e … avrebbe proseguito. Sarebbe stato il dolore di qualcun altro.[/SIZE]

[SIZE=2]Edhel fluttuava nel vuoto, nel profondo delle sale di Shaan-Ta-Rhun, circondata da un nulla incommensurabile, e il Potere la colmava, cercando di ridurla in polvere, assalendola con un freddo che avrebbe spezzato l’acciaio e un calore che avrebbe incendiato le rocce. Saturo della contaminazione del Nemico del Mondo, ne rilasciava tutta la corruzione nella sua carne. E nell’anima, le sembrava, sempre più spesso. Non c’era ritorno, da quella via. Ma il Maestro le aveva insegnato; il Maestro era forte, ora la sua influenza nel mondo cresceva ogni giorno e adesso il Potere non le provocava più il disgusto di un tempo, e questo la spaventava anche di più, fluttuava in un torrente di fuoco, ghiaccio, fango e … vita. Era la parola migliore per descrivere quella sensazione. Morgoth cercava di distruggerla, di renderla schiava. Morgoth la riempiva con una vitalità dirompente. Minacciava di seppellirla e l’attirava. [/SIZE]
[SIZE=2]La lotta per la sopravvivenza, per evitare di esserne consumata, amplificava la gioia della vita nella più pura delle sue forme. Così dolce anche con la contaminazione. Che sensazione avrebbe emanato se fosse stato pulito? Oltre ogni immaginazione. Edhel voleva attingerne di più, prendere tutto quello che c’era. Invidiava Sauron, Ardana, Curumo e tutti gli altri che avevano potuto.[/SIZE]

[SIZE=2]E quella seduzione era mortale. Un solo passo falso e sarebbe stata bruciata per sempre. Un solo passo falso e avrebbe perso la ragione, a meno che non fosse stata semplicemente distrutta all’istante, forse insieme a tutto ciò che la circondava. Non era follia concentrarsi sulla lotta per la sopravvivenza; era come camminare bendati su una fune tesa sopra una fossa piena di pali acuminati, crogiolandosi in una percezione della vita talmente pura che pensare di rinunciarvi era come immaginare un mondo coperto per sempre da ombre grigie. Non era follia.[/SIZE]

[SIZE=2]I suoi pensieri vorticavano in questa danza con il Potere e scivolavano verso il vuoto. Zalarit e la Soglia, ancora chiusa; per quanto? Margolian che la fissava con il suo sguardo vecchio due Ere. Qual era il suo gioco? Non aveva mai pensato a lei come a una semplice consigliera. E gli Orchi che si radunavano nell’Isola del Tempio: da dove erano venuti, e perché? Poi c’erano i Valdacli che avevano vinto la libertà della capitale di Hathor. Sarebbero stati tanto spavaldi da muoversi subito? Che cosa volevano fare adesso? Come avrebbe potuto il Maestro fermarli o usarli?[/SIZE]
[SIZE=2]Imhâel e i Nùmenoreani Neri: Alall si era già recata da loro, ma nella migliore delle ipotesi sarebbero stati necessari diversi mesi affinché si organizzassero. Qualcosa si muoveva a ovest, Edhel ne era sicura, presto sarebbero giunte notizie importanti nei territori occupati da Eäromä, il re degli Elfi; ma Edhel non sapeva quali o quando. Nessuno dei loro Sapienti era in grado di scoprire di più, gli astrologi di Ardor avrebbero potuto farlo ma certo si sarebbero rifiutati. Si consideravano nemici del Maestro. C’erano molti perché collegati a loro. Fuinur e Morgil … no, non avrebbe pensato a loro. Nessun pensiero su di loro. Nessuno. [/SIZE]
[SIZE=2]Arakhon ed Erendis: Arakhon era prigioniero, Erendis avrebbe accettato di aiutarlo? Avrebbe protetto il Re dei Valdacli ora che era caduto? La sua lealtà andava a Valandor, ma avrebbe deciso da sola come comportarsi. Erendis non era il tipo di donna che obbediva a tutto ciò che le chiedeva il cugino, fosse anche il più influente fra i Valdacli. Arcil … quegli occhi neri che fissavano il sorgere del sole, sfidandolo a splendere più di lei. Una donna ardente, Arcil Nindamos. Un falco. Perché i Valdacli erano tutti così prevedibili? [/SIZE]
[SIZE=2]I Valdacli … devi farla finita con loro. Devi. Non ti ricordi più l’ultima volta? Intere città bruciate. Noi abbiamo distrutto il mondo! CAPISCI? DEVONO ESSERE UCCISI, TOLTI DALLA FACCIA DEL …[/SIZE]

[SIZE=2]La voce che le gridava nella testa non era più la sua. Non era Edhel. Morgoth si stava prendendo la sua anima, ma lei era più forte, per ora. Il Potere lo faceva uscire spesso dal suo nascondiglio nei recessi della mente. Talvolta, Edhel si chiedeva come fosse possibile, per Fuinur e per i dannati di Ardor, che s'immergevano ogni giorno nel Potere sino a soffocare, dominare quella voce.[/SIZE]

[SIZE=1]Da "La Corona di Spade" di Robert Jordan[/SIZE]

1236 Messaggi
(Offline)
3
Luglio 5, 2009 - 6:36 pm

[SIZE=2]Shaan-Ta-Rhûn, giugno dell'anno 76 della Quarta Era[/SIZE]

[SIZE=2]Sebbene si fosse mossa senza far rumore e avesse cercato di raggiungere la stanza della Tavola senza avvisare nessuno, il Maestro era già in piedi ad aspettarla sulla soglia della lunga scalinata del sotterraneo. “Tesarath.”[/SIZE]

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[SIZE=2]“Maestro. Desideravate qualcosa?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Questa mattina non ti ho vista, e non ci siamo incontrati spesso durante queste ultime settimane.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Ho cercato di perfezionare la mia comprensione della situazione intorno Ardor, e quella dell’Ovest”, replicò l’astrologa.[/SIZE]
[SIZE=2]“E ci sei riuscita?” chiese il Maestro, avvicinandosi a lei.[/SIZE]
[SIZE=2]“Ci sono varie … possibilità, a ovest, anche se è troppo presto per dirlo. Ma ve lo dirò subito, non appena sarà qualcosa di più che speculazione.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Hai scoperto cosa succederà ai Rhûani?” domandò il Maestro.[/SIZE]
[SIZE=2]“Privi come saranno della guida di Naiman, si frazioneranno in tribù senza dimora stabile e indipendenti l’una dall’altra, Maestro. Non raggiungeranno un accordo sulla scelta di un capo, per cui non minacceranno più il Grande Harad o l’Est per parecchi anni, se non per tutta la durata della vita di un Uomo.”[/SIZE]
[SIZE=2]“E gli Easterling, le città a occidente?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Ben poco cambierà a Tartaust. E sarà così anche in futuro nel Mumakan, a quanto pare.” [/SIZE]

[SIZE=2]L’astrologa fece seguire quelle parole da un sorriso gelido. [/SIZE]

[SIZE=2]“Ma, d’altra parte, ben poco è cambiato in quelle terre da intere generazioni dei Secondogeniti. Ignoranti, e indegni.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Credi che qualcuno cercherà di spodestare Ejei?”[/SIZE]
[SIZE=2]“È possibile, ma questo non influirà nel corso degli eventi. Chiunque subentri a lui sarà sempre soggetto al vostro potere.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Sei diventata molto più cinica, ultimamente, Tesarath.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Sono diventata più realistica, Maestro.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Immagino che si possa dire così.” [/SIZE][SIZE=2]L’uomo anziano rimase in silenzio, guardò la superficie opaca della parete e chiese: “Che cosa hai saputo di Arakhon?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Stanno ancora lottando per le loro vite alla Torre Eterna. La magia della Torre impedisce di vedere più avanti; sembra che siano indecisi, e nessuno si è ancora mosso. Forse moriranno. Forse verranno a sud.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Qualunque cosa succeda, non potrà che andare a mio vantaggio”, replicò il Maestro. “Se sopravvivono, Arakhon dovrà portare avanti la sua pretesa al trono, annunciata ormai a tutto il mondo; non può fermarsi, se si ferma sacrificherà le vite di chi gli ha giurato fedeltà, perché senza l'importanza che il suo nome ora riveste saranno facile preda dei loro molti nemici. Se i guerrieri di Alall lo uccideranno, ci saranno meno richieste da parte dei nostri alleati occidentali, e andrà bene anche così. Se invece sarà lui a uccidere i suoi oppositori Valdacli o a fiaccarne il potere, avremo la possibilità di esercitare un maggiore controllo sulle città delle Colonie prima di quanto previsto.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Questo è vero. Non mi sembrate più così preoccupato riguardo all’atto di Fuinur. Siete ancora addolorato per la perdita del figlio di Arakhon?”[/SIZE]
[SIZE=2]“Ci ho ripensato, Tesarath. Come avevi detto nei tuoi primi giorni con me, la ribellione di Fuinur mi ha permesso di mettere le mani sugli ultimi dei signori di Ardor e sull’erede al trono, e questo potrebbe presentare dei vantaggi. Enormi vantaggi. La semplice vicinanza tua e delle tue Sorelle lo è già, è di enorme valore. E la Cittadella, ora, è di nuovo imprendibile come ai tempi della sua regina Ardana, e proprio grazie a Fuinur e ai Valdacli stessi.”[/SIZE]

[SIZE=2]L’astrologa annuì. “Con il nostro consiglio, potrete giudicare da solo se l’erede di Ardor rappresenta un pericolo o un’opportunità da sfruttare per il bene di Arda.”[/SIZE]

[SIZE=2]“E se rappresentasse entrambi? La vista del tuo Ordine non è così lunga, astrologa, quando si tratta dell’erede di Ardana.”[/SIZE]
[SIZE=2]“Come sempre, Maestro, sarete voi a dover decidere.”[/SIZE]
[SIZE=2][/SIZE]
[SIZE=2][/SIZE]
[SIZE=2][/SIZE]
[SIZE=1]da "Tenebre" di L.E. Modesitt[/SIZE]

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