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Recensione: Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo
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1
Maggio 30, 2007 - 12:33 pm

Dal sito Mymovies.it

Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World's End)

Un film di Gore Verbinski. Con Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush, Jonathan Pryce, Bill Nighy, Chow Yun-Fat, Tom Hollander, Stellan Skarsgård, Kevin R. McNally, Mackenzie Crook, Lee Arenberg, Martin Klebba, Keith Richards, Naomie Harris. Genere Avventura, colore, 168 minuti. Produzione USA 2007.

Tempi duri per i pirati. Un re tiranno ha ordinato che non ne resti nemmeno uno. Muoiano appiccati uomini, donne e bambini che abbiano mostrato pietà per quei filibustieri. Per contrastare l'ondata di terrore e le flotte della Compagnia delle Indie Orientali, capitanate dall'odioso Lord Beckett, non rimane che rintracciare i Nove Pirati della Fratellanza e tentare una strategia difensiva. Will, Elizabeth e il Capitan Barbossa raggiungono Singapore per procurarsi l'alleanza di Capitan Sao Feng, temibile pirata cinese col vizio del vapore. Ma si sa i pirati sono volubili e ciascuno nutre in cuor proprio un interesse personale: Will vuole uccidere Davy Jones e recuperare il padre alla vita, Elizabeth e Barbossa desiderano raggiungere Jack Sparrow ai confini del mondo, liberarlo dalla maledizione di Jones e riorganizzare con lui la Fratellanza, Lord Beckett, che ha al suo soldo l'Olandese Volante e il cuore del suo capitano, sogna di governare il mare e di spazzarlo dagli odiosi nemici. La capricciosa dea Calypso, regina degli abissi costretta in un corpo umano, deciderà le sorti dello scontro navale. In fondo al mare e alla battaglia i pirati troveranno un tesoro: l'amicizia.
Se gran parte dell'appeal dei Pirati deriva dal suo plusvalore spettacolare, nel terzo capitolo c'è indubbiamente un'idea forte di mondo, un mondo più in là di questo, dove ciascuno dei protagonisti accetta le conseguenze del proprio destino mettendosi al servizio generoso dell'altro. Il viaggio ai confini del mondo diventa un percorso di formazione che questa volta comprende tappe luttuose, la morte del padre di Elizabeth, e di rinuncia, il sogno di Jack per la vita di Will. Recuperato il capitano Sparrow, accaparrato dal cattivo Jones e conservato quasi folle in un limbo bianco accecante e salato, il film di Verbinski salpa per mare eccedendo piacevolmente la misura e invadendo il racconto di battaglie spettacolari. Esplosioni di assi, alberi abbattuti, cannonate assordanti, sciabole sferraglianti, abissamenti e ammaraggi scoperchiano letteralmente il mare e sguinzagliano la fantasia degli autori.
Ai confini "dei pirati" si conciliano due anime inconciliabili: guerra e piacere. Più il conflitto cresce in accanimento più aumenta l'esibizione della bravura, lo sfarzo del duello che diventa una danza in equilibrio sull'abisso salato. Come fu per la Compagnia dell'Anello, anche i Pirati dei Caraibi controvertono gli archetipi delle fiabe dove la quête (la ricerca) è sempre per la conquista di qualcosa. Qui invece l'obiettivo diventa la distruzione di qualcosa: il cuore di Jones. Torna l'idea di un gruppo composito in missione che combatte battaglie e trova aiutanti più o meno magici. Un'identità di razze separate (pirati sì ma francesi, africani, indiani, cinesi) che stenta a farsi collettiva ed è ricca di spassosissimi conflitti interni poi annullati nella frenesia dell'azione.
I protagonisti uniti e resistenti diventeranno strumenti funzionali al progetto comune: combattere i cattivi capitani. Ad aiutare i ragazzacci di Verbinski accorrono i buoni padri, quello trapassato di Elizabeth, quello dannato di Will e quello ston(e)-ato di Jack, dispensatori di saggezza e conoscenza. Per l'ultima volta (forse) la saga dei pirati ci dona il prodigio scenico di Johnny Depp e del suo pirata, declinazione ironica dell'eroe. Corpo grottesco e carnevalesco alienato da se stesso e proiettato e frammentato in dieci, cento, mille Sparrow che vivono e agiscono a un tempo ciascuno per proprio conto, governando la Perla Nera o ramazzando il suo ponte. Personalità multiple e simultanee che si annullano in una sola nell'epilogo dall'accento epico, dove ancora una volta Jack sfodera il suo orgoglio pirata brindando alla prossima rotta. Un firmamento di stelle e un consiglio: non muovetevi fino alla fine del mondo e dei titoli di coda.

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2
Maggio 30, 2007 - 1:57 pm

insomma non dovrebbe essere noioso come il secondo.
aspetteremo il dvd...

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3
Giugno 1, 2007 - 3:57 pm

Di sicuro c'è più azione e spettacolarità che nel secondo (che già aveva scene memorabili di un mitico "kraken" come non si erano mai viste al cinema). Per quel che riguarda l'episodio precedente posso essere d'accordo che durasse troppo per ciò che voleva essere, è cioè un film di transizione e preparazione alla parte finale. Un secondo tempo più lento e ricco di dialoghi però non è per forza noioso e ho trovato la trilogia molto interessante e avvincente, anche se devo dire che aldilà di tutto qualche zampetta Disney la si nota negativamente qua e là in dialoghi troppo "faccio finta di osare ma in realtà sono politically correct"... .
Bella la comparsata, nel terzo episodio, di Keith Richards.. (astenersi perditempo che chiedono chi sia 😯 ) nel ruolo del padre di Jack Sparrow.

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4
Giugno 1, 2007 - 6:32 pm

"anche se devo dire che aldilà di tutto qualche zampetta Disney la si nota negativamente qua e là in dialoghi troppo "faccio finta di osare ma in realtà sono politically correct"... ."
Cosa vuoi pretendere è la disney la loro politically la conosciamo bene, se non fosse disney sarebbe totalmente differente con dialoghi più avvincenti di sicuro. Vedi Pirati di Roman Polansky

1236 Messaggi
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5
Giugno 1, 2007 - 6:48 pm

Vedi Pirati di Roman Polansky

Imparagonabili (dixit: pere e ananas :mrgreen: ), non puoi mettere Polansky e la Disney l'uno vicino all'altro - unica cosa simile, si chiama "Pirati" ...

501 Messaggi
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6
Giugno 1, 2007 - 7:48 pm

a me non piace molto sta moda delle trilogie. ormai fanno trilogie per qls cosa!

stasera cmq Grindhouse: Deathproof!!

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