D&D 4.0: Il tempio ai confini del mondo | Advanced Dungeons & Dragons e 3.5 | Forum

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D&D 4.0: Il tempio ai confini del mondo
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1
Ottobre 16, 2009 - 1:56 pm

[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Dopo l’ultimo incontro dei fedeli alla chiesa di Bane nell’Alto Imaskar, Il sacerdote Asdroggar stava ritornando ai suoi alloggi, e si muoveva con una certa fretta. Per tutto il giorno aveva avuto la sgradevole sensazione di essere osservato e percepiva che una fonte di potere, o una persona dotata di potere era nelle vicinanze.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Velocemente, raggiunse la sua stanza e si chiuse dentro a chiave. Diede un sospiro, si voltò ed il cuore gli sobbalzò in petto! Davanti a lui stava la figura di un uomo alto e robusto, il cui volto era nascosto per metà dal cappuccio di un mantello stinto dal tempo e dalle intemperie. Asdroggar vide comunque che la pelle dell’uomo era abbronzata ed il mento era incorniciato da una barba a pizzetto un po’ lunga e bianca come la brina.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ti saluto, Asdroggar, fedele servitore di Bane…” gli si rivolse lo sconosciuto “Ti cercavo da un po’ di tempo perché ho una proposta da farti.”[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il Banita si eresse sulla persona, ma anche così non riusciva a superare l’altezza del suo interlocutore. Preparandosi per ogni evenienza, replicò: “Io servo soltanto il signore nero! La sua volontà e la mia! E tu farai meglio a dirmi chi sei prima ch…” la sua tirata era stata bloccata con un gesto dal suo antagonista. Asdroggar riusciva a stento a respirare, mentre qualcosa che lui non vedeva gli teneva bloccata la gola.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Chi sono io?” Riprese con voce calma la misteriosa figura, apparentemente per nulla turbata o intimorita dal chierico, che annaspava in cerca d’aria “Io sono il pellegrino dei mondi! Io ho viaggiato attraverso tutti i mondi al di là di questo. Ho visto la coltre oscura e la selva fatata, il caos primordiale ed il mare astrale, fino agiungere alla città di Sigil! Ho ammirato con i miei occhi le mura di ferro della fortezza del tuo dio a Chernoggar. Puoi tu dire altrettanto?” Asdroggar, oramai cianotico, si rotolava per terra nel vano tentativo di respirare. Il banita riprese a respirare normalmente dopo che il pellegrino dei mondi rilasciò la presa, dopodichè questi continuò: “No, non credo vero? E allora ascolta! Si dia il caso che i miei piani attuali coincidano in buona parte con i dettami del tuo signore, perciò ti propongo un’alleanza tra noi due: tu aiuti me ed io aiuto te.”[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Asdroggar, che aveva oramai rifiatato, si rimise in piedi e chiese: “In che modo posso aiutarti, pellegrino dei mondi?” Quest’ultimo sorrise soddisfatto:[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Io miro alla distruzione dell’Alto Imaskar!” disse “Ma non è un compito facile. Ho degli alleati che potrebbero rivelarsi preziosi anche per i tuoi scopi, ma sono pochi ed il compito immane. L’imperatrice oramai è molto vecchia… e potrebbe morire prima di nominare un successore, facendo precipitare il suo regno nel caos e nell’anarchia. Sto facendo in modo di rallentare questa nomina il più possibile, ma non posso affrontare a viso aperto i suoi ministri, non ancora almeno. Ho pensato che un conflitto con una nazione vicina sarebbe utile allo scopo ed attirerebbe su di te il favore del tuo dio, quando si saprà che il tutto è stato orchestrato da te. Però ho bisogno di appoggiarmi alla rete dei tuoi discepoli per aumentare le mie capacità di azione!”[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Gli occhi si Asdroggar brillavano mentre il pellegrino dei mondi parlava: la sua ambizione ed i suoi piani erano degni dell’attenzione della chiesa di Bane, e le possibili conseguenze… della sua, per ora almeno: “Dimmi di più” lo sollecitò."[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Il pellegrino dei mondi sorrise e riprese: “Innanzitutto, ho bisogno di far giungere un messaggio ad un tuo insospettabile fedele…”[/SIZE][/FONT]

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2
Ottobre 21, 2009 - 3:55 pm

[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Teris Anima d Vento passeggiava tranquilla lungo i moli secondari del porto di Airspur. Il sole era tramontato da un po’, ma lei non aveva fretta. Quella sera non si sarebbe esibita nella taverna della sua amica Valeris Burnheart e quindi se la stava prendendo comoda, dopo aver fatto da intermediaria di una transazione non proprio lecita con Jan, il capo della gilda degli ormeggiatori. Mentre fissava l’immensità del Mare delle Stelle Cadute, ripensava all’incontro, avvenuto due giorni prima, con Teal’C, un eladrin avventuriero che aveva incontrato tempo prima assieme ai cugini di lui e ad una donna umana, il quale, di ritorno a casa sua, le aveva portato i saluti dei suoi compagni di allora. Ricordava che le era stato chiesto di vegliare su di loro da un robusto Tiefling di nome Naerus… Teris si era comunque divertita a giocare un po’ con loro, soprattutto con il mago del gruppo… Strano, di tutti loro il volto di quell’eladrin era quello che più le era rimasto in mente. Con un sospiro, allontanò da sé quei pesieri e, osservando le stelle riflesse nell’acqua pensò: “Chissà, forse un giorno partirò anche io…"[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]L’attacco la colse completamente di sorpresa e alle spalle… Teris venne colpita da una strana folgore di luce violacea, che la lasciò a terra dolorante. Quando riuscì ad alzare lo sguardo, vide una donna dalla pelle estremamente chiara, così come i capelli, che la stava fissando con un sorriso maligno sulle labbra. La donna indossava un vestito in stile genasi il quale però, anziché lasciare scoperte le eleganti linee del potere insito in ciascuno di quegli esseri, evidenziava degli strani, arcani tatuaggi, che ornavano parzialmente il corpo della donna. Uno dei tatuaggi si illuminò all’improvviso ed il corpo della donna venne rivestito quasi interamente da un velo di brina scura.
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Teris cercò di scuotersi dallo stordimento e reagì, scagliando addosso alla sconosciuta un potente colpo di vento, intriso del potere della sua rabbia. L’avversaria si piegò in due a quell’attacco, con il velo di brina che quasi le venne soffiato via dal corpo, ma si riprese prontamente, così come il suo velo protettivo che si riconsolidò subito.
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ricordati che ci serve viva” disse una voce maschile proveniente da un oscuro angolo vicino a quella baraonda. Annuendo, l’avversaria della genasi la colpì nuovamente con una delle sue folgori violacee… Teris urlò sussultando in preda ai dolori che l’energia necrotica dei colpi dell’avversaria le procuravano. Sofferente, stordita, incapace ad organizzare un contrattacco degno di questo nome, l’Anima di Vento mancò un attacco e poi subì due durissimi colpi, accasciandosi al suolo, oramai allo stremo delle forze… la sua avversaria le si avvicinò: emanava un freddo intenso che risultava quasi insopportabile per Teris.
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]La strega avvicinò la sua mano, con il palmo rivolto verso di lei e, immediatamente, uno strano raggio nero si sprigionò dal palmo stesso, colpendola al cuore, La genasi sentì il freddo farsi strada in lei, mentre le forze le venivano meno… Colta dal panico, prima di svenire, Ters urlò “NO” e istintivamente scagliò a bruciapelo il suo attacco più potente!
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il rombo che seguì fu assordante… tutti gli oggetti ed i detriti non troppo pesanti volarono in tutte le direzioni, alcuni conficcandosi anche nei muri, quando l’aria si precipitò a riempire il vuoto dell’impolosione creata da Teris, espandendosi violentemente subito dopo.
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]L’uomo che era rimasto nascosto nell’ombra si rialzò a fatica, scuotendo la testa per scacciare lo stordimento: riusciva a udire ancora qualcosa, anche se aveva l’impressione che qualcuno gli avesse infilato la testa in un nido di vespe. Era stato colpito dall’onda d’urto che lo aveva sbattuto sul muro sul quale si appoggiava, e poi alcuni oggetti gli erano finiti addosso. Non aveva ferite né nulla di rotto, anche se aveva l’impressione di esser stato preso a pugni.
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Istintivamente sguainò la spada e si avvicinò al punto dove le due femmine stavano lottando alcuni istanti prima… qualunque cosa avesse fatto la genasi, aveva scagliato le due donne ad una certa distanza l’una dall’altra. L’uomo si avvicinò alla femmina umana: era priva di coscienza, respirava, ma perdeva sangue dal naso, dagli occhi e dalle orecchie. Egli rivolse quindi la sua attenzione alla genasi, della quale si vedevano soltanto le gambe spuntare da una parete di legno di un magazzino, probabilmente sfondata dalla detonazione. Non appena mosse un passo in direzione di Teris, una voce femminile carica di collera intimò: “Lascia cadere quella spada, uomo! Altrimenti te la fonderò tra le mani!”
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Contemporaneamente un’altra figura si frappose tra lui e la genasi a terra e, un istante dopo, un’aura di fiamme avvolse la figura che aveva parlato. Non gli ci volle molto per riconoscere in lei Valeris Burnheart, la migliore amica di Teris. L’uomo si afrettò ad ubbidire. Sudando copiosamente a causa del calore emanato da Valeris, ma mantenendo un ammirevole autocontrollo, l’uomo provò a blandirla:
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Uno scontro tra noi due potrebbe rivelarsi interessante, ma potrebbe durare molto… la tua amica e mia sorella hanno entrambe bisogno di aiuto, perciò ti propongo una tregua. Tu ti prendi cura di lei e io prendo mia sorella e me ne vado. Ti do la mia parola che non ne approfitterò per attaccarti alle spalle…” L’uomo fece una pausa per lasciare che l’Anima di Fuoco riflettesse sulla sua offerta poi, quando Valeris estinse la sua aura e si chinò per aiutare l’amica, lentamente egli raccolse la sorella ancora esanime ed iniziò lentamente ad indietreggiare.
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Una volta lontano a sufficienza, avvertendo che alcune persone si stavano avvicinando, schioccò le dita e la sua spada gli ritornò in mano, rivelando così la sua natura di Magospada; dopo aver rinfoderato l’arma, si rivolse un’ultima volta alla genasi di fuoco: “Adesso ce ne andiamo! Ti consiglio di non mandarci dietro degli inseguitori, se non vuoi essere responsabile della loro morte!”
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ciò detto, i due scomparvero tra i vicoli del porto.
[/SIZE][/FONT]

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3
Ottobre 21, 2009 - 4:13 pm

[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]Draugcaran si riscosse di colpo dalla sua meditazione...[/SIZE][/FONT]
[FONT=Comic Sans MS][SIZE=2]L'mmagine del volto sofferente di Teris, la sensazione di provare il suo dolore ed il suo "NO" disperato lo avevano strappato dal suo giusto riposo...[/SIZE][/FONT]

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Ottobre 26, 2009 - 4:58 pm

Il mago si alzò di scatto in preda ad un senso di urgenza e frenesia che gli impediva di ragionare sapeva solo che doveva muoversi …… e così fece … … si precipito fuori dalla propria stanza per entrare come una furia nella stanza del fratello …… facendo letteralmente sobbalzare il povero malcapitato dalla sua meditazione…… gridandogli Spark! Spark! mi è successa una cosa incredibile !!!! Ho avuto un incubo!!!! Teris ho percepito che soffriva, ho provato il suo dolore e poi un grido disperato un NO secco e poi più nulla, l’ho come persa !!! Sai benissimo che non ho poteri di chiaroveggenze e che normalmente non eladrin non sogniamo e poi io sono certo che la cosa fosse reale e che stesse avvenendo nello stesso momento in cui l’ho percepita…… dobbiamo fare qualcosa …… non stare lì impalato vestiti e corriamo alla scuola di magia forse lì sapranno darci una spiegazione …… e così facendo afferrò per un braccio il malcapitato paladino – che aveva appena finito di riaversi dalla sua meditazione e aveva preso in tutta fretta lo stretto necessario avendo capito che il fratello di lì a breve l’avrebbe trascinato via - e lo trascino verso la porta …… proprio mentre erano quasi fuori il paladino ebbe un lampo e si blocco prese un foglio di pergamena vergò in tutta fretta un breve messaggio dopodiché ……… sempre strattonato dal fratello lo infilò sotto la porta di Raghnild.

Quella notte due eteree figure sfrecciarono per le strade della città addormentata …… i due fratelli arrivarono come due saette davanti alla porta della scuola di magia il primo ad arrivare e purtroppo a parlare fu il mago (questi già normalmente non era un tipo diplomatico ma quando era agitato – tenuto conto che non gli capitava praticamente mai – era a dir poco irruento come un fiume in piena e in tale maniera gli prorompevano le parole di bocca) che investi letteralmente con i suoi discorsi le due malcapitate sentinelle, fortuna che pochi istanti dopo venne raggiunto dal fratello che riuscì almeno in parte a rimediare ai disastri che stava facendo Draugcaran. Così una delle due sentinelle convinta dalle belle maniere di Spark si offrì di cercare qualcuno che fosse disposto a ricevere i due sebbene l’ora non fosse delle più consone.

Dopo alcuni minuti che al mago sembrarono un’eternità – durante la quale continuò a giochicchiare con l’anello cercando di scoprire qualcosa in più - la sentinella tornò e li condusse all’interno della scuola dove la giovane maga dalla mano di cristallo – evidentemente assonnata – li stava attendendo; anche stavolta il mago eruttò una serie di frasi sconnesse ed agitate nel tentativo di essere rapido e succinto ma finendo per essere incomprensibile tanto è vero che venne più volte interrotto dalla giovane ma anche questa volta Spark intervenne a chiarire meglio il pensiero del fratello e chiedendo anche se fosse possibile contattare alcune persone ad Airspur o meglio ancora fare in modo che un gruppo di persone potesse recarvisi in tempi diciamo molto brevi se non immediati.

Alla fine la giovane maga – dopo aver confessato di non essere in grado di spiegare il fenomeno che aveva interessato l’eladrin - si congedò da loro promettendo che il mattino dopo avrebbe parlato con i suoi superiori e avrebbe procurato loro una risposta per la tarda mattinata del giorno dopo.
Rassegnato più che soddisfatto il mago decise di accettare l’offerta e di ritornare il mattino dopo ma prima di andare, forse anche per farsi perdonare di averla gettata giù dal letto a quell’ora propose alla giovane di incontrarsi il mattino dopo per fare colazione insieme ma quest’ultima rifiutò avendo un importante esame proprio la mattina seguente.

Così i due fratelli fecero ritorno alle rispettive stanze - ma le emozioni per il mago non erano finite – durante il tragitto il paladino confessò al fratello che di lì a breve sarebbe potuto diventare zio …… a quella rivelazioni tutti i bollenti spiriti del mago – anche se solo per un istante – si gelarono ……… cosa?!?!? Zio?!??!? ma non abbiamo mica delle sorelle ?!?!??! poi la verità che a tutti costi cercava di nascondere alla sua mente si rivelò ………RAGHNILD!!!!! Ecco c’era riuscita ma come era stato possibile …… la nascita di un figlio era un evento così raro nella sua razza ………… figuriamoci mescolandosi con altre razze ?!?!?!?! ed ecco che Spark colse l’occasione per una piccola vendetta anche se affettuosa: “Draug non è che anche tu …… magari aiuterebbe a spiegare certi incubi notturni e certi legami psichici …..” ed il mago: “Non essere sciocco Spark!!!! Lo escludo categoricamente!!!!!”.

Il mago ad un tratto ebbe un forte desiderio di sfogarsi quella notte aveva avuto troppe emozioni e proprio in quel momento gli venne in mente il suo bersaglio preferito ... ... il capitano Graf :plus: ...... sarebbe stato proprio divertente andare a buttarlo giù dal letto per l'ennesima volta ...... ma poi decise di lasciar perdere avrebbe perso solo del tempo e poi anche lui aveva bisogno di riposare specie se l'indomani mattina fosse riuscito ad andare in soccorso di Teris ........ gli aggressori avrebbero pagato caro il loro affronto :skull::smash::evil: avrebbero pagato con il FUOCO la loro codardia .......

Finalmente i due fecero ritorno ai propri alloggi Draug decise di farsi dare una mano dal fratello a capire qualcosa in più dell’anello ma non fecero grossi progressi – solo che serviva a suggellare, insieme ad altri anelli simili, un patto molto importante la cui rottura avrebbe causato problemi serissimi a chi lo avesse infranto. Terminato l’esame decisero di andare a meditare un po’ e di rivedersi all’alba per preparare la colazione alla sacerdotessa, spiegarle la situazione e poi recarsi alla scuola di magia.

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Ottobre 27, 2009 - 11:53 pm

Ragnhild stava sognando, sognava della sua patria, il Rashemen. Era in piedi su una collina verdeggiante punteggiata da fiori multicolori, un tiepido sole primaverile spandeva i suoi tiepidi raggi sulla vallata sottostante. Lei indossava un leggero abito bianco e nei suoi capelli c’erano intrecciate delle piccole ghirlande di fiori, i suoi piedi nudi erano accarezzati dal erba mossa da una brezza gentile, le sembrava di essere leggera come le farfalle che si posavano sui fiori, quel panorama bucolico la riempiva di pace e armonia.
Era a casa, fino a quel momento non si era mai accorta di quanto le mancasse. Rivedeva le facce dei suoi genitori e dei suoi fratelli e sorelle, come delle eteree apparizioni, poteva vederli attorno a lei, poteva vedere il monastero dove aveva studiato e dalla quale era partita per il suo dajemma.
Poi di quelle visioni una assunse maggior consistenza, lei la riconobbe, era stata la sua maestra, era una Wichlaran ed era una Hatran, una delle signore del Rashemen. Anche lei indossava un vestito chiaro e nascondeva il viso dietro la tradizionale maschera nera. Il suo nome era Dhagny, il cui significato in lingua Rashemi era “il nuovo giorno”.
Ragnhild si inginocchio in segno di rispetto, la donna le si avvicinò e la tocco leggermente sulle spalle invitandola ad alzarsi, poi si tolse la maschera rivelandole il suo viso, non più giovane, ma carico di autorità.
- Salve Ragnhild, che la benedizione della Dea scenda su di tè e benedica il frutto del tuo amore. Noi, le Wichlaran, siamo felici per tè e per il tuo futuro sposo. Il Rashemen sarà sempre aperto a tè e a tutti coloro che ti amano.
Detto questo, le rivolse un dolce sorriso e sparì, lasciandola di nuovo sola ma con il cuore pieno di gioia.
Ragnhild si svegliò, l’azzurro del cielo e il verde dei prati venne sostituito dal soffitto di legno a cassettoni della sua stanza, tenuamente illuminato dalla luce del sole. La felicità e la pace provate nel sogno la accompagnavano ancora. Si stiracchio mollemente sotto le coperte, pregustando ancora un poco di riposo ma venne disturbata da qualcuno che bussava dolcemente alla sua porta.
— Ragnhild, sei sveglia? Possiamo entrare?
Era la voce di Draugcaran. Strano di solito è sempre Sil-Oré a darmi il buon giorno.
— Entra pure Draugcaran, sono sveglia e mi stavo alzando. — disse Ragnhild, iniziando a scostare, controvoglia, le coperte.
La porta si aprì e Draugcaran entrò, reggendo un grande vassoio, seguito da Sil-Oré.
— Non ti disturbare ad alzarti, io e Sil abbiamo pensato che avresti gradito una buona colazione a letto.
Ragnhild restò a bocca aperta guardando Draugcaran che appoggiava sul letto il vassoio con una abbondante prima colazione.
Sil-Oré si sedette accanto a lei baciandola dolcemente.
— Ben svegliata mia rosa, è stata una notte molto movimentata sia per me che per Draugcaran, ma non ci siamo dimenticati di tè
Ragnhild ancora non capiva, Draugcaran la osservava con un largo sorriso stampato sulla faccia. Con un gesto eloquente indicò il vassoio e il suo contenuto.
— Coraggio serviti pure, io e Sil abbiamo già mangiato qualcosa. Nelle tue condizioni è meglio che ti riguardi di più e cominci a mangiare in modo sano ed equilibrato.
Ragnhild arrossi leggermente, guardando alternativamente i due fratelli che la osservavano con tenerezza. Alla fine si rivolse verso Sil-Oré con tono pudico.
— Amore, non capisco. Eravamo d’accordo di aspettare ancora un poco, al momento era solo un sospetto. — poi rivolgendosi a Draugcaran continuo — Draug ti giuro che avrei voluto essere io a dirtelo ma ancora non ero sicura. Non è passato neanche un mese da quella notte ad Airspur.
Draugcaran sollevò leggermente le mani mentre Sil-Oré la abbracciava dolcemente.
— Sil-Oré me l’ha detto questa notte. Non ti devi preoccupare. Quando ho accettato il vostro amore e la prospettiva del vostro matrimonio, ho accettato allo stesso modo anche tutte le possibili “conseguenze”. Certo che non mi aspettavo che la benedizione delle vostre due divinità avesse tutta questa forza.
Draugcaran si alzò e cominciò a passeggiare per la stanza, come era solito fare nei momenti in cui era più teso.
— Anche se la tua gravidanza è solo un sospetto, va presa con le dovute cautele. Non sappiamo se ci potranno essere delle complicazioni, data la differenza di razza. Quindi, penso che sarà nostra cura che tu venga con noi a Myth Drannor, dove i nostri dottori sapranno darti i migliori consigli per affrontare serenamente la gravidanza e, ovviamente, il parto.
Ragnhild non sapeva se essere stupita o preoccupata, Draugcaran sapeva essere terribilmente prosaico nei suoi ragionamenti. Fino a quel momento lei aveva vissuto il suo stato come un magnifico sogno, non aveva mai temuto per la sua salute o per quella nuova vita che ora sapeva essere in lei. Forse Draugcaran aveva ragione, ma il ricordo del sogno appena passato continuava ad inebriarla con i suoi messaggi di fede e speranza. Le parole successive le uscirono quasi d’impulso, guardo Sil-Oré negli occhi e gli parlò.
— Sil, loro approvano la nostra unione.
Sil-Oré e Draugcaran la guardarono con aria interrogativa.
— Loro chi? Non capisco mia rosa, spiegati meglio. — interloquì Sil-Oré
— Le Wichlaran, le signore del mio paese, sanno di noi, tesoro mio e ci benedicono e benedicono il frutto del nostro amore.
Gli sguardi di Sil-Oré e Draugcaran cambiarono leggermente. Draugcaran iniziò a parlare a voce stranamente bassa.
— Così non sono stato l’unico a fare degli incubi questa notte.
Ragnhild lo guardò offesa. — Il mio non è stato un incubo, era un sogno meraviglioso — poi, accorgendosi della nota sofferente nella voce di Draugcaran, cambio tono — ma cosa ti succede? cosa hai sognato di così orribile?
Draugcaran la guardò, una nota di tristezza aleggiava nei suoi occhi. — Ho sognato Teris, ma lei era in pericolo. L’ho sentita gridare nel sogno. L’emozione è stata così forte che mi ha fatto uscire dalla meditazione. Non ricordo di aver provato niente di così intenso in tutta la mia vita.
Sil-Oré si alzò per avvicinarsi a suo fratello.
— Tranquillizzati Draug, abbiamo già fatto tutti i passi per reagire al problema. La scuola di magia del enclave celeste ci ha promesso tutto il suo appoggio. Con la loro collaborazione raggiungeremo Airspur in un lampo e vedremo se il tuo è stato solo un incubo o qualcosa di più reale.
Ragnhild saltò giù dal letto e raggiunse i fratelli al centro della stanza, abbracciò dolcemente entrambi.
— Se dobbiamo andare ad Airspur, io verrò con voi. Desidero rivedere quei luoghi e… Sì desidero rivedere anche Teris e aiutarla se è in difficoltà.

Si stavano ancora preparando per raggiungere la torre della scuola di magia, quando qualcuno bussò alla porta della loro casa. Ragnhild si diresse verso l’ingresso.
— Vado ad aprire io.
Sulla porta c’era Ra-Male e dietro a lei un uomo smisuratamente alto e muscoloso, con il corpo pieno di tatuaggi.
— La benedizione della Dea Madre sia con voi, ho accompagnato un tuo conterraneo, Ragnhild. Dice di chiamarsi Aralk e di essere stato inviato, dalle signore della tua terra, per darti assistenza.
— La benedizione di Chauntea sia con voi Ra-Male e Aralk, entrate vi prego. Stavamo giusto preparandoci a raggiungere la scuola di magia del enclave, ma ci sarà tempo per le dovute presentazioni.
Ragnhild si rivolse poi in lingua Rashemi al massiccio Goliath
— Benvenuto nella nostra casa Aralk, desidero presentarti i miei compagni Sil-Oré e Draugcaran, loro sono eladrin del reame di Myth Drannor. Raccontami il motivo della tua presenza qui.
— Mia Signora, sono partito dalle pianure a nord della tua terra quasi un mese fa, su precisa richiesta della Hatran del nostro villaggio. La mia missione è molto semplice. Proteggerti dai pericoli e fornirti tutta l’assistenza necessaria.
Ragnhild restò basita dalla spartana relazione fattagli da Aralk. Il suo non era stato un sogno ma un autentico messaggio che Wichlaran le avevano inviato. Questo però rendeva ancora più realistica la minaccia che l’incubo di Draugcaran suggeriva. Forse Airspur non sarebbe stata una passeggiata.

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Ottobre 29, 2009 - 4:56 pm

[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Teris si stava riposando, dopo che la chierica di Chauntea aveva curato le sue ferite ed eliminato dal suo corpo il veleno che la stava uccidendo. Solo il pensiero della sinistra donna che l’aveva attaccata era sufficiente a farla tremare di paura, non tanto per l’aspetto… bizzarro che aveva, quanto per la freddezza e la spietatezza del suo attacco.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Venne riscossa dai suoi pensieri da Valeris, la sua sorellastra maggiore, che era entrata nella stanza e si sedette sul letto accanto a lei: “Come ti senti adesso?” le chiese, sinceramente preoccupata per la sua “sorellina”. “Meglio” ammise Teris “Almeno fisicamente… Hai saputo nulla di quei due? Chi erano? Cosa volevano da me?” A Valeris non era sfuggito che, ricordando i suoi aggressori, Teris tremava leggermente: il corpo può guarire in fretta, per la mente… ci vuole molto più tempo, e la giovane genasi era, evidentemente, traumatizzata da quanto accaduto.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Di loro non si sa nulla” riprese l’anima di fuoco “Sembra siano arrivati quattro giorni fa, hanno preso alloggio in una locanda sullo scoglio orientale e poi, dopo averti attaccata, hanno raccolto le loro cose e sono ripartiti in fretta, imbarcandosi sulla prima nave diretta ad Escalant. La donna probabilmente non aveva avuto modo di curarsi bene, poiché sembra che barcollasse, appoggiandosi all’uomo.”[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Allora… pensi che sia tutto finito?” Chiese Teris con un filo di voce: temeva di sapere come si sarebbe conclusa quella conversazione.[/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Non so cosa pensare!” esclamò Valeris “Se fossi riuscita a mettere le mani su almeno uno dei due, l’avrei costretto a confessare a costo di arrostirlo vivo. Ma tu stavi troppo male, se non ti avessi soccorsa subito saresti morta in quel vicolo, così ho scelto di aiutare te e visto come ti avevano conciato, ammetto che ho avuto timore a farli seguire… qualcosa nello sguardo di quell’uomo mi ha fatto capire che la sua minaccia di uccidere chiunque li avesse seguiti… non era una fanfaronata.”[/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Valeris trasse un profondo respiro, sapeva che quello che stava per dire non sarebbe piaciuto alla sorella, così come non piaceva a lei: “Sai, penso che dovresti accettare la proposta del mago Eladrin…”[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Gli occhi di Teris si riempirono di lacrime: “Perché vuoi mandarmi via?” Le chiese singhiozzando “Siamo sempre state assieme da quando nostro padre morì e tu eri venuta a cercarmi! Per me sei stata una seconda madre e adesso… adesso…” scossa dal pianto, non riuscì a continuare.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Valeris, che si aspettava quella reazione alle sue parole, abbracciò la sorella e, tentando di confortarla, proseguì: “Proprio perché ti voglio bene, voglio che tu parta. Onestamente devo ammettere che non sono riuscita a proteggerti! Se non fosse stato per l’amuleto della dea Sune che porti, non avrei sentito che eri in pericolo, e anche così sono arrivata troppo tardi… In nome di Rorn!” Esclamò alzandosi dal letto, mentre una quasi impercettibile aura di fuoco la avvolgeva: “Non sono stata nemmeno capace di trovare un guaritore che ti aiutasse! Se non fosse stato per il mago che ha avvertito la tua sofferenza e per la chierica che lo accompagnava, adesso saresti morta! Morta!” Colpì con un pugno la parete di legno, imprimendo su di essa un’impronta carbonizzata.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Valeris si concesse alcuni istanti per calmarsi, estinguendo lentamente la sua aura. Teris piangeva in silenzio, ma adesso lo faceva perché aveva capito quale dolore e quale paura covavano nel cuore della sua amata sorella, e ne aveva compassione. [/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]L’anima di fuoco riprese: “E, oltretutto, non ho la più pallida idea di chi fossero quei due e perché ce l’avessero con te. Erano soli? Hanno rinunciato? Oppure ritorneranno, loro o altri? Sorella mia, non mi sono mai sentita così impotente…” Il corpo di Valeris era scosso da un tremito nervoso: se i genasi anime di fuoco potessero piangere la donna, in preda ad una sorda rabbia, l’avrebbe fatto.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Valeris riprese: “Io non so come proteggerti da questo, perciò devo trovare chi possa farlo al posto mio! I nostri ospiti mi sembrano persone a posto. Il mago poi, ha avvertito anche lui il tuo dolore a miglia e miglia di distanza quindi, se il tuo amuleto non mente, significa che prova un forte sentimento nei tuoi confronti… Inoltre credo che mttere un po’ di miglia tra te e questo posto sia una cosa opportuna, almeno per il momento.”[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ma…” cercò di obiettare Teris, ancora in lacrime “La locanda… lo spettacolo… perderai clienti… senza di me…”[/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“E’ vero” le concesse Valeris “Ma a me importa di più la tua vita e la tua sicurezza! Non voglio esporti a nessun’altro pericolo se posso e poi…” sorridendo alla sorella “… dirò a tutti che il tuo spettacolo è stato richiesto alla corte di qualche re o principe! Per il resto, non mi sarà difficile trovare qualche saltimbanco per intrattenere i clienti. Certo, nulla potrà mai eguagliare gli spettacoli della “Danzatrice del Vento” Concluse tristemente l’anima di fuoco.[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Vieni con me…” la implorò un’ultima volta Teris. La sorella le carezzò i capelli e con un lieve tocco della sua mano le asciugò le lacrime. “Non posso Teris, non posso, lo sai. Ci sono troppe cose che…Devo rimanere qui. E poi, se quei briganti dovessero rifarsi vivi è probabile che, non trovandoti in giro, vengano a cercare me. Tu non sei mai stata addestrata a combattere, mentre io ho girato per molti anni in questo mondo, e ho combattuto per la mia vita molte volte. Non temere per me. Se solo oseranno mostrare le loro facce da queste parti, saprò ben io preparargli un caldo benvenuto!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Teris, con uno sforzo, ingoiò le lacrime: “D’accordo Valeris… farò come vuoi…”[/FONT][/SIZE]

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Novembre 6, 2009 - 4:03 pm

[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Mancavano poche ore all’inizio della festa per l’inaugurazione dell’ambasciata del Tymanther presso l’Alto Imaskar, il primo regno che si era dichiarato amico della nazione dei dragonidi, dopo la catastrofe della Piaga Magica.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]L’ambasciatore, l’alato condottiero Arjhan Medrashdottir, passava in rassegna mentalmente le cose che rimanevano da fare prima della festa: tutto era a posto, mancava una cosa… Si diresse nella zona delle stanze private dell’ambasciata, fermandosi davanti ad una stanza dalla quale proveniva il canto di una voce argentina. Sorridendo (per quanto potesse sorridere un dragonide), bussò alla porta.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Lord Arjhan!” lo salutò la donna che occupava quella camera, accennando un leggero inchino. L’ambasciatore entrò nella camera e chiuse la porta: “Ingrid! Questi formalismi tra di noi non sono necessari! Non dopo tutte le avventure che abbiamo passato assieme!”[/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Vi sbagliate, mio signore…” replicò la donna “Quando eravamo un semplice gruppo di avventurieri male in arnese che cercavano fama e gloria poteva andare, ma adesso voi siete un eroe del vostro popolo! La testa del drago che avete ucciso orna la sala dei trofei della capitale! Vi è stato affidato un incarico prestigioso, una semplice donna umana quale io sono non può permettersi di parlarvi in modo meno che rispettoso. Ne va del vostro prestigio!”[/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Arjhan sospirò, conosceva da anni Ingrid, da quando lui e i suoi compagni la sottrasse con le cattive maniere dalle grinfie di una compagnia di mercenari senza onore e senza scrupoli, che sfruttavano con la medesima crudeltà sia le sue capacità, sia il suo corpo. La donna era stata un acquisto prezioso…[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ingrid gli porse una coppa di vino, riportandolo alla realtà:“Sei riuscita a fare un giro fuori e dare un’occhiata?” le chiese, cambiando argomento ”Sì, ho visitato alcuni luoghi. Sono stata nella torre… E’impressionante! Non so spiegarlo ma, pur essendo immensa, da dentro sembra molto più grande che da fuori! Comunque mi sono spinta quasi fino alla sommità. Là iniziano i quartieri riservati ai ministri, all’imperatrice e al contingente delle guardie reali. Per andar oltre avrei dovuto intrufolarmi di nascosto ma ho ritenuto opportuno non farlo senza un vostro ordine diretto…” disse la donna.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Hai fatto bene, continua” approvò Arjhan “Beh, per il resto non ho notato nulla che sia degno della vostra attenzione, tranne l’ambasciata del Chessenta…” Arjhan si fece più attento: Chessenta era un altro regno amico del Tymanther, ma non gli era ignoto che tra questo e l’Alto Imaskar vigeva una situazione di guerra fredda, situazione che i due regni cercavano di superare. A questo scopo erano state istituite delle rispettive rappresentanze diplomatiche…[/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ecco, all’inizio pensavo che fosse solo una mia impressione, ma poi ho preso qualche informazione in giro, ed ho scoperto che sono giorni oramai che tutte le guardie sono consegnate in caserma, sembrano vivere in uno stato di allerta costante, perfino coloro che portano i rifornimenti sono strettamente controllati. Un piccolo gruppo di uomini è stato visto partire dall’ambasciata due giorni fa, e c’è dell’altro…” Lord Arjhan era estremamente attento “Il giorno dell’insediamento dell’ambasciatore, durante la festa, uno strano omicidio è avvenuto nell’ambasciata, sembra che anche una delle guardie dell’ambasciata sia stata uccisa in circostanze misteriose. E poi uno strano individuo, forse un Elfo da come mi è stato descritto, è stato visto entrare e uscire dall’ambasciata alcune volte, ma non si sa nulla di chi egli sia.”[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il dragonide conosceva Ingrid da abbastanza tempo da sapere che la donna aveva attentamente valutato le informazioni in suo possesso, prima di riferirgliele.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Va bene…” concluse Arjhan, uscendo dalla stanza “E’ quasi ora, devo prepararmi e anche tu. Tieni gli occhi aperti, mi raccomando!”[/FONT][/SIZE]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Così sarà lord Arjhan!” gli rispose Ingrid, rivolgendogli un secondo inchino.[/SIZE]

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Novembre 7, 2009 - 6:41 pm

[SIZE=2]Due giorni senza "quello".
Era incredibile a quale pace aveva portato in me la sua assenza.
Perfino lo sgorbio che usavano come messaggero non si era
fatto vedere e, nello stesso tempo mi era giunta una lettera che mi invitava
all'insediamento del nuovo ambasciatore di
Tymanther, era la prima volta che quel regno invitava ufficialmente un ambasciatore del Chessenta.
Ripensai con rammarico di non aver potuto scrivere
questa notizia nel rapporto,ma purtroppo erano
partiti la sera prima,la mancanza di notizie dal regno
era preoccupante,specialmente dopo gli ultimi avvenimenti.
Presi il sacchetto e lo osservai:
[/SIZE][FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Courier New]Una cosa così piccola e così pericolosa.[/FONT]
Più di una volta avevo pensato di distruggerlo,ma non sapevo
quali conseguenze avrebbe avuto.Un leggero bussare
mi distolse dai miei pensieri:
"Avanti"dissi,la porta si aprì e il mio segretario entrò:
"E tutto pronto per questo pomeriggio"disse.
"Benissimo"gli risposi e aggiunsi:
"A breve avremo ospiti,fà si che ci siano delle camere pronte e in ordine"
"Come lei desidera"rispose mentre lo congedai con un gesto.

[/SIZE][/FONT][/SIZE][/FONT]

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Novembre 10, 2009 - 10:06 am

Il mago era assorto in meditazione ma la sua mente continuava a ripensare alle parole di Teris ….
un’accusa a lui e ai suoi compagni …un gruppo solo nel nome gli aveva fatto notare …. tutta apparenza …
il prode Paladino …. il saggio Mago …. la Sacerdotessa taumaturga ….
così si erano presentati quando l’avevano salvata e poi … litigavano come scolaretti per questioni puerili!!!

I pensieri del mago lo riportarono alla mattina in cui si era presentata da loro Ra-Male per presentare Aralk ………
non erano ancora state completate le presentazioni che già aveva visto un ombra incrinare il volto di Sil ……
... Draug aveva capito al volo che il nuovo arrivato non avrebbe avuto vita facile ……
..... non perché il fratello non fosse ben disposto verso i nuovi venuti, ma, a causa delle mandanti ………..
le Wichlaran …….
con l’invio di un difensore per Raghnild stavano mettendo in dubbio la capacità di Sil di difenderla ….
stavano offendendo il suo onore ……
ma in quel momento Draug non se ne poteva preoccupare .........
avevano degli affari più urgenti da portare a termine …..
salvare Teris se ancora fosse stato possibile ........ ma in cuor suo era certo di si.

Terminate le presentazioni Draug ricordò ai compagni che l’ora dell’appuntamento alla scuola di magia si avvicinava
per cui dovevano avviarsi ….. e così fecero.

L’eterogeneo gruppo - due eladrin, un goliath ed umana dall’andatura un po’ affaticata – si presentò davanti alle porte della scuola di magia,
fu fatto accomodare dalle guardie e subito raggiunto dalla giovane maga dalla mano di cristallo – un giorno o l’altro il mago avrebbe dovuto farsi raccontare qualche cosa in merito a quel cristallo.

La giovane condusse il gruppetto al cospetto di due singolari vecchietti
e li presentò come gli amministratori della scuola …..
due gocce d’acqua (anche i vestiti erano identici) che parlavano come una persona sola …..
non in coro o in stereofonia ma terminando l’uno le frasi dell’altro ………… era divertente .............
anche se alla lunga il loro modo di fare ...... avrebbero fatto impazzire anche l’uomo più paziente………
dopodiché la ragazza si congedò - aveva un esame da sostenere proprio quella mattina ………

Come sempre il mago invitò il fratello a mercanteggiare con i due amministratori ....
(Draug era consapevole di non avere, già di norma, grosse doti di diplomazia figuriamoci adesso che era particolamente agitato)
.... ma questi - senza lasciarsi blandire dalle parole di Sil, anzi senza neanche dargli la possibilità di iniziare ad usare le proprie doti - ...... rivolsero una precisa richiesta al mago per soddisfare a loro volta la sua: trasportare tutti ad Airspur ….....
un anno di studio ed insegnamento presso la scuola di magia………

il mago fu molto colpito dalla proposta …….. ed anche molto onorato ......... ma spiegò che non poteva accettare in quel momento dovendo risolvere alcuni problemi familiari .......... per cui chiese se non fosse possibile avere una proroga …..
........ i due vecchietti gli offrirono un anno di tempo ……….
......... un anno di tempo pensò il mago ............ uhm .......... rischiava di non era sufficiente …….
dovevano passare ancora 8 mesi prima che suo nipote nascesse ……
....... e non escludeva che dopo la nascita suo fratello, il piccolo e Raghnild avrebbe potuto aver bisogno di lui ………
.......specie se avessero deciso di recarsi nel Rashmel ................
.........aveva bisogno di più tempo .......... dovevano concedergli una proroga sine die .......... avrebbe promesso sul proprio onore che non appena avesse risolto i problemi familiari sarebbe tornato .............
.......e così fece ma di fronte alla sua istanza invece di concedergli quanto richiesto i due vecchietti opposero un secco rifiuto .......

Cosa fare non poteva abbandonare la sua famiglia ........ ma il prezzo richiesto era notevole ...........
ma prima ancora che potesse proferire parola .......... il fratello aveva già capito tutto ed offrì il suo scudo per pagare ……..
.......... il mago guardò Sil con occhi pieni di riconoscenza …… e poi rivolgendosi ai due maghi disse che una volta risolto i problemi, anche senza l’obbligo, sarebbe comunque tornato per restare insegnare un anno nella scuola se gli fosse stato permesso ………… i due non solo accettarono di buon grado ma manifestarono il loro compiacimento per la condotta di Draug………

Sil chiese ed ottenne il trasferimento degli incantamenti della corazza di Raghnild su un’armatura di pelle visto che il suo stato le rendeva oramai impossibile sostenere il peso dell’attuale armatura e ben presto le trasformazioni fisiche le avrebbero reso impossibile persino indossarla……..

I due maghi spiegarono le modalità del trasferimento ad Aiuspur e ritorno; consegnarono a Draug la chiave che avrebbe riaperto il portale che da Airspur li avrebbe ricondotti alla scuola …… dopodiché si congedarono dicendo al gruppo di prepararsi e di tornare da loro non appena pronto giacché potevano partire in qualunque momento…………..

Dopo una corsa ai loro alloggi per prendere tutto il necessario fecero ritorno al cospetto dei due simpatici vecchietti, che nelle more avevano predisposto il cerchio magico che avrebbe aperto il portale ………

Un attimo prima guardavano i due vecchietti salmodiare ……… un attimo dopo erano nel vicolo vicino alla locanda Anima di Fuoco……….

Draug con un balzo evitò le rune che si erano formate nel fango e corse verso la locanda ……… spalancò le porte …….. ma la trovò desolatamente vuota ………… per cui inizio a chiamare …. ad un tratto apparve la padrona della locanda ………. la sua espressione non faceva presagire niente di buono ……… ma il mago invece di frenare il proprio impeto iniziò a sommergere Valeris di domande su dove fosse Teris …… come stesse ……… che l’aveva sognata ……… che aveva sentito il dolore della ragazza ……… che era lì per salvarla ……… fortuna volle che arrivassero gli altri, specie Sil, che riuscirono a spiegare meglio la vicenda e convincere Valeris delle loro buone intenzioni …… altrimenti per Draug l’incontro con Valeris sarebbe divenuto quantomeno scottante ………. nel vero senso della parola visto che nel mentre il mago parlava l’aura di fuoco della genasi si era andata via via ampliando.

Draug ripensò a quanta fatica era costata a tutti loro, specie a suo fratello e a Raghnild curare Teris ……… alla sua voglia di far pagare a quei due le sofferenze inferte a Teris ……. sarebbe stato possibile tornare nell’Alto Imascar prepararsi, volare con un'ala rossa ed andare ad aspettare al porto l’arrivo della loro nave e fargliela pagare……..

ma Valeris lo aveva dissuaso – anche con l’aiuto di Raghnild - non era ancora pronto ed anche con l’aiuto di tutti i suoi compagni la vittoria sarebbe stata molto difficile ……. i due erano troppo malvagi mentre lui no ….. e questa debolezza lo avrebbe potuto perdere ………. sarebbe stata usata contro di lui dai due albini ….. doveva rinunciare …..

il mago alla fine si era piegato, seppur a malincuore, ma non aveva rinunciato avrebbe rinviato lo scontro ad un momento successivo quando avesse acquisito maggior potere ……. magari quando fosse riuscito a strappare via il velo di mistero che nascondeva il vero potere del suo anello….. o meglio ancora quando fosse riuscito a padroneggiare i poteri del bastone con il frammento di piaga magica …… si sarebbe stato molto divertente bruciare quei due con il fuoco azzurro………

Poi i pensieri del mago tornarono per un istante al suo incontro con Teris provata dalla malattia …. alla difficile scelta di seguirli ……. al toccante congedo fra le due sorelle genasi ………
ed infine al suo impegno assunto con Valeris di difendere Teris, proprio poco prima di balzare nel cerchio magico e tornare alla scuola di magia…..

Sembrava che fosse passata un’eternità ed invece erano trascorsi solo due giorni e da eroi si erano tramutati in un branco di ragazzini rissosi….. lui che continuava la sua puerile sfida con Graf ……. Sil che faceva di tutto per creare occasioni di scontro con il nuovo arrivato ……….

Draug aveva cercato di spiegare a Teris le loro motivazioni ……. ma più cercava di spiegare più si convinceva che tutto sommato lei aveva ragione ……. e mentre questa consapevolezza faceva presa su di lui si sentì accarezzare da un leggero alito di vento ……….. Teris pensò ……. ed infatti aprì gli occhi ed ecco apparire il volto della genasi ……..

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Novembre 10, 2009 - 10:37 am

Il Mago si era appena ridestato dalla sua meditazione ed aveva rivolto un saluto a Teris quando sentì bussare alla porta.

Chi poteva mai essere? Sil e gli altri erano andati all’ambasciata da Graf e anche se fossero stati ricevuti immediatamente non sarebbero comunque ancora potuti tornare; Karim era in missione;
l’unico modo per rispondere era andare ad aprire - Teris si era già avviata alla porta - il mago la raggiunse prontamente ed aprì la porta.

La scena che gli si parò dinanzi lo lasciò alquanto colpito, era Raghnild cioè no: davanti a lui si parava un’umana che sembrava, aveva le sembianze, di Raghnild ma aveva i capelli castani ed era più grande era una donna mentre Raghnild era ancora una ragazza.
La nuova arrivata si presentò come Ingrid al servizio dell’ambasciatore del Thymanter e cercava proprio lui.

Il mago invitò la nuova arrivata ad entrare, si fece da parte per farle strada e la fece accomodare nel salotto della sua stanza, dopodiché si accomodò anche lui.

Teris si pose immediatamente alle spalle della donna pronta ad intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno e resto in quella posizione per tutta la durata della conversazione.

Ingrid spiegò che l’ambasciatore l’aveva inviata a conferire con Draug in quanto quest’ultimo era stato visto più volte presso l’ambasciata del Chessenta per cui immaginava che avesse qualche legame con l’ambasciatore Graf;

Del resto, pensò, lui ed il fratello avevano confermato tale circostanza allorquando si erano recati a rendere omaggio all’ambasciatore il giorno precedente.

La donna proseguì spiegando che avevano saputo dello spiacevole episodio avvenuto nel corso dell’insediamento di Graf e visti i legami che univano i rispettivi regni volevano sapere se c’erano dei pericoli che minacciavano Graf e se potevano in qualche modo essere di aiuto.

Il mago obiettò - non tanto per mancanza di disponibilità nei confronti dell'offerta ma piuttosto per cercare di apporfondire le motivazioni della stessa - che avrebbero potuto offrire il loro aiuto direttamente a Graf e se fosse stato necessario o ritenuto più opportuno si offrì di farsi egli stesso portavoce presso Graf di questa offerta di aiuto in modo da incanalare la vicenda nei giusti binari istituzionali.

Ingrid ribatté che preferivano, almeno per il momento, Graf non venisse messo al corrente di quell’interesse e di quell’offerta di aiuto, adducendo delle generiche motivazioni di opportunità.

Draug, del resto non fu affatto meravigliato da tale richiesta, per quel che lo conosceva Graf era un uomo estremamente diffidente, anzi diciamo pure paranoico;
per cui avrebbe sicuramente immaginato chissà quale complotto o tentativo di infiltrazione o spionaggio ed avrebbe tirato su mille barriere e poi orgoglioso com’era avrebbe senz’altro sostenuto di non aver bisogno di nessuno: lui il “grande capitano Von Back”;
al mago sembrava quasi di vederlo con quel suo fare altezzoso e sgarbato, armato della sua fida picozza, sbraitare e pontificare sulla sua autonomia ed autosufficienza.

Si, decise, avrebbe tenuto per sé quest’offerta.

Dopo aver tranquillizzato Ingrid sulla sua discrezione, le chiese se poteva farle una domanda personale.
La donna accettò, spiegando che era il minimo per la disponibilità e l’accoglienza ricevuta;
il mago allora le chiese quale fosse il suo paese di origine e, quando ebbe la conferma che fosse il medesimo di Raghnild, le domandò se avesse una sorella che faceva la sacerdotessa;

il mago poneva le domande come un ragno tesse la propria tela dall’esterno verso l’interno sempre più stretta , fino a quando giunse a chiedere, quasi con fare distratto, “ma per caso ha una sorella di nome Raghnild?”

Ingrid rimase per un istante senza parole ma si riebbe quasi subito e disse: “Si, perché la conosce?” a questo punto, ottenuto quello che voleva e ritenendo di potersi fidare abbastanza, il mago raccontò ad Ingrid come aveva conosciuto Raghnild e nel parlare di qualche episodio relativo alla missione che stavano compiendo ne rivelò alcuni particolari ma limitandosi solo a fatti piuttosto notori ed aggiungendo che c’era un complotto che voleva portare il caos nell’Alto Imascar rovesciare l’attuale governo e restaurare l’impero Mulorand e che Graf vi era coinvolto, ma nel senso che stava cercando di impedire la cosa (anche se non con troppo entusiasmo e dedizione ad essere sinceri, pensò il mago).

Infine Draug , spiegò che in quel momento Raghnild era via ma che presto sarebbe tornata ed invitò Ingrid a trattenersi in attesa che la sorella tornasse.

Ingrid disse che malgrado la voglia di rivedere la sorella aveva delle incombenze da sbrigare per conto dell’ambasciatore e che pertanto i suoi obblighi non le permettevano di indugiare ulteriormente ma pregò il mago di riferire alla sorella del loro incontro e che desiderava rivederla al più presto e che l’avrebbe aspettata all’ambasciata.

Draug, dopo averla rassicurata che avrebbe informato Raghnild non appena fosse rientrata, accompagnò Ingrid alla porta.
La donna ringraziò e prima di andare via ribadì l’offerta di aiuto formulata dal suo ambasciatore.

Draug aveva appena chiuso la porta e stava per mettersi a chiacchierare con Teris che sentì nuovamente bussare, quel giorno non riusciva ad avere un attimo di pace, pensò; stavolta era Sil con gli altri………

Li fece accomodare e senza troppi giri di parole chiese a Raghnild: “hai una sorella di nome Ingrid?”
la sacerdotessa sbiancò, per fortuna era già seduta (per la verità il mago prima di lanciare la sua "notizia esplosiva" si era accertato che si fosse accomodata) altrimenti si sarebbe accasciata al suolo, ma non appena si riprese tempestò il mago di domande.

Draug dopo averla invitata alla calma iniziò a raccontarle l’accaduto; non appena le trasmise l’invito della sorella vide Ragnild scattare in piedi pronta a correre dalla sorella, ma, Draug la frenò dicendo che forse sarebbe stato meglio recarsi l’indomani visto che la sorella aveva delle incombenze da svolgere per l’ambasciatore; ben sapendo che quaando Raghnild si metteva una cosa in testa era praticamente impossibile farle cambiare idea specie se riguardava vicende che coinvolgevano persone a lei care - vicenda Sil docet.

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Novembre 10, 2009 - 1:29 pm

[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Lei è qui! Lei è davvero qui!” Ingrid non riusciva a pensare ad altro… La rivelazione da parte dell’Eladrin chiamato Draugcaran, quello che andava e veniva dall’ambasciata del Chessenta, che sua sorella minore Ragnhild si trovava all’Enclave Celeste e che era una dei suoi compagni di viaggio l’aveva colta completamente alla sprovvista.[/FONT][/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Quasi aveva dimenticato il suo incarico, mentre meditava di trattenersi là in modo da incontrarla subito, ma il suo senso del dovere aveva prevalso sui suoi sentimenti. Aveva riferito a lord Arjhan le nuove informazioni acquisite, ed ora era libera di muoversi per un po’ a suo piacimento.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ragnhild… era poco più che una bambina quando lei, distrutta dal dolore per la morte del suo amato decise di lasciare la sua terra natia, il Rashemen, per lasciarsi il dolore alle spalle, o almeno così credeva. Molte volte aveva rimpianto quella decisione finchè, circa un anno dopo, Arjhan ed i suoi compagni avevano “convinto” i mercenari ai quali era stata coscritta a lasciarla libera di unirsi a loro.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ma perché sei qui, sorella?” si chiedeva la donna… La risposta le giunse naturale: le Wichlaran![/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Da che si ricordava, mentre cresceva Ragnhild aveva dimostrato di possedere delle capacità che, secondo le Sorelle Istruite, erano dovute al fatto che la piccola godeva della benevolenza di una delle Tre Madri, ovvero Chauntea. Pertanto, la bambina venne prescelta per ricevere istruzione e addestramento nel bosco di Urling… ricordava ancora quando Ragnhild venne allontanata dalla sua famiglia la prima volta, e la tristezza provata da lei e dai suoi fratelli, che faceva da contrasto con la gioia che provavano (o almeno, ostentavano) i loro genitori. Erano passati cinque anni da quando l’aveva vista l’ultima volta.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Evidentemente, sua sorella doveva aver terminato il suo addestramento e le Streghe del Rashemen, come facevano con tutte le novizie, dovevano averla spedita in giro per il mondo, affinchè prendesse coscienza di quanto accadeva fuori dal loro regno e, quando fosse ritornata, contribuisse con le sue conoscenze alla salvaguardia della sua terra.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ma ora, che fare? Il suo impulso era di correre fuori a cercarla, ma il sole era tramontato e le porte dell’ambasciata erano chiuse. Non che questo fosse un problema per lei, ma non conosceva ancora bene quella città e, soprattutto, non le andava a genio l’idea di sgusciar via senza prima aver informato lord Arjhan. Da quando, per gratitudine, lei gli aveva offerto i suoi servigi, era sempre stata onesta e leale nei suoi confronti. Questo aveva fatto sì che l’ambasciatore riponesse in lei la massima fiducia, al punto di volerla al suo fianco come… consigliere anche ora che era diventato, agli occhi del suo popolo, un personaggio importante.[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“D’accordo…” decise “Informerò Arjhan a cena, e domani verrò a cercarti, sorella mia!”[/FONT][/SIZE]

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12
Novembre 11, 2009 - 11:32 am

[SIZE=2]L'acqua rifletteva i raggi del sole in mille goccioline dorate, mentre Sil-Oré aspettava paziente che Assunia la prima sacerdotessa del Tempio di Sune dell'Enclave celeste compiesse il rito di divinazione che le aveva chiesto, avrebbe avuto la risposta a quello che da pochi giorni lo tormentava.[/SIZE]
[SIZE=2]Poteva o meno fidarsi delle Wychlaran, cha ancora prima che venisse concepito avevano mandato qualcuno per proteggere suo figlio non ancora nato? [/SIZE]
[SIZE=2]Possedevano scopi reconditi per cercare di dominare quello che il bambino sarebbe stato nascendo?[/SIZE]
[SIZE=2]Si era sentito offeso quando il guerriero rashemi era apparso alla loro porta.[/SIZE]
[SIZE=2]Cosa pensavano le Wychlaran che lui non fosse in grado di difendere la sua famiglia?[/SIZE]
[SIZE=2]L'acqua delle polla improvvisamente mutò, un immagine apparve sulla sua superficie, la giornata era calda ma un brivido attraversò Sil-Oré, non era una Wychlaran ne il guerriero rashemi, ma il cuore capì subito, era la figura di colui che da Airspur si era messo sul loro cammino.[/SIZE]
[SIZE=2]Il nome nella mente di Sil-Oré ando a incastrarsi perfettamente con l'immagine riflessa dall'acqua NEZRAM.[/SIZE]
[SIZE=2]Assunia vedendo Spark preoccupato si affrettò a rassicurarlo [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] Non temere incerto è il futuro, sono le nostre azioni che lo determinano, dovresti trovare il modo di non incrociare la tua strada con la sua.[/SIZE]
[SIZE=2]― Troppo tardi Assunia mi giunge il tuo avvertimento [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] rispose Sil- Oré girandosi a guardarla [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] le nostre strade si sono gia incrociate, Nezram ha a che fare con il motivo per cui sono qui.[/SIZE]
[SIZE=2]― Nezram [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] ripete Assunia perplessa, il suo volto si fece pensoso [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] Nezram. Si dice che fosse un antico potente mago Mulhorand partito secoli fa per altri piani astrali in cerca di una misteriosa razza serpentiforme, ritornato dopo la catastrofe della piaga magica su Toril scoprì che il Mulhorand fu spazzato via dalla piaga, e gli antichi Imaskarani divenuti padroni delle terre del Mulhorand [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] rimase in silenzio incrociando lo sguardo di Spark , che attendeva in silenzio che lei continuasse [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] Guardati da lui paladino della nostra signora, non sei ancora alla sua altezza, e meglio che tu cerchi di non metterti sulla sua strada.[/SIZE]
[SIZE=2]― Ormai lo abbiamo gia fatto Assunia. Stavamo tornando a Myth Drannor la nostra patria quando un oracolo Mulhorand ci ha raggiunti a Airspur consegnandoci una pergamena per un nostro compagno d'arme, e dicendoci che dovevamo portargliela prima del suo insediamento come nuovo ambasciatore, qui nell'Alto Imaskar.[/SIZE]
[SIZE=2]Giunti qui abbiamo scoperto che l'oracolo ci aveva preceduti per consegnare la chiave al nostro compagno, ma nel farlo venne ucciso. [/SIZE]
[SIZE=2]Abbiamo voluto interrogare il suo spirito, il quale ci ha svelato i piani di Nezram. Lui vuole degli antichi artefatti degli Dei Mulhorand, per distruggere con essi l'impero Imaskarano, non posso permettere che Nezram si impossessi di loro, come non posso permettere che distrugga Imaskar questa città e questo tempio.[/SIZE]
[SIZE=2]Assunia lo osservava in silenzio [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] Stai attento Spark of Ardour paladino di Sune, pregherò che tu riesca nel impresa. Che l'amore di Sune ti sorregga.[/SIZE]
[SIZE=2]― Ti ringrazio Assunia che l'amore di Sune ti accompagni [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] rispose Sil-Oré [FONT=Times New Roman, serif]―[/FONT] vorrei fermarmi un po' qui per meditare se non ti dispiace.[/SIZE]
[SIZE=2]― Questa è la tua casa, rimani quanto lo desideri.[/SIZE]
[SIZE=2]Assunia lo lascio solo molti pensieri affollavano la sua mente, fece apello a tutto il suo addestramento per ripassare gli insegnamenti di Sune, alla fine si concentro su quelli che erano i doni della Dea.[/SIZE]
[SIZE=2]― Non si finisce mai di ricevere e sperimentare quelli che sono i doni di Sune, quando ho cominciato il mio cammino di paladino, Lhot mi ha insegnato cosa sia l'amore nell'amicizia, l'amore nel piacere, e alla fine quando lei è invecchiata l'amore nel sacrificio, allontanandomi da lei. Ragnhild mi ha insegnato cosa sia l'amore tra un uomo e una donna, l'amore che si da senza pretendere nulla in cambio. E da poco ho imparato cosa sia l'amore di un padre per un figlio, mentre oggi ho appreso uno dei doni oscuri, l'odio.[/SIZE]
[SIZE=2]L'odio per chi vuole fare del male ai miei cari. Mi chiedo se un paladino debba sperimentare tutti i doni della nostra signora per servirla, ma sopratutto mi chiedo se saprò resistere a questo nuovo dono, che ha la stessa seduzione che possiede l'amore.[/SIZE]
[SIZE=2]E come è facile amare cosi è facile odiare, e io odio gia colui che tentera di fare del male a mio figlio.[/SIZE]
[SIZE=2]L'acqua gli mostro per un attimo di nuovo l'immagine di Nezram, Spark estrasse la spada e con la punta increspò la superficie dello stagno per cancellarla, poi con la spada tra le mani si concentro cercando di purificarla nell'amore ma non ci riusci, tutto quello che il suo cuore provava era paura e odio, paura per il bambino ancora non nato e odio per colui che gia tentava alla sua vita.[/SIZE]
[SIZE=2]Che le Wychlaran avessero mandato Aralk sapendo del pericolo costituito da Nezram?[/SIZE]
[SIZE=1][SIZE=2]Doveva accertarsene, sarebbe la prima cosa che avrebbe fatto rientrando a casa.[/SIZE] [/SIZE]

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Novembre 12, 2009 - 6:33 pm

Dopo aver dato la lieta novella a Raghnild il mago iniziò a pensare all'incontro che lo attendeva quella sera;
quell'incontro era stato il risultato di un battibecco a distanza, attuato per il tramite del povero Karim.

Gli eventi di quella giornata, uniti alle parole di Teris, avevano mutato lo spirito con cui il mago si apprestava ad incontrare l'ambasciatore.
Prima il pensiero del loro incontro l'avrebbe quantomeno divertito, gli piaceva vedere Graf costretto a trattenersi,
a mascherare - seppur solo in parte - l'odio che provava per lui, l'incarnazione di due delle cose che Graf più aborriva: un non-umano e per giunta mago; sembra sempre che fosse sul punto di esplodere, specie quando lui iniziava ad ostentare i propri poteri magici proprio lì nell'ambasciata e magari davanti ai soldati o alla servitù.
Draug era consapevole dei sentimenti che provava Graf nei suoi confronti e sapeva altrettanto bene che, se non avesse avuto bisogno di lui in qualche modo, non avrebbe esitato a liberarsi del mago e non escludeva che se ne avesse avuto l'occasione anche con metodi definitivi .
Il suo rapporto con Graf era stato sin dall’inizio conflittuale, anche se lui aveva cercato in qualche modo di creare un legame, non fosse altro perché erano compagni d’arme.
Ma se in un primo momento sembrava che Graf potesse in qualche modo avvicinarsi a lui - aveva per un breve periodo visto in lui ardere la fiamma della passione per la magia - dopo la nomina ad ambasciatore si era bruscamente allontanato.
Gli unici momenti in cui sembrava che meglio disposto nei suoi confronti era quando si trattava di complottare, specie alle spalle di Raghnild; del resto era evidente che in qualche modo Graf desiderava la sacerdotessa anche se non tanto secondo i dettami di Sune ma piuttosto di Shar.
Già Raghnild, quante cose erano cambiate, con lei aveva avuto sempre un rapporto conflittuale, inizialmente per la sua opposizione alla storia con Sil ma anche dopo ogni qualvolta il mago formulava un consiglio, un avvertimento lei aveva reagito per lo più in maniera ostile eppure lui, dopo il chiarimento, era animato dai migliori sentimenti nei suoi confronti.
Draug, di recente stanco di inutili battibecchi, aveva messo al corrente la stessa Raghnild di questa sua sensazione, la quale sembrava aver compreso le sue intenzioni; forse in questa comprensione aveva giocato un ruolo positivo anche le vicende legate a Teris che avevano mostrato anche il lato emotivo di Draug e non solo quello estremamente razionale; lato quest'ultimo non molto apprezzato dalla sacerdotessa che era molto viscerale nei suoi comportamenti e nelle sue scelte.
Certo che l’arrivo di Teris aveva sconvolto o quantomeno mutato molte cose e forse anche i rapporti all’interno del gruppo ne avrebbero tratto giovamento.
Restava in ogni caso sempre aperto il capitolo Graf; lui era un solitario racchiuso nel suo ego che anelava il potere più di ogni altra cosa e non era escluso che avrebbe sacrificato tutti loro per averne di più o per raggiungere uno degli scopi che si era prefisso.
Questa era una cosa da tenere ben presente, specie visti gli avversari che si profilavano all’orizzonte.
Era quasi giunta l’ora di iniziare a prepararsi per recarsi da Graf e più si avvicinava l’ora e meno ne aveva voglia.
Del resto cosa aveva da dire a Graf solo le notizie relative alla scomparsa della sua guardia del corpo, scoperte da Karim; di complottare non aveva né la voglia né lo spirito né tantomeno di scontrarsi con lui o di stuzzicarlo; il gioco l’aveva abbastanza stancato.
Che fare? Doveva comunque consegnare a Graf la lancia incantata aveva pagato ed era giusto che gli fosse consegnata;
altrimenti in caso di bisogno avrebbe potuto essere costretto a sfoderare la sua “odiata piccozza”, già era stata l’arma di Graf quando si erano conosciuti e l’aveva servito fedelmente, poi ad un certo punto l’aveva scartata, rinnegata quasi che non fosse degna di cotanto condottiero.
Che ingratitudine! Eppure se era diventato ambasciatore lo doveva anche alla sua piccozza che tante volte aveva fatto la differenza tra la vita e la morte e tutto sommato quel Graf con la piccozza era molto più simpatico del Graf con “stendardo e gagliardetto”.
C’era bisogno che qualcuno gli ricordasse in qualche modo quali erano le cose veramente importanti forse … si! ……… idea :goodidea: ... forse c’era un modo per fargliele ricordare, ma doveva sbrigarsi.

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Novembre 13, 2009 - 6:24 pm

Ragnhild non riusciva a darsi pace, la notizia che sua sorella maggiore Ingrid era cosi vicina a lei, le faceva desiderare di rivederla il più presto possibile.
La sua mente e il suo cuore tornavano ai giorni spensierati della sua fanciullezza, Ingrid le era stata sempre vicina e sempre presente, lei era stata la sua migliore amica, una maestra di vita e quasi una seconda mamma.
Quando le Wichlaran decisero di addestrarla, separandola dalla sua famiglia, niente fu più doloroso dal rassegnarsi a non rivedere il dolce volto della sua sorella adorata. Nessun giorno era stato più triste di quello in cui i suoi genitori la informarono della sparizione di Ingrid che, pazza per il dolore provocato dalla morte del suo unico amore, aveva deciso di iniziare un dajemma con lo scopo di ritrovare se stessa.
Da quel infausto giorno erano passati più di cinque anni, anni passati nella disperazione di non sapere nulla e non avere notizie della sorte di Ingrid. Quante preghiere aveva rivolto alla Dea per pregarla che proteggesse la sua adorata sorella e la facesse ritornare da lei.
Ora, ancora una volta, l’ingiusto destino le aveva impedito di incontrarla; Draugcaran le aveva detto che Ingrid era venuta da lui e che alla fine se ne era dovuta andare pochi minuti prima che Sil-Oré, Aralk e lei ritornassero dalla visita a Graf von Bek nell’ambasciata del Chessenta.
Ancora una volta per un incertezza del fato lei non aveva incontrato sua sorella. Già una volta l’incertezza le era costata cara ed era costata cara a chi aveva riposto fiducia in lei. Questa volta non sarebbe stato così, lei avrebbe rivisto sua sorella quella sera stessa a costo di dormire sulle scale dell’ambasciata del Tymanther.

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Novembre 16, 2009 - 4:19 pm

[FONT="Arial"][SIZE="3"]Il mago aveva preso la sua decisione non avrebbe incontrato Graf quella sera, ma avrebbe fatto in modo che gli fosse recapitata la sua lancia accompagnata da un biglietto di spiegazioni; sperava che in tal modo sarebbe riuscito non dico a smuovere Graf ma di seminare un qualcosa che con il tempo avrebbe potuto dare i suoi frutti.
Perciò buttò giù in velocità una lettera che suonava pressappoco così:

Graf,

mi scuso per non essere venuto alla cena di stasera, tale decisione deriva dal fatto che io non amo imporre la mia presenza - nell’occasione in questione non possiamo considerare il tuo invito spontaneo - e pertanto ho deciso di non presentarmi ed inviarti la presente missiva.

Sono altresì consapevole che la mia assenza non solo non ti turberà minimamente ma con ogni probabilità ti rallegrerà, visto che non ami più di tanto la mia compagnia.

Ti rappresento comunque che avrò il piacere di desinare con te presso la tua ambasciata allorquando riceverò un invito sincero e spontaneo.

Avevamo stabilito che ti avrei consegnato la lancia non appena avessi ricevuto un invito a cena (che fosse spontaneo o estorto poco importa); tale invito mi è stato formulato e, a prescindere dalla mia presenza, la condizione che ti avevo imposto si è verificata; pertanto essendo un eladrin d’onore ho fatto in modo da farti entrare in possesso di quanto mi avevi commissionato.

Spero che apprezzerai il mio lavoro e che questa lancia possa difenderti e spianare il tuo cammino verso il potere - che tanto aneli - ma che allo stesso tempo sappia ricordarti, proprio nel momento della vittoria, le cose veramente importanti.

Cordialmente
Draugcaran”

Una volta terminato di scrivere ed aver preparato involto per la lancia, fece venire Karim al quale affidò la consegna della lettera e della lancia.
Il mago capì subito che Karim non era molto contento di questo ennesimo incarico, ma almeno per un po’ non ci sarebbero state altre visite all’ambasciata, per cui avrebbe dovuto fare anche stavolta buon viso a cattivo gioco.
Non appena Karim lo lasciò il mago raggiunse Raghnild, che come aveva immaginato, si stava preparando per andare dalla sorella.
Comunicò alla sacerdotessa ed a Sil che li avrebbe accompagnati, spiegando loro che il suo appuntamento con Graf era, diciamo rinviato sine die, ma non aveva voglia di lasciare sola Teris per cui si rivolse a quest’ultima chiedendole di accompagnarlo in quella bella passeggiata notturna all’ambasciata dragonide.
La genasi prima rifiutò cordialmente evidenziando che si sarebbe sentita fuori posto, poi guardando il mago – con quello sguardo che Draug aveva ben stampato in mente e che con molta probabilità non avrebbe mai dimenticato – disse che forse c’era qualcosa di più interessante da fare che andare a trovare l’ambasciatore del Tymanther.
Mentre Teris concludeva di formulare il suo invito, Draug sentì gli occhi di Raghnild e Sil puntati dietro la nuca e dopo aver dato un’occhiata rapida e furtiva verso i due, che confabulavano e sogghignavano, evocò la sua mano magica proprio dietro la testa di Sil facendole assestare un bello scappellotto al fratello; non appena la genasi ebbe finito di parlare gli rivolse uno sguardo di comprensione e voltatosi verso i due “guardoni” disse loro che non li avrebbe accompagnati. Seguirono una serie di sguardi divertiti ed ammiccanti dei due che valsero a Sil un secondo scappellotto ed un’occhiataccia che faceva presagire al paladino che la terza volta non se la sarebbe cavata con un semplice buffetto ma sarebbe stato scaldato a dovere magari con un “esplosione rovente” o magari si sarebbe trovato a dover sfuggire ad una bella e calda “fire ball” autocercante.[/SIZE][/SIZE][/FONT]

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Novembre 25, 2009 - 3:21 pm

[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Ragnhild ed il suo compagno Eladrin si erano ritirati da poco nella loro stanza ma Ingrid, passata l’emozione del momento dell’incontro con sua sorella minore, emozione che non le aveva permesso di esprimere completamente tutti i suoi sentimenti alla sorella, adesso era furiosa, furiosa con sé stessa.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“Ma cosa mi è saltato in mente?” rimuginava, mentre chiudeva a chiave la porta della sua camera alle sue spalle “perché gliel’ho detto?” Si riferiva alla maschera. La maschera nera ed oro che era appartenuta ad una Durthan di grande potere e sapienza, una Durthan che lei aveva scoperto essere la loro bisnonna.[/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Le Durthan, un gruppo di streghe Wychlaran che si trovarono in disaccordo col modo di pensare delle altre e che strinsero patti con entità fatate oscure per accrescere i loro già considerevoli poteri e che stipularono un’alleanza con i cavalieri del Nar per avere degli alleati da contrapporre al Lord di Ferro ed ai suoi berserker. Quando divennero troppo potenti, le Wyclaran dichiararono loro guerra e le sterminarono completamente. Ciò che rimaneva di loro, ovvero i loro spiriti irrequieti, era stato confinato all’interno della Foresta di Erech.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Un brivido la percorse… ricordava ancora quella notte terribile nella quale, per sottrarsi ai suoi aguzzini, era scappata all’interno della foresta, ben sapendo dove andava a cacciarsi, preferendo la morte per mano degli spettri piuttosto che rimanere ancora con quei banditi.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Stranamente, dopo aver torturato la sua anima per… non sapeva dire per quanto, improvvisamente le anime senza pace delle Durthan e dei loro servi smisero di tormentarla ma, impedendole di scappare, la spinsero lungo un sentiero che si addentrava sempre più nel cuore della foresta, fino a terminare davanti a quello che sembrava essere un tumulo funerario.[/FONT][/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Colta da una strana euforia, sfondò la porta sgangherata della tomba, all’interno della quale si trovava solamente un anonimo sarcofago in pietra squadrata e, poggiati su di esso, un portapergamene ed un oggetto avvolto in un panno rosso sangue.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il panno avvolgeva la maschera ed il portapergamene racchiudeva alcuni fogli sui quali era scritta la storia della proprietaria della maschera, seppellita all’interno del tumulo.[/SIZE][/FONT]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]Il suo nome Durthan era lady Morwen, in realtà era Hilde Utgard e, come Ingrid capì dal testo e dai ricordi di gioventù i quali, forse evocati da un semplice incantesimo, le ritornarono in mente, era la sua bisnonna…[/SIZE][/FONT]
[SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]“E bisnonna di Ragnhild.” Concluse la donna.[/SIZE]
[FONT=Arial][SIZE=2][FONT=Comic Sans MS]D’impulso, tirò fuori la maschera dal nascondiglio ove l’aveva riposta e la guardò… un sentimento di rabbia la percorse, quando capì perché aveva mostrato alla sorella minore il cimelio: “No! Lei non l’avrai! Non te lo permetterò!” esclamò rivolgendosi direttamente al finto volto che la fissava. Improvvisamente un brivido freddo corse lungo la schiena di Ingrid: per un istante, solo per un istante, le era sembrato che le labbra della maschera si fossero piegate in un sinistro sorriso.[/FONT][/SIZE][/FONT]

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Novembre 26, 2009 - 12:47 am

Era una tiepida giornata di primavera inoltrata, un sole smagliante brillava in un cielo dalle tinte cerulee, due giovani fanciulle erano tranquillamente sedute sotto un enorme frassino a intrecciare piccole ghirlande di fiori. Una leggera brezza scompigliava dolcemente i capelli castani della ragazza più adulta e quelli color del fuoco di quella più giovane.
Le agili mani della ragazza dalla chioma bruna piegavano gli steli dei fiori multicolori appena raccolti, componendo delle armonie di forme e colori sempre nuove per le sue ghirlande. La bambina dai capelli rossi la osservava cercando di imitarne i movimenti e catturare la bellezza che la sua sorella maggiore andava creando.
— Ingrid, quelle ghirlande sono per Fjodor non è vero?
La ragazza bruna non rispose, limitandosi a scoccare una breve occhiata alla sorella e lasciando che un sorriso attraversasse il suo volto.
— Dai Ingrid, a me puoi dirlo. — disse la piccola, in tono complice, avvicinandosi — Vi siete già baciati qualche volta?
Ingrid trasalì visibilmente, fissando la sorella con aria scandalizzata.
— Ragnhild, non essere sfacciata! Tra me e Fjodor c’è un bellissimo rapporto di… amicizia. Ecco si, semplice amicizia. E comunque questi non sono affari tuoi. — mentre parlava, le mani cominciarono a muoversi nervosamente e la ghirlanda si spezzo.
— Ecco. Guarda cosa hai fatto, mi stava riuscendo così bene, ora dovrò ricominciare da capo.
Ragnhild raccolse la piccola ghirlanda spezzata e guardò sua sorella con aria contrita.
— Scusami sorellona, mi dispiace. Io volevo solo sapere cosa si prova quando si è così amici come tu e Fjodor.
Ingrid sorrise e le scompiglio scherzosamente i capelli.
— Non fa niente scoiattolina. Ma non ti sembra un po’ troppo presto per pensare a queste cose?
Ragnhild che aveva cominciato ad aggiustare la piccola ghirlanda, rispose.
— E che, quando voi due siete insieme, sento che qualcosa cambia. Mi sembra che tutto il mondo scompaia per voi e rimaniate solo voi due. Uno per l’altra. Questo fatto mi riempie di meraviglia e felicità. Starei a guardarvi per ore. Alle volte sembra che tutta la tenerezza del mondo sia attorno a voi.
Ingrid fissava stupita la sua sorellina. Era la più piccola della famiglia, ma alle volte dimostrava di avere un cuore e una sensibilità sconfinati. Quello che Ragnhild stava descrivendo era esattamente quello che lei provava quando Fjodor le era accanto. Una tenerezza sconfinata e il mondo che spariva attorno a lei per condensarsi negli occhi e nel volto del suo amato.
— Hai ragione Ragnhild. Io credo di amarlo e questo sentimento è… meraviglioso.
Ragnhild si era fermata e ora fissava sua sorella con uno sguardo di curiosità ed ammirazione.
— Ma Ingrid, come si fa a capire se è vero amore?
Ingrid sollevò lo sguardo sognante guardando quello che la circondava senza osservarlo.
— Credo che il vero amore è quando gli occhi cercano gli occhi.

Ragnhild ripete fra se questa frase Gli occhi cercano gli occhi. Era una Ragnhild diversa dalla bambina di quel giorno lontano. Erano passati quasi otto anni da quella magnifica giornata passata ad intrecciare fiori sui prati con sua sorella e almeno cinque anni dall’ultima volta che si erano viste, ora, dopo tutto questo tempo stava per rivederla. Il massiccio dragonide che aveva scortato lei e Sil-Oré lungo i corridoi del ambasciata del Tymanther si era fermato di fronte ad una porta e bussò.
— Lady Ingrid, sono Rogart. Le persone che desideravano conferire con lei sono qui.
La voce che rispose oltre la porta fece mancare un colpo al cuore di Ragnhild.

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Novembre 26, 2009 - 9:00 pm

— Falle passare. — nel dire queste semplici parole, Ingrid tentò di darsi del contegno, ma non era sicura di quello che avrebbe provato una volta che la porta fosse stata aperta.
La porta si aprì, Ingrid vide due figure nella penombra del corridoio, un elfo eladrin dalle lunghe chiome bionde che accompagnava una figura femminile avvolta in un mantello dai colori tenui. Un rapido gesto della donna abbassò il cappuccio e una cascata di ricci purpurei ricaddero sulle sue spalle. L’attenzione di Ingrid si concentro sul volto della ragazza e poi sui suoi occhi.
Ragnhild sentiva le emozioni accavallarsi dentro di lei, stringeva nervosamente il braccio di Sil-Oré mentre la porta si apriva a rivelare una alta figura femminile al suo interno. Per Ragnhild, in quel momento, tutto il mondo sembrò svanire e condensarsi sul volto della donna dai capelli castani che la stava a sua volta osservando. Si scostò il cappuccio del mantello come per meglio vederla e non ebbe più dubbi, il volto era segnato da leggere rughe di espressione e non aveva più la dolcezza e l’innocenza della gioventù ma gli occhi erano quelli della sua amatissima sorella maggiore, lei era Ingrid.
Ingrid era stupita, di fronte a lei non c’era più l’acerba ragazzina ,di cui lei conservava un cosi caro ricordo, ma una donna fatta, le cui delicate forme venivano solo parzialmente occultate dal mantello che indossava. Ma gli occhi non mentivano lei era la sua sorella, la sua Ragnhild.
Gli occhi di Ingrid si inumidirono di lacrime troppo a lungo represse, allargò le braccia e avanzò con passo incerto verso Ragnhild.
— Ragnhild, io… io…
Ingrid non riusciva più a ricordare le parole che si era preparata per quel’ evento e non riuscì mai a terminare la frase che Ragnhild le si era già gettata fra le braccia, il corpo scosso da singhiozzi in un pianto di gioia.
Entrambe erano strette una nelle braccia dell’altra e avrebbero voluto che quel magico momento durasse per sempre, il destino le aveva divise e ora le aveva di nuovo riunite.
Alla fine Ingrid si sciolse leggermente dall’abbraccio di Ragnhild e la guardò ammirata.
— Ragnhild sei uno spettacolo, sei… sei così bella. Eri solo una bambina quando ci siamo viste l’ultima volta e ora, guardati, sei una donna. Io non posso ancora crederci.
— Oh sorellona — rispose Ragnhild, tergendosi le lacrime col dorso della mano — non ho parole per descriverti quello che sto provando e ho perso il conto delle preghiere rivolte alla Dea per veder realizzato questo sogno. Io ho tante cose da raccontarti, cinque anni sono tanti e tante cose sono successe, io non so da dove cominciare.
— Non sei cambiata per niente, sempre la stessa foga di dire di fare. Ora abbiamo del tempo, ti prego accomodati e accomodatevi anche voi signor… — disse Ingrid rivolgendosi a Sil-Oré
Sil-Oré si mosse per presentarsi ma Ragnhild lo precedette.
— Scusami sorella mia, che stupida che sono. Ti presento Sil-Oré Naivara, nobile eladrin del reame di Myth Drannor, paladino di Sune e cavaliere della rosa rubino.
Ingrid osservò Sil-Oré con maggiore attenzione.
— Sono molto onorata di fare la vostra conoscenza, per un istante l’avevo confusa con suo fratello. — Cosi dicendo, Ingrid rivolse a Sil-Oré un’elaborata riverenza.
— Che l’amore di Sune ti accompagni Ingrid Lindasund, tutte queste cerimonie non sono necessarie, potremo dire di essere quasi in famiglia. — interloquì Sil-Oré rivolgendo a Ingrid un amorevole sorriso.
Ingrid fissò Sil-Oré in modo interrogativo, poi spostò il suo sguardo su Ragnhild.
— Ingrid, lui è il mio compagno, io lo amo e… abbiamo deciso di sposarci. — Ragnhild pronunciò quelle parole in tono quasi pudico, desiderava capire le reazioni di sua sorella e sperava in una sua approvazione.
A quelle parole il volto di Ingrid si illuminò di un sincero sorriso — Sorellina, mi sorprendi sempre di più, ti ritrovo donna e anche innamorata. E’ una cosa bellissima e io sono felice per tè, ma raccontami di più, cosa hai fatto in tutti questi anni? Cosa ti… vi ha condotti qui all’enclave celeste?
Ragnhild cominciò a raccontare a sua sorella dei tristi e lunghi giorni del suo apprendistato al monastero, di come aveva saputo della morte di Fjodor e della fuga della sua adorata sorella. Poi alla fine venne il tempo del suo Dajemma e dell’incontro con Sil-Oré che l’aveva salvata da morte certa assieme a Draugcaran e a suo cugino. Alla fine raccontò della ennesima avventura in cui erano rimasti coinvolti e che mirava ad evitare una tragica guerra civile tra gli Imaskarani e quello che rimaneva del popolo Mulhorandi. Un avventura che aveva a che fare con la ricerca di alcuni pericolosi oggetti di potere del antico impero Mulhorand, oggetti nascosti in luoghi pericolosi e tenacemente difesi da mostri e trabocchetti diabolici.

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Novembre 26, 2009 - 9:07 pm

— Ora siamo qui e sono sempre insieme al mio amore, ho già mandato una missiva ai nostri genitori, comunicandogli la nostra intenzione di sposarci. Ma adesso penso che preparerò un’altra lettera con la quale li avvertirò che ci siamo ritrovate e che… — Ragnhild si fermò interrotta bruscamente da Ingrid che, alle sue ultime parole, si era improvvisamente rabbuiata.
— No! Questo ti prego di non farlo! Non desidero dare ai nostri genitori altro dolore. — La voce di Ingrid era stranamente bassa e piena di emozione.
— Perché sorella, non capisco, loro sarebbero contenti di sapere che sei viva e che stai bene. Forse quando avrai tempo potremo ritornare assieme a casa. Mamma e Papà sarebbero tanto contenti di riabbracciarti.
— Non credo che sarà possibile per me ritornare nella nostra patria, sorella mia. Devi sapere che durante la mia permanenza nel gruppo di mercenari che mi aveva coscritta, ho avuto la disgrazia di capitare nella foresta di Erech. La foresta dove albergano gli spiriti delle Durthans e dei loro demoniaci servitori.
Ragnhild sbiancò visibilmente in volto a quella notizia.
— Quella foresta è mortalmente pericolosa e proibita, chi ci entra non esce vivo e se ne esce non è più quello di prima.
Ingrid sorrise forzatamente e riprese il suo racconto.
— Non credo di essere cambiata, ma ho visto le cose che abitano in quella foresta e loro mi hanno parlato, hanno cercato di corrompere la mia mente ma qualcosa mi ha protetto e mi ha permesso di uscire indenne dal pericolo. Resta il fatto che io sono entrata in quella maledetta foresta e tu sai meglio di me che questo crimine viene punito con la morte. Le Wichlaran non mi lascerebbero mettere piede all’interno del Rashemen. Partendo da casa avevo sperato di dimenticare il mio dolore e trovare un nuovo scopo ma questo desiderio mi si è rivoltato contro condannandomi ad un esilio probabilmente perpetuo.
— Potrei inviare una lettera dove dico di aver avuto tue notizie, di sapere che sei viva e in buona salute, restando sul vago. Questo potrebbe essere di conforto per i nostri genitori. Sai sorella, la tua non è stata l’unica disgrazia che si è abbattuta sulla nostra famiglia. Magni, il nostro fratello mezzano, si è macchiato di furto e pestaggio, è stato imprigionato gettando scorno e disonore sulla nostra famiglia. Io posso capirlo, vivere a pochi passi da mercanti ricchi che si possono permettere ogni lusso e non avere neanche il necessario per vivere, può scatenare bramosie pericolose. Fatto sta che anche lui, una volta rilasciato, non è ritornato a casa ed è partito alla ventura. — Ragnhild raccontava questi tristi fatti con voce bassa e addolorata.
Ingrid la guardava con aria rattristata, alla fine allungò una mano a sfiorarle i capelli.
— Va bene Ragnhild, scrivi pure ai nostri genitori. Digli che hai avuto mie notizie, digli che sto bene, digli quello che vuoi, ma non dire loro dove mi trovo, non dare loro false speranze. Non desidero farli soffrire di più. Ma ora parliamo di tè. Questa cerca in cui ti sei impegnata sembra essere molto pericolosa, forse io ti potrei aiutare con informazioni o altro.
— Te ne sarei molto grata sorella mia, i nostri nemici sembrano molto bene informati su di noi e siamo sempre sulla difensiva. Qualunque aiuto sarà sempre bene accetto. — Ragnhild si fermò un istante guardando Ingrid negli occhi. Qualcosa doveva essere cambiato nella sua espressione, perché anche Ingrid la osservò con maggiore attenzione.
Alla fine Ragnhild ricominciò a parlare prendendo le mani della sorella fra le sue.
— Sorella, io non posso tacerti questa ultima notizia su di me. Ingrid, io… io aspetto un bambino. Un bambino mio e di Sil-Oré.
Gli occhi di Ingrid si dilatarono e la sua bocca si aprì leggermente, in un espressione di assoluto sbalordimento, ma fu solo un istante, poi il suo volto si illuminò in un sorriso di gioia, baciò Ragnhild sulla fronte e l’abbracciò con ancora maggiore trasporto.

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Dicembre 10, 2009 - 11:18 pm

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Le scale scendevano diritte fra due pareti di oscurità assoluta. Il gruppo eterogeneo di avventurieri le stavano percorrendo in un silenzio carico di tensione. Arrivare fino a quel punto non era stato facile, il tempio che pensavano di dover esplorare, si trovava al centro del grande deserto della polvere purpurea ed era protetto da insidie terrificanti.
Avevano dovuto viaggiare per due giorni a bordo di un ala rossa per arrivare sulla sommità di un grande cubo di pietra difeso dal più grande verme purpureo mai visto fino ad ora. Entrati all’interno, grazie alla chiave posseduta dal ambasciatore Graf von Bek, erano scivolati sul fondo del cubo e lo avevano attraversato come se fosse inconsistente, per ritrovarsi in un ambiente alieno dominato da una luminosità fioca e tetra.
Sulla sommità piatta di una collina avevano trovato la sorpresa più grande; un uomo che si era presentato come Meken-Reth e che aveva spiegato loro l’origine maledetta di quel tempio.
Il tempio era formato da una serie di dieci templi raggiungibili tramite una lunga scalinata che li attraversava e che si protendeva attraverso la coltre oscura. Ogni tempio era difeso dai sacerdoti maledetti che avevano collaborato alla creazione di un essere di grande potenza. Questo essere si era ribellato alla loro autorità e aveva minacciato di distruggere chiunque non lo avesse adorato come un Dio.
Una simile blasfemia non poteva restare impunita, così Horus-Re maledisse la creatura e i suoi artefici creando i templi e sprofondandoli nella coltre oscura; condannando il primo e i secondi a una prigionia eterna.
Lo scopo della compagnia era chiaro: discendere le scale verso il fondo sconfiggendo tutti i difensori dei templi e pregare di riuscire a sconfiggere l’abominio finale che li attendeva alla decima casa.
La sacerdotessa dalle chiome rosse marciava al centro della formazione, il suo volto era rabbuiato da un espressione corrucciata. Ragnhild continuava a lanciare sguardi in tralice a Sil-Oré e a suo fratello Draugcaran.
Draugcaran. Ancora una volta il mago aveva dato prova di avere la sensibilità di un rinoceronte, Ragnhild non poteva ancora credere, come con tanta leggerezza, Draugcaran avesse cominciato a fare domande al loro anfitrione Meken-Reth, sul figlio che lei portava in grembo. Quel figlio, che ora lei sapeva essere un maschio per le parole di Meken-Reth, era figlio di Sil-Oré e suo ed era una cosa preziosa, troppo preziosa da poterne parlare di fronte a tanti estranei.
In nome della Dea, cosa diavolo ti è saltato in mente di chiedere tutte quelle cose sul futuro del nostro bambino?
Il futuro è una cosa pericolosa, nessuno dovrebbe sapere troppo del suo futuro. E poi, tutti quelli sguardi su di me. Soprattutto lo sguardo ironico di Graf, avrei voluto poter divenire invisibile e sparire.

Ragnhild staccò lo sguardo dal mago per guardare Sil-Oré che la precedeva di qualche passo. Chiuse gli occhi per un istante, cercando di scacciare dal cuore il ricordo dello sguardo infastidito che aveva colto negli occhi del suo amato, quando Meken-Reth aveva vaticinato la possibilità che il loro figlio sarebbe potuto diventare il prossimo Lord di ferro del Rashemen.
Che cosa c’è di male in questo? Questo figlio, quando nascerà, sarà anche mio. Sarà anche in parte un Rashemi, perché precludergli la scelta di abbracciare il destino della sua metà umana? Sil tu sapevi chi ero quando hai chiesto la mia mano, tu conoscevi l’orgoglio che ogni figlio e figlia del Rashemen racchiude nel suo cuore, l’orgoglio di appartenere ad una razza che ha sempre difeso la propria libertà senza prevaricare la libertà degli altri. Un onore che poche altre razze possono rivendicare all’interno di Faerun, elfi compresi.
Questi pensieri le fecero salire un groppo alla gola, sentiva una sensazione di rabbia mista a dolore crescere dentro di lei, per un attimo fu tentata di abbandonarvisi e di naufragare nel mare dell’odio, ma fu solo un istante. Un immagine si materializzò nella sua mente, gli ricordò la sua fede, i suoi obblighi, il suo credo. Lei era una portatrice di vita non di morte, avrebbe temperato le sue emozioni e fatto fronte alle sue responsabilità.
Non si vive per se stessi ma per gli altri! Continuò a ripetersi queste parole nella mente, come un mantra per tutto il tempo che impiegarono a scendere la scala.

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