Sul TG1 di qualche giorno fa è stato mandato questo servizio qua:
[Permesso negato per la visualizzazione di questo supporto multimediale]
Ora al di la delle polemiche che questo può suscitare sull'essere d'accordo o meno alla conclusione a cui è arrivato il buon giornalista alla fine del servizio, la mia domanda è: ma sapeva di ciò che stava parlando?
Da quello che ho visto le immagini provenivano da un trailer; il giocatore (si vede chiaramente) preme e gira bottoni a caso; il gioco in questione esce solo per controller wireless.
E' questa l'informazione che ci viene data? Su che basi si è giunti ad una conclusione così catastrofica? Se ci tirano via le emozioni dove le andremo a cercare?
Credo che ci sarà da ridere quando, il 20 maggio, uscirà: ** you do not have permission to see this link ** , il primo MMORPG dedicato solo ad appassionati maggiorenni.
Se questo è il metodo posso soltanto dire che è un bene che sempre meno gente guardi la televisione.
Ciao
Playmo
Buzz, se devi fare dei commenti seri a quello che ho scritto è un conto, altrimenti spegni il computer e vai a fare un camminata in val Rosandra.
Per tornare in discorso il video postato da te è stato registrato quattro anni fa per prendere per i fondelli chi giocava troppo online.
Il mio interesse era un altro e cioè farvi vedere quanto accaniti sono i vari giornalisti contro la violenza, sia essa dentro o fuori da un monitor.
Noi passiamo le serate ad uccidere i mostri o persone a colpi di dadi e quando loro avranno finito coi videogiochi la strada che separa il gioco di ruolo da quell'intrattenimento è molto breve.
Pensateci
Ciao
Playmo
Buzz, se devi fare dei commenti seri a quello che ho scritto è un conto
Esattamente.
Il post di Playmo è su un argomento molto sentito, che nel corso degli anni è stato ripreso più volte, mentre il post di Buzz è una palese (ma proprio palese e banale, si poteva fare meglio) presa in giro dei videogiocatori che a mio parere c'entra come pere e ananas ... la risposta inoltre, sempre a mio parere, è messa là tanto per mettere qualcosa, forse per creare un Flame, però onestamente penso che tutte le persone su questo forum abbiano la maturità necessaria per una discussione seria sull'argomento, forse si può evitare di scrivere per scrivere ...
Il mio interesse era un altro e cioè farvi vedere quanto accaniti sono i vari giornalisti contro la violenza, sia essa dentro o fuori da un monitor.
Premetto una cosa: la risposta va articolata e contestualizzata, perché una cosa sono i giochi online, una cosa sono i giochi di ruolo che facciamo noi ... ci sono molti argomenti, alcuni molto profondi e sperimentati, primo fra tutti penso la Geshtalt (spero di scrivere giusto perché non so bene il tedesco) e il rapporto (anche sociale) che si crea all'interno di giocatori di ruolo che siedono uno di fronte all'altro attorno e sono fisicamente attorno a un tavolo. Quindi dire che un gioco di ruolo da tavolo c'entra lui come pere e ananas con un gioco di ruolo online non è assolutamente sbagliato.
In linea di principio direi che i giornalisti fanno benissimo a scagliarsi contro qualsiasi forma di violenza, perché devi pensare che la loro platea è quella del media (televisivo o Internet). In particolare se parliamo di televisione, la platea è molto vasta e di cultura purtroppo solitamente bassa (speriamo che nessuno mi salti addosso - sto parlando purtroppo di campioni statistici). Quello che passa è il messaggio molto forte: "grasso = brutto" (nel caso dell'obesità negli USA), "violento = cattivo". In TV non si possono più fare sottili distinzioni, chi sta dall'altra parte non le comprende - quindi ben venga gettarsi contro la violenza. Bisognerebbe farlo anche a scuola e in politica qui in Italia siamo molto, molto carenti ... ma torniamo al gioco.
Noi passiamo le serate ad uccidere i mostri o persone a colpi di dadi e quando loro avranno finito coi videogiochi la strada che separa il gioco di ruolo da quell'intrattenimento è molto breve.
Dunque, non è proprio così, secondo me. Quello che segnali e corretto e comprensibile ma - di nuovo - sono due contesti completamente diversi.
Contro i giochi di ruolo si sono già scagliati a suo tempo (primi anni '90), in particolare Casson (qualcuno ricorderà), che non è un giornalista ed è ancora in giro. Tutto accadde in seguito al suicidio di un ragazzo; ma il ragazzo aveva già dei problemi psicologici non di poco conto (questo lo dissero in poco), purtroppo aveva trovato nel gioco di ruolo un "suo mondo" e Master e compagni di gioco non se ne erano accorti o forse non avevano voluto accorgersene (chi di noi, da bambino, non è stato vessato dal "capetto della compagnia"? Qualcuno, debole, si impiccava anche per quello, o perché la prima ragazza l'aveva lasciato ... è triste ma è parte di noi). Ci fu una campagna stampa contro i giochi di ruolo che al tempo fu fortemente sostenuta (non mi sorprese né mi sorprende oggi) dalla chiesa cattolica. Venne anche creato un contro-movimento, "Stop Non-Sense", dove giornalisti preparati sull'argomento e associazioni (il "3M", Milano, Padova, i "Cavalieri dell'Esagono") spiegarono attivamente che cosa fosse il gioco di ruolo attraverso siti Internet e conferenze stampa, e come si svolgesse. Il tutto si sgonfiò; il gioco di ruolo venne conosciuto meglio. Ora è qualcosa che è entrato nelle scuole e viene visto, se fatto nel modo giusto, con il supporto di un educatore e in forme anche interpretative, in maniera molto positiva e favorevole.
Tutt'altra cosa, secondo me, i "giochi di ruolo online". So che ci sono opinioni differenti dalla mia, e premetto che non li conosco tantissimo ... però anch'io considero i giochi di ruolo online abbastanza "perniciosi" - oltre che "non-giochi-di-ruolo". Qualcuno mi deve spiegare (possiamo aprire un dibattito) perché i giochi online come WoW vengono chiamati "giochi di ruolo" - quali sono le componenti tipiche del gioco di ruolo che sono riportate in Wow? (le caratteristiche del personaggio? Insomma ... l'incontrarsi con gli altri per una missione? Insomma ...). Tra l'altro i giochi online (anche il semplicissimo Ogame che gioco anch'io) sono esplicitamente ed espressamente competitivi. Qual'è l'obiettivo ultimo di un gioco online? Beh sconfiggere l'altro (l'altra gilda, ecc.), salire di livello per poterlo martellare più facilmente, ecc. - ci sono delle varianti ma se non sbaglio sono in minoranza. Nel nostro gioco di ruolo attorno a un tavolo non devi mai sconfiggere l'altro giocatore e non devi neanche in realtà mai sconfiggere il Master, perché il Master partecipa anche come giocatore (attraverso i Non-Players che giocano come tuoi alleati).
Quindi alla fine giocando di ruolo si costruisce una storia - cosa che vedo pochissimo riportata in un gioco di ruolo online. Sai perché (sempre secondo me)? Perché c'è il ... "media". Il computer ti fa da interfaccia ma più del computer ti fa da interfaccia l'azienda che ti produce il gioco, che ci guadagna una follia ... che cosa fa l'azienda che ti produce il gioco? Ti dà in pasto gli elementi che tu desideri, media nel vero senso della parola il tuo rapporto con gli altri in maniera da far crescere adesioni e profitto - quindi se il popolo vuole violenza, ti dà violenza, se il popolo vuole sesso, ti dà sesso ... beh abbastanza mal. Nel gioco di ruolo classico puoi avere questi elementi; sesso, violenza, perversione ... puoi averli tutti. Però è la comunità stessa dei giocatori attorno al tavolo (quindi una comunità piccola, "a dimensione umana") che li media e non un "grande fratello" (questa volta citarlo non è fuori luogo) che ascolta e interagisce con milioni di persone e decide come incanalare le pulsioni umane.
Bene sto scoprendo che potrei andare avanti per ore ... concludo: non sono contrario alle critiche sui giochi online, chiaramente se fatte bene e circostanziate, quella che hai riportato non è il massimo - qui tutto dipende dallo spessore del giornalista, per forza di cose. Ci fanno pensare. Ci sono cose peggiori naturalmente di "WoW" ... "Second Life", ad esempio.
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