- Maghi, grimori, duelli con armi magiche, evocazioni di demoni servitori, anelli di protezione et invisibilità, invulnerabilità........:
- Le risorse del magico che siamo abituati a trovare nei Giochi di Ruolo Fantasy, sono state delle normali risorse narrative nel poema epico cavalleresco:
ORLANDO INNAMORATO
del ferrarese
Matteo Maria Boiardo,
Conte di Scandiano,
del sec. XV.
- Esponiamo rapidamente la vicenda del Capitolo I :
- Carlo Magno – Imperator cristiano – offre grandi festeggiamenti in occasione di una giostra a cui partecipano sia cavalieri cristiani che
musulmani:
“ Parigi risuonava de instromenti,
Di trombe, di tamburi e di campane “
- Si presenta una
“ donzella che a dir di lei in veritate
non fu mai vista tanta beltate”
- assieme ad un giovane guerriero e quattro Giganti potentemente armati;
- Nessuno sfugge al fascino di tanta giovane e – sembra – ingenua bellezza:
“ da far inamorare un cuor di sasso”;
- la fanciulla
“ incominciò così, parlando basso”
- La ragazza – Angelica – propone dunque a tutti i Cavalieri presenti una sfida:
- affrontino in duello il fratello esiliato, Cavaliere Uberto del Leone: chi perde diventerà suo prigioniero, chi vince otterrà la sua mano.
- Inevitabilmente:
......................“Ogni Barone
di lei si accese, persino il re Carlone”
- Ma il Mago di Corte, Malagise, che l'ha riconosciuta, prende il suo grimorio, - quaderno – per evocare dei demoni che gli svelino le vere
intentenzioni dei due giovani....
“ .............prese il suo quaderno
per saper questa cosa ben compita:
Quattro demoni trasse dallo Inferno
Oh quanto fu la sua mente sbigottita!"
- I Demoni gli svelano che la ragazza era “
“ piena de ingannni e de ogni falsitade.
E sapea tutte le incantazione “
- e che il cavaliere era Argalia, suo fratello, che era stato fornito dal loro padre re Galifrone di
“ Scudo, corazza et elmo col cimieri,
E spada fatta per incantamento;
Ma sopra a tutto una lancia dorata
D'alta ricchezza e pregio fabricata. “
" Stimando che per quelle il sia invincibile “
- ed Angelica dispone anche di un anello magico di Invisibilità e di protezione dal Magico.
“ Ed oltra a questo uno anel li donò
Di una virtù grandissima, incredibile,
.......sua virtù facea l'omo invisibile,
Se al manco lato in bocca se portava:
Portato in dito, ogni incanto guastava.”
- In questo modo Galifrone vuol fare prigionieri tutti i Paladini di Francia:
“ Tutti legati li vol nelle mane
Re Galifrone, il maledetto cane”
- Anticipando tutti i Cavalieri, portato dai demoni, Malagise si reca nella località convenuta per i duelli, e si prepara a togliere di mezzo i
Giganti di guardia, con in incantesimo del Sonno ( anche doloroso, a quanto pare..) per poi colpire i due giovani nel sonno.
“ Or Malagise, dal demon portato,
Tacitamente per l'aria veniva;
E quei quattro giganti, ogniuno armato,
Guardando intorno e già niun dormiva.
Malagise dicea: “ Brutta canaglia,
Tutti vi piglierò senza battaglia”
Non vi valeran mazze, né catene,
Né i vostri dardi, né spade torte;
Tutti dormendo sentirete pene
Come castron balordi avreti morte.”
Così dicendo, più non si ritiene:
Piglia il libretto, e getta le sue sorte,
Né ancor aveva il primo foglio vòlto
Che già ciascun nel sonno era sepolto.”
- Sistemati i Giganti : si chiamano, apprenderemo,
Argesto smisurato,
Lampordo il Veluto, perché piloso.., -
Urgano, e -
Turlone, che trenta piedi è grande”
- Si avvicina per colpire Angelica che dorme, ma non resiste all'idea di abusare di lei, usando, ancora una volta, la magia del Sonno.
“ veggendola in viso tanto bella
Di ferirla nel collo indugia e bada.
L'animo volta in questa parte e in quella,
E poi disse: "Così convien che vada:
Io la farò per incanto dormire,
E pigliarò con seco il mio desire."
- Depone quindi la spada e tira fuori il grimorio, convito della efficacia della sua Magia:
“ ............ben crede per certano
Che non si possa senza lui svegliare-”
- ma il Sonno non funziona!
- Infatti, quando, il libidinoso Mago:
“ cominciolla stretta ad abbracciare “
“ Ogni suo incanto è vano,
Per la potenzia dello annel sì cruda.”
- infatti, l'anello di Angelica ha reso vano il suo incantamento; la ragazza si sveglia, ha capito con chi ha a che fare, e fa intervenire il
fratello – germano - , dandogli le giuste istruzioni per neutralizzare il Mago.
“ Essa gridava: - Legalo, germano,
Prima ch'io il lasci, che egli è nigromante;
Ché, se non fosse l'annel che aggio in mano,
Non son tue forze a pigliarlo bastante. “
- Argalia riesce ad incatenere il Mago, ed Angelica lo perquisisce, trova il suo grimorio ed evoca con esso i Demoni da cui lo fa condurre,
con un volo magico, dal padre Galafrone.
“ Al fin delle parole, o in quello instante,
Fu Malagise per l'aere portato,
E, presentato a Galafrone avante,
Sotto il mar dentro a un scoglio impregionato.”
- Poi Angelica libera dal Sonno i Giganti
“ Angelica col libro a ogni gigante
Discaccia il sonno ed ha ciascun svegliato.”
- E' alba, ed arriva il Paladino Astolfo, estratto a sorte per duellare per primo con Argalia;
- Astolfo suona il corno, Argalia indossa le sue armi magiche e lo affronta:
“ Col scudo in braccio e quella lancia in mano
Che ha molti cavallier già messi al piano” .
- Infatti:
“ Ma come Astolfo fu tocco primero,
Voltò le gambe al loco del cimero.”
- Astolfo, che non sembra molto sveglio, attribuisce la caduta ad un difetto della sella, e , per i patti, deve darsi prigioniero.
“.................................. Fortuna fella,
Questo fu pur diffetto della sella.”
- Subito dopo arriva per la sfida il cavaliere saracino Feraguto, Argalia si riarma ed apprediamo che anche il suo cavallo Rabicano (
pasciuto di vento ) è magico:
“ Rabicano, il destrier, non mostra stanco,
Anzi va tanto sospeso e leggieri,
Che ne l'arena, dove pone il piede,
Signo di pianta ponto non si vede.”
- Quindi neanche Feraguto resiste al tocco della lancia di Argalia:
.
“ Ma come prima la lancia il toccò,
Nel core e nella faccia isbigotì;
Ogni sua forza in quel punto mancò,
E lo animoso ardir da lui partì “
- Feraguto cade, ma si rialza rapidamente da terra:
“ Ma come prima a l'erba fu disteso,
Tornò il vigore a quello animo acceso “
- e vuole continuare il duello, sostenendo che le condizioni – chi cadeva da cavallo era il perdente - erano state stabilite da Carlo, Signore dei Cristiani, non dei Musulmani....; Ma Argalia si considera vincitore manda i Giganti per catturarlo;
- Feraguto spaccia rapidamente i 4 Giganti;
- Argalia, irato, deve intervenire e minaccia:
“Cavallier, tu cerchi rogna:
Io te la grattarò, ché 'l ti bisogna” .
- Si riarma rapidamente, ma per l'ira dimentica di prendere la famosa lancia perfetta:
“ Né se ricorda de l'asta pregiata,
Che al tronco del gran pin stava apoggiata “
- Ed il duello ricomincia, ed il Canto I termina.
- Vedremo nel canto II come andrà a finire.
- Tavola degli oggetti e dei destrieri dai cavalieri in Boiardo e Ariosto.
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- fumetto semovente un po' cretino...
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