Arakhon e Mutamin partono per il Mare di Ormal e il Grande Harad a bordo della Daracil, l'ammiraglia della flottiglia mercantile degli Eshe e unica loro vera nave da battaglia.
Come fatto per la "Red Sigil" con la quale Mutamin è giunto da Morija, è piacevole dare qualche informazione storica, rivista poi nel fantastico.
Il dromone, tipica nave medievale da guerra, usata dai Bizantini e derivata dalla liburna romana (di cui conserva le caratteristiche salienti, ad eccezione del rostro e delle murate più basse sulla linea di galleggiamento) ha dimensioni relativamente contenute (circa quaranta metri di lunghezza per sette). Veloce e facilie da manovrare, ha due ordini di remi; sulla Daracil è stata aggiunta la possibilità di spiegarne un terzo, più ridotto. I remi, in due file sovrapposte, nel dromone erano venticinque per fila, azionati ciascuno da un vogatore, e si calcola che sviluppassero una velocità di circa cinque-sei nodi; la Daracil con il terzo ordine e grazie a una carena meglio disegnata è in grado di raggiungere gli otto nodi con la voga da battaglia (in nessuna condizione la nave può superare gli undici nodi, pena il cedimento della sua struttura).
Come tutte la navi da guerra, il dromone portava anche una vela, che tuttavia era impiegata solo in operazioni pacifiche di trasferimento, in favore di vento. In un primo tempo la vela aveva la consueta forma rettangolare che si trova raffigurata sui bassorilievi romani; poi fu adottata la vela che assunse il nome di "latina"; sulla Daracil, alla tradizionale vela quadra vista da Arakhon ai tempi del viaggio a Same, è stata aggiunta negli ultimi mesi una vela latina più piccola, che permette alla nave di toccare i quattro, cinque nodi anche in viaggio di trasferimento.
A poppa il dromone aveva un timone rudimentale, costituito da due larghe pale di remo disposte obliquamente e agganciate ad apposite sporgenze per mezzo di cordami o cavicchi, manovrate da uno o più uomini con l'ausilio di funi e tiranti; sulla Daracil, c'è un timone unico alloggiato in un castello e controllato già da una ruota; il cinquanta per cento del ponte della Daracil è coperto e nel castello di poppa sono ricavati tre piccoli ma confortevoli alloggi, che per il viaggio verso l'Harad il capitano Jano Tulmir cede alle donne (a Tara e Urrit), ad Arakhon e a Mutamin.
La Daracil imbarca una ventina di marinai, cento rematori e una trentina di soldati, ai quali possono unirsi, in caso di necessità, i rematori dell'ordine superiore, equipaggiati con corazza, elmo e spada. Per la difesa, monta, sul castello centrale, una piccola catapulta. Con l'equipaggio al completo, lo spazio per le provviste di viaggio non è molto, e la Daracil non può affrontare con facilità il mare aperto; al massimo ogni dieci giorni di navigazione deve rifornirsi d'acqua.
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La Daracil
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