[SIZE=2]“Basta!” Il ruggire del fuoco di Sereloth coprì il grido di Qingwen come anche gli strilli degli altri combattenti. Per farsi sentire usò il potere dell’Aria. “Fallo smettere, Arakhon! Falli fermare! La battaglia è finita”. La voce stavolta echeggiò sugli altri rumori.[/SIZE]
[SIZE=2]Dopo un altro rombo e altra cenere, da Arakhon provenne il comando: “Tai’man, Sereloth! Guardie del Drago, abbassate le lance!”[/SIZE]
[SIZE=2]Per un istante sembrò che l’aria si fosse riempita di un silenzio assordante. A Qingwen rimbombavano le orecchie. Poi iniziò a sentire le grida e i lamenti. Fra le pile di morti si agitavano i feriti. I Chya correvano ancora, lasciandosi alle spalle dei gruppi sparuti di guerrieri con le bande rosse sulle braccia, Mumakani e lancieri Nhi, alcuni ancora a cavallo. Questi iniziarono a muoversi verso il palazzo reale quasi con esitazione. Alcuni arcieri delle Tre Terre stringevano ancora le loro armi. Arakhon riconobbe Iejasu, un braccio disteso mollemente lungo il fianco, il cavallo stramazzato sopra di lui. Morto. Alle sue spalle un gran numero di corpi bruciati, poi le Guardie del Drago, gli archi lunghi fra le mani. Erano troppo lontani perché lui distinguesse i volti, ma da come guardavano i Chya in fuga, erano stupiti quanto chiunque altro.[/SIZE]
[SIZE=2]Arakhon fu pervaso da una gran sensazione di sollievo, anche se non abbastanza da colmare il voltastomaco. Qingwen aveva schiacciato il viso sulla sua camicia e piangeva. Lui le carezzò i capelli, poi, sollevatole il viso, li cinse con la corona di Morija.[/SIZE]
[SIZE=2]Scesero dalla schiena del drago. Arakhon, un passo avanti a Qingwen, si rivolse alla folla davanti a loro. [/SIZE]
[SIZE=2]“Guerrieri di Ra-Morij,” iniziò, sentendosi contento come non mai di quella forza che da qualche tempo sentiva nel suo corpo, che ripuliva la voce da tutte le emozioni. “vi siete comportati molto bene. Mi congratulo con te, Hao. E grande è l’orgoglio per i tuoi cavalieri e per ciò che hanno fatto; essi porteranno per sempre l’Onore del Drago”. [/SIZE]
[SIZE=2]Arakhon si voltò per non dover guardare la carneficina, sentendo appena gli altri uomini in giubba nera che acclamavano: “Principe del Drago!” e “Arakhon di Nùmenor!”[/SIZE]
[SIZE=2]Voltandosi, vide Yasemi. Quasi faccia a faccia con lui, accanto a due guerrieri che non riconosceva. [/SIZE]
[SIZE=2]“Ti sei comportato bene. La guerra è finita. Il tuo posto è con loro”, disse Arakhon indicando i Draghi di Hao. Un mormorio si levò, ma Arakhon si rifiutò di ascoltare. Adesso non era il momento giusto.[/SIZE]
[SIZE=2]Hao si fece avanti, fiero. “Ti dimentichi chi è. Forse hanno combattuto con onore, come dici, ma noi …”[/SIZE]
[SIZE=2]“Io non dimentico nulla, generale” rispose Arakhon con freddezza. “La nostra regina ha detto che la battaglia è finita, ma vedo che non hai sentito. La nostra regina ha detto che non vuole più sangue sulla terra che le è stata affidata dalla dea madre. La nostra regina ha detto che tutti saranno allo stesso livello di fronte alla dea e di fronte a lei, Chya e Mya e Nhi e, per l’onore della nostra regina, così sarà. Inginocchiatevi, uomini e donne di Morija!”[/SIZE]
[SIZE=2]I volti freddi e sereni lo fissarono. Arakhon sentì che i lancieri Nhi erano pronti al sacrificio pur di salvare il loro onore. L’espressione di sfida crebbe sul volto di Yasemi, Hao e gli altri. Due dozzine di uomini in giubba nera formarono un cerchio attorno ad Arakhon e a Quingwen.[/SIZE]
[SIZE=2]“Inginocchiatevi e giurate fedeltà a Qingwen, regina del Palazzo di Giada,” disse sottovoce Arakhon, “perché la profezia si è compiuta”. Ed egli per primo, Re dei Valdacli, portandosi un passo dietro a lei e alla sua sinistra, s’inginocchiò. Poi si alzò, e la scortò fino a Sereloth, il drago rosso; e assieme, volarono sulla città.[/SIZE]
[SIZE=2]~[/SIZE]
[SIZE=2]Come sempre capita con le storie, il racconto si diffuse in tutte le Terre del Sole, a nord e a sud, seguendo le carovane dei mercanti, i marinai, i nomadi di Rhun o i semplici viaggiatori che conversavano nelle locande. Come sempre accade con le storie, cambiava leggermente a ogni versione. I Chya si erano ribellati al Principe del Drago e lo avevano ucciso, nel palazzo reale di Ra-Morij o in un altro posto. No, una compagnia di Eroi aveva salvato Arakhon, Re dei Valdacli, venuto dalla stessa Nùmenor. Egli aveva ucciso la regina Rugia – no, una Shenjin di nome Qingwen l’aveva legato a sé e gli aveva donato il Drago del Fuoco – no, lo avevano portato a un castello sulle montagne dove languiva in una prigione. La regina di Morija in persona si era inginocchiata al suo cospetto ed aveva concepito un figlio con lui. Fatto insolito per quanto riguardava le storie, a venir creduto fu qualcosa di molto vicino alla verità.[/SIZE]
[SIZE=2]Una giornata di fuoco e di sangue, una bandiera stracciata che sventolava sulla soglia del palazzo reale di Ra-Morij, mostrando a tutti l’antico simbolo del Drago.[/SIZE]
[SIZE=2]In un giorno colmo di fuoco, dolore e magia, come avevano suggerito la profezia, tutti gli uomini e le donne della terra di Morija, ora spezzata, si erano inginocchiati sotto quel simbolo dimenticato e di fronte alla loro nuova regina, una regina straniera, che del Drago portava il sangue.[/SIZE]
[SIZE=2]Gli uomini e le donne di quella terra, uniti, avevano giurato fedeltà a Qingwen e a Morija rinata e il mondo era cambiato per sempre.[/SIZE]
[SIZE=1]Da "Il Signore del Caos" di Robert Jordan[/SIZE]
[SIZE=2]Ottobre dell'anno 75 della Quarta Era, a Ra-Morij, in Morija[/SIZE]
[SIZE=2]Tian Qingwen si recò a palazzo per ricevere nuovamente il diadema regale e dalla Mano del Drago. I principi e i ministri le fecero magnifica accoglienza, e le feste costarono, secondo Suri Servo di Arakhon, giornalmente ottocentomila piastre d’argento (settemila d’oro di Ostelor). [/SIZE]
[SIZE=2]La cerimonia della seconda incoronazione venne descritta da Suri come segue: [/SIZE]
[SIZE=2]“Già prima dall’alba la piazza della residenza reale era occupata da rappresentanti del popolo di Morija, vestiti di tutti i colori con corone in capo e grandi ventagli; ai lati e agli ingressi della piazza erano posti i Guerrieri del Drago e i Cavalieri, dalle armi e dalle insegne luccicanti come la folgore; innumerevoli spettatori occupavano ogni posto libero fino sul tetto degli edifizi. Al levar del sole, Qingwen comparve sulla piazza in veste trionfale, accompagnata stavolta dai principi e dalle sue donne, e portando su un cuscino giallo una spada d’oro e d’argento dall’impugnatura anch’essa di Drago. [/SIZE]
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[SIZE=2]Ella guardò verso Arakhon e Bai che avevano preso posto sui rostri, accanto a una sedia riservata ai re, e Bai reggeva una brocca che conteneva la Luce della Dea. Poi Qingwen, tra le file dei guerrieri schierati lungo la via, venne condotta sino ai rostri, ove inchinò secondo il costume orientale. Allora la gente scoppiò in grida così fragorose, da spaventarci perché credemmo esser questo un segnale di qualche morte. Qingwen però ci rassicurò con un cenno, e ascoltammo il suo discorso di omaggio alla Dea e all’Universo che ci venne tradotto da un marinaio esperto nelle lingue orientali. Ella affidò al Principe del Drago la sua vita denudando il petto e porgendogli la spada, e il Principe accettò con benevolenza simbolicamente poggiandola sul cuore della regina. Dopodiché le fu lavato il capo dalla Nijen Bai, essendo la Nijen di quel rango in quelle terre l’equivalente di una maestra di corte, e con quell’acqua di sorgente venne lavata via la vecchia vita di Qingwen che prese da quel momento il nome di Wei di Morija. E dopo che Wei si fu ricomposta la gente gridò di nuovo, e Arakhon le disse graziosamente che sarebbe stato per sempre al suo servizio, e così Wei rispose, allo stesso modo, perché Arakhon era Re dei Valdacli. Allora Arakhon la invitò a salire in alto. Wei vi ascese per mezzo di una scala costruita appositamente sulla fronte dei rostri, e ricevette dalla mano di lui e della Nijen Bai il diadema in mezzo a nuovi e fragorosi applausi del popolo di Morija.[/SIZE]
[SIZE=2]~[/SIZE]
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[SIZE=2]Un fiume scorreva dentro di me. Non era acqua. Non era pietra. Aveva un che di entrambe, ma non era nessuna delle due. Tagliava come una lama lucente, scivolando e continuando fino a scomparire in un fiume più antico. Come una vena rivelata da una fenditura, come oro nel grezzo. Era magia. Scorreva una purissima e antica magia, inesorabile e incurante degli uomini e delle donne. Il fiume dell’Arte che avevo imparato a navigare così faticosamente stava a quella magia come il profumo del vino sta al vino stesso. Ciò che colsi con lo sguardo di Arakhon aveva un’esistenza fisica concreta come la mia. Ne fui immediatamente vinta come una falena arsa dalla fiamma di una candela.[/SIZE]
[SIZE=2]Non era solo la bellezza di quella corrente luccicante. La magia riempiva ciascuno dei nostri sensi. Il suono del suo flusso era musicale, una corsa di note che lasciava sospesi in ascolto, nella certezza che stesse crescendo per diventare qualcos’altro. La brezza della notte, accarezzandoci, ne portava il profumo, elusivo e mutevole, un momento una vena di fiori di limone e il successivo spire fumose di spezie. Sentivo il suo sapore a ogni respiro, e desideravo gettarmici dentro. Ero sicura che avrebbe potuto saziare qualsiasi appetito, saziare i nostri corpi e i desideri dell’anima. [/SIZE]
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[SIZE=2]Fece una pausa, sollevando il viso, guardandomi. Trasse un profondo respiro, aria densa di Arte come la nebbia è densa di umidità. Adesso sentivo nel fondo della mia gola un caldo sapore. Il desiderio che avevamo provato per quel fiume divenne improvvisamente un fuoco che consumava ogni cosa. Stavamo morendo di sete. E in quel momento raggiungemmo il fiume, ci gettammo in ginocchio e bevemmo a sazietà. Colmati di tutta la coscienza del mondo, condividemmo tutto e diventammo tutto. Finalmente conobbi la completezza. [/SIZE]
[SIZE=2]Non desideravo nient’altro. Quella completezza e nient’altro. [/SIZE]
[SIZE=2]Ma se non vi avessi rinunciato, egli avrebbe cessato di esistere in quanto Arakhon. Tutto sarebbe stato come prima; tutto sarebbe ricominciato. Né l’uomo né il principe che avevo conosciuto sarebbero stati meritevoli di un atto così codardo.[/SIZE]
[SIZE=2]Mi ritrassi di fronte al mio desiderio, tra orrore e fascino. Non credo che ci sia qualcosa di più spaventoso che incontrare la vera volontà dell’Ombra, l’essenza dell’Oscurità e del Male, e volerla così ardentemente. Risvegliava in me la rabbia, malgrado la mia attrazione per il fiume. Questo non era degno della fiducia che gli Eroi avevano riposto nel mio nome e nel mio essere. Finì in un attimo, finì perché così volli che fosse. Lo guardai come se non lo avessi mai visto. Rinunciai a tutto ciò che nell’Arte non fosse Vita. [/SIZE]
[SIZE=2]E compresi quanto tempo era passato dall’ultima volta che mi ero sentita così fragile.[/SIZE]
[SIZE=2]~[/SIZE]
[SIZE=2]Quando furono lavati e vestiti di vesti trionfali ed ebbero consumato un leggero pasto, i compagni seguirono Naerus reggente di Morija. Lasciate le case dove avevano dormito, percorsero un lungo prato verde, scintillante al sole, fiancheggiato da begli alberi di ciliegio. Attorno a loro udivano un rumore di acqua scrosciare, ed un ruscello correva innanzi a loro nel giardino, fra rive fiorite, passando sotto un arco di vegetazione. [/SIZE]
[SIZE=2]Giunti a una radura furono sorpresi di vedere guerrieri del Drago in brillanti armature ed alte guardie vestite di rosso e oro salutarli con deferenza al loro passaggio. Poi squillò una tromba ed essi avanzarono sotto l’arco di vegetazione lungo il corso del ruscello. Giunsero così in un ampio spazio, e di fronte a loro erano Wei, Regina di Morija, e Arakhon Principe del Drago e Re dei Valdacli, ed era schierato l’esercito di Ra-Morij, i cui ranghi scintillavano al sole, comandato da Hao, e fra i quali stavano Zu ‘Volpe di Seta’ e Tzu ‘Coraggioso sotto il Cielo’ come capitani. [/SIZE]
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[SIZE=2]E quando gli Eroi si avvicinarono, vennero sguainate le spade e agitate le lance, mentre squillavano corni e trombe, e molte voci gridavano in molte lingue:[/SIZE]
[SIZE=2]Onorateli con grandi onori![/SIZE]
[SIZE=2]Onoratelo con grandi onori, Khalid l’Eroe![/SIZE]
[SIZE=2]Onorateli con grandi onori, Suri e Tuija, compagni di Arakhon, principi di Morija![/SIZE]
[SIZE=2]Onoratelo con grandi onori, Muhad di Tul Harar![/SIZE]
[SIZE=2]Onorateli con grandi onori, Daoud e Lal, principi dell’Harad![/SIZE]
[SIZE=2]Onorateli![/SIZE]
[SIZE=2]I Compagni della Luna, onorateli con grandi onori![/SIZE]
[SIZE=2]E così, chi pieno d’orgoglio e d’affetto per la Regina e per quella terra, chi con le guance colorate dal rossore e gli occhi brillanti di meraviglia, Khalid e i compagni avanzarono e videro che in mezzo all’esercito acclamante erano stati eretti degli alti seggi, e al centro un grande vessillo era spiegato al vento: su di esso, una luna su un campo nero, circondata da nove stelle scintillanti. [/SIZE]
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[SIZE=2]Poi, Wei si fece incontro; prendendoli per mano, li condusse sino ai seggi, e dopo averli fatti sedere si genufletté di fronte ad Arakhon, e, rialzatasi, si voltò verso gli uomini e i capitani e parlò con voce forte per essere udita da tutti, e disse:[/SIZE]
[SIZE=2]“La città sia resa più bella di quanto non sia mai stata. Tutto sia sanato e reso bello, e le case siano piene di uomini, di donne e del riso di bambini, e non vi sarà finestra chiusa né cortile vuoto. Onorateli con grandi onori! Tutti i miei desideri sono stati esauditi! Il principe è giunto dal Grande Mare nella Terra di Mezzo; egli è giunto di nuovo a Morija. Sarà di nuovo alleanza, e dimora dei suoi eredi sino alla fine del mondo”. [/SIZE]
[SIZE=2]E pianse.[/SIZE]
~
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[SIZE=2]“Non capisco!” urlai per la frustrazione, rivolta al nulla. Desideravo fuggire.[/SIZE]
[SIZE=2]“Regina Wei!” mi richiamò Bai. Mi girai verso di lei. “Ci sono due cose che vorrei farti sapere, per quanto tu possa trovarle dolorose”.[/SIZE]
[SIZE=2]Mi feci forza.[/SIZE]
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[SIZE=2]“Tua madre ti amava” disse la vecchia sommessamente. “Tu dici che non riesci a ricordarla. In realtà, non riesci a perdonarla. Ma lei è lì, con te, nei tuoi ricordi. Era alta e bruna, una donna delle Montagne. E ti amava. Separarsi da te non è stata una sua scelta”.[/SIZE]
[SIZE=2]Le sue parole mi causavano rabbia e vertigine. Allontanai la conoscenza che mi offriva. Sapevo di non avere ricordi della donna che mi aveva partorita. Avevo più volte cercato dentro me stessa, e non avevo trovato traccia di lei. Nessuna. “E la seconda cosa?” le chiesi con voce fredda.[/SIZE]
[SIZE=2]Bai non reagì alla mia rabbia, se non con pietà. “E’ altrettanto brutta, o forse peggio. Di nuovo, è qualcosa che sai già. E’ triste che gli unici doni che posso dare a te, alla Regina che ha trasformato la mia morte vivente in una vita al crepuscolo, sono cose che già possiedi. Ma è così, e quindi te lo dirò. Vivrai per amare di nuovo. Sai già di aver perduto il ragazzo della tua primavera, il tuo Ydao sul prato con il vento nei capelli castani e il suo mantello rosso. Sei stata lontana troppo a lungo da lui, e troppe cose sono capitate a tutti e due. E quello che amavi, quello che tutti e due amavate davvero, non era la presenza dell’altro. Era quel tempo della vostra vita. Era la primavera dei vostri anni, e la vita che scorreva forte dentro di voi, e la guerra alle porte e i vostri corpi forti e perfetti. Guarda indietro, nella verità. Scoprirai che ricordi tanti litigi e lacrime quanti incontri d’amore e baci. Qingwen, sii saggia. Lascialo andare, e mantieni intatti quei ricordi. Salva quello che puoi di lui, e lascia che lui mantenga quello che può di quella selvaggia e audace ragazza che amava. Perché sia lui che quell’allegra ragazzina ormai non sono altro che ricordi”. Scosse la testa. “Nient’altro che ricordi”.[/SIZE]
[SIZE=2]“Ti sbagli!” gridai furiosa. “Ti sbagli! Abbandoniamo i draghi. Gli Eroi torneranno nelle loro terre, raduneremo il popolo, combatteremo lo Stregone con la spada e con l’arte, come abbiamo fatto prima. Forse …”[/SIZE]
[SIZE=2]“Forse saranno tutti morti ancora prima di raggiungere i deserti. Sarebbe una fine migliore per loro? No. Ripulirai le terre di Morija e regnerai a lungo e con saggezza. Ecco. Questo è ciò che abbiamo scelto di darti”.[/SIZE]
[SIZE=2]“E l’erede?”[/SIZE]
[SIZE=2]Bai scrollò stancamente le spalle. “Lo sai. Tuo figlio sarà allevato come erede al trono. Egli chiuderà il libro, la fine della vostra storia, e sarà con lui che Morija rinascerà veramente”.[/SIZE]
[SIZE=2]“No! Minacciamelo un’altra volta e, non importa il rischio, scapperò con loro a ovest e non ritornerò più”.[/SIZE]
[SIZE=2]“Non puoi” osservò con calma Bai.[/SIZE]
[SIZE=2]“Bai, per favore. Ti prego. Non puoi farmelo. Sarebbe meglio che anch’io fossi consumata dai draghi. Ti offro questo. Prendete la mia vita e datela ai draghi. Ti darò qualsiasi cosa che mi chiederai. Ma promettimi che mio figlio non verrà sacrificato al trono di Morija”.[/SIZE]
[SIZE=2]“Non posso” disse a fatica Bai.[/SIZE]
[SIZE=2]“Se hai ancora qualche sentimento per me” cominciai, ma Bai m’interruppe.[/SIZE]
[SIZE=2]“Quante volte devo dirtelo, perché tu capisca? Io ho sentimenti. Ma li ho messi nel Disegno”.[/SIZE]
[SIZE=2]Riuscii ad alzarmi. Mi allontanai zoppicando. Non avevo nient’altro da dirle. Nijen o donna, zia o amica, sembravo non riconoscerla più. Quando mi protendevo verso di lei, trovavo solo le sue barriere. Quando cercavo verso di lei con lo spirito, trovavo che la sua vita guizzava fra lei e la terra. E ormai sembrava ardere più splendente nella terra.[/SIZE]
[FONT=Calibri][SIZE=3][FONT=Verdana][SIZE=2]Non c’era nessuno nella sala e i bracieri erano quasi spenti. Vi gettai altra legna e poi sedetti a mangiare, da sola.[/SIZE][/FONT] [/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]~[/SIZE][/FONT]
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[SIZE=2]Le esequie di Rugia ci vennero descritte da un testimonio oculare, Muhad, uno storico e ambasciatore di Zayed di Tul Harar che seguiva la Compagnia.[/SIZE]
[FONT=Calibri][SIZE=3][FONT=Verdana][SIZE=2][COLOR=darkgreen]"Nel portico grande era stata costruita una piattaforma di legno vicino a quella di pietra: sopra quella piattaforma venne collocata un’edicola a colonne ornate d’oro e di avorio. Dentro questa edicola fu posto un letto degli stessi materiali preziosi, e coperto di porpora tessuta in oro: e sul letto l’immagine di cera della regina Rugia, vestita con le vesti trionfali, dalla quale delle fanciulle giovani e bellissime con flabelli di piume di pavone allontanava le mosche, come ad uno che dorme. Per la cerimonia entrò nel portico la regina Wei seguita da principi e da no i Compagni con le nostre consorti chi ne aveva, tutti vestiti a lutto: le donne presero posto sotto le gallerie, no altri allo scoperto. Quindi cominciò il corteo funebre: lo aprivano le statue degli antichi illustri di Morija; poi venivano cori di ragazzi e di uomini, cantanti un inno funebre in onore di Rugia; indi le statue di bronzo di tutte le terre soggette al regno di Morija, rivestite del loro costume e colore. Seguivano le corporazioni dei tessitori, degli scrivani, degli speziali e altre simili; poi altre statue di uomini illustri o per le loro gesta o per le loro scoperte. Quindi guerrieri a piedi e a cavallo, nonché cavalli da corsa; e poi i doni funebri mandati dalla Regina Wei, da no principi e compagni, unitamente alle consorti, dagli ordini, dalla cittadinanza, da corporazioni e sodalizi. Chiudeva il corteo uno scrigno dorato e tempestato di avorio e pietre preziose d’Oriente, e conteneva le ceneri di Lim e Bai e di tutti i dignitari che avevano scelto di morire con Rugia e per Rugia. Sfilato il corteo, Wei salì e pronunciò un elogio funebre di Rugia e aveva a fianco Naerus, che stava in ginocchio nel dolore. Il discorso della Regina fu spesso interrotto da applausi e dimostrazioni di lutto e gli applausi divennero ancor più calorosi alla fine. Quando poi il letto stava per esser portato via, tutti proruppero in pianti e lamenti. Il letto funebre fu accompagnato fino appiè del catafalco dalle Guardie del Drago; poi venne consegnato ad alcuni personaggi, per trasportarlo. Noi della Compagnia camminammo assieme a loro, alcuni piangendo; seguiva la Regina Wei, e così il corteo si avviò al Tempio del Sole, dove ebbe luogo la solenne cremazione e consecrazione."[/SIZE][/FONT] [/COLOR][/SIZE][/FONT]
[FONT=Calibri][SIZE=3]~[/SIZE][/FONT]
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[SIZE=2]Passarono quasi due settimane, e un giorno Tuija guardando dalla finestra vide che di notte vi era stata una gelata e le ragnatele erano simili a bianche reti da pescatore. Allora improvvisamente capì che dovevano partire, e dire addio a Morija, e al ricordo di un amico. [/SIZE]
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[SIZE=2]Il tempo era ancora sereno e bello, dopo una delle estati più splendide che si potessero ricordare; ma ottobre stava ormai finendo, e presto il tempo sarebbe precipitato, portando la pioggia e il vento. Ed avevano ancora molta strada da fare. Eppure non era il pensiero della pioggia che lo preoccupava. Aveva la sensazione che fosse ora di tornare verso casa. [/SIZE]
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[SIZE=2]Quel giorno Arakhon parlò con la regina Wei, e fu deciso che sarebbero partiti l’indomani. [/SIZE]
[SIZE=2]Con grande felicità di Suri e di Tzu , Wei disse: “Credo che verrò anch’io. Fino alla fine della storia”.[/SIZE]
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[SIZE=1]Il millesimo post. Tratto da "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien, da "Il Viaggio dell'Assassino" di Robin Hobb, da "L'ascesa dell'Ombra" di Robert Jordan, e da cronache persiane e della Roma Imperiale.[/SIZE]
"Sparirò nella notte; trasformerò il mio corpo
in legno e pietra; affonderò nella terra e
camminerò attraverso muri e porte chiuse a chiave. Mi
uccideranno più volte, eppure non morirò; trasformerò il
mio viso e diventerò invisibile, sarò in grado di camminare
in mezzo alla gente senza essere visto.
Ma la mia anima non morirà mai. Senza di essa non esisto.
Il mio spirito si fonde in essa, e il mio corpo è pura essenza.
La mia anima è la mia signora e il mio spirito il mio signore. Sono
niente senza di loro."
Tzu giurò.
La notte prima che Khalid si congedasse dalla sua sposa, affidò la Sua sorte a quello che riteneva un uomo fedele fino alla morte. Lo fece inginocchiare al loro cospetto, nella pallida luce di una piccola candela. La notte era calda e umida e lontano si sentiva il gracchiare di qualche sterile tuono. Sordo e distante.
Tzu giurò sul suo stesso sangue, intrecciato tra le mani, col sangue stesso di Khalid com'era uso nel Grande Harad. Lhal con lo stesso abito nuziale che fece di Khalid un vero principe.
Nessuno seppe mai di quel rito segreto.
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[FONT=Comic Sans MS]La nave dei principi Daoud e Lal El Rashid è stata loro concessa dall’Emiro Suwadi quando questi, a seguito della richiesta dei due giovani di permetter loro di partire alla ricerca del loro padre Mutamìn, si convinse a lasciarli partire anche perché, sempre più preoccupato dalle notizie che riceve dai reami confinanti, era desideroso di avere notizie del cognato, che da lungo tempo non si faceva più sentire.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]La nave, che porta il nome di “Aidha”, che significa “Colei che parte, ma ritorna” è una nave costruita per navigare in mare aperto, dispone di un’ampia velatura e di una chiglia filante, che le permette di avere una buona velocità pur senza essere un vero e proprio vascello da corsa. La costruzione robusta le permette di resistere a marosi abbastanza forti ed un paio di piccole macchine da guerra installate a bordo, assieme ad un buon complemento di equipaggio, le permettono anche di dire la sua in situazioni di combattimento contro navi pirata.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][/FONT]
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[FONT=Comic Sans MS]Al suo comando vi è il capitano Anwar, [/FONT]
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[FONT=Comic Sans MS]attempato ma esperto navigatore anche in mare aperto. Fedele all’Emiro ed amico della famiglia di Mutamìn da quando quest’ultimo, alcuni anni fa, gli salvò la vita, ha accettato di buon grado la missione di scortare i due principi nel loro viaggio.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Anwar è coadiuvato al comando dal nostromo Nasser,[/FONT]
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[FONT=Comic Sans MS]uomo dalla voce tonante e dal fisico massiccio. Orfano, è stato praticamente “adottato” dal capitano Anwar il quale, molti anni fa, ha deciso di prendere sotto la sua ala un giovane pescatore che si era introdotto di soppiatto sulla sua nave perché voleva solcare il grande mare, anziché limitarsi a raccogliere pesci, fissando malinconicamente l’immensità azzurra davanti a lui.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Dell’equipaggio fa parte anche il cerusico Mubarak,[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
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[FONT=Comic Sans MS]erudito in medicina, conosce le tecniche di pronto soccorso, di cauterizzazione delle ferite , nonchè le doti curative delle erbe più comuni (delle quali ha a bordo una piccola scorta).[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Data la loro inesperienza in termini di navigazione, i due principi non hanno mai interferito nelle manovre della nave né nel modo di Anwar di gudare l’equipaggio, anche se Daoud ha osservato sempre con molto interesse tutto quanto, chiedendo spesso informazioni ad Anwar o a Nasser, i quali hanno a loro volta imparato a conoscere e rispettare quel giovane che, nel carattere, ricorda molto il padre.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Daoud ha comunque guidato in battaglia l’equipaggio della Aidha contro le navi Mumakane che bloccavano il porto di Ra-Morij.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][FONT=Comic Sans MS]4 Novembre anno 75 Q.E.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]A sua eccellenza, l’Emiro Suwadi[/FONT]
[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]As Salam Aleikum mio signore…[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Vi scrivo da bordo della Aidha, diretta verso Tul Harar per aggiornarvi sugli ultimi eventi.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Mi sono ricongiunto qualche settimana fa a mia sorella Lal e a Khalid, il compagno di mio padre presso l’antico reame di Morija, che era subissato da lotte intestine sobillate da un oscuro avversario, lotte culminate con l’assassinio della legittima regina Rugia, e con l’arrivo di una flotta pirata Mumakana che ha imposto un blocco navale alla capitale ed il cui comandante, Dwalat, si è apertamente schierato con la fazione contraria, non facendo mistero di esegure gli ordini di colui che ritengo essere il nostro avversario. Dwalat, accompagnato da un uomo misterioso che abbiamo stabilito essere un Esterling aveva addirittura chiesto al nobile Muhad, ambasciatore di Tul Harar accreditiato presso la corte di Morija, di favorire l’invasione della capitale da parte dei suoi uomini, ricevendone in cambio una risposta sprezzante.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Ma nel momento della massima disperazione, come descritto da un’antica profezia locale, un grande condottiero è apparso. Egli è Lord Arakon, della casata degli Eshe di Ostelor (la quale vanta antichi legami di sangue con la casa reale di Morija) il quale ora porta la corona, a lungo ritenuta perduta, dell’ultimo re dei Numenoreani del sud e ne brandisce la spada.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Sotto la sua guida le popolazioni locali, divise in due fazioni, si sono unite, i nemici di Morija sono stati sbaragliati ed il blocco navale spezzato. Tutti noi, assieme a Lord Arakon ed ai suoi compagni, abbiamo avuto la nostra parte negli eventi eroici e tragici di quei giorni e per questo siamo stati acclamati come “La compagnia della Luna” ed onorati da parte della nuova regina, Wei di Morija, e dal suo popolo.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]L’autenticità della corona e della spada portate da Lord Arakon sono state autenticate dai saggi di Morija e la stessa regina, durante la sua cerimonia di incoronazione ha compiuto un atto di sottomissione nei confronti di Lord Arakon stesso, riconoscendogli di fatto la stessa autorità che, anticamente, Morija riconosceva al re del sud. Io stesso sono testimone dell’aura di autorità e maestà che si irradia dalla sua figura della quale mai prima avevo avuto percezione, e che mi ricorda le storie che mi raccontava mio padre riguardo l’incoronazione di Sire Elessar di Gondor.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Studiando assieme ai saggi di Morija le mosse del nostro avversario, che riteniamo essere in realtà Alatar, uno dei due stregoni blu i quali, secondo le antiche storie, non rimasero fedeli alla loro missione e si persero nell’oblio, e che ora sta cercando di riempire il vuoto lasciato dall’avversario sconfitto settantacinque anni fa, abbiamo stabilito molte analogie con il sogno che vi aveva turbato e che vi aveva convinto a mandare in missione mio padre. Lal è convinta che Khalid stesso possa essere la reincarnazione dell’ eroe Khaled e, vedendolo combattere, ne sono quasi convinto anch’io. Sia come sia, fa riflettere il fatto che, senza nulla sapere delle nostre tradizioni, Lord Arakon ha nominato Khalid come suo campione…[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Siamo vicini a scoprire il luogo dove lo scontro finale con il nemico avrà luogo e, a quel punto, sarà solo una questione di poco tempo prima che il conflitto abbia luogo… prevedo ciò possa accadere entro gli ultimi giorni dell’anno o nelle prime settimane di quello nuovo.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Lo scopo ultimo di questa mia missiva è di chiedervi, a nome di Lord Arakon, di organizzare le vostre forze e prepararvi allo scontro finale con le forze del nemico. Abbiamo appurato che Mumakani, Esterling e quel che rimane delle forze di Ny Chennecatt si stanno muovendo per sottomettere le popolazioni libere del sud. Ciascun componente della Compagnia della Luna, per sua parte si sta facendo portavoce della richiesta di unirsi, così come già fatto da Morija, sotto la comune bandiera di Lord Arakon, almeno finchè il nemico non sarà sbaragliato. Ci stiamo dirigendo verso Tul Harar dove l’ambasciatore Muhad parlerà di fronte al consiglio dei Parlatori per ottenere il loro appoggio, mentre Lord Arakon con alcuni compagni si sta muovendo in altre direzioni per trovare informazioni sul luogo esatto dello scontro finale.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Non credo che avrò il tempo e la possibilità di svelarvi il luogo esatto dell’ultima battaglia prima che questa abbia luogo, pertanto vi chiedo di unirvi a noi per fare in modo che l’attenzione del nemico venga il più possibile distolta dal suo principale obiettivo.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Vi ringrazio per aver dedicato del vostro tempo per leggere questa mia missiva e spero ci si possa rivedere quando tutto sarà finito.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Ladnoca Akhbar[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]Daoud-El-Rascid[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
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[FONT=Comic Sans MS]P.S: rispettando le loro volontà e secondo le nostre tradizioni ho unito in matrimonio Khalid e mia sorella Lal.[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]D.[/FONT]
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