Apro questa nuova area sul nostro forum per iniziare realmente a dissertare sui concetti, situazioni ed esperienze nel gioco di ruolo "sganciando" (con i dovuti distinguo) lo stesso dalle ambientazioni e dai vari regolamenti esistenti.
L'apro in più, volutamente, con un punto importante: ruolo e personaggio. Ciascun personaggio, il suo ruolo; un personaggio, un ruolo. Un personaggio, tante emozioni.
Raccolgo alcune osservazioni di Pierpaludicus sulla prima sessione dell'avventura di MERP nel deserto del Grande Harad:
Mi piace Merp, l'ambientazione, la storia ed il contesto storico/sociale che riesci a creare MA !.... 🙂 (esprimo il mio modo di vedere e quindi è una critica soggettiva super criticabile e non oggettiva).
Si tratta invece a mia opinione, come ho avuto già modo di dire a Pier stesso, di opinioni che trovo decisamente oggettive e condivisibili. Anch'io, a metà serata, ho cominciato difatti ad accorgermi di qualcosa che non stava andando completamente per il verso giusto.
Tutti seri, tutti monotono, tutti con frasi fatte.... tutti misurati, freddi calcolatori per eseguire l'azione tenendo conto di ogni minimo particolare...
Questo è esattamente il punto che non andava nella serata. Si trattava dell'introduzione ed era la prima volta quindi non è una cosa negativa, ma ne parlo raccogliendo lo spunto di Pier perché non è stata la prima occasione in cui ho notato un registro di gioco forse troppo alto rapportato alla situazione nella quale i personaggi si trovano.
E l'ho riscontrato anche, di recente, con altri Master e in diverse ambientazioni. A mente aperta e ricordando che quella di Pier non è una critica ma un'osservazione più che corretta, dobbiamo seriamente chiederci: esistono forse un solo modo di interpretare un personaggio ed uno stile unico che per forza di cose è migliore degli altri?
La risposta è sicuramente un grande, maiuscolo NO.
Non tutti i personaggi sono Gandalf di fronte al Balrog, o Elrond nel Consiglio. O il re di Rohan davanti ai suoi cavalieri, prima della carica del Pelennor. E' vero che "Il Signore degli Anelli" è un certo tipo di opera e che un gioco di ruolo basato sulla stessa non può prescindere da componenti epiche; ma, come sappiamo, la mia campagna è di ispirazione Tolkieniana ma non è ambientata nei luoghi e tempi delle vicende dell'Anello (o ancora più indietro). Si tratta di una decisione che ho preso molto tempo fa proprio per non soffocare i giocatori ed i loro personaggi con la necessità di essere sempre epici, aulici, infallibili. Ci sono, di tanto in tanto, avventure nelle quali la componente Tolkieniana è preminente rispetto al resto e che quindi vanno giocate in un certo modo, ma la campagna, in generale, lascia a ciascun personaggio la libertà di agire come vuole.
E anche se dovessimo essere nel Consiglio oppure Gandalf, staremmo sbagliando qualche cosa. Gandalf è volutamente ironico e spesso divertente con gli Hobbit, si lascia andare a battute e al lieto vivere; nella scena del Consiglio, c'è il Nano che tenta di distruggere l'Anello, lo colpisce violentemente con l'ascia e casca per terra respinto dalla sua stessa forza.
A me piace sbagliare, vedere le emozioni, sbagliare intenzionalmente sapendolo... (non sono bravo nel fare quello che dico perchè mi rendo conto di non essere un bravo giocatore)
Su questa osservazione di Pier non concordo in due punti, lo sbagliare intenzionalmente sapendolo (o meglio: questo meriterebbe un approfondimento) e il fatto che non sia un bravo giocatore. Ma concordo sullo sbagliare e vedere le emozioni.
ed il tono dei colloqui è da melodramma classico (alla Gassman)
Al di là della componente in alcuni punti satirica della situazione, anche in "Fallen Angel" (Traveller) il party si comporta talvolta come un gruppo di automini, è molto guidato; alcune azioni di "rottura" di Valdheim e Rogers, oppure di Pongo, non hanno seguito, il resto degli attori è molto attento alla forma. Il party stesso si autoprotegge qualche volta dalla battuta, dalla situazione scherzosa o fuori dagli schemi (attenzione perché con "situazione scherzosa" o "battuta" non si vuole identificare l'ormai trita e ritrita situazione del dottor Teopolis ospite all'interno di Nava 😕 ).
Però accade molto, molto meno che in MERP; in MERP ultimamente se mancano gli elementi di rottura classici quali Ovoloff o Pongo ma anche Winny si tende a stare sempre in binari precisi e a dialogare con toni di voce monocorde e frasi abbastanza fatte.
ma resto affascinato da Pongo... da Ovolof... ed altri con cui ho giocato... che riescono a dare spesore al loro personaggio a variare il tono del personaggio in base allo stress emotivo
Non credo che manchino le emozioni nei giocatori, le stesse sono forti, ma c'è forse una ricerca eccessiva della forma, del "giocare bene" - e in questa ricerca il "bene" (che come abbiamo detto all'inizio però non risponde a canoni precisi, intabellati) supera il "giocare".
Ed in alcuni casi, effettivamente, il registro troppo alto si nota. Khalid è un Haradan, Khan è un ragazzo Easterling; ad entrambi ma soprattutto al secondo il registro teatrale, perfetto sicuramente per Artagora, in quest'avventura non si addice.
Ti faccio un esempio Il nano che ho fatto con Terry aveva un'intelligenza bassissima (non riusciva a parlare se non quasi a gesti...) Primo scontro in una cripta con un teschio che si illumina e subisce delle ferite... penso che l'intelligenza del nano non è tale da capire la situazione ciè una trappola... quindi dichiaro carica sul teschio anche se so benissimo che è una cazzata... muore il mio pg ma sono contento di come ho giocato...
Senza arrivare alla morte del personaggio 🙂 , io credo che la buona riuscita dell'avventura e del party siano assolutamente dipendenti da questa libertà di azione e dalla necessità di interpretazione, di "scendere nel ruolo" ovvero di comportarsi come dovrebbe fare il personaggio cercando (per quanto possibile) di dimenticare quello che avremmo piacere di fare noi, quelli che sono i nostri ideali. Che potranno di sicuro essere soddisfatti in altre situazioni, se tutto andrà bene.
In alcuni casi, atmosfera, musiche, luci soffuse e recitazione possono, anzi sono, limitanti. L'emozione non solo interiore ma anche manifestata, espressa, è una componente della quale non bisogna privarsi, e la varietà delle stesse rende il gioco di ruolo bello.
Ecco che ancora una volta mi rafforzo nella mia convinzione che sia necessario avere abbastanza spesso giocatori nuovi nei parties; se non ci fossero gli stessi, questi elementi di confronto non emergerebbero.
Wow, che argomentone 😀 !
Concordo sull'esigenza di mescolare un po' le carte dei giocatori; è anche vero poi che qualsiasi party, all'inizio ha bisogno di " sciogliersi un po' ".
Propongo una via di mezzo, ovvero i players tutor. Qualcuno inorridirà a questa parola dilbertiana, ma trovo che fare un party inserendo un certo numero ( sempre meno della metà del totale) di giocatori esperti ma non fanatici ( vi viene in mente qualcuno? ), sia il modo migliore di inserire giocatori nuovi.
questo e' un tema che ai vecchi Cava era molto sentito.
quello della divisione tra due scuole di gioco, quella degli Anziani e quella dei Novizi. i primi prendono molto sul serio l'interpretazione mentre i secondi si preoccupano di tirar dadi e far px. 😀
Pierpa si lamenta che i giocatori affrontano le situazioni in un tono troppo serio, quasi dimenticando il divertimento. certo pero', alcun i si divertono cosi' (ricordo chi giocava a Vampiri nel buio!).
secondo me bisogna trovare le persone che condividono il proprio modo di giocare.
trovo quindi giusto i party chiusi con i soliti giocatori e come dice Winny andrebbero introdotti col contagocce, ma non per mostrar loro come si gioca davvero! semplicemente per far vedere come quel party gioca e se anche il nuovo giocatore si sente di far parte di quella visione dell'interpretazione.
Pierpa non e' un buon giocatore! 😀
(so cosa lui intende per "buon giocatore" per questo lo dico)
Ciao Guatoman,
quello della divisione tra due scuole di gioco, quella degli Anziani e quella dei Novizi. i primi prendono molto sul serio l'interpretazione mentre i secondi si preoccupano di tirar dadi e far px
Con il dovuto rispetto per la tua osservazione, credo sia una divisione un pò troppo semplicistica. Mi spiego: non esiste una simile divisione fra Novizi e Anziani (abolirei decisamente questi termini). Nell'esempio legato all'avventura nel Grande Harad, siamo proprio di fronte a quelli che, se tu volessi applicare la definizione derivante dai "vecchi Cava" (anche se penso che l'ultima volta che si sia parlato di questo seriamente in quell'ambito, nel quale spesso le cose dette sono state estrapolate dal contesto variandone il significato, fosse attorno a 6-7 anni fa, con Carlo Nicora e Laura Zorzin), sarebbero definiti "giocatori Novizi".
E non è affatto vero che i secondi ("Novizi") si preoccupino solo di tirar dadi e fare PX mentre gli "Anziani" si concentrano sull'interpretazione. Si stava discutendo dell'opportunità di tenere, in certe situazioni, un certo tipo di registro, e in certe situazioni un altro, lasciando spazio anche alle emozioni e al divertimento indifferentemente se si tratti di giocatori nuovi o anziani. Questa, secondo me, è una cosa fondamentale.
Pierpa si lamenta che i giocatori affrontano le situazioni in un tono troppo serio, quasi dimenticando il divertimento. certo pero', alcun i si divertono cosi' (ricordo chi giocava a Vampiri nel buio!).
Mi permetto di dire che "Vampiri" al buio, protratto al di là del singolo evento (che può essere molto bello) e ripetuto spesso, rischiava di cadere nell'estraniamento e un poco nell'alienazione 🙂 . Così come "Vampiri Live" nel parchetto di Gorizia. Certo, serate particolari...
trovo quindi giusto i party chiusi con i soliti giocatori e come dice Winny andrebbero introdotti col contagocce, ma non per mostrar loro come si gioca davvero!
Dei party chiusi, sarò sempre il principale nemico. Con "i soliti giocatori", e quindi le solite situazioni, il solito modo di reagire, l'ambiente sempre protetto dove non accade mai nulla che non sia rigidamente controllato (tipicamente dal Narratore)... ho affrontato diverse situazioni di gioco di ruolo di questo genere, e adesso a posteriori posso dire che non si trattava di gioco di ruolo. Si trattava, forse, di psicodramma, dove si stabiliva naturalmente una connivenza, una collaborazione non sempre esplicita fra Narratore e giocatori per far proseguire l'avventura, la narrazione, in una certa direzione ben precisa. Ma qui non stiamo parlando di psicodramma.
Assolutamente: senza giocatori nuovi (vero: corretto e opportuno inserirli forse gradualmente, ma vanno inseriti), niente situazioni nuove, niente idee nuove - quindi eternamente statici. La staticità significa inaridimento, e non può che culminare nella fine del divertimento stesso. I giocatori nuovi, in parties aperti, sono necessari.
Niente giocatori nuovi è sinonimo di niente gioco (considera la parola "gioco" nel suo significato)
Pierpa non e' un buon giocatore!
Lo ripete spesso, ma personalmente sono convinto del contrario. E le osservazioni che ha fatto, espresse a modo suo, sono estremamente pertinenti.
la distinzione tra le 2 scuole era volutamente esagerate, infatti ho usato termini pomposi.
ricordo che quando ho inizato a giocare, giocavo in un modo piuttosto schematico, molto legato alla scheda e solo col tempo ho imparato a staccarmi dalle regole e a dare piu' spazio all'interpretazione (sia del personaggio che di regole) che hanno milgiorato molto il fattore divertimento. da Novizio sono passato ad Anziano.
di solito e' un passaggio che hanno molti giocatori.
come pero' mi e' capitato di vedere a volte alcuni partono subito dando piu' importanza all'interpretazione, altri invece rimangono affezionati alle regole e agli schemi.
ma se ho capito bene questo discorso non c'entra nulla con il topic! 🙁
Pierpa non e' un buon giocatore, come intende lui.
pero' mi diverto da matti ad averlo in party e spero che venga a giocare con me nel mio party!
Ok, mi arrendo: Pier NON E' un buon giocatore (come intende Guatoman che si riferisce a quello che intende lui 😛 😛 ) 😛 . Invece è un buon giocatore come intendo io 😀 .
La serata di ieri mi è piaciuta, stiamo ingranando... ci vuole qualche elemento di diversità, poi il party funzionerà bene, ci sono già stati un paio di momenti topici (onestamente, anche se ne è uscito involontariamente con il gesto, Zorro-Khan che ruota il mantellino e lo lancia verso Minghan caduto sulla tana dei serpenti non era male
Mi rendo conto che pretendere di giocare come ho immaginato che si dovrebbe giocare è veramente complicato. Interpretare le sutuazioni che il personaggio affronta, cercare di dare l'opportuna reazione emotiva e continuare ad agire correttamente e coerentemente... è veramente difficile per me. Di questo mi sono rso conto in queste sedute con voi. Per fortuna che ho premesso che sono un cattivo giocatore... se no mi sarei preso un sacco di insulti
Ma se utilizziamo il termine gioco, allora per me la parola significa un'attività che porta a divertirsi. Per me divertimento nel gdr, è immaginare e dare un aspetto comico alla realtà dei fatti... scherzo anche sulla morte, mi piace prendere in giro chi è serio e si impegna... per dirgli hei stiamo giocando... per questo sono un cattivo giocatore.
ma lo si è visto nel party in cui gioco.
Concordo con Tierculus... dopo il gelo iniziale... lentamente si delinea un po' di interazione tra PG che mi piace ed è stimolante per un buon gioco
bravo master! 😀
Ma se utilizziamo il termine gioco, allora per me la parola significa un'attività che porta a divertirsi. Per me divertimento nel gdr, è immaginare e dare un aspetto comico alla realtà dei fatti... scherzo anche sulla morte, mi piace prendere in giro chi è serio e si impegna... per dirgli hei stiamo giocando... per questo sono un cattivo giocatore.
Non ci vedo in realtà nulla di cattivo in questo. Anzi, se per te divertimento è immaginare e dare l'aspetto comico alla realtà... penso che tu prediliga la forma più difficile da ottenere. Però una volta che ci si riesce rimane memorabile :rofl:
ma lo si è visto nel party in cui gioco.
Onestamente e senza esagerare, devo dirti che allo stato attuale che, in questa avventura introduttiva, attualmente tu e Minghan/Rodolfo avete guadagnato più punti Idea di tutti, seguiti a ruota da Khalid. Mentre si è dovuto penalizzare un pò (ma non troppo) Khan. Alla fine dell'avventura si fa sempre una breve analisi e quindi vedremo poi il perché / per come ...
Concordo con Tierculus... dopo il gelo iniziale... lentamente si delinea un po' di interazione tra PG che mi piace ed è stimolante per un buon gioco
Ci vuole un pò di tempo... anche perché in tutta onestà Tiercullus non è un Narratore da evento breve, ma da campagna; creare le interazioni fra i personaggi richiede molte sedute di gioco, poi però tutto si sviluppa bene e la narrazione si mette in moto ...
Ma lo sai che Rodolfo è un grande? 😀
Non lo avevo mai visto giocare di ruolo e, mi ha colpito subito la sua intraprendenza. Diciamo che non è uno che si perde in chiacchiere ed è molto attento :-). Mi sembra che sia sia il perno attorno al quale ruotano gli altri del gruppo :D.
Dimmi la verità Tierc, lo hai inserito nel party proprio per equilibrare le parti in gioco, vero? 8)
Dopo aver parlato dei giocatori e delle emozioni dei PG, mi viene data l'opportunità, da una frase di Tierculus alias Tuija, di introdurre un nuovo argomento.
anche perché in tutta onestà Tiercullus non è un Narratore da evento breve, ma da campagna
Ma cos'è allora il master? un Narratore come lo chiama Tuija o l'A.d.G. (
Arbitro di Gioco) come lo definisce un manuale a me caro. Martelli da Guerra la penultima versione.
Narratore è molto bello e non l'ho mai visto in questo senso il Master. In Effetti l'ho sempre visto come un giudice con cui fare "baruffa" su commi di regole poco chiare nel manuale utilizzato nel gioco ( sono polemico sulle regole 😀 )
Non lo avevo mai visto giocare di ruolo e, mi ha colpito subito la sua intraprendenza. Diciamo che non è uno che si perde in chiacchiere ed è molto attento . Mi sembra che sia sia il perno attorno al quale ruotano gli altri del gruppo
Rodolfo (che su queste pagine chiamiamo Morfingol 😀 ) ama, letteralmente, il gioco di ruolo. Si diverte moltissimo, gli piace approfondire tutti gli aspetti del personaggio, interagire molto con gli altri, contribuire a creare l'atmosfera... insomma si potrebbe dire che è il giocatore ideale. Giocare con lui è una soddisfazione; ogni tanto entra in qualche loop :banghead: ma lo facciamo tutti e fa parte del gioco anche quello.
Poi devo dire anche una cosa: si è sempre adattato a qualsiasi situazione e qualsiasi gruppo, anche a personaggi che non gli piacevano e a parties che lasciavano molto se non tutto a desiderare 🙄 . Faccio l'esempio del personaggio Tarn; non gli piaceva fin dall'inizio (Morfingol preferisce i ruoli epici, o comunque personaggi più di spessore, mentre Tarn era un uomo del popolo, ignorante e privo di un vero ideale o di una missione), eppure l'ha sviluppato e ne è venuto fuori forse l'unico personaggio assassino giocato in modo giusto ed equilibrato - senza esagerazioni, con sentimento e quando serviva con la dovuta crudeltà.
Anche Khalid è un bel personaggio e anche Elrond, che desidera da sempre fare l'Elfo e non ci è mai riuscito, 😯 , gioca molto bene e l'ha sviluppato in un bel modo. Rodolfo/Morfingol è forse più trascinatore ma questo dipende anche dai tratti personali del carattere.
Ma cos'è allora il master? un Narratore come lo chiama Tuija o l'A.d.G. (
Arbitro di Gioco) come lo definisce un manuale a me caro. Martelli da Guerra la penultima versione.
Anche nel post di Dak si parla, in parte, di questa differenza.
La mia opinione è che, se si parla di gioco di ruolo, il Master sia un narratore e non un arbitro. Un narratore che è spessissimo anche scrittore e quindi creatore della storia e che ha il compito, spesso non facile, di mantenerne la coerenza. Se necessario, anche piegando le regole alle necessità della narrazione.
L' "Arbitro di Gioco", come concetto, è poco legato al gioco di ruolo (come potremmo definire "arbitro" qualcuno che alla fine, per amor di narrazione, se necessario e in condizioni estreme può arrivare a falsare i tiri di dado e a modificare le regole stesse adattandole alla situazione 😀 ?
In un certo senso il nostro modo di fare gioco di ruolo si avvicina forse alla tradizione dei bardi, dei racconti celtici. La cosa più importante non è che quello che viene raccontato sia perfettamente aderente alla verità, né che gli strumenti vengano suonati in un modo perfetto e preciso, o gli abiti siano questi o quelli - la cosa più importante è la storia e come la si racconta.
DAAAAK! mi hai rubato l'iniziativaaaaa! 👿
scherzo
Sono combattuto tra i due differenti ruoli del master. O arbitro o narratore.... 🙁 Però sono portato a vedere il master come un arbitro di gioco che applica le regole del gioco descritte nel manuale. Il motivo è semplice. A mio avviso il gioco di ruolo è una competizione tra i giocatori, in quanto nel momento stesso in cui vengono assegnati dei px, questo atto rappresenta il premio di un giocatore. Se ci sono dei premi quindi c'è una competizione. E dove c'è competizione ci deve essere un arbitro.
In pratica sono i giocatori che creano la storia con le loro azioni, mentre il Master dovrebbe limitarsi a fornire loro le ambientazioni e le interazioni con i PNG. Meno si sente la mano del master nella successione degli eventi, maggiore sarà il divertimento dei personaggi.
Poi il bello dei giochi è il fattore "dadi". Potrai essere ricordato come un eroe se tiri 100 oppure sarai un meschino imbranato con 01.... ma è un gioco e chi gioca a dadi lo fa per ricevere l'emozione di un 100 quando serve.
Tutto questo è il gioco a mio avviso.
che ne dite???
Giusto come solo in un forum potrebbe essere, bisogna porsi dei limiti, o meglio degli obiettivi nel sezionare un argomento (per la sua natura variabile, opinabile e astratta) come quello che si sta trattando.
Asserire determinate cose, in un determinato modo può essere un ottimo spunto di partenza per discutere, ma solo nel caso colui che ponga tali affermazioni abbia davvero capito che non esiste una ragione unica e assoluta nelle sue convinzioni.
Il gioco di ruolo ha radici, come tentato di dire in altri post senza voler scadere nello scientifico e accademico, molto lontane e ataviche, che bisognerebbe comunque conoscere e prendere in considerazione nel momento stesso in cui si vuol per forza determinare un canone o un limite a questo tipo di "divertissement".
Restiamo a noi, mentre il mio punto di discussione parte dalla premessa enunciata, chiediamoci piuttosto quali rami esistenziali abbracci nel nostro quotidiano "il gioco di ruolo". E' la domanda stessa ad obbligarci a capire che per ognuno ci sarà una risposta diversa.
Il gioco di ruolo per quello che oggi rappresenta, all'interno di un'associazione ludica, è chiaro che ha un'accezione limitante al fatto di star seduti attorno a un tavolo, con una scheda personaggio davanti, un master e una storia interattiva da sviluppare insieme per il pure sollazzo delle menti. Ma dato di fatto, è anche vero che a seconda delle proprie esperienze, pulsioni, passioni ognuno calcherà il lato più esaustivo di questo "nutrimento" mentale.
Non stiamo cercando di scegliere un attore ad un concorso, non dobbiamo dipendere e pendere dalla bocca di una sola persona attorno a quel tavolo. E' l'unico obiettivo dev'essere avere quel "nutrimento" di cui abbiamo bisogno. Se non l'avremmo ottenuto vorrà dire che il modo di intendere quel "nutrimento" è diverso dal contesto che ce l'avrebbe dovuto fornire.
Intendo dire che trovo, ad esempio, molto sbagliato (non so se fosse un appunto personale a Tierc o se me lo sono perso... ) il commento di Pierpaludicus quando afferma "tutto troppo serio, monotono, etc. ". Per il semplice fatto che basa i suoi giudizi esclusivamente sulle sue necessità personali (inconsce prima che consce). Chiaro che bisognerebbe poi esaminare nel dettaglio ambientazione, situazione, modo di giocare, esperienza nel giocare, complicità e conoscenza del gruppo di giocatori, personalità, capacità di interagire sia in maniera personale che interpersonale, etc.
Forse per capire la differenza data da tutte queste variabili dovrebbe vedere gli stessi giocatori che utilizzano altri personaggi in altre ambientazioni.
Nel caso dei personaggi presenti in Chtulu ad esempio il commento negativo che ho sentito da un'altra persona (un'altra variabile, pensa tu) è stato per l'atteggiamento esattamente opposto dato da alcuni. Che in modo assolutamente coerente con la loro scheda si comportavano in maniera "troppo ridanciana e confusionaria"...
Qualcuno ha torto, qualcuno ha ragione. Nessuno eppure tutti.
il gioco di ruolo non e' una competizione tra giocatori. per quel che ne so "ruolo" non significa "competizione". "ruolo" significa che in questo tipo di gioco interpreti un ruolo e tutto gira attorno a questo concetto. puo' darsi che in un gioco il tuo ruolo sia quello di un competitore (esiste?), mentre inun altro no.
non avevamo detto che la base del rapporto tra master e player era la collaborazione? come potrebbe allora esserci competizione?
non c'e' competizione per i px. ci sarebbe se il master dicesse "oggi do' px a chi riesce a tira un 20", ma non e' cosi'. a fine sera io ho i miei px, tu i tuoi.
ma riagganciandoci a Elrond, forse ognuno ha la propria visione del gdr. in base alle esperienze che ha fatto, all'utilizzo che ne fa, ecc.
non elenco i tipi di gestione di gdr perche' li saprete certo tutti e non siamo un forum di nerds che perdono tempo a fare questo tipo di classifiche.
qundi, ha senso che ci sia solo un modo di giocare di ruolo? e quale sarebbe quello giusto se c'e'?
forse e' meglio continuare a lasciare la liberta' di scegliere?
qundi, ha senso che ci sia solo un modo di giocare di ruolo? e quale sarebbe quello giusto se c'e'?
forse e' meglio continuare a lasciare la liberta' di scegliere?
ABSOLUTELY !
Non si sta cercando di dire "Questo è peggio, questo è meglio". Ciascuno gioca ai giochi di ruolo come più gli piace. Così come è totalmente libera (nei limiti della NetIquette) la discussione su questo forum "Esaedroweb".
Vale forse però la pena di ricordare che, se si parla di "Esaedro" e dei suoi fondatori, allora si parla di un'associazione voluta e nata con un fortissimo tema di sfondo: un certo modo di giocare di ruolo, dove il Master è, principalmente, Narratore. Un certo modo di gioco di ruolo che coincide con il periodo storico 1985-1995, che stiamo cercando di riportare alla luce (queste stesse dissertazioni sono uno degli elementi di quel periodo).
Questo non vuol dire per niente chiudere la porta in faccia alle altre esperienze, agli altri appassionati o al rinnovamento, senza il quale subentra spesso la stasi. Ci mancherebbe altro. Però non sono l'obiettivo principale del nostro gruppo.
Vorrei anche dire: forse questo modo di intendere e giocare di ruolo, essendosi esaurito dieci anni fa, è anche poco conosciuto (ad esempio Pierpaludicus non so se aveva avuto occasione di provarlo, oppure tu stesso, o altri amici). Quindi ben vengano tutte le occasioni possibili per condividerlo o almeno provare, tenendo conto che di solito è un modo di giocare che si sposa male con gli eventi brevi.
ciao a tutti... non fraintendete le mia parole. Non sono pratico nell'esporre verbalmente i miei pensieri figuriamoci se li riesco a scrivere in modo chiaro. Non sono stato capace di esprimere correttamente quello che penso, quindi è d'obbligo un mio chiarimento.
Principalmente sono l'ultima persona che potrebbe dire qualcosa a voi su come si gioca e che cos'è il gioco di ruolo. I miei interventi erano solo per esprimere la mia idea personale e non per "pontificare", quindi mi scuso con Elrond se gli ho dato questa impressione.
Concordo con tutti sul fatto che ognuno è libero di esprimere il gioco che più gli piace. Guai se così non fosse. Personalmente (come ho già asserito) a me piace provare a giocare con persone diverse perchè ogniuno è in grado di insegnarmi qualcosa che prima non sapevo, basta saper osservare e giocare in armonia.
Su una cosa non sono in parte d'accordo:
il gioco di ruolo non e' una competizione tra giocatori. per quel che ne so "ruolo" non significa "competizione". "ruolo" significa che in questo tipo di gioco interpreti un ruolo e tutto gira attorno a questo concetto
Guato ha omesso la prima parola Gioco e "ruolo" è soltanto l'oggetto del gioco. Quindi, secondo me, parliamo di un gioco. Per definizione, ogni gioco ha delle regole ed uno scopo. Le regole sono il sistema di gioco definito in un manuale, e lo scopo???
Dico quella che è la mia idea dello scopo:
E' chiaro che quando giochi lo fai principalmente per ricercare cito giustamente Elrind (lo ha detto perfettamente)
E' l'unico obiettivo dev'essere avere quel "nutrimento" di cui abbiamo bisogno.
Il piacere che ogni giocatore prova nel gioco è soggettivo, guai se così non fosse, vorrebbe dire che siamo tutti degli automi
Poi si gioca per vedere avanzare il proprio personaggio. Questo "scopo" è insito nel sistema stesso, che premia l'uccisione di un mostro con px (vedi D&D)
Quindi se la parola "scopo" è semplice in realtà il significato della stessa ha molte sfumature che cambiano di importanza a seconda di chi gioca.. Voglio dire, che per Pierpaludicus avrà molta importanza i px, per Guato interpretare il ruolo e per altri.... altro.
A mio avviso, non trovo corretto definire il master come "l'avversario diretto del giocatore" come ha citato Guato. Cioè il giocatore combatte contro i mostri, contro i tranelli... ed altre difficoltà. Certo che è il master a gestire tutto ciò che non è il PG... ma lo scopo del master non è uccidere il personaggio.... ma sullo scopo del maste possiamo aprire un'altra finestra 😀
Il giocatore affronta delle situazioni che il master gestisce perchè il sistema di gioco prevede che ci sia una persona che svolge questo compito. E la parola corretta per definire questa fiura non è proprio Arbitro??
Tierc sostiene la figura del master "narratore" di una storia... Io gioco con Tierc, mi piace giocare nella sua campagna, e non voglio criticarlo, non mi permetterei mai, ma non voglio criticare nessun modo di giocare (ovvio che se uno mi mette una balena in uno stagno... mi viene da ridere). Mi ero trovato disorientato nella prima seduta di gioco perchè le mie esperienze di gioco erano state molto diverse. Ma dopo un primo smarrimento ora cercio di addattarmi, ricordatevi che non sono un bravo giocatore 😀 .
Quindi ben vengano le diversità nel modo di giocare, guai se così non fosse.
Mi permetto di aggiungere, con un commento che vuol essere ovviamente costruttivo nei confronti di Pierpaludicus, che la sua affermazione: "Per me il gioco di ruolo è fare px.. " non fa che rendere paradossali e fuori luogo i suoi commenti. Qualche anno fa il mio orgoglio mi avrebbe fatto enunciare sentenze più tremende nei suoi confronti, se non altro con fermezza posso dirgli che la sua visione su un'esperienza sociale ed interpersonale così ampia da trattare è alquanto limitante.
Esclusivamente per lui.
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