[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“E’inutile.. non.. si… muove!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] grugnì mastro Gideon mentre tentava con tutte le sue forze di aiutare Lady Alphen a girare il timone della Aerannar, il veloce trimarano pirata che stava planando sulle onde a velocità mai raggiunte prima, nonostante tutte le vele fossero state abbassate, correndo contro alla fiancata di tribordo della Sea Fey la quale, per contro, sembrava bloccata in bonaccia, le vele afflosciate e, non avendo remi, non poteva spostarsi: la sua fine sembrava segnata, con il rostro della nave avversaria sempre più vicino.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Sull’albero maestro della Aerannar, la strana scheggia di vetro che, secondo Bellany la maga, avrebbe dovuto permettere ai pirati di padroneggiare i venti splendeva sempre più intensamente mano a mano che si avvicinavano al bersaglio… Lady Alphen (odiava farsi chiamare capitano), l’eladrin corsara nota come “Il Cigno del Mare”, lasciò la presa sulla ruota del timone, respirò a fondo e diede l’ordine che mai avrebbe voluto dare, ma erano in gioco le vite dei suoi fedeli uomini: “Abbandonate la nave!” gridò. Dopo qualche istante, visto che nessuno si muoveva, ripetè: “Abbandonate la nave ho detto! Volete morire tutti? Muovetevi!”
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]L’ordine ripetuto, se possibile con voce ancora più forte del primo, ebbe l’effetto di scuotere gli animi di quegli uomini coriacei, i quali iniziarono a tagliare le cime delle due scialuppe per buttarle in acqua e poi, afferrata qualunque cosa galleggiasse, si gettarono oltre le murate della nave. Soltanto una persona non eseguì l’ordine…
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Quello che ho detto vale anche per te, Bellany!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] le disse Alphen, senza nemmeno girarsi; la giovane elfa, così minuta da sembrare quasi una bambina la implorò con la voce rotta dai singhiozzi: “Ti prego! Ti prego! Fammi tentare ancora! Posso fermarlo, devo fermarlo…” La corsara, girandosi verso di lei ribattè “Ci hai già provato e…” Alphen si zittì di colpo e fece all’amica e compagna di tante battaglie un cenno di assenso. Bellany corse verso la scheggia brillante, ed iniziò a concentrarsi… la Sea Fey era sempre più vicina, ed anche i suoi uomini si stavano gettando in mare.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Improvvisamente Alphen afferrò la maga e la portò senza apparente sforzo verso la murata. La piccola elfa cercava di divincolarsi, ma la sua amica era troppo forte per lei: “Vivi la tua vita Bellany! E cerca di essere felice… anche per me!” le disse prima di gettarla oltre il bordo. Bellany sapeva nuotare come un delfino, non avrebbe avuto problemi a districarsi dalla scia della nave. Il Cigno del Mare seguì con l’udito l’urlo di Bellany, seguito dal familare tonfo di un corpo che cadeva in acqua, dopodichè ritornò all’inutile ruota del timone e la afferrò con entrambe le mani, preparandosi all’impatto imminente…
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Quando riemerse, Bellany vide che la Aerannar era oramai lontana da lei, questione di istanti e avrebbe colpito la nave avversaria… la maga trattenne il fiato.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Al momento dell’impatto vi fu un’esplosione di luce azzurrina, dello stessa tonalità di quella della scheggia, seguita da una piccola onda anomala, come se qualcuno avesse gettato in mare un masso nel punto dello scontro… ma delle due navi non vi era traccia.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Bellany venne raccolta poco dopo dai corsari sopravvissuti e, assieme a loro controllò ancora una volta l’area: niente detriti, niente casse o barili, pezzi di vela o di sartiame. Niente di niente! Le due navi erano scomparse…
Certo che la loro terza tappa nella ricerca dei pezzi mancanti non era iniziata nel migliore dei modi, anzi c’era stato il concreto rischio che non iniziasse proprio, pensò il mago.
Tutta colpa del razzismo dell’ambasciatore, era davvero insopportabile quell’umano era quanto di più intransigente, xenofobo, nazionalista e tremila altri “ismi” che la mente umana, la quale sebbene destinata ad un’esistenza breve, era in grado di partorire gli atteggiamenti più deteriori che potessero esistere, ed in quell’uomo poi si era concentrato tutto ed inoltre era cocciuto peggio di un nano al quale qualcuno volesse portar via il suo tesoro.
Bisognava riconoscere che la fanciulla che si era introdotta nel tempio di Chantea era una drow e questa cosa certamente non favoriva rapporti amichevoli con lei, del resto i drow erano nemici storici della sua razza e forse lo erano anche da più tempo rispetto agli umani per cui sarebbe stato più logico aspettarsi un comportamento aggressivo da parte sua o di Sil;
in quell’occasione il mago inizialmente l’aveva scambiata per un’abitante del basso Imaskar, probabilmente a causa del particolare colore dei suoi occhi decisamente insolito per un drow, ma quell’errore iniziale non era stato il solo motivo per cui il mago aveva fatto da “paladino” (cose da pazzi Draug che fa le veci di Sil, egli stesso stentava a crederlo) della giovane, il vero motivo risiedeva in quello che i occhi trasmettevano: una profonda sofferenza ed un bisogno di aiuto e di trovare un po’ di comprensione, che aveva poi confermato narrando la sua triste storia (del resto tutti i transfughi specie se dei drow buoni avevano storie tristi ed anche il futuro per loro era quantomeno grigio ed incerto più che per ogni altra creatura, erano destinati ad essere dei raminghi e degli emarginati per tutta la loro esistenza che il più delle volte rischiava di essere anche piuttosto breve). Il mago nonostante la dura scorza esterna fatta di estrema logica e razionalità non amava vedere le persone soffrire e cercava per quanto in suo potere di aiutare e dare a costoro un possibilità di salvezza.
Anche in questo caso egli superando quelli che erano gli odi razziali aveva offerto alla fanciulla un passaggio verso un luogo lontano e certamente più sicuro di quello in cui si trovava dato che difficilmente i suoi aguzzini sarebbero riusciti a ritrovarla o avrebbero potuto solo lentamente pensare che fosse potuta fuggire tanto lontano in una sola notte ed anche in un posto tanto difficile da raggiungere sia per ragioni geografiche che ambientali stanti i numerosi pericoli presenti lungo entrambe le vie di comunicazione.
Ma ci si era messo di mezzo quel testone dell’ambasciatore ad opporsi a ché le dessero un passaggio, quel cinghiale infuriato non aveva voluto sentire ragioni, il mago aveva cercato di spiegargli che non la portavano al loro seguito ma le avrebbero dato un semplice passaggio ed una volta arrivati lì ognuno sarebbe andato per la sua strada; così il mago aveva imposto la sua volontà: io sono colui che mena la danza visto che sono io a dover trasportare tutti a destinazione per cui lei viene con noi!
Risultato il vecchio caprone alpino se ne era andato offeso, imprecando; la povera ragazza sentendosi responsabile quasi contemporaneamente era scappata via e solo il fatto che non fosse nel pieno delle forze aveva impedito che la perdessero.
Il mago ed il resto del gruppo l’aveva raggiunta e portata a casa propria, dopo essersi accertati che non vi fossero “sorprese” come l’ultima volta e lì mentre continuavano ad accudire la fanciulla, il mago aveva sussurrato a Sil la sua ultima idea per risolvere il problema (vai da Rinil e chiedile di accogliere la ragazza – non voglio che riceva un altro rifiuto se accetta la condurremo lì altrimenti troveremo un’altra soluzione) in questo modo se avesse voluto avrebbe potuto diventare un’accolita ed avere finalmente un posto dove vivere e chissà magari questa dorw così particolare avrebbe potuto diventare persino la nuova imperatrice lei che in qualche modo era il trait d’union tra la luce e l’ombra tra il sottosuolo ed il soprassuolo e che aveva compiuto un viaggio simile a quello degli imaskarani, (certo Sil aveva una missione ardua Rinil era un’elfa e neppure loro amavano i drow anzi forse li odiavano ancora di più, ma era pur sempre una sacerdotessa di Sune per cui doveva difendere il “bello” in qualsiasi forma questo si manifestasse ed infatti Sil tornò dalla missione insieme con Rinil).
Una volta che la ragazza ebbe superato la prova a cui Rinil la sottopose, venne accompagnata dal gruppo al tempio, dopo di ché tornarono al tempio di Chauntea.
Adesso si poneva il problema di andare a recuperare l’ambasciatore, inizialmente volevano che fosse Draug a scrivere il biglietto, ma non era il caso vista la poca diplomazia del mago a cui stavolta si sommava una bella arrabbiatura nei confronti dell’ambasciatore, per cui il mago propose e gli altri acconsentirono di chiedere a Roghart di andare a recuperare il vecchio caprone, anche visto il “particolare” legame che si era instaurato tra di loro, il dragonide avrebbe saputo quali corde toccare per convincerlo a tornare.
Una volta riunito finalmente il gruppo il mago dovette superare un altro problema: dove disegnare le rune per aprire il portale in quell’enorme distesa floreale che era il tempio di Chauntea, impresa praticamente impossibile senza disboscarne almeno una parte, ma dopo l’ultima volta che aveva effettuato un disboscamento in presenza di Raghnild – si era ritrovato sommerso anccora di più da rose nere - il mago non aveva nessuna voglia di ritrovarsi sommerso di fiori per cui decise che fosse la sacerdotessa a provvedere di persona a liberare una zona su cui poter celebrare il rituale. Ed ecco scatenarsi il dramma:
- Ma proprio io? E’ meglio Ragh che sia tu a scegliere.
- Ma quanto spazio ti serve? Un cerchio che possa contenerci tutti, tieni presente che c’è anche un dragonide ed un goliath, fai tu calcola almeno 1,5 metri di media per ciascuno di noi quindi almeno un quadrato di 4,5 metri per 4,5.
- Così tanto? Non si può un po’ di meno? Ragh fai tu?
Risultato un micro cerchio, inutile lamentarsi!
Così il mago finalmente poté iniziare a tracciare i simboli sul terreno, che per la verità presentava ancora la presenza di qualche piccola pianticella il che non aiutava nel tracciare i simboli, ma, alla fine completò l’opera anche se qualcosa – pur non sapendo dire cosa – no lo lasciava tranquillo.
Chiamati tutti a raccolta e compressi nell’esiguo spazio concesso dalla gentile ospite il mago con un gomito di un compagno ficcato nel fianco con il braccio di un altro – con ogni probabilità del goliath poggiato sulla testa, iniziò a recitare il rituale dalla pergamena; più andava avanti con il rituale più quella sensazione di catastrofe imminente si faceva largo nella sua mente ma oramai era troppo tardi per fermarsi per cui si fece coraggio e pensò: FINO IN FONDO speriamo non troppo in fondo.
Lampo di luce, spariti dal prato del tempio di Chauntea e riapparsi …….. in un altro tempio di Chauntea ma non proprio sul prato, bensì ad alcuni metri sopra un laghetto, nemmeno il tempo di dire “Sune aiutami tu” ed ecco l’intero gruppo schiantarsi in maniera fragorosa nell’acqua con uno splash fragoroso e schizzando quantità notevoli d’acqua in ogni direzione.
Risultato tutti bagnati come pulcini praticamente circondati dai fedeli del tempio increduli ed incerti se ridere o linciarli! Una situazione davvero imbarazzante presentarsi in questo modo in un tempio.
La maggior parte dei fedeli erano halfling, chissà cosa pensa di questa razza il nostro xenofobo preferito 😉 pensò il mago.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Bellany era chiusa nella sua stanza: stava celebrando un rituale molto pericoloso, che però le avrebbe permesso di ottenere una volta per tutte la risposta alla domanda che tanto la angustiava: che fine avevano fatto la sua amica Alphen, l’eladrin pirata che l’aveva riscattata quando stava per essere venduta come schiava al mercato di Purl nel Dambrath, e la sua formidabile nave, la Aerannar, la “Vagabonda dei Mari”, come si direbbe in linguaggio comune? Di certo sapeva che non era morta: aveva consultato oracoli, celebrato rituali di ricerca e scoperta, interrogato gli spiriti dell’oltretomba… niente e nessuno era riuscito a dirle qualcosa di più oltre ad affermare che colei che era nota come il “Cigno del Mare” non era tra i defunti.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Ora tutto era pronto, l’offerta era sul tavolo, il rituale stava giungendo al suo culmine e Bellany recitò le ultime parole che completavano il rituale…
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Vi fu un’esplosione di luce poi, quando Bellany ci vide di nuovo, si ritrovò in quello che sembrava essere un deserto, durante una notte stellata: di fronte a lei si ergeva un’immensa piramide, la cui sommità si perdeva nell’oscurità. Da quella costruzione, una figura simile ad un uomo calvo, alto più di due metri, con la pelle scura e gli occhi luminosi, vestito con una lunga tunica di lino bianca, ed una strana barba quadrata che gli spuntava dal mento si avvicinò a lei e, dopo un cenno di saluto così le parlò:
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“[/SIZE][/FONT][FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Molto a lungo hai aspettato, ma alla fine mi hai trovato!”
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Qual saper vuoi che ti sia dato, da colui che legge il fato?”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Lord Pianificatore Yannu Hywillan, sovrano di ciò che rimaneva del Profondo Imaskar, ovvero una città sotterranea che conta circa quindicimila abitanti, stava riflettendo sulla missiva giuntagli da parte del Lord Artefice dell’Alto Imaskar, Qhapaq, uno dei tre ministri dell’Imperatrice, nella quale egli proponeva, se lui fosse stato d’accordo, che sua figlia, Shania potesse diventare la candidata alla successione dell’Imperatrice Ususi Manaallin, oramai molto vecchia.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Per quanto lontano fisicamente dal reame fratello, a Yannu non era ignoto che i tre ministri stessero cercando un candidato credibile per la successione, dal momento che l’Imperatrice non aveva avuto figli e, ad essere onesti, la prospettiva era, politicamente, interessante! Shania era giovane ma, nonostante questo, era una ragazza furba ed intelligente; aveva studiato con i migliori insegnanti che il Profondo Imaskar potesse offrire. Non aveva esperienza di politica, però un tirocinio presso la corte dell’Imperatrice le sarebbe stato utile in tal senso visto che, comunque, alla fine dei suoi giorni Yannu avrebbe lasciato la guida del profondo Imaskar nelle sue mani, dal momento che non aveva altri figli. Se tutto fosse andato bene, c’era la possibilità, un giorno, di unificare gli Imaskari sotto un’unica bandiera… Tutto questo se, ovviamente, Shania avrebbe accettato la proposta.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Lord si diresse verso le stanze della figlia e, presto, udì il suono della sua arpa: la trovò seduta nel suo terrazzo, mentre intonava una canzone popolare, osservando il panorama della città che si godeva da lassù… Yannu non voleva interromperla, ma lei lo intravide con la coda dell’occhio:
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Padre!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] esclamò la ragazza interrompendo la sua canzone per andargli incontro; Yannu la abbracciò, pentendosi di non averle dedicato molto tempo negli ultimi mesi, e, sorridendole, le rispose:
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Mettiamoci comodi, figlia mia, dobbiamo parlare di una questione molto importante…”[/FONT]
Chi sono? Semplicemente un guerriero! Unico superstite della mia famiglia, perciò quando morirò nessuno piangerà per me (e detto tra noi è meglio così). Ho pochi amici, infatti concedo più facilmente la mia lealtà che la mia amicizia. Conosco poco o niente degli umani e dei loro costumi, ma visto dove mi trovo ho cercato di adeguarmici al meglio delle mie possibilità. La mia filosofia di vita? "Con la forza si ottiene tutto? Certamente no! Ma ogni tanto può essere d'aiuto. Anzi, spesso!!!". Ciò significa che se c'è da combattere non mi tirerò certo indietro, ma se se ne può venire fuori a parole, tanto meglio: sono un combattente, vero, ma non stronco una vita se non è realmente necessario.
Non ho nessuna intenzione di metter su famiglia innanzitutto perchè sono un solitario e poi, perchè mai dovrei fare una cosa del genere? Visto il lavoro che faccio prima o poi lascerei al mondo una vedova e alcuni orfani privi di sostentamento. No, no, credete a me, meglio restare soli e non dover rendere conto a nessuno delle proprie azioni! L'amore? Molti dicono che è la forza più potente dell'Universo, ma io rispondo che non ho mai visto nessuno fermare una spada oppure una freccia con la sola forza dell'amore. Se si, per cortesia presentatemelo! Fino ad allora resto della mia opinione: l'amore è un optional, se ne può fare tranquillamente a meno e vivere comunque felici.
Ora devo andare, bussano alla mia porta. Saranno sicuramente i miei compagni che mi avvisano che è giunta l'ora di partire per quella che sicuramente sarà la più perigliosa fra tutte le avventure che abbia mai affrontato: entrare in un gorgo e uscirne tutto intero.....speriamo bene!!
[Permesso negato per la visualizzazione di questa immagine]
— Le vostre mani sono leggere come piume, madamigella.
— Vi ringrazio capitano, sono una curatrice e sono felice di essere d’aiuto — rispose Ragnhild mentre finiva di bendare, con pazienza, il gomito offeso del capitano Charan — Avrei voluto poter salvare anche tutti quei poveretti che sono finiti fuori bordo, mentre affrontavamo la violenza del gorgo, ma ero impegnata a cercare di salvare me e i miei compagni.
Il capitano si massaggiò il braccio e riprese a parlare.
— Ciononostante, il vostro compagno ha rischiato la sua vita per salvare uno dei miei. Questo non lo dimenticherò. E poi credo che voi abbiate una responsabilità ben maggiore a cui tenere fede verso voi stessa — mentre pronunciava queste parole rivolse un gesto eloquente verso di lei.
Ragnhild, arrossì lievemente, incrociando le mani sul suo ventre e volgendo lo sguardo verso l’elfa di nome Bellany che si sottoponeva pazientemente alle cure di Sil-Orè.
Poi riprese con un tono di voce leggermente indispettito — Certe voci girano più rapidamente di quanto non si vorrebbe.
— Non alteratevi per questo, certi segreti non durano a lungo a bordo di una nave e comunque questo non fa che accrescere la mia ammirazione per voi e per la vostra determinazione a seguirci in questa perigliosa missione. Bellany non ha voluto dirmi molto sulle vostre motivazioni, ma se siete riusciti a convincerla a portarvi con noi, credo che le vostre argomentazioni devono essere state molto convincenti.
— Capitano, credetemi se vi dico che forse avete avuto più scelta voi nel imbarcarvi in questa missione di quanto ne abbiamo avuta noi. Il nostro scopo è quello di ritrovare “La vagabonda dei mari” ma per un motivo completamente diverso dal vostro.
Mentre parlavano vennero interrotti dal luogotenente Sirith che si avvicinava a loro, sembrava anch’essa molto provata dal infernale esperienza appena passata, ma il suo sguardo era ancora fiero e determinato.
— Tutti i sopravvissuti sono in salvo sulla scogliera, Capitano. Ho già organizzato alcune squadre per recuperare quanto di utile sia rimasto sulla nave.
Charan si volse a guardarla — Molto bene, Sirith. Per quanto riguarda la nave?
— Irrecuperabile, signore. Siamo bloccati su questa scogliera sconosciuta. Ho cercato di fare il punto nave, ma non riesco ad individuare punti di riferimento conosciuti. Sembra quasi che siamo finiti su un altro pianeta.
Ragnhild represse un brivido — Non vorrei affrettare supposizioni, ma ho un tragico presentimento. Questa luce plumbea che ci circonda, questa sensazione di tristezza mi sono famigliari.
Charan e Sirith si volsero verso la sacerdotessa con espressioni interrogative sui loro volti, poi vennero sorpresi da un esclamazione in elfico nelle loro vicinanze.
Era stato Draugcaran a dar voce alle paure di Ragnhild, da quando erano sbarcati fortunosamente dalla nave ormai condannata, i suoi sensi arcani avevano cominciato a sondare l’ambiente circostante e quando, alla fine, aveva ottenuto informazioni sufficienti, la risposta che era sorta all’interno della sua mente gli aveva gelato il cuore.
— Che Sune ci protegga. Siamo naufragati sulla coltre oscura!
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]… Sette nel cielo le limpide stelle
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2] sette che vegliano, tutte sorelle,
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2] sette i sorrisi che rivolgeranno,
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS] sette i problemi che risolveranno…[/FONT]
[FONT=Comic Sans MS]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Così, questa sarebbe la danza rituale dedicata a Eilistraee”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] Concluse Rinìl, continuando ad assistere allo spettacolo. Ripensò a quando il suo mentore le chiese di occuparsi della chierica oscura: prima di accettare, aveva cercato di raccolgiere informazioni riguardo il culto dedicato alla figlia di Corellon e della maledetta Lolth, informazioni che aveva poi approfondito in un secondo momento, per cercare di capire se Elentàri era veramente chi sosteneva di essere, o era una menzognera che mirava ad avvelenare i cuori di coloro che vivevano nel tempio, oppure quelli di Sil-Orè e… della sua futura sposa.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Finora, il comportamento della Drow era stato ineccepibile, forse anche perché le sue ferite, che erano reali, non le avevano permesso di sgattaiolare in giro più di tanto. L’attenzione della chierica di Sune ritornò sulla ballerina: “Danzare così a lungo…” pensò Rinìl “… le costerà molta fatica, non si è ancora ripresa completamente!” Infatti, per un attimo, Elentàri perse una nota, salvo poi riprendersi immediatamente: il suo corpo brillava sotto la luce della luna, forse a causa del sudore, traendo strani riflessi dalla sua pelle d’ebano, mentre i suoi lunghi capelli bianchi ricordavano delle tenui fiamme che la circondavano ad ogni piroetta. Rinìl era oramai rapita dall’aura mistica e sensuale di quella danza: “Comincio a pensare che sia stata Sharess a proporla a Eilistraee” mormorò, mentre sentiva il suo sangue affluire verso il viso. In quel mentre la Drow, dopo un ultimo passo molto elaborato, concludeva la sua danza inginocchiandosi col viso rivolto verso l’astro e rimanendo così, in contemplazione, per alcuni minuti…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]E anche l’ultimo dei disperati che avevano osato mettere piede sul ponte della sua nave era stato decapitato e gettato in mare; quando sarebbe arrivato il prossimo? La sua Aerannar, la Vagabonda dei Mari in linguaggio comune, la sua agile e veloce nave, che giaceva in quel cimitero galleggiante sotto un cielo color piombo, era incastrata assieme a tante le altre: per liberarla sarebbe stato necessario fare a pezzi almeno parte di queste ultime e, probabilmente, anche qualche altra, per riuscire a guadagnare l’uscita della baia e poi…
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Poi Lady Alphen di Myth Drannor, meglio nota come “Il Cigno del Mare”, non avrebbe avuto pace finchè non avesse capito dov’era finita ed avesse trovato il modo di tornare indietro!
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Parole coraggiose…”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] pensò la nobile eladrin “… ma prive di senso.” Infatti, quand’anche fosse riuscita a liberare la nave, senza un minimo di equipaggio non avrebbe mai potuto andare da nessuna parte. Una risata amara proruppe dalle sue labbra, ed il suono che ne uscì suonò sinistro anche alle sue orecchie.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Un rumore attirò la sua attenzione: un altro predone disperato che cercava di procacciarsi qualcosa? Alphen chiuse gli occhi e si concentrò sui suoi sensi, ascoltando quello che lei chiamava “il respiro della Aerannar”, ovvero tutto l’insieme degli scricchiolii dello scafo, dei sibili del vento nel sartiame, dei tonfi delle onde sulle murate e del fremito di quel che rimaneva della velatura, che erano tipici della sua nave e di lei soltanto, cercando qualcosa fuori posto. Una volta individuato, vi si diresse come un fulmine, simile ad uno spettro, di nero vestito, con i lunghi, pallidi capelli che ondeggiavano nel vento.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Non ci mise molto a liberarsi di quell’ultimo seccatore: oramai soltanto i disperati o coloro che, alla fine, erano impazziti tentavano di salire sulla Vagabonda; gli altri avevano il buon senso di stare alla larga. “Dei, quanto tempo ancora prima che la follia invada anche la mia mente?” Aveva oramai perduto il senso del tempo in quel luogo ameno, ove tutto era immobile ed immutabile: non c’era giorno, non c’era notte, solo un infinito crepuscolo. Aveva fame, aveva sete, ma aveva presto scoperto che quel poco cibo ed acqua che era riuscita a procurarsi non le portavano giovamento anzi, poteva addirittura evitare di mangiare e bere, tanto il tormento non peggiorava. Da molto tempo aveva capito che le ferite che subiva durante un combattimento non sanguinavano e si rimarginavano in fretta, così come accadeva ai suoi avversari: l’unica maniera per sconfiggerli era decapitarli, tutto il resto era inutile.
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Se Kelemvor ha stabilto un luogo di pena per i prati…”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] disse tra sé, mentre riponeva la sua grande spada nel fodero “… è’ sicuramente questo!” concluse.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]In verità, quello che più di tutto non sopportava di questa situazione era il silenzio tra uno scontro e l’altro, silenzio che costringeva la mente, per non impazzire, ad andare a cercare i ricordi seppelliti in lei. Alphen si sedette sul cassero di poppa, con la schiena appoggiata alla ruota del timone: una nuvola dalla forma inusuale le riportò alla mente il volto di Bellany, la piccola elfa che stava per essere venduta come schiava al mercato di Purl nel Dambrath, se non fosse stata vista proprio da lei: fissare per alcuni istanti quegli occhi terrorizzati risvegliò in lei il suo istinto materno; fu così che decise di pagare il prezzo stabilito dal mercante e la prese sotto la sua protezione, accudendola e curandola come una tigre farebbe con il proprio cucciolo, fino a quando Bellany riuscì a superare il suo trauma e decise di rimanere con la sua madre adottiva e la nuova famiglia, la ciurma della Aerannar, affinando le sue capacità come maga della battaglia, per poter anche lei fare la sua parte…
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Sono orgogliosa di lei. Sarebbe stata un’ottima figlia per noi, Erevan!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] pensò, reprimendo un singhiozzo, mentre i suoi ricordi tornavano al suo primo ed unico amore: Erevan il bardo, con il quale aveva lasciato Myth Drannor, per cercare la via che portasse alla dimora ancestrale di tutte le loro genti: Evermeet! Erevan, che sapeva sempre farla ridere quando la vedeva triste o preoccupata, l’eladrin con il quale passò i più begli anni della sua vita, e che le aveva giurato che sarebbe riuscito a toglierle la spada dalle mani per sempre. Erevan, che sacrificò la sua vita per evitare che la sua amata Alphen venisse colpita dai colpi delle balestre di un gruppo di goblin, facendole da scudo col suo corpo, lasciandola nella disperazione più cupa, a piangere per l’amore perduto.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Una figura balzò sul cassero dal ponte di una nave vicina, strappando brutalmente Alphen dai suoi pensieri: aveva scelto il momento sbagliato per aggredire la piratessa: se ne rese conto nell’istante in cui la sua testa ed il suo braccio destro volarono in acqua, troncati da uno dei più terribili fendenti che la eladrin avesse mai vibrato. Gli altri disperati che popolavano quel cimitero di navi si ritrassero istintivamente quando udirono il grido di rabbia e dolore del Cigno del Mare.[/SIZE][/FONT]
Devo ammettere che il Maelstrom è stato poco più di una passeggiata di salute, soprattutto visto quello che ci attendeva dopo. A parte qualche marinaio volato fuori bordo (che poi abbiamo scoperto essere ancora vivi) e Bellany che ha deciso di fare a gara con una trave per vedere chi era più resistente (prevedibilmente ha vinto la trave) procurandosi un trauma cranico da manuale, non c'è stato nulla degno di nota. Appena arenati in quella che poi, con grande giubilo di tutti, abbiamo scoperto essere la Coltre Oscura, abbiamo dato i primi soccorsi ai feriti e approntato un campo. Infine dopo esserci rifocillati ci siamo addentrati nell'unico passaggio che un breve giro di perlustrazione ci aveva portato a scoprire. Man mano che ci addentravamo in esso l'oscurità si faceva sempre più densa, fino a che siamo rimasti completamente al buio. Quando finalmente ho ricominciato a vedere qualcosa mi sono ritrovato......in un labirinto??!! come il proverbiale topo, con l'unica eccezione che probabilmente quest'ultimo se la sarebbe cavata sicuramente meglio di me!! Dopo esserne uscito non so come, il paladino mi ha candidamente fatto notare che per uscire da un labirinto bastava usare una mano e attaccarla al muro senza più staccarla, questo al fine di non perdersi e prima o poi si sarebbe trovata l'uscita. Dal canto mio l'unico modo che avevo per capire dove mi trovavo e in che direzione stavo andando era di seguire gli echi delle mie numerose ingiurie.... Comunque alla fine seppur malconcio ne sono venuto fuori per ritrovarmi immediatamente a soffocare non so bene per che motivo. Poi ho visto unal luce alla fine del passaggio e ho pensato che o ero morto o quella era l'uscita. Fortunatamente la seconda ipotesi si è dimostrata quella corretta. Dopo essermi riunito al gruppo ci siamo trovati davanti ad una specie di golfo pieno di navi incastrate le une sulle altre. Grazie al cannocchiale del capitano e ad un incantesimo di levitazione di Bellany siamo riusciti a trovare la nave che cercavamo, l'unico problema è stato quello di bloccare l'elfa che stava partendo di gran carriera per raggiungere la sua amica che era riuscita a scorgere, con il rischio di essere trasformata in puntaspilli prima di riuscire nel proprio intento. Appellandomi al suo buonsenso sono riuscito a farla desistere da questa folle impresa, anche perchè avevamo notato che le navi brulicavano di persone con intenti non proprio amichevoli. Fortunatamente anche il Cigno ci aveva visti e ci è venuta incontro. Dopo essersi ricongiunte con i proverbiali baci e abbracci abbiamo chiesto a quest'ultima come uscire dalla Coltre Oscura. La risposta li per li sembrava semplice: disincagliare la sua nave e cercare la Fattucchiera che ci indicasse la direzione giusta da seguire. Quando le domandammo chi fosse questa Fattuchiera dalla descrizione (pelle scura con tatuaggi), mi ricordò una persona che avevo visto poco prima di sfuggita durante la nostra arrampicata sulla scogliera. Mentre stavamo pensando a dove cercarla sentii una voce alle mie spalle: era La Fattucchiera! Per buona creanza mi presentai e chiesi a lei di fare altrettanto. La sua risposta fu. "Io sono la Coltre Oscura!!". Ora, sono conosciuto per la mia flemma, ma bisogna ricordarsi che i guerrieri dragonidi sono noti per la loro poca propensione a farsi prendere per i fondelli. Difatti il mio primo istinto è stato quello di afferrare l'ascia bipenne del minotauro (uno dei nostri compagni di sventura) e piantargliela in mezzo agli occhi, ma mi sono trattenuto. Dopo aver sondato un po il terreno mi è sembrato di capire che all'interno di quegli innumerevoli strati di sporco c'era un essere vivente la cui esistenza era intimamente legata alla Coltre Oscura. Ella era qui per proporci un offerta per aiutarci ad uscire da quel luogo. Bene, penso io, ora passo la palla al Paladino e alla Chierica che sono i nostri diplomatici, e questi dove sono? Hanno ben pensato di farsi venire una crisi mistica e si sono rinchiusi nella loro camera a cantare delle litanie....Santa Pazienza che ci vuole con questi due!! A questo punto che si fa? Proviamo a venirne fuori noi come possiamo. Al termine della contrattazione le opzioni sono tre
1) Dargli il frammento che avevamo poc'anzi recuperato
2) Che uno di noi spontaneamente restasse li
3) Che disincagliassimo la nave, uscissimo dal golfo per affrontare l'avversario (e la sua ciurma, che sapemmo essere composta anche dai nostri marinai che erano volati fuori bordo nel Maelstrom: ci sarebbe stata una lotta fratricida) che aveva seguito il Cigno dei Mari fino a questo luogo.
Dopo brevi consultazioni optammo per la terza possibilità, disincagliammo la nave e navigammo verso il nostro oscuro destino. Nel frattempo un pensiero mi balenò alla mente: siamo su una nave di pirati e stiamo andando a scontrarci con una nave i cui occupanti rappresentano la legge: in questo frangente chi sono i buoni e chi i cattivi?
Il mago mentre veleggiavano verso il prossimo scontro si perse nei suoi pensieri.
Raghnild e Sil mi stanno preoccupando di nuovo! Li vedo così distanti e strani, ho provato a parlargli e chiedergli cosa non andasse e loro per tutta risposta si sono rintanati nella cabina del Cigno e si sono messi a salmodiare mentre noi combattevamo per difendere i marinai che liberavano la nave. Per la verità si erano rintanati ben prima tanto è vero che siamo stati costretti a negoziare noi con la Fattucchiera e notoriamente non è che siamo i più diplomatici, alla fine siamo riusciti in ogni caso a spuntare un buon accordo o quantomeno quello più alla nostra portata ovvero distruggere per sopravvivere ma sarà indispensabile che i nostri due compagni non ci abbandonino quando dovremo affrontare lo scontro con l’equipaggio della nave che proverà a sbarrarci la strada, senza l’argine di Sil e le cure di Rag, difficilmente riusciremmo a superare lo scontro senza che qualcuno di noi perda la vita e stavolta il malcapitato sarebbe perduto per sempre (questo prevede il patto con la Fattucchiera).
Un’altra cosa l’aveva preoccupato, il dialogo tra Sil e la Fattucchiera sembrava quasi che il fratello bramasse di sacrificare sé stesso perché gli altri fossero liberi, fortuna che l’accordo era stato già trovato; anche Rag gli dava la stessa impressione sembrava che in qualche modo volessero abbandonare il gruppo, un po’ come quando lui si era opposto alla loro unione anzi forse li percepiva ancora più risoluti; ma perché cosa li aveva portati a questa decisione, pensavano forse di essere un peso o un pericolo per il gruppo? Niente di più sbagliato! Erano stanchi di combattere? Non Sil e neppure Rag erano entrambi troppo battaglieri e risoluti! Non poteva credere che l’incontro o presunto tale avuto con Shar li abbia così fiaccati nella loro determinazione e fede; quei due erano le persone più risolute, testarde e piene di fede che avesse mai incontrato, erano ormai celebri le persecuzioni e le pressioni a cui sottoponevano l’intero gruppo (per non parlare dei poveri familiari a cui la razione era perlomeno doppia) in nome delle loro divinità, non era neanche lontanamente pensabile che un incontro per quanto traumatico per quanto rischioso li potesse far vacillare. Forse era l’influsso della Coltre Oscura, perciò urgeva uscire al più presto.
E se nel prossimo cimento si fossero trovati nella Selva Fatata? Quel pensiero comparve improvvisamente nella mente del mago, cosa sarebbe successo? Non si sarebbe stupito visto che la Coltre era stata da loro visitata sia ai bordi che dentro; forse una simile destinazione li avrebbe fatti perdere e forse non solo loro ma anche lui stesso, del resto avevano anche pensato se non fosse stato opportuno far partorire Rag nel reame fatato assistita dall’elite del suo popolo e si stava studiando un modo per recarvisi una volta aiutato l’ambasciatore a compiere il suo destino di prescelto. Sune non voglia che succeda una cosa simile.
Il mago costrinse la sua mente a distogliersi da quei pensieri e decise di ritirarsi all’interno della nave per riposarsi e prepararsi all’imminente scontro.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il Cigno del Mare osservava compiaciuta il lavoro fatto dal suo nuovo equipaggio: liberare la Aerannar era stato un lavoraccio immane, ma ora la nave galleggiava libera, pronta ad uscire dalla baia, anche se, al ritorno a casa, avrebbe avuto bisogno di riparare in un porto sicuro per effettuare una serie di lavori; una cosa sola mancava ancora. Salì sul cassero di poppa, mettendosi a metà strada dai due fanali, sganciò dalla spalla il fodero della spada che le scivolò sul fianco ed estrasse l’arma, che alzò sopra la sua testa:
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Uomini del mare!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] gridò, rivolgendosi agli equipaggi delle altre navi in rovina “Come vedete, la mia nave è libera! Io ed i miei uomini andiamo ad affrontare l’ultimo avversario, l’ultimo ostacolo che si erge tra noi e la libertà! Preferiamo morire combattendo, piuttosto che restare qui a marcire per l’eternità!” Alphen tacque un momento, per dare tempo a chi l’aveva udita di capire, poi riprese:
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Ascoltatemi! Voglio offrire anche a chi di voi avrà il coraggio di seguirmi la stessa possibilità! Unitevi a me e ai miei uomini! Non posso promettervi che riusciremo, ma di sicuro combatteremo fino all’ultimo! Se vinceremo, il premio sarà la libertà!”
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]La corsara attese ancora alcuni istanti, poi chiese a gran voce: “Chi viene con me?”
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Io vengo!”[/FONT][FONT=Comic Sans MS] le rispose qualcuno da due navi più in là sulla sua destra… “Anche noi!” risposero altri.
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]In tutto, una ventina di uomini si unì all’equipaggio della Vagabonda dei Mari. Dopo averli accolti a bordo, Alphen si girò verso la Fattucchiera, rivolgendole un sorriso di sfida; quest’ultima, per tutta risposta, le rivolse a sua volta un ghigno sinistro, commentando tra sé:
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]“Astuto, Cigno del Mare! Cerchi di diminuire i rischi per le persone a cui tieni, imbarcando sulla tua nave della gente di cui non ti importa nulla, per gettarla in pasto al tuo nemico! Un atto degno di una pirata par tuo!”[/SIZE][/FONT]
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[FONT=Arial][SIZE=2]Sil-Oré stava in piedi sul castello di poppa della Aerannar, o di quello che ne rimaneva. [/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Il ponte ferveva di attività frenetiche, i marinai superstiti della nave del capitano Charan operavano alacremente per liberare il possente trimarano dalla stretta delle navi che la circondavano, guardati e difesi dai loro compagni di ventura.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]Graf von Bek, Roghart e Aralk fremevano dal desiderio di incrociare le loro armi con i predoni delle altre navi, perfino Draugcaran sembrava impaziente di scatenare i suoi poteri arcani su quei relitti umani resi pazzi dalla permanenza in quel ambiente alieno che è conosciuto con il nome Coltre Oscura.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]Mi preoccupa la sete di combattimento di Draug! Da quando siamo nella Coltre Oscura in qualche modo è cambiato. Il pensiero li venne spontaneo mentre osservava il suo gemello attendere con una luce bramosa nello sguardo, gli sfortunati che avessero osato attaccarlo.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]Preoccupato volse lo sguardo al suo fianco, dove Ragnhild, altrettanto preoccupata, fissava quello scenario di puro caos che li avvolgeva. [/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]La ristretta laguna, dove erano giunti, era zeppa di vascelli di varie nazioni e razze, tutti impossibilitati a muoversi e liberarsi per raggiungere il mare aperto.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]Sil lesse nello sguardo di Ragnhild la stessa identica preoccupazione per la battaglia imminente e per lo spreco di vite che sarebbe seguito. La capitana lady Alphen della Aerannar era stata categorica, nessuno di quegli uomini avrebbe sentito ragioni. Avrebbero attaccato contro ogni logica e ogni preghiera, combattendo fino al ultimo sangue e al ultimo uomo.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Ciononostante era suo dovere fare almeno un tentativo di parlamentare con loro, qualcuno forse poteva essere ancora salvato, tornò ad osservare la laguna e il caos che vi regnava, determinato almeno a provare.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]Improvvisamente la sua visione venne offuscata e il buio l’avvolse. Si ritrovò solo, sulla sommità di una collina brulla, circondato da un cielo stellato, una voce risuonò su tutto quello che lo circondava, permeandolo.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Bene, quanto rispetto per le vite di quelle creature inferiori.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Era una voce dolce, eppure venata di sottile malizia. Lo sguardo di Sil-Oré sciabolò intorno alla ricerca della fonte di quella voce ultraterrena.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Chi è che parla? Mostrati.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Una bellissima donna dai lunghi capelli corvini si materializzò dal buio che lo circondava. Sembrava essere umana, elfa, eladrin e di cento altre razze. Gli si avvicinò rivolgendogli un sorriso cortese restando in silenzio.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Con chi ho il piacere di parlare, leggiadra fanciulla? [/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Sil fece un gesto con la mano e un mezzo inchino, che riservava di solito per le belle fanciulle, anche se nella Coltre Oscura la bellezza poteva essere ingannevole. [/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Il mio nome è Shar e sono la signora di questo reame .— Rispose la sconosciuta, mentre una stretta di gelo invase il cuore di Sil-Oré — Come mai un paladino di Sune è giunto nella mia casa? Cosa ha spinto una creatura che apprezza la bellezza in tutte le sue forme, a raggiungere questo luogo triste e oscuro?[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Dentro Sil si scatenarono violente emozioni contrastanti, da prima il timore per la sua vita, poi il rancore e il desiderio di uccidere prese il sopravento, ma nell'istante che la sua mano corse alla spada si rese conto di essere disarmato e di non indossare più la sua armatura. Fece appello a tutta la sua freddezza e rispose con calma.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Perché tergiversi con me, Dea della notte? Cosa ti trattiene dal uccidermi all'istante?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Curiosità, semplice curiosità. — il tono della divina interlocutrice era tranquillo, scherzoso — Voglio capire le ragioni della tua presenza in questo luogo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Per salvare un eladrin della mia stirpe.— Rispose con qualche difficoltà Sil [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Un compito rischioso. Se ti riferisci alla capitana della nave di cui siete ospiti. Di certo avrai potuto apprezzare gli effetti di questo mondo su di lei.— le ultime parole erano state pronunciate con un tono di diabolico compiacimento.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Lei è un membro della famiglia reale. La missione vale il rischio. — rispose secco chiedendosi cosa Shar volesse da lui.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Quei effetti potrebbero diffondersi anche su di te. La tua bellezza verrebbe offuscata come quella dei tuoi compagni.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Non resteremo qui molto a lungo, Signora .— Rispose acquisendo fiducia nelle parole.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Ne sei sicuro, nobile paladino? Tu non puoi conoscere il futuro e non sai quello che succederà.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Sil ora la guardava con sfida certo della sua fede nel cuore — Nemmeno tu puoi sapere quello che potrebbe succedere decidendo di intrometterti nel mio destino o in quello dei miei compagni.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Non ne ho alcuna intenzione. Volevo solo parlare.— rispose Shar sorridendo a quelle dimostrazioni di ostilità.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Ciononostante — riprese Sil-Oré — tu minacci me e miei compagni. Non avrai intenzione di incorrere nelle ire della mia Signora Sune?[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Shar soffocò un leggero riso alle forti parole di Sil-Oré — Ora credo che tu la stia sopravalutando, la tua Signora ha molti servitori. Uno più, uno meno, farebbe poca differenza. E poi è troppo occupata a pettinare i suoi fulvi capelli per prestare attenzione a te.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Arial]Sil- Oré strinse la mani a pugno in preda all'ira per l'offesa a Sune ma rispose con calore— Sei tu a sbagliarti, Signora oscura. La mia signora ha a cuore tutti i suoi accoliti e per ognuno di loro ha un destino in serbo.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— La tua fede è encomiabile ma…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Vediamo di arrivare al dunque.— la interruppe brusco —Cosa vuoi da me?[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Gli occhi di Shar si fecero più scuri, alzò una mano e puntò un dito contro il petto di Sil-Oré — Potrei rispondere: Tè![/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Pensi di poter corrompere la mia fede?— Sil ora la guardava incredulo per quello che aveva appena udito.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Si, lo penso!— rispose Shar tranquillamente[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Come?— rispose Sil cominciando a intuire le intenzioni di Shar[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Potrei offrirti quanto di più bello esiste al mondo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Questo io già lo possiedo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Davvero?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Si! — rispose convinto[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Arial]Shar agitò lievemente una mano nell’aria e una lucente immagine di Ragnhild si materializzò di fronte a lei, gli occhi di Sil-Oré si focalizzarono su quella visione.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Potrei prolungare la vita della tua amata, così da renderla quasi immortale, simile alla tua.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Questo non lo desidero e non lo vorrebbe neanche lei, con simili condizioni.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Potrei rendere entrambi immortali e farvi assurgere al rango di semidei e sareste al mio servizio, al servizio di una delle più potenti divinità del Pantheon.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Dovresti corrompere anche la sua di fede, un compito eccessivo anche per te.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Dici? Sei molto convinto della tua amata. Ma proprio per questo ho intenzione di provarci.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Provaci! Non smuoverai la sua fede. — rispose con calore.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Ne sei certo Paladino?[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Si lo sono! Tanto da prometterti che se riuscirai a corrompere la fede di Ragnhild, per l’amore che le porto, io la seguirò[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2]— Così sia, nobile paladino. Vedremo se la vostra fede è forte come il vostro amore.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Georgia][SIZE=1]Scritto a due mani da Corian & Rinil[/SIZE][/FONT]
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Ragnhild era vicina al suo amato mentre poco più sotto stava per scatenarsi la battaglia, stringeva la forte mano di Sil-Oré, a un certo punto le sembrò che la presa di lui si intensificasse. Fu un istante, poi l'oscurità l’avvolse e si ritrovò da sola sulla sommità di una collina circondata da un cielo stellato.
Sembrava la versione oscura di un sogno che aveva fatto poche settimane prima, ma quel posto invece di infonderle pace e armonia, le incuteva paura e inquietudine.
Si volse istintivamente a cercare il suo amato.— Sil! Dove sei? Dove siamo qui?
Una voce incorporea le rispose.
— Tranquillizzati, il tuo amato non è lontano e tra poco potrai riunirti a lui.
— Chi sei? Dove sei?
La voce si fece sentire di nuovo questa volta dalle sue spalle
— Benvenuta nel mio regno, figlia di Chauntea.
Ragnhild si volse di scatto, una bellissima donna dalle lunghe chiome corvine come la notte la stava osservando, un dolce sorriso disegnato sul volto.
Ragnhild rimase sorpresa e sulle prime pensò si trattasse della regina dei morti, chinò lievemente la testa e la salutò con deferenza — I miei rispetti Regina Corvo.
Il sorriso sul volto della donna si ampliò e rispose — Non sono lei, il mio nome è Shar e sono la signora di questo regno.
Ragnhild sentì il cuore saltare un battito, ora che la osservava meglio poteva riconoscerla. Si sentì una stupida ad aver fatto confusione con l'altra divinità
— Che… che cosa desiderate?
— Non devi temermi, non ho intenzione di farti del male. Volevo solo parlare, capire cosa spinge una devota di mia sorella Chauntea in questi luoghi.
Ragnhild era ancora agitata per la precedente confusione, tentò di rispondere, mentre sentiva la sua gola farsi secca per l’emozione.
— Siamo… siamo stati coinvolti in qualcosa di… di più grande di noi…
— Calmati, ragazza. Non essere agitata.
— Scusatemi, Signora. Non è facile parlare con una divinità. Le dirò, in tutta sincerità, che siamo stati coinvolti in un impresa forse al di sopra delle nostre forze. Siamo alla ricerca di antichi artefatti del impero Mulhorand. Uno dei quali è a bordo della nave su cui siamo saliti.
— Perché cercate quegli oggetti?
— La nostra speranza è: che una volta riuniti i quattro oggetti di cui siamo alla ricerca, essi possano darci un arma contro il nostro persecutore. Il suo nome è Nezram.
— Detto anche il pellegrino dei mondi.
Ragnhild, acquistato un po’ di coraggio, continuò con la sua spiegazione — Proprio lui. Sfortunatamente egli ha deciso di perseguitarci. Ci siamo intromessi nei suoi piani e ora dobbiamo trovare il modo per difenderci da lui, altrimenti egli potrebbe minacciare noi o le vite dei nostri cari. Queste sono le uniche cose che so, questa è l’unica speranza racchiusa nel mio cuore.
Shar rimase in silenzio per qualche secondo mentre i suoi occhi, scuri come la notte, sondavano il volto di Ragnhild, ancora pallido per l’emozione.
— Sei stata incredibilmente sincera, figlia di Chauntea. Eppure sento che non hai detto tutto.
Ragnhild si maledisse in silenzio per la sua incapacità di mantenere a freno le sue emozioni e per farle trasparire così facilmente. Rivolgendo una fugace preghiera alla sua Dea, riprese le fila del discorso e si augurò di essere convincente
— Nel mio cuore ci sono molte domande e non tutte le cose in cui siamo coinvolti mi sono note, Signora.
— Allora poni le tue domande e io, nei limiti del possibile, ti risponderò
A Ragnhild non sembrò vero di essere riuscita a tergiversare con una simile interlocutrice, raccolse tutte le sue idee e iniziò a formulare una domanda
— Una delle domande che martella nella mia mente è: Perché Nezram vuole distruggere L’Imaskar? Perché vuole sconvolgere in questo modo gli equilibri che si sono creati?
— Perché lui non crede che la piaga magica sia stata la causa della caduta di quella che era la sua patria. Egli crede che gli Imaskarani abbiano messo a ferro e fuoco il Mulhorand, riappropriandosi della terra che molti secoli fa apparteneva loro.
— Ma ora esiste un equilibrio, molti Mulhorandi vivono in pace accanto agli Imaskari. Perché generare odio fra le due etnie?
— L’odio non sparisce del tutto, può essere più forte o più debole. L’odio non muore mai. — Nel dire queste parole, Shar sembrò trasfigurarsi, quasi che la forza di quelle parole influenzasse anche la sua forma attuale.
Ragnhild cercò di mantenere la sua mente lucida e continuò con la sua linea di pensiero.
— Ma questo scatenerà una guerra civile che provocherà migliaia di morti. E' per questo motivo che ci opponiamo alle sue mire.
Shar divenne improvvisamente seria e silenziosa, poi riprese a parlare con calma glaciale.
— Quel uomo è un pazzo. Il suo intendimento va ben al di là dal restaurare l’antico Mulhorand. Nel caso non ve ne siate accorti, le vostre azioni potrebbero riportare in vita il più potente Dio del Phanteon Mulhorand. — L’ultima frase venne pronunciata con tono quasi accusatorio e Ragnhild rimase per un momento quasi senza parole.
Questa era la stessa cosa che anche Ra-Male aveva detto loro e aveva aggiunto che il sogno di Nezram era di trasformare Sil-Oré e lei stessa nei primi supremi sacerdoti della divinità rediviva.
— Dite che attraverso questi quattro oggetti Horus Re riprenderà vita? — Ragnhild cercò di dare il massimo di enfasi a questa sua domanda
— Attraverso loro e la pergamena che vi guida. — Fu la risposta laconica della Dea della notte.
— Oh Dea, questo significherebbe…
Shar la interruppe — Sarebbe un problema anche per noi Dei. Coloro che muoiono, siano elfi, eladrin, umani o Dei, devono rimanere tali. E’ nell’ordine naturale delle cose. — Così dicendo, Shar iniziò ad avvicinarsi a Ragnhild e continuò, addolcendo il tono della voce, rendendola quasi melliflua — Io posso aiutarvi, ma dovrete aver fiducia in me.
Ragnhild si sentiva confusa. Niente di quello che aveva imparato sul conto di Shar sembrava corrispondere a quella gentile creatura che ora, davanti a lei, offriva spontaneamente il suo aiuto, per alleviare le loro difficoltà. Un’ondata di emozioni contrastanti si agitava in lei, il desiderio di veder risolti, come per incanto, tutti i loro problemi era grande ma qualcosa la stava frenando. Balbettò qualche parola nel tentativo di focalizzare le sue intenzioni.
— Perdonatemi… ma a questo punto è difficile…
— Difficile, ma non impossibile. Si tratta di aver fede. — Shar infuse tutta la dolcezza di cui era capace in quelle parole, mentre tendeva le sue mani verso Ragnhild con fare quasi materno.
Quel gesto richiamò alla mente di Ragnhild, ricordi che credeva dimenticati. Alla figura di Shar si sovrapposero altre figure ancora vivide nella sua mente. Vide sua madre mentre le sorrideva gentile, vide la madre superiora del suo monastero mentre le insegnava, vide il volto di Sil-Oré che la guardava con occhi pieni di amore. Qualcosa sembrò spezzarsi e ora poteva vedere l’inganno dietro la gentile offerta di aiuto della Signora del buio. Un coraggio e una determinazione improvvisi la invasero, le parole successive uscirono dalla sua bocca quasi senza che lei le pensasse.
— Perdonatemi, ma non posso. Io sono e rimarrò fedele alla Dea Madre. Se foste stata la mia Dea, non avrei esitato un istante, ma voi non lo siete e io non posso.
Shar fece ricadere le sue mani lungo i fianchi e la sua voce divenne gelida — Accetto la tua scelta.
— Non sentitevi offesa, Signora oscura. Ho iniziato questa storia assieme ai miei amici e assieme a loro la porterò a termine, assumendomi tutti i rischi e gli oneri.
Shar inarcò un sopra ciglio e replico alle scuse di Ragnhild con alterigia — Non la considero un offesa, sappi solo che probabilmente con questo rifiuto hai condannato a morte te e tutte le persone che ami.
Con queste terribili parole che rimbombavano ancora nelle sue orecchie, Ragnhild si ritrovò sul il ponte della Aerannar. Shar non c’era più, ma la paura e la disperazione che avevano suscitato erano ancora nel suo cuore.
Scritto a due mani da Corian e Rinil
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[SIZE=2]Da quando eravamo scesi dentro il gorgo per finire diritti nella Coltre Oscura,avevo percepito[/SIZE]
[SIZE=2]dei cambiamenti dentro di me.Riuscivo a ragionare con molta più calma e reagivo con diplomazia,quando invece quegli stessi discorsi o gesti non avrebbero esitato da essere commentati in aspro modo.Allo stesso tempo i miei compagni,avevano reazioni che erano l'esatto opposto di quello che avevano sempre mostrato ed evidentemente non se ne accorgevano nemmeno,parlavano di tortura e omicidio con una calma sconvolgente.[/SIZE]
[SIZE=2]Forse l'unica spiegazione era che io avevo conosciuto meglio me stesso di quanto gli stessi gemelli eladrin e gli altri avevano conosciuto di se stessi nella loro vita.[/SIZE]
[SIZE=2]"E' questo posto"mormorai tra me e me"tira fuori il peggio e il meglio di ciascuno di noi,forse è questo il mio posto".[/SIZE]
[SIZE=2]Per la prima volta mi sentivo in pace con me stesso.[/SIZE]
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A Ragnhild sembrò, che la nave fosse di nuovo preda del gorgo che li aveva portati in quella terra maledetta. Le gambe le cedettero mentre una sensazione di nausea le risaliva dallo stomaco. Sentì il braccio di Sil-Oré sostenerla, poi lui la strinse forte al petto, ma anche attraverso il possente usbergo poteva sentire che anche lui tremava.
Alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono, lo sguardo di Sil era pieno di paura e commozione mescolati assieme.
— Oh Dea! Anche tu…? — gli chiese.
Il volto di Sil-Oré era teso, il tono con cui rispose era basso e lugubre — Si mia rosa. Anch’io, ho incontrato la Signora oscura, ed è per colpa mia se hai dovuto incontrala anche tu! Scusami mia amata, se lei ti ha sconvolto, ma io ero sicuro che la tua fede non sarebbe venuta mai meno, altrimenti ora entrambi saremmo perduti.
— Che cosa intendi dire con queste parole Sil'? Cosa ti ha detto Shar ?
—Lei voleva che io abiurassi Sune per divenire un suo servitore, mi ha offerto la cosa più bella al mondo ma io già la possiedo ed è il tuo amore, allora ha cercato di alettarmi con la vita quasi eterna per te. Ma sapevo che tu non avresti mai accettato a simili condizioni, e nemmeno io avrei mai potuto accettare una cosa simile — Sil-Oré tacque.
— Sil... non occorre che continui se la cosa …
— No — la interruppe — devi sapere — continuò — Ha creato dal nulla una tua immagine, il mio cuore ha temuto per la tua vita, ma lei voleva solo dirmi che entrambi avremmo potuto essere i suoi primi servitori, elevati al rango di semidei al suo fianco se l’avessimo servita, e io temendo che decidesse di minacciare la tua vita, le ho risposto che mai sarebbe riuscita a farti cedere, e che ero tanto sicuro di te, da giurare che se tu avessi ceduto alle sue lusinghe, io ti avrei seguita.
— Ho Sil! che cosa incosciente hai fatto, lei ha usato molti mezzi per farmi cedere e per un attimo il mio cuore è stato sul punto di capitolare. Ma è stato solo un attimo.
Sil le accarezzo i capelli in un gesto amorevole — non importa, l'importante è che tu non abbia ceduto, come sapevo che sarebbe successo. Ma in quello che ti ha detto c’è molto di più non è vero?
— Si è così, lei ci ha condannati. Per causa nostra tutti i nostri amici sono in pericolo, temo che non ci lascerà mai uscire dal suo regno.
— Cosa possiamo fare noi contro una Dea? E già molto se siamo ancora in vita — Sil la lasciò andare con aria disperata.
Ragnhild lo abbracciò forte — l'unica cosa che possiamo fare è pregare le nostre Dee affinché ci aiutino.
Sil-Oré e Ragnhild erano talmente sconvolti da non accorgersi che gli altri si erano riuniti attorno a loro, Draugcaran aveva persino usato la voce fantasma per attirare l'attenzione di suo fratello ma senza risultato.
Quando finalmente Sil si accorse di lui lo avvicino veloce — Smettila con le tue buffonate!— lo apostrofò duro — non ho tempo per i tuoi giochetti. Siamo tutti in grave pericolo.
— Di che pericolo stai parlando Sil? Io e gli altri, se non te ne fossi accorto, ci siamo già occupati dei problemi — Rispose Draugcaran indicando la zona della nave di destra dove c'erano evidenti segni di uno scontro. — Mentre non mi pare che tu ti sia dato molto da fare stando qui a parlare con Ragnhild.
— Io è Ragnhild abbiamo avuto un diverso genere di incontro. Abbiamo incontrato la Signora Oscura la Dea Shar.
— Shar? cosa c’entra Shar con....
— La Signora Oscura — lo interruppe Sil-Oré — voleva che io e Ragnhild la servissimo, e siccome ovviamente abbiamo rifiutato, ora ci troviamo tutti in pericolo, Lei non permetterà mai che noi lasciamo la Coltre Oscura.
— Di che vai parlando Sil? — riprese Draugcaran — lascia stare gli Dei e vieni a darci una mano sull'altro lato della nave, dobbiamo liberare lo scafo per andarcene.
Sil Oré non rispose si limitò a porgere il braccio a Ragnhild — vieni mia rosa troviamo un posto sicuro per pregare le nostre Dee.
Ragnhild assentì con il capo accettando il braccio di Sil, rivolgendo uno sguardo di disapprovazione verso Draugcaran, insieme si diressero verso la cabina della comandante Alphen.
— Preti! — le parole uscirono dalla bocca di Draugcaran senza che se ne rendesse conto — non sanno fare altro che pregare. Venite andiamo a liberare l'altro lato dello scafo — disse rivolto ai compagni e incamminandosi nella direzione opposta.
Sil-Oré si fermo un attimo prima di entrare nella cabina, osservò il fratello che insieme agli altri si preparava per un nuovo scontro, Scosse il capo con tristezza. Dea che effetti nefasti ha questo luogo sugli altri, corrompe sia il fisico che la mente. Posso solo sperare che Sune ci protegga .
Ragnhild s’avvide dello sguardo triste con cui Sil-Oré osservava suo fratello. Posò delicatamente una mano sulla spalla dell’amore della sua vita
— Non prendertela, Sil. Quello che ha detto non lo pensa veramente e ora dobbiamo liberare i nostri cuori da ogni dubbio e ogni forma di rancore, perché le nostre preghiere possano raggiungere ed essere gradite alle nostre Dee.
Sil, la guardò con ammirazione, entrarono assieme nella cabina e un attimo dopo le loro voci si innalzarono in un inno alla Dea della natura mescolato all'inno della Dea della bellezza.
[SIZE=1]Scritto a due mani da Corian&Rinil[/SIZE]
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